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Istituto Superiore Antincendi, Roma
VGR 2016 – VIII Edizione 13 – 15 settembre 2016 Istituto Superiore Antincendi, Roma Le principali sfide poste dalla evoluzione normativa nell’ambito dei controlli nazionali sugli stabilimenti RIR: analisi e prospettive riguardanti il settore dell’industria petrolifera Ing. Romualdo Marrazzo, Servizio Rischio Industriale Ing. Gaetano Battistella, Dipartimento Difesa del Suolo ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale
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Tematiche Attività di gestione dell’inventario di stabilimenti RIR, quali raffinerie e grandi depositi di oli minerali, per riportare una situazione aggiornata sulle valutazioni dei RdS Analisi esiti di ispezioni SGS, estrapolando informazioni inerenti a criticità e aspetti qualificanti riscontrati nel settore petrolifero Attività di istruttorie per il rilascio AIA statali (IPPC) e di pianificazione del monitoraggio e controllo inquinanti emessi nell’ambiente per il settore della raffinazione Valutazioni circa il coordinamento normativo tra i procedimenti afferenti alla sicurezza e protezione ambientale, finalizzati a ridurre l’impatto sull’esercizio delle attività industriali soggette
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Introduzione: il ruolo di ISPRA nelle attività di valutazione e controllo ambientali
Organo tecnico previsto dal D. Lgs. 105/2015 (Seveso-RIR) Definizione contenuti tecnici della normativa RIR Implementazione inventario nazionale stabilimenti RIR e DB connessi (notifiche, esiti valutazione RdS, ispezioni SGS) Ispezioni SGS-PIR su base regolare o a seguito di IR Attività internazionali (EU, OECD, Cooperazioni bilaterali) Coordinamento tecnico e indirizzo ARPA (SNPA) Collaborazione con altre AA. CC. (MI-CNVVF; DPC; MIT) Istruttorie tecniche Commissioni MATTM per AIA statali Esame attività IPPC e impatti su ambiente Confronto con BAT per riduzione inquinamento Prescrizioni di esercizio e controlli previsti nel PMC
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Controlli nazionali sugli stabilimenti RIR: gestione inventario e procedure di valutazione tecnica dei RdS Risultanze tecniche attività di controllo riportate nell’inventario degli stabilimenti nazionali (art. 17 c. 4 D. Lgs. 105/2015) Presi in considerazione 15 raffinerie di prodotti petroliferi e 24 grandi depositi di oli minerali, con capacità di stoccaggio media di almeno t di sostanze pericolose Informazioni e dati, tratti dagli atti adottati dai CTR, circa lo stato di avanzamento, i tempi di conclusione media e le criticità emerse in occasione dei controlli in tema di istruttorie del RdS Nel Parere Tecnico Conclusivo (PTC) sono indicate le valutazioni tecniche finali, eventuali prescrizioni integrative e, qualora le misure adottate per la prevenzione e per la limitazione delle conseguenze degli incidenti rilevanti siano insufficienti, è disposta la limitazione o il divieto di esercizio
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Controlli nazionali sugli stabilimenti RIR: situazione nazionale delle istruttorie dei RdS
Agg. vigenza D. Lgs. 334/99 e s.m.i. (giugno 2015) Istruttorie concluse con emissione di PTC ammontano a circa il 60% delle raffinerie, mentre quelle relative ai grandi depositi di oli minerali ammontano a circa il 70% I due terzi degli stabilimenti nazionali, pari al 67%, caratterizzati da istruttoria conclusa con prescrizioni, mentre un terzo di questi (il 31%) ha l’istruttoria ancora in corso Per una raffineria emesso un parere negativo con richiesta di revisione sostanziale del RdS e limitazione di attività
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Controlli nazionali sugli stabilimenti RIR: tempistiche di conclusione istruttorie dei RdS
Agg. vigenza D. Lgs. 334/99 e s.m.i. (giugno 2015) Agg. vigenza D. Lgs. 334/99 e s.m.i. (giugno 2015) Tempi medi di conclusione nell’ordine dei 2 – 3 anni (con punte di 6 anni), con una distribuzione similare per le due tipologie di stabilimenti, a meno di qualche deposito di oli minerali (1 anno) D. Lgs. 334/99 e s.m.i. prevedeva conclusione entro 4 mesi dall’avvio, con sospensioni di 2 mesi (D. Lgs. 105/2015) Risultano ancora 12 istruttorie in corso, avviate da 4 – 5 anni, essendo stati presentati, nel frattempo, i nuovi RdS Previsto che le istruttorie in corso devono essere concluse, previo adeguamento, entro un anno dalla data di entrata in vigore del D. Lgs. 105/2015 (art. 32 c. 1)
