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IL COMPORTAMENTISMO CONDIZIONAMENTO CLASSICO (Pavlov)

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Presentazione sul tema: "IL COMPORTAMENTISMO CONDIZIONAMENTO CLASSICO (Pavlov)"— Transcript della presentazione:

1 IL COMPORTAMENTISMO CONDIZIONAMENTO CLASSICO (Pavlov)
Le ricerche di Pavlov (proseguite da Watson negli Usa) partirono dalla constatazione che i cani emettono saliva non solo mentre s'introduce del cibo nella loro bocca, ma anche alla semplice vista del cibo o dello sperimentatore che solitamente li nutre. Pavlov intuì che questa reazione non era un riflesso biologico innato, ma appreso. Egli decise di sottoporre i suoi cani al seguente esperimento: dapprima li stimolò col suono d'un campanello, senza che ciò provocasse salivazione (stimolo neutro); poi introdusse del cibo nella loro bocca, e ciò comportò salivazione (riflesso incondizionato); ripeté più volte i due stimoli in successione (suono e cibo); alla fine notò che i suoi cani cominciavano a salivare al solo suono del campanello (era il riflesso condizionato).

2 IL CONDIZIONAMENTO CLASSICO (Pavlov e Watson) L’unità di analisi del comportamento è il riflesso condizionato Riflesso incondizionato Stimolo incondizionato Davanti allo stimolo naturale , incondizionato, il cane produce una risposta incondizionata, su base fisiologica, una reazione o riflesso neurovegetativo

3 IL CONDIZIONAMENTO CLASSICO
Stimolo incondizionato Stimolo neutro Associazione di uno stimolo naturale con uno stimolo neutro, non naturale.

4 IL CONDIZIONAMENTO CLASSICO
Stimolo condizionato Risposta condizionata Dopo un periodo di acquisizione, nel quale per un certo numero di volte viene ripetuta l’associazione in modo ravvicinato nel tempo, per contiguità, tra stimolo incondizionato e stimolo neutro, la risposta del cane sarà la salivazione a seguito della presentazione dello stimolo condizionato; si ha così una risposta condizionata.

5 CONDIZIONAMENTO CLASSICO: conseguenze e limiti
Pavlov capì anche che se si continua a far suonare il campanello senza portare la carne, la salivazione tende a scomparire (è il fenomeno di ESTINZIONE); se l'esperimento viene interrotto e ripreso successivamente, il campanello può produrre di nuovo la salivazione (è il fenomeno di RECUPERO SPONTANEO della risposta precedente); se si usa un suono più o meno intenso rispetto a quello originario, la salivazione si verifica lo stesso (è il fenomeno di GENERALIZZAZIONE); se invece si dà la carne solo col suono più forte e non con quello più debole, al sentire quest'ultimo suono il cane non produrrà salivazione (è il fenomeno di DISCRIMINAZIONE). Queste leggi di apprendimento sono valide anche per l’uomo; il condizionamento classico per esempio incide sull’apprendimento di molte risposte emotive, come le paure e le fobie, o nelle prime fasi di vita del bambinoi. Tuttavia questa è solo una delle possibile forme dell’apprendimento, la forma più semplice, per ASSOCIAZIONE tra stimolo e risposta in modo meccanico.

6 CONDIZIONAMENTO OPERANTE
Un'altra forma di apprendimento è il condizionamento operante, detto anche strumentale o apprendimento per prova ed errore, che è stato studiato a fondo da P.F. Skinner ( ). Questo tipo di apprendimento dimostra come il comportamento dell'uomo e dell'animale è determinato dagli effetti prodotti sull'ambiente.  Skinner pose un ratto in una gabbia, detta Skinner Box. In essa era presente una leva. Il ratto, premendo casualmente la leva, ottenne il cibo -apprese così a premere la leva per ottenere il formaggio. Skinner è stato accusato di ridurre l'organismo a una macchina. In effetti, il suo metodo è senza dubbio efficace, ma limita le possibilità espressive del soggetto sperimentale. Più che osservare il comportamento dell'animale, il ricercatore cerca di modificarlo secondo le sue aspettative. Un'analoga tecnica sperimentale è quella del MODELLAGGIO (Shaping), che si serve sempre dello Skinner box. Qui l'animale ha diverse possibilità di agire. Lo sperimentatore non fa altro che premiare una fascia sempre più ristretta di risposte (dando del cibo), fino a premiare l'unica che gli interessa. È un esperimento che assomiglia al gioco infantile della ricerca di un oggetto nascosto (fuoco-fuochino-acqua-acquazzone ecc.). Queste tecniche, come noto, vengono usate dai domatori o ammaestratori degli animali da circo.

7 Condizionamento operante
Leggi conseguenti agli esperimenti: 1. Legge dell’effetto: i comportamenti che causano conseguenze soddisfacenti hanno elevata probabilità di essere ripetuti. Legge dell’esercizio: i comportamenti più spesso esercitati hanno maggiori possibilità di essere impiegati in condizioni simili Legge del rinforzo:i comportamenti operanti aumentano in funzione del rinforzo, cioè qualsiasi tipo di evento conseguente ad una risposta ed in grado di incrementare la probabilità che essa venga prodotta. Il rinforzo può essere negativo ( dolore, punizione..)o positivo (cibo, acqua gratificazione..). Infine il rinforzo può essere continuo o parziale; se il rinforzo è parziale, cioè viene fornito ad intervalli non regolari di tempo, ha effetti più efficaci nel modellamento del comportamento.

8 APPRENDIMENTO LATENTE: GLI ESPERIMENTI DI TOLMAN

9 APPRENDIMENTO LATENTE: GLI ESPERIMENTI DI TOLMAN
Willard Small nel 1901 ideò diversi prototipi di labirinti (a più corridoi, a T, a Y, ramificato), composti da un box di partenza e uno di arrivo col cibo: in mezzo un intreccio di corridoi più o meno complicato, nel rispetto di determinate regole. Ogni punto d'intersezione non possedeva alcun particolare indizio caratteristico che consentisse di distinguerlo dagli altri. Infine il labirinto poteva essere modificato nel corso dello stesso esperimento (allungandone o accorciandone la lunghezza, variandone l'angolatura, ecc.). Small usò dei ratti affamati. Lo scopo delle sue ricerche era quello di stabilire quale modalità sensoriale era determinante per il ratto nella scelta del corridoio da percorrere. I dati raccolti dimostrarono che nessuna modalità (visiva, uditiva, olfattiva ecc.), singolarmente considerata, era determinante. In pratica, col metodo di "prove ed errori" il ratto riusciva sempre ad arrivare al cibo, anche se apprendeva più facilmente i percorsi esatti in prossimità del box di partenza o di arrivo (che rappresentavano uno stimolo di ancoraggio), mentre trovava più difficoltà nei percorsi intermedi.

10 APPRENDIMENTO LATENTE: GLI ESPERIMENTI DI TOLMAN

11 Conclusioni Edward Tolman giustificò questo comportamento dicendo che l'animale elabora, mentre percorre il labirinto, una specie di rappresentazione mentale (o mappa cognitiva) dello stesso labirinto. Se il ratto, dopo alcuni esperimenti, possiede questa mappa, saprà sempre, più o meno, dove si trova in un certo momento e saprà sempre dove deve andare. Esso cioè dispone di un insieme di informazioni che, di volta in volta, utilizza come guida per l'azione. Apre quindi agli studi sulla memoria. A questo punto non siamo più all’interno teoria della black box, ma diventa necessario iniziare a parlare di MENTE; dal comportamentismo nasce il cognitivismo.


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