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LA MENTALIZZAZIONE
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La Mentalizzazione Come si trasmette attaccamento?
Capacità di comprendere la natura rappresentazionale dei propri e altrui pensieri. Il genitore può leggere la mente del bambino? L’assenza di capacità meta cioè il non saper “pensare ai pensieri del bambino” di comprendere il suo stato mentale rende il bimbo vulnerabile alla variabilità del comportamento adulto
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Prospettive attuali
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Fonagy: la questione psicoanalitica e il mantenimento dell’identità
La teoria e la riflessione psicoanalitica si è evoluta mentre le tecniche non sempre si sono modificate Gli autori che si sono spostati troppo sono stati “disonorati” Alcune tecniche tradizionali possono, PERO’, essere iatrogene soprattutto con alcuni pazienti (come i borderline)
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Fonagy: la questione psicoanalitica e il mantenimento dell’identità
La tecnica non si basa più sull’insight, ma sulla possibilità di migliorare la capacità di pensare ai propri e altrui comportamenti in termini di stati mentali, stati interni.
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MENTALIZZARE E’ una forma di attività mentale immaginativa che riguarda il sé o gli altri che coinvolge il percepire e interpretare i comportamenti umani in termini di stati mentali (per es., bisogni, desideri, sentimenti, credenze, obiettivi, scopi, e ragioni)
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MENTALIZZARE Provate a immaginare cosa sarebbe il mondo se potessimo comprendere gli eventi fisici senza capire gli aspetti mentali, cose tipo pensieri, credenze, conoscenze, intenzioni e desideri che molti di noi sottostanno ai comportamenti
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MENTALIZZARE Interpretazione implicita o esplicita delle proprie o altrui azioni sulla base degli stati mentali Vedere sé dall’esterno e gli altri dall’interno Comprendere le incomprensioni Avere in mente la mente
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MENTALIZZARE Concetto centrale: gli STATI INTERNI (emozioni, pensieri, ecc) sono opachi Facciamo delle inferenze Che possono contenere degli errori Ci serve quando: Collaboriamo Competiamo Insegniamo Impariamo Conosciamo noi stessi e gli altri
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Automatica – controllata
Interna- esterna Cognitivo - affettiva
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Automatico Controllato
Sotto stress o in momenti legati all’elaborazione di contenuti difficile la mentalizzazione fatica a trovare un canale controllato e si sposta su un versante più automatico ed emotivamente carico e poco organizzato
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Interno Esterno Avrà dormito Male? Forse ha paura di non essere amato
Senza abilità di mentalizzazione possono prevalere le dimensioni esternalizzanti che portano a mal interpretare le disposizione: "ti copri gli occhi non riesci neanche a sostenere lo sguardo con me"
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Cognitivo Affettivo Mi sarei aspettato che renzi affrontasse
il probelma disoccupazione Mi sento sconfortato da questa sua non attenzione Se si ravvisa una diminuzione della funzione cognitiva, quella emotiva prende il sopravvento: "sono triste, mi devi avere ferito"
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Nella terapia Differenziare sé e altro in terapia:
Adottare la prospettiva dell’altro sul sé Ridurre l’impatto dell’altro sul sé Spostarsi da una mentalizzazione automatica e implicita a una esplicita e controllata Elaborare gli stati interni Connettere sentimenti e pensieri
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"...la mentalizzazione, cioè la capacità di avere un pensiero sugli stati mentali come condizioni distinte anche se potenziali determinanti del comportamento" (Bateman & Fonagy, 2004, p. 87)
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Lo sviluppo della realtà psichica
GIOCARE CON LA REALTA’
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NELLA PRIMA INFANZIA uno stato della mente “serio”, in cui il bambino si aspetta che il mondo interno, suo e degli altri, corrisponda alla realtà esterna. L’esperienza soggettiva sarà spesso distorta per conformarsi alle informazioni provenienti dalla realtà (equivalenza psichica) uno stato impegnato nel gioco, in cui il bambino sa che l’esperienza intera non può riflettere la realtà esterna: considera lo stato interno come non avesse relazione con il mondo esterno né avesse implicazioni per esso (far finta)
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La mentalizzazione Nello sviluppo normale il bambino integra questi due modalità arrivando a una modalità riflessiva in cui gli stati mentali possono essere pensati come rappresentazioni. La realtà interna ed esterna possono essere viste come collegate e nello stesso tempo diverse. Non devono essere considerate come uguali o scisse.
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EQUIVALENZA PSICHICA La credenza equivale alla conoscenza.Il bambino fa esperienza della mente come di apparecchio per registrare (videoregistratore) e crede alla corrispondenza esatta. Il bambino è costretto a credere che i suoi pensieri e credenze rispecchino il mondo esterno, anche quando ciò implica una discontinuità nell’esperienza del sé. La realtà è cogente in modo assoluto e anche terrificante. Il contenuto della mente (credenza) è all’opposto vulnerabile ed evanescente. Il bambino assomiglia di più a una banderuola che a uno psicotico.