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Controlli nazionali sugli stabilimenti RIR: tipologie di prescrizioni emesse nei PTC delle istruttorie dei RdS (1/3) Sfera impiantistico – strutturale Adeguamento impianti antincendio: sistemi di rilevazione, segnalazione ed attivazione impianti estinzione; fireproofing di valvolame, linee di processo ed interconnecting; protezione al fuoco di strutture ed apparecchiature; sistemi e condotte dell’impianto idrico; locali pompe; impiantistica presso pontili e banchine di carico/scarico; sistemi di assorbimento di acque e schiume antincendio Sistema doppi fondi ed integrità serbatoi stoccaggio Protezione linee interrate e relativo sistema di drenaggio Tenuta pompe e scarichi valvole di sicurezza (PSV) Sistemi di contenimento sversamenti di idrocarburi e approntamento mezzi di intervento (es. panne galleggianti presso i pontili per il carico/scarico prodotti)
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Controlli nazionali sugli stabilimenti RIR: tipologie di prescrizioni emesse nei PTC delle istruttorie dei RdS (2/3) Sistemi organizzativo – gestionali PEI, con adeguamenti in caso di scenari incidentali presso pontili di carico/scarico Composizione squadra di emergenza e lotta antincendio Informazione, formazione ed addestramento del personale Controllo accessi e viabilità interna di stabilimento Controlli periodici e manutenzione apparecchiature critiche: inclinazione serbatoi e tetti galleggianti; bacini di contenimento parco stoccaggio; valvole di respirazione serbatoi; sensori di rilevazione; sistemi AI Gestione allarmi in sala controllo e mansionario per gli operatori in caso di anomalie, guasti, ecc.
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Controlli nazionali sugli stabilimenti RIR: tipologie di prescrizioni emesse nei PTC delle istruttorie dei RdS (3/3) Completezza e verifica documentale Verifica vulnerabilità sismica strutture ed approfondimento idrogeologico del territorio dello stabilimento Effetto domino e conseguente revisione dell’analisi di rischio Valutazione del danno ambientale per ipotesi incidentali con rilasci di idrocarburi a terra e in mare Valutazione della compatibilità territoriale, ai sensi del DM 9/5/2001, ai fini della pianificazione urbanistica e territoriale in zone interessate dalla presenza di stabilimenti RIR
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Controlli nazionali sugli stabilimenti RIR: Risultanze tecniche delle ispezioni effettuate ai sensi del D.M. 5 novembre 1997 Nell’ambito delle attività di controllo sugli stabilimenti RIR si è proceduto all’analisi degli esiti di 39 ispezioni effettuate sul territorio nazionale, svolte fino al 2015 in regime di “Seveso II” e riguardanti 17 ispezioni nelle raffinerie 22 ispezioni nei grandi depositi di oli minerali con capacità di stoccaggio maggiore di t sulla scorta di informazioni e dati archiviati nella banca dati informatica gestita dall’ISPRA
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Controlli nazionali sugli stabilimenti RIR: Analisi quantitativa delle non conformità riscontrate
Raffinerie Depositi
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Controlli nazionali sugli stabilimenti RIR: Analisi qualitativa degli elementi SGS-PIR (1/4)
Training del personale Punti di forza: per molte organizzazioni è stato riscontrato uno sforzo considerevole nel tentativo di rispettare le prescrizioni obbligatorie per legge, attraverso una pianificazione delle attività di training, la predisposizione di specifici programmi focalizzati sui pericoli di incidenti rilevanti, l'attenzione a volte anche al personale delle imprese appaltatrici. Punti di debolezza: l’aspetto del “training” del personale è per molti versi migliorabile, dal rispetto della programmazione delle attività per lavoratori interni, esterni e visitatori, alla valutazione dei risultati conseguiti, comprese le azioni di verifica dell’apprendimento.
