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Direttore U.O.U di Chirurgia Generale « V.Bonomo»
DAMAGE CONTROL Prof. N.Palasciano Direttore U.O.U di Chirurgia Generale « V.Bonomo» Policlinico di Bari
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DAMAGE CONTROL Tale espressione è traslata dalla marina statunitense ed indica la capacità di una nave di far fronte ad un «danno» e «garantire l’integrità della missione» In medicina «damage control surgery» ha la priorità assoluta di aumentare le possibilità di sopravvivenza del pz, recuperandone la fisiologia. Bassa priorità invece è riservata a ricostituire l’integrità anatomica
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Evoluzione storica I principi del DCS furono descritti per la prima volta da Stone nel 1983, riducendo la mortalità dei pz politraumatizzati critici dal 98 al 35%. Nel 1993 Rotundo e Schwab sottolinearono l’importanza dell’approccio in 3 stadi e nei pz con trauma addominale la necessità di procastinare l’intervento chirurgico definitivo a dopo la correzione dei parametri fisiologici
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RAZIONALE Impedire o quantomeno limitare l’insorgenza della triade letale: Ipotermia Coagulopatia Acidosi
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APPROCCIO DEL DCS FASE 1 : (in sala operatoria)
- controllo del sanguinamento - controllo della contaminazione - rapida o temporanea chiusura dell’intervento FASE 2 : (in terapia intensiva) - correzione dell’ipotermia - correzione della coagulopatia - ottimizzazione della perfusione - garantire la funzionalità respiratoria FASE 3 : REINTERVENTO - riparazione definitiva delle soluzioni di continuo e delle lesioni
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Cause dell’instaurarsi della triade killer
IPOTERMIA Condizioni atmosferiche e ambientali Inadeguata protezione termica Somministrazione di liquidi non riscaldati Emorragia con ipoperfusione periferica (21 % dei traumi maggiori ; 46% dei pz traumatizzati dopo trattamento chirurgico)
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Cause dell’instaurarsi della triade killer
IPOTERMIA : FISIOPATOLOGIA TC < 34 °C Ridotta attività enzimatica Inibizione dell’aggregazione piastrinica La fibrinolisi NON è alterata Ridotta cessione di O2 da parte dell’ Hb Disfunzione cardiaca
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IPOTERMIA- Fattori di rischio
GCS (Glasgow coma Scale) <8 Sanguinamento > 4 U GRC (emazie concentrate) Età > 55 aa La mortalità è del 100 % nei pz con TC < 32 °C La mortalità aumenta di oltre il 20 % per ogni riduzione di temperatura di 1 °C
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Cause dell’instaurarsi della triade killer
ACIDOSI Segue l’infusione di cristalloidi per il relativo aumento di Cloro rispetto al sodio , e per l’incapacità , legata all’ipoperfusione, del fegato di metabolizzare il lattato della Ringer Interferisce con la coagulazione inibendo la cascata coagulativa
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Cause dell’instaurarsi della triade killer
COAGULOPATIA Si sviluppa precocemente nel traumatizzato in stato di shock È caratterizzata da IPERFIBRINOLISI Il numero di UGRC trasfuse nelle prime 12 h correla direttamente con l’insorgenza di MOF( 5-10 : 20 % : 32%; : 44%) L’ipotermia severa, l’anossia e il deficit di perfusione aumentano la fibrinolisi L’ipocalcemia causa deficit della coagulazione La CID comporta consumo dei fattori della coagulazione Attivazione precoce della Proteina C La diagnosi di coagulopatia acuta viene difficilmente individuata in base agli esami di lab
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Cause dell’instaurarsi della triade killer
COAGULOPATIA Nei traumatizzati che richiedono più di 8 UGRC , occorre mantenere PFC/EC >= 1:1,5 per avere un rischio significativamente minore di mortalità per coagulopatia Tuttavia in questi pz è > il rischio di ARDS e MOF
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COAGULOPATIA- indicatori prognostici
Cause dell’instaurarsi della triade killer COAGULOPATIA- indicatori prognostici PTT,PT, PLT, Fibrinogeno, FDP( prodotti di degradazione del fibrinogeno) Tromboelastografia (teg) dà informazioni al letto del pz in tempo reale fornendo : - descrizione quantitativa e qualitativa della fibrina - indica tempo e tasso di deposizione - indica la consistenza del coagulo - è una guida per l’uso di emoderivati ed a miglioramento prognostico
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Damage control resuscitation
Descrive i criteri della gestione della coagulopatia nei paz politrasfusi: Infusione limitata di cristalloidi isotonici Uso massivo di PFC/ EC/ r FVIIa
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Identificazione del pz candidato al damage control surgery
ISS (injury severity score)> 25 Traumi elevata energia Ferite multiple penetranti Lesioni addominali complesse Foci emorragici polidistrettuali Trauma polidistrettuale
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Identificazione del pz candidato al damage control surgery
INSTABILITA’ EMODINAMICA P. sistolica < 70 mmHG, tacharitmie, ventilazione compromessa COAGULOPATIA (PT >19’’, PTT> 60 ‘’) IPOTERMIA < 34°C ACIDOSI : PH <7.20 EMORRAGIA INCONTROLLABILE TRASFUSIONE >10 Ugrc TEMPO CHIRURGICO > 90 ‘
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TIMING DEL TRATTAMENTO DEFINITIVO
AERODINAMICA STABILE EMODINAMICA STABILE TERMODINAMICA STABILE Do2 (oxigen delivery) > 600ml/min/m2 Lattati < 2.5 mmol/l Tc >35 °C Profilo emocoagulativo entro 20 %del range normale (PT/PTT <1.5)
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CHIRURGIA: PRIMO STADIO del DCS
Controllo emorragie multicavitarie (sono la causa più frequente e precoce di morte: in chirurgia di guerra responsabile del 50 % dei decessi, nei traumi da incidenti stradali dell’80%. ) Prevenzione e/o trattamento della sindrome compartimentale ( valutata mediante misurazione della pressione intraddominale) Trattamento di lesioni intestinali
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Tecnica chirurgica LAPAROTOMIA ABBREVIATA( incisione xifo-pubica sec Rio-Branco) Esposizione della sede dell’emorragia Emostasi ( sutura diretta, packing, biomateriali emostatici, angiografia ) Eventuali resezioni intestinali NON eseguendo anastomosi ma differendole ad una terza fase NON ESEGUIRE Ricostruzione diretta CHIUSURA ADDOMINALE TEMPORANEA (bogotà bag, zip, VAC)
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RIANIMAZIONE: SECONDO STADIO
Correzione di acidosi, ipotermia, coagulopatia
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CHIRURGIA DEFINITIVA: TERZO STADIO
Generalmente programmata almeno dopo h dalla fase critica È la fase in cui si eseguono le ricostruzioni e le riparazioni definitive(lesioni vascolari, ripristino della continuità digestiva, chiusura della parete addominale)
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Conclusioni Il damage control non è una tecnica chirurgica bensì una filosofia salva-vita per i pz politraumatizzati più critici. Comprende tutte le fasi della gestione del trauma. Il DCS può essere applicato a tutti i distretti corporei ( cranio-encefalico, cervicale, toracico , addominale, osseo periferico) Indirizza in maniera repentina verso procedure salva-vita dimostrandosi la strategia migliore per ridurre la mortalità.
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