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LA MOBILITÀ INTERNAZIONALE DEL LAVORO E DEL CAPITALE

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Presentazione sul tema: "LA MOBILITÀ INTERNAZIONALE DEL LAVORO E DEL CAPITALE"— Transcript della presentazione:

1 LA MOBILITÀ INTERNAZIONALE DEL LAVORO E DEL CAPITALE
1 La mobilità internazionale del lavoro 2 La mobilità internazionale del capitale 3 I guadagni dai flussi di lavoro e di capitale 4 Conclusioni LA MOBILITÀ INTERNAZIONALE DEL LAVORO E DEL CAPITALE

2 La mobilità internazionale del lavoro: le migrazioni
Introduzione La mobilità internazionale del lavoro: le migrazioni Gli effetti dell’immigrazione nel breve periodo: il modello a fattori specifici La determinazione del salario Gli effetti dell’immigrazione sul salario di H Altri effetti dell’immigrazione nel breve periodo L’affitto del capitale e della terra Gli effetti dell’immigrazione sulla produzione settoriale Gli effetti dell’immigrazione nel lungo periodo Il diagramma a scatola La determinazione del salario reale e dell’affitto reale L’aumento della quantità di lavoro in H L’effetto dell’immigrazione sulla produzione

3 Il teorema di Rybczynski
L’effetto dell’immigrazione sui prezzi dei fattori L’insensibilità dei prezzi dei fattori La mobilità internazionale del capitale: gli investimenti diretti esteri Gli investimenti greenfield Gli IDE nel breve periodo: il modello a fattori specifici L’effetto degli IDE sul salario L’effetto degli IDE sulla produzione L’effetto degli IDE sugli affitti Gli IDE nel lungo periodo L’effetto degli IDE sulla produzione e sui prezzi dei fattori.

4 I guadagni dai flussi di lavoro e di capitale
I guadagni dall’immigrazione I salari in H e all’estero I guadagni per il Paese H I guadagni per il Paese F I guadagni mondiali dalla migrazione I guadagni dagli investimenti diretti esteri

5 Comprendere i movimenti internazionali del lavoro.
Comprendere il modello di breve periodo: modello a fattori specifici. Comprendere l’effetto dell’immigrazione sui salari in H e in F. Comprendere l’effetto dell’immigrazione sugli affitti del capitale e della terra e sulla produzione. Comprendere gli effetti dell’immigrazione nel lungo periodo.

6 Capire come determinare il salario reale e l’affitto reale.
Comprendere gli effetti di lungo periodo di un aumento della quantità di lavoro in H sulla produzione e sui prezzi dei fattori. Comprendere l’insensibilità dei prezzi dei fattori. Comprendere il flusso internazionale di capitale: gli IDE Comprendere gli IDE nel breve periodo: il modello a fattori specifici.

7 Comprendere gli effetti di breve periodo degli IDE sui salari, gli affitti e la produzione.
Comprendere gli effetti degli IDE nel lungo periodo sui prezzi dei fattori e sulla produzione. Comprendere i guadagni derivanti dai flussi di lavoro e di capitale in H e in F. Comprendere i guadagni derivanti dagli investimenti diretti esteri.

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9 Possiamo usare il modello a fattori specifici, per spiegare il caso in cui l’immigrazione porta ad una riduzione dei salari nel breve periodo

10 Quindi useremo il modello di lungo periodo, il modello di Heckscher-Ohlin, nel quale un aumento della forza lavoro non provoca una riduzione dei salari. Il modello di lungo periodo concede ai settori più tempo per reagire e questo permette all’economia di assorbire i nuovi lavoratori. Dipende dalla capacità del Paese ricevente di espandere le esportazioni nelle aree che usano le qualifiche degli immigrati.

11 La mobilità internazionale del lavoro
Le migrazioni sono il flusso di lavoratori dal Paese F al Paese H. I salari pagati ai lavoratori e gli affitti corrisposti al capitale e alla terra sono determinati dai prezzi dei beni prodotti. I prezzi dei beni sono determinati dal mercato mondiale. Se i prezzi dei beni sono fissi, come cambiano il salario e gli affitti di H quando i lavoratori si spostano tra Paesi? NB: si mantiene l’ipotesi di prezzi internazionali fissi

12 Gli effetti dell’immigrazione nel breve periodo: il modello a fattori specifici:
Nel breve periodo, solo il lavoro è mobile tra i settori di H: il capitale e la terra sono fissi. Questo è il modello a fattori specifici. La determinazione del salario: La quantità totale di lavoro, L, è la quantità di lavoro impiegata nella manifattura, LM, più la quantità impiegata nell’agricoltura, LA L = LM + LA