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Controlli nazionali sugli stabilimenti RIR: Analisi qualitativa degli elementi SGS-PIR (2/4)
Identificazione e valutazione dei pericoli rilevanti Punti di forza: si sono avuti riscontri positivi nella predisposizione di procedure specifiche per la valutazione dei pericoli, anche nel rispetto della normativa nazionale, al fine di predisporre RdS congruenti con i processi industriali trattati da sottoporre all’esame dell’autorità di controllo (CTR). Punti di debolezza: principalmente in relazione alla definizione dei requisiti di sicurezza per le apparecchiature e per le attività di progettazione degli impianti. Non sempre sono stati considerati i risultati dell’analisi dell’esperienza operativa, pertanto le attività di riduzione dei rischi sono state pianificate senza considerare tutti i possibili elementi in ingresso, come, ad esempio, l’esperienza operativa propria e di altri impianti similari o gli indicatori di prestazione.
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Controlli nazionali sugli stabilimenti RIR: Analisi qualitativa degli elementi SGS-PIR (3/4)
Controllo operativo e manutenzione Punti di forza: maggiore attenzione nei confronti dell'identificazione degli elementi e apparecchiature critiche per la prevenzione e mitigazione degli incidenti rilevanti. È stata notata una attenzione crescente alla predisposizione di un efficace sistema di permessi di lavoro. Punti di debolezza: l’individuazione corretta degli elementi e apparecchiature critiche, basata sugli esiti delle analisi di rischio, non è ancora un punto di partenza consolidato per tutte le organizzazioni. Mancando tale criterio, sono state riscontrate ripercussioni anche sulle attività di manutenzione che hanno evidenziato, ad esempio, la scarsa congruenza con le assunzioni contenute nei RdS.
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Controlli nazionali sugli stabilimenti RIR: Analisi qualitativa degli elementi SGS-PIR (4/4)
Controllo delle prestazioni e riesame Punti di forza: ricorso ad indicatori di prestazione spesso in grado di garantire una efficace misurabilità dei vari elementi del SGS-PIR, unito ad una attività di costante monitoraggio della loro significatività. Punti di debolezza: scarsa considerazione delle potenzialità fornite dai risultati dell'analisi dell'esperienza operativa. Rilevata una incongruenza tra le attività di riesame del SGS e del documento di politica, che hanno causato una mancanza di sincronizzazione tra i programmi di miglioramento.
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Controlli nazionali sugli stabilimenti soggetti alla direttiva IPPC: raffinerie in AIA statale
In Italia sono state rilasciate le AIA a 16 Raffinerie, anche se soltanto 14 di esse sono oggi in esercizio (1 raffineria in AIA corrisponde a 2 stabilimenti RIR, in quanto notificati da 2 diversi gestori in inventario Seveso). La fase di rilascio delle prime AIA è completata e sono in corso procedure di rinnovo, verifica di ottemperanza a prescrizione, riesame e/o aggiornamento per modifiche dei provvedimenti emessi. A seguito dell’emanazione della Decisione della Commissione Europea del 9/10/ che introduce nuovi valori limite per le emissioni di inquinanti nelle matrici ambientali basati sulla adozione delle migliori tecniche disponibili (“BAT - Best Available Techniques” Conclusions), sono in fase di avvio i procedimenti di Riesame di AIA. Nel Paper è riepilogato lo stato autorizzativo delle Raffinerie di petrolio greggio dislocate sul territorio italiano. Tra i benefici ambientali perseguiti con il rilascio dell’AIA c’è la eliminazione, ove possibile, o la riduzione delle sostanze inquinanti emesse nell’aria, nelle acque e nel suolo.
