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PubblicatoDario Severino Di Matteo Modificato 6 anni fa
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Lavoro svolto da Bartesaghi , Bellotti, Denova, Valsecchi
LO ZERO Lavoro svolto da Bartesaghi , Bellotti, Denova, Valsecchi
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La storia del numero La prima traccia del numero zero risale ai Sumeri (circa 3000 anni fa). Successivamente il suo uso si diffuse in varie forme in Medio Oriente e in Asia. Il simbolo di zero nella cultura indù era lo stesso rappresentante cielo, spazio, atmosfera e firmamento.
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EGITTO: In Egitto la popolazione utilizzava un numero simile ma posto in mezzo ad altri numeri e mai all’inizio o alla fine. MAYA: Nel nuovo continente la popolazione indigena possedeva un simbolo per indicare lo zero ma non lo utilizzavano. CINA: La popolazione asiatica non aveva un vero zero ma l’uso dell’abaco presuppone la presenza del concetto di un valore nullo.
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Il padre dello zero è considerato il matematico arabo Ibn Musa Al Khwrizmi.
Lo zero fu introdotto in occidente dal matematico italiano Leonardo Fibonacci.
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L’uso dello zero facilitò i calcoli e rese possibile la realizzazione di algoritmi, oltre che facilitare le attività quotidiane di ogni tipo, come l’edilizia.
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GRECI E ROMANI I romani non usavano lo zero perché ritenevano inutile rappresentare ciò che per loro era il nulla I greci partivano a utilizzare i numeri dal 2
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Lo zero ha la proprietà di essere il nulla o l’infinito.
Moltiplicando un numero per zero il risultato è sempre zero. Lo zero è l’alfa e l’omega: il principio o la fine.
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Lo zero e il suo uso Lo zero non è né positivo né negativo, né un numero primo, né composto; tuttavia è considerato pari ed è necessario per poter rappresentare numeri di qualsiasi grandezza con pochi simboli. A questo scopo viene utilizzato come notazione posizionale per rappresentare il “nulla“. Infatti, il valore di una cifra non è sempre lo stesso ma cambia da posizione a posizione.
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Grazie all’introduzione di questo numero è possibile spiegare dei paradossi:
- perchè la sottrazione di due numeri uguali sia pari a zero; - perchè non è possibile trovare una soluzione se lo zero si trova al denominatore in un rapporto; - perché è possibile annullare operazioni moltiplicando un valore per zero; - perché lo zero rappresenta un elemento neutro nella sottrazione e nella addizione: se a un valore viene sommato zero o sottratto zero, si avrà per risultato il valore di partenza.
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«Lo guardi e non lo vedi e non lo senti ma se lo adoperi è inesauribile»
Laotse (Tao – Te - king)
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