13 La determinazione del salario
Il lavoro impiegato nella manifattura è misurato da sinistra a destra. Il lavoro impiegato nell’agricoltura da destra a sinistra. PMMPLM è decrescente perché quanto più lavoro si impiega nella manifattura, tanto più si riduce il MPL e quindi i salari in quel settore. PAMPLA è crescente perché stiamo misurando LA da destra verso sinistra: quando LA aumenta, si riducono i salari nell’agricoltura. Il salario di equilibrio si trova in A, nel punto di intersezione tra le due curve. Quando i salari nei due settori sono uguali, non c’è ragione perché i lavoratori si trasferiscano tra comparti.

14 Il mercato del lavoro di H
industria agricoltura

15 La determinazione del salario
Supponiamo che il salario di equilibrio in F, W*, sia minore di quello di H, W. I lavoratori di F vorranno migrare in H e la forza lavoro di H aumenterà di una quantità ΔL, pari al numero di migranti. Gli effetti dell’immigrazione sul salario di H Aggiungiamo ΔL nella figura. La PAMPLA si sposta verso destra di ΔL L’origine per il settore manifatturiero non è cambiata quindi PMMPLM non cambia.

16 Gli effetti dell’immigrazione sul salario di H
Il nuovo equilibrio di H è nel punto B, in corrispondenza di un salario inferiore. I lavoratori addizionali sono distribuiti in entrambi i settori perché entrambi i settori hanno più lavoratori, ma un ammontare fisso di capitale e di terra. Il salario si riduce a causa del prodotto marginale decrescente del lavoro. Quindi, il modello a fattori specifici prevede che un flusso in entrata di lavoratori riduce i salari nel Paese H.

17 Anche la curva del prodotto marginale del lavoro si sposta verso destra di L
L’immigrazione fa aumentare l’offerta totale di lavoro di L, spostando l’origine in 0A’ Il lavoro è aumentato e i salari sono minori nel nuovo equilibrio.

18 Al salario W1 le domande settoriali di lavoro sono pari a LM1 e LA1
PAPMLA W1 PMPMLM LM1 LM LA1 LA

19 Con immigrazione aumenta l’offerta complessiva di lavoro
Al salario W1 le domande di lavoro sono sempre pari a L1M e L1A W PAPMLA W1 PMPMLM LM1 LM LA1 LA

20 Questo può essere rappresentato mediante uno spostamento della curva
PMPMLM … al quale corrisponde l’eccesso di offerta di lavoro AB W PAPMLA B A W1 LM1 PMPMLM LM LA1 LA

21 Il modello a fattori specifici prevede che un flusso in entrata di lavoratori riduca i salari nel Paese H W PAPMLA W1 W2 PMPMLM LM LA

22 Con immigrazione aumenta l’offerta complessiva di lavoro
Al salario W1 le domande di lavoro sono sempre pari a L1M e L1A PAPMLA W W1 PMPMLM LM1 LA1 LM LA

23 Questo può essere rappresentato mediante uno spostamento della curva
PAPMLA … al quale corrisponde l’eccesso di offerta di lavoro AB PAPMLA W B A W1 PMPMLM LM LA

24 … i salari scendono… PAPMLA W W1 W2 PMPMLM LM LA

25 L’immigrazione nel nuovo mondo
Tra il 1870 e il 1913, 30 milioni di europei lasciarono le proprie case nel “Vecchio Mondo” per emigrare verso il “Nuovo Mondo”. La popolazione americana aumentò del 17% e gli Stati Uniti assorbirono la maggior parte di queste persone. Il Nuovo Mondo aveva salari reali maggiori. Nel 1870, i salari reali nel Nuovo Mondo erano circa 3 volte quelli dell’Europa. Per effetto dell’accumulazione di capitale nel tempo, i salari reali crebbero in entrambe le regioni, ma a un tasso inferiore nel Nuovo Mondo.