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Controlli nazionali sugli stabilimenti soggetti alla direttiva IPPC: emissioni in atmosfera di SOx, NOx, CO e polveri da raffinerie È possibile osservare come tra la situazione ‘ante-AIA’ e ‘post-AIA’ si registri un significativo abbattimento delle principali sostanze inquinanti emesse in ambiente, quali i 4 macro inquinanti SOx, NOx, CO e Polveri
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Controlli nazionali sugli stabilimenti soggetti alla direttiva IPPC: emissioni in atmosfera di COV da raffinerie (1/2) Sulla base delle attività istruttorie espletate per il rilascio delle AIA nonché per la verifica di adempimenti a prescrizioni e per le richieste di modifica sostanziale/non sostanziale delle AIA rilasciate, si i evidenziano anche le riduzioni degli altri inquinanti emessi nell’ambiente, ad es. i micro inquinanti Composti Organici Volatili (COV), nei 2 grafici seguenti (valori massici) Riduzione di emissione autorizzata dei Composti Organici Volatili (COV) convogliati per tipologia di impianto (2015)
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Controlli nazionali sugli stabilimenti soggetti alla direttiva IPPC: emissioni in atmosfera di COV da raffinerie (2/2) Confronto della quantità autorizzata dall'AIA con le quantità individuate dalle BAT e dal Decreto Legislativo 152 del 2006, per i Composti Organici Volatili (2015)
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Controlli nazionali sugli stabilimenti soggetti alla direttiva IPPC: aspetti tecnici e principali novità per raffinerie in AIA statale (1/3) Da esperienze nelle istruttorie di valutazione delle variazioni rispetto all’assetto autorizzato, un’attenzione agli aspetti legati al territorio e all’adozione delle migliori tecniche disponibili non è disgiunta da possibili applicazioni di questioni legate al recente aggiornamento normativo con le BAT AELs, come elencate nel seguito: Assottigliamento del range dei valori limite (BAT AELs - Associated Emission Levels) per le emissioni in aria, con riduzione dei valori massimi; Differenza tra BAT AELs per "nuove installazioni" ed "installazioni esistenti"; Sostituzione di valori limite (BAT AELs) in alcuni casi con l'utilizzo di specifiche tecnologie (es. BAT 19 relativa alle emissioni di HF negli impianti di Alchilazione); Concetto di monitoraggio per le emissioni in aria (BAT 4 e 5) e acqua (BAT 13) e di "Gestione integrata delle emissioni" ("mini bolle" - BAT 57 e 58) per NOx e SO2, come alternativa ai singoli BAT AELs dati per singolo impianto; Introduzione dei BAT AELs per i singoli metalli in acqua (BAT 12 e 13); Modifica dei combustibili nei processi di combustione. I BAT AELs sono definiti per combustibili gassosi e multicombustibili (BAT 34, 35, 36 e 37); Introduzione di BAT AELs per i COVNM (COV Non Metanici) nelle operazioni di carico/scarico di idrocarburi liquidi volatili (BAT 52); Modifica del concetto di “Bolla" nella “mini Bolla” (BAT 57 e 58).
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Controlli nazionali sugli stabilimenti soggetti alla direttiva IPPC: aspetti tecnici e principali novità per raffinerie in AIA statale (2/3) Per i Sistemi di Monitoraggio in Continuo delle emissioni, le BAT Conclusions (in particolare la BAT 4) indicano, come migliore tecnica disponibile, il monitoraggio in continuo delle emissioni con sistemi di tipo diretto (CEMS - Continous Emissions Monitoring System) solo per alcune tipologie di unità produttive, mentre in altri casi consentono di sostituire tale sistema con un monitoraggio continuo di tipo indiretto (PEMS - Predictive Emissions Monitoring System), rendendo necessaria la valutazione dell’equivalenza dei metodi proposti, sia delle certificazioni applicabili ai metodi impostati e delle modalità di integrazione dei sistemi in continuo e in discontinuo nell’ambito del calcolo delle concentrazioni di Bolla. Tra gli adempimenti previsti per le attività IPPC dalla normativa, i Gestori devono trasmettere la ‘Relazione di Riferimento’, ex art sexies, c. 9 - quinquies, lettera a) del D. Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. per le Raffinerie ricadenti all’interno di perimetrazioni SIN, per individuare eventuali criticità delle AIA attuali sullo stato dei suoli e delle acque sotterranee a valle delle riduzioni di inquinamento attese, in particolare per le sostanze inquinanti pericolose ritenute pertinenti, senza valutare lo stato di qualità dell’aria.
