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Lo sviluppo del potere signorile

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Presentazione sul tema: "Lo sviluppo del potere signorile"— Transcript della presentazione:

1 Lo sviluppo del potere signorile
I re non riuscivano a tenere interamente sotto controllo i territori da loro governati. Comitati e marche si frantumavano: al loro interno si formavano numerosi centri di potere minori, dove un signore locale (un discendente del conte o del marchese, l’abate di un monastero, un grande proprietario di terre), organizzava la difesa di un territorio più o meno esteso ed esercitava la giustizia su coloro che vi abitavano.

2 Il potere di un signore poteva derivare dal possesso di grandi proprietà terriere e, più spesso, oltre che dalle terre, anche dal controllo di uno o più castelli. Il castello era la residenza del signore e il segno visibile della sua potenza, anche i contadini indifesi potevano trovare rifugio quando un pericolo li minacciava. Essi pagavano la protezione del signore con la sottomissione.

3 Il signore esercitava la sua autorità su tutti coloro che proteggeva.
Egli imponeva tasse e manteneva l’ordine con il suo esercito di armati. Inoltre amministrava la giustizia, in caso di piccoli reati e a volte anche di grandi.

4 I contadini avevano molti obblighi da rispettare: pagavano numerose tasse, come la taglia per la protezione militare, e altre, dette bannalità, per l’uso – che era obbligatorio – del mulino del signore, del suo forno, del suo pozzo, del suo frantoio. A volte dovevano pagare per servirsi delle risorse del territorio, come far legna nei boschi o far pascolare le bestie.

5 Con il tempo molte famiglie signorili donarono le proprie terre a un re, perché questi gliele restituisse sotto forma di feudo. Con la concessione del feudo, la loro autorità era ribadita e resa più solida.

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7 Una società guerriera Ai più alti livelli della società stava la nobiltà guerriera (conti, duchi, marchesi e signori di castelli, ma anche vescovi e abati) In quest’epoca le guerre erano quasi sempre spedizioni rapide e violente contro il castello di un nemico, seguite da saccheggi, incendi e rapine. Fra le schiere dei cavalieri c’erano soprattutto cadetti (cioè figli non primogeniti) delle famiglie nobili più modeste

8 Dall’XI secolo, però, il titolo di cavaliere fu riservato quasi esclusivamente ai nobili, che se lo trasmisero di padre in figlio: la cavalleria divenne un gruppo chiuso (non erano ammessi nuovi membri) e privilegiato.

9 All’inizio i cavalieri non si comportarono molto diversamente dai briganti: si riunivano in bande e usavano la forza delle armi per terrorizzare, aggredire, rapinare la popolazione indifesa. Ma nell’XI secolo cominciarono a diffondersi fra i cavalieri valori e ideali nuovi, in parte tratti dalla cultura cristiana. Furono istituite le tregue di Dio e le paci di Dio, che proibivano ogni tipo di combattimento in certi luoghi (ospizi, mercati) e in certi periodi dell’anno (avvento, quaresima e ogni settimana fra venerdì e domenica).

10 L’ingresso nella cavalleria iniziò a essere celebrato con un rito solenne di carattere religioso e, accanto agli obblighi guerreschi, i cavalieri ebbero il compito di difendere la Chiesa e di proteggere i deboli e gli indifesi.

11 La società dei tre ordini
All’inizio dell’XI secolo un vescovo-poeta, Adalberone di Laon, descrisse la società del suo tempo: la società era divisa in tre ordini, cioè in tre gruppi di persone: quelli che pregano (vescovi, preti, diaconi, abati e monaci, cioè coloro che formano il clero), quelli che combattono (i nobili e i guerrieri) e quelli che lavorano (il popolo, costituito per la massima parte da contadini, che procurano a tutti il necessario per nutrirsi). Questa divisione della società in ordini si immaginava naturale e voluta da Dio.

12 In realtà la società medievale era meno rigida e più complessa, e il passaggio da un gruppo a un altro non era impossibile. Vescovi e abati erano spesso anche signori e avevano compiti di governo. Non era raro che i nobili, sul finire della vita, entrassero in monastero per purificare i propri peccati.

13 Perfino i contadini avevano, benché raramente, la possibilità di cambiare condizione, entrando come guerrieri nelle truppe di un signore oppure, come vedremo, fuggendo in città e facendo fortuna.


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