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Fattori della comunicazione verbale
Scheda del capitolo settimo Lingua e comunicazione
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Sintesi Si comunica in via Esplicita Semiosi Categoriale Deittica
Ostensione Implicita Presupposizione Implicazione.
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Semiosi categoriale I simboli sono eventi comunicativi verbali che manifestano, esibiscono una componente di senso: “dentro” al simbolo vi sono categorie per leggere il dato della realtà, così come è depositato entro una tradizione (common ground). P.es. formaggio – cheese (< caseus formaticus): significo nominando una caratteristica, che rappresenta un’intera porzione di realtà. Si dice “categoriale” la semiosi che denota nominando proprietà, relazioni, caratteristiche.
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Semiosi deittica o Deissi
La deissi funziona “nell’incontro del linguaggio con l’esperienza” (Rigotti – Cigada, La comunicazione verbale, Apogeo, Milano 2004, p. 43). La deissi è un’istruzione per la quale si identifica un elemento del contesto. I deittici hanno una parte linguistica ( semiosi) e una parte esperienziale. Che significa ora? Per interpretare serve: la conoscenza dell’italiano (non sempre è omologo a now). Cfr. lat. hac hora sp ahora, it ora; La conoscenza del “context of use”.
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Deittico vs categoriale
Un lessema come albero “rimanda all’esperienza di cose fatte così e così”. Il lessema è dotato di un semantismo – a un’ “idea” – presente già nel sistema linguistico (p. 44). Un lessema come adesso : è una istruzione che indica come ci collochiamo rispetto al tempo; nell’atto di comunicazione verbale il parlante ne attiva la carica deittica e instaura un riferimento a un momento di tempo.
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anafore / catafore : deittici testuali
Le anafore (“anà” + phero “rimando in alto”) e le catafore (“katà” + phero “rimando in basso”) sono segnali testuali: - per riprendere denotati che precedono nel testo (anafore) - per anticipare denotati che precedono nel testo. Sono detti anche elementi “forici”. (Rigotti – Cigada, La comunicazione verbale, cit., p. 45).
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Ostensione “La realtà partecipa alla comunicazione per il fatto di essere lì” (Rigotti – Cigada, cit., p. 46). Ostendere contiene il prefisso ob – cfr. oggetto < obiectum – “ob”: davanti; ostendere = “mettere davanti”. “Momento muto della comunicazione” (ibidem). È naturale. Non è simulazione.
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