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Controlli nazionali sugli stabilimenti soggetti alla direttiva IPPC: aspetti tecnici e principali novità per raffinerie in AIA statale (3/3) L’evoluzione tecnologica e la necessità di orientarsi sempre di più verso una “chimica verde”, a minor impatto ambientale, ha portato alcune società ad elaborare progetti di conversione degli impianti di raffinazione al “ciclo green” per la produzione di biodiesel da raffinazione con oli vegetali. Una modifica sostanziale dell’AIA può prevedere la realizzazione di nuove unità di raffineria alimentate ad olio vegetale, oli esausti di frittura e scarti di lavorazione animale. Al fine di definire correttamente i valori limite di emissione per questo nuovo assetto, sono attualmente in corso specifiche valutazioni mirate alla definizione della possibilità di applicazione del concetto di Bolla e mini-Bolla (così come definite dalle BAT Conclusions) ad impianti che non siano alimentati con combustibili tradizionali, ma rientranti nelle Raffinerie (‘green refinery’), con distinzione rispetto agli stabilimenti chimici che producono il biodiesel attraverso processi chimici di transesterificazione.
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Conclusioni e linee di indirizzo: disposizioni semplificative e di coordinamento RIR-AIA per il settore della raffinazione (1/3) Nel D. Lgs. 105/2015 vengono proposte disposizioni di collegamento con altri procedimenti, che appaiono promettenti per le imprese, ma da verificare in termini pratici CTR esprime determinazioni tenendo conto di prescrizioni ambientali indicate in autorizzazioni ambientali (art. 17 c. 1) Invio dal CTR di atti conclusivi di valutazione del RdS agli organi competenti, perché ne tengano conto nelle istruttorie tecniche previste in materia ambientale - AIA, di sicurezza sul lavoro, sanitaria e urbanistica (art. 31 c. 2)
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Conclusioni e linee di indirizzo: disposizioni semplificative e di coordinamento RIR-AIA per il settore della raffinazione (2/3) La normativa “Seveso” prevede la cooperazione tra le autorità e il coordinamento di ispezioni RIR e AIA, con possibilità di evitare ridondanze nei controlli, riducendo l'impatto sugli stabilimenti Cooperazione e coordinamento di ispezioni RIR-AIA auspicabili per evitare sovrapposizioni o duplicazioni (es. verifiche sui sistemi per la prevenzione rilasci accidentali) Ispezioni AIA e RIR in alcune ARPA già affidate a stessa UO Difficile “combinare” le due attività ispettive AIA e RIR poiché esse prevedono approcci molto diversi in ispezioni AIA verifiche puntuali di prescrizioni contenute nell’autorizzazione, effettuate secondo procedure generali in ispezioni RIR verifiche di sistema (SGS-PIR) effettuate secondo procedure consolidate e molto dettagliate, confermate nell’allegato H del D.lgs.105/2015
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Conclusioni e linee di indirizzo: disposizioni semplificative e di coordinamento RIR-AIA per il settore della raffinazione (3/3) Istituito, presso il MATTM, un tavolo di coordinamento per l’uniforme applicazione delle disposizioni normative sui RIR, ricalcando l'analoga struttura in materia di AIA (D. Lgs. 152/2006) È prevista la partecipazione di AA.CC. e organi tecnici, potendo convocare portatori di interesse (industria, ass. ambientali) Garantire attuazione coordinata e omogenea di nuove norme Prevenire situazioni di inadempimento Elaborare indirizzi in relazione ad aspetti comuni, ad es. ai fini di un miglioramento delle tempistiche di conclusione delle istruttorie per la raffinazione (avvalendosi di quanto già prodotto per la valutazione di IR con conseguenze ambientali) ISPRA continua ad essere disponibile al confronto reciproco e allo scambio di esperienze con i diversi “attori” Necessario che i settori produttivi chiedano che tali attività siano “concretamente” rese sostenibili e sostenute e che ne sia garantita la piena autonomia, indipendenza e trasparenza
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Grazie per l’attenzione!
Domande…?
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