26 L’immigrazione nel nuovo mondo
Nel 1860 la popolazione degli Stati Uniti era pari a 30 milioni, nel 1910 a 93 milioni  la popolazione triplica. Nello stesso periodo la popolazione europea aumenta del 40 per cento

27 L’immigrazione nel nuovo mondo
Le migrazioni sul larga scala hanno perciò contribuito ad una “convergenza” dei salari reali tra continenti. Confrontando i salari reali effettivi con le stime dei salari senza migrazione, vediamo che il tasso di crescita dei salari nel Nuovo Mondo ha subito un rallentamento a causa dell’immigrazione. I salari in Europa sono cresciuti un po’ più velocemente grazie all’emigrazione. Si tratta in ogni caso di effetti indiretti: il rallentamento dell’offerta di lavoro in Europa, la seconda rivoluzione industriale e la formazione dei primi sindacati hanno contribuito a rialzare i salari europei negli anni della Belle Epoque. La dinamica salariale europea è diversificata

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29 L’affitto del capitale e della terra
Due modi per calcolare l’affitto: Ricavi del settore al netto dei pagamenti effettuati ai lavoratori. Prodotto marginale del capitale o della terra moltiplicato per il prezzo del bene prodotto in ogni settore. Con entrambi i metodi di calcolo, l’immigrazione fa aumentare l’affitto del capitale e della terra. Non dovrebbe quindi sorprendere che i proprietari del capitale e della terra spesso sono a favore di un’apertura dei confini.

30 Per determinare i compensi pagati al capitale e alla terra possiamo usare il consueto calcolo marginale Dati i prezzi (sono fissi per ipotesi al livello internazionale) l’aumento del lavoro fa aumentare i prodotti marginali settoriali (MPK e MPT) e quindi l’affitto del capitale e della terra

31 L’affitto del capitale e della terra
La restrizione dell’immigrazione dovrebbe essere vista come un compromesso tra: Imprenditori e proprietari terrieri che sarebbero felici di accogliere lavoratori stranieri. Sindacati e lavoratori locali che vedono i migranti come una potenziale fonte di concorrenza che porta ad una riduzione dei salari. Gli stessi gruppi di immigrati che potrebbero avere il potere di influenzare le scelte politiche in materia di immigrazione.

32 Gli effetti dell’immigrazione sulla produzione
Abbiamo mostrato in precedenza che l’immigrazione ha portato ad un aumento della forza lavoro in ogni settore. Con più lavoratori e la stessa quantità di terra e di capitale la produzione aumenta in entrambi i settori. L’immigrazione provoca uno spostamento verso l’esterno della PPF. A prezzi costanti dei beni, la produzione aumenta dal punto A al punto B nella figura . Questo risultato dipende dalla natura di breve periodo del modello a fattori specifici. Se la terra e il capitale non fossero fissi, come nel lungo periodo, aumenterebbe la produzione di un settore e si ridurrebbe quella dell’altro settore.

33 … per questo cade il salario reale
Nel modello a fattori specifici l’aumento del lavoro viene allocato ai due settori in modo da mantenere costante il prezzo relativo dei beni… L’immigrazione provoca un aumento della forza lavoro di H che fa spostare la PPF verso l’esterno facendo aumentare la produzione da A a B. … per questo cade il salario reale

34 Una illustrazione: modello a fattori specifici
Tecnologie settoriali Salari uniformi Il lavoro aumenta in entrambi i settori in modo da render vera la condizione di salari uniformi

35 … rapporto invariato LA /LA
… è dato…

36 Questo modello ha difficoltà a spiegare gli enormi flussi migratori tra paesi a livello di sviluppo simile (in particolare i flussi da paesi in via di sviluppo a PVS) Il modello presume che la decisione di migrare sia una decisione individuale, mentre spesso è una decisione collettiva della famiglia (o persino della collettività di appartenenza) E’ possibile che una persona decida di emigrare non tanto in base a un confronto tra i salari del paese e i salari internazionale, ma piuttosto in base a un confronto tra la sua posizione e la posizione dei gruppi di riferimento nel paese di origine

37 Le “catene migratorie”
In tutti i paesi destinatari di flussi di emigrazione si determinano «aggregazioni» di emigranti provenienti da una certa area o paese. Questo può essere spiegato dal fatto che la presenza di uno stock di emigrati nel paese di destinazione riduce i costi connessi all’ulteriore immigrazione dei connazionali, quali i costi di informazione sulle condizioni del mercato del lavoro, sulle documentazioni necessarie, le spese della prima accoglienza, della casa, ecc. In questo modo i flussi migratori odierni risultano fortemente influenzati dai fenomeni migratori del passato. In presenza di catene migratorie, il fatto che i costi dipendano dai flussi passati rende possibile l’esistenza, in equilibrio, di differenziali salariali fra paesi e offre la possibilità di “trappole” della non-migrazione (le persone non si spostano in un paese se altri prima di lui non si sono già spostati).

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