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EQUIVALENZA PSICHICA I bambini piccoli si comportano come se i loro pensieri e quelli altrui rispecchiassero fedelmente il mondo esterno. La realtà che concerne i desideri propri e degli altri è più avanza di quella relativa alle credenze (esperimento palla/mela) Nel modello dialettico dello sviluppo del sé la comprensione dei bambini dei loro stati mentali nasce dalla loro percezione di tali stati nella risposta che ricevono da chi li accudisce. La precedenza della comprensione emotiva può indicare maggior interesse e chiarezza di chi accudisce nell’esprimere i sentimenti dei propri bambini, piuttosto che le credenze.
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FARE FINTA Il contrario del giocò non è ciò che è serio, ma ciò che è reale
Forse perché fare esperienza dei pensieri e delle fantasie come concretamente “reali” può essere terrificante, il bambino sviluppa un modo alternativo di costruire gli stati mentali: il fare finta. Qui sperimenta sentimenti e idee come qualcosa il cui carattere è totalmente rappresentazionale, o simbolico, privo cioè di qualsiasi implicazione relativa al mondo esterno.
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INTEGRAZIONE Il bambino integra le modalità e
comprende i comportamenti in termini di stati mentali mostra di riconoscerli come rappresentazioni che possono cambiare ed essere fallaci perché sono basate solo su una delle tante prospettive possibili Avverte una continuità degli stati del sé: può adattare il proprio pensiero al mondo senza dover cambiare se stesso per poter cambiare idea
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La mentalizzazione: COME?
Il bambino sperimenta i suoi stati della mente riflessi nella mente altrui, attraverso il gioco, in un’atmosfera di sicurezza, con un genitore o un bambino più grande di lui, che facilita l’integrazione della modalità EP e del FF.
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Il processo sottostante la comprensione delle menti
Si può pensare come: il cuore della realtà psichica vera e propria il centro della struttura del sé (qualità e coerenza della parte riflessiva del sé). La qualità del nocciolo del Sé dipende dall’integrazione
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Come si sviluppa la mentalizzazione?
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Mentalizzare: una funzione interpersonale
Il processo ha una natura intersoggettiva tra bambino piccolo e genitore, tra bambino e adulto e bambino e fratelli (bambino non come processore di informazioni isolato). Ruolo centrale della relazione emotiva nel favorire la capacità di comprendere le interazioni in termini di stati mentali.
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RISPECCHIAMENTO Molte teorie psicoanalitiche considerano che il Sé si sviluppi in modo trascendente, da dentro l’individuo. Per Freud, gli altri sono estensioni del Sé. Per Fonagy il processo è interpersonale riprendendo i teorici britannici delle relazioni oggettuali (Fairbairn, 1952), e anche gli interpersonali e gli psicologi del sé. Kohut sostiene che il Sé è un’estensione dell’esperienza che si ha dell’altro. La regolazione fornita dall’ambiente viene gradualmente sostituita da un’autonoma regolazione de Sé.
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Mentalizzare: una funzione interpersonale
Il nucleo della relazione sta nella capacità dell’oggetto di creare per il bambino un mondo in cui egli possa sperimentare se stesso come un essere che sente, pensa, desidera. Inconsciamente e pervasivamente il genitore attribuisce, con il proprio comportamento, uno stato mentale al bambini e questo viene da lui gradualmente internalizzato e costituisce il fondamento del senso centrale di un sé mentale.
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Mentalizzare: una funzione interpersonale
Genitori diversi differiscono per la capacità di segnare il comportamento in termini di stati mentali… Queste esperienza rappresentano l’impalcatura fornita al bambino per la comprensione della propria mente. Lo sviluppo della teoria della mente è canalizzato o predisposto, ma il canale non è scavato da forze biologiche ma dall’interazione.
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RISPECCHIAMENTO Il bambino impara solo gradualmente di avere sentimenti e pensieri e con lentezza diventa capace di distinguerli. Il concetto di fondo vede un apprendimento graduale dei propri sentimenti e pensieri e della capacità di riconoscerli: attraverso ripetute esperienze di risposte dal genitore sui propri stati. Espressioni della madre e le sue reazioni abituali alle espressioni emozionali del piccolo focalizzano l’attenzione di quest’ultimo sulle proprie esperienze interne, dando loro una forma, tali esperienze possono assumere un significato e diventare gestibili.
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RISPECCHIAMENTO I segnali affettivi del bambino sono interpretati dal genitore che è capace di riflettere sugli stati mentali che si trovano alla base dell’angoscia (distress) del pericolo. Questa riflessione per essere utile al bambino deve implicare una sottile combinazione tra: Rispecchiamento Comunicazione di un affetto contrastante. La comunicazione dice che non vi è nulla di cui doversi davvero preoccupare proprio perché la risposta è simile ma non identica all’esperienza del bambino
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RISPECCHIAMENTO Le rappresentazioni primarie dell’esperienza sono organizzate in rappresentazioni secondarie degli stati della mente e del corpo L’esperienza degli affetti è il nucleo di partenza da cui può svilupparsi la mentalizzazione dell’affetto, ma ciò può accadere in una relazione di attaccamento stabile e sicuro.
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RISPECCHIAMENTO Il carattere imperfetto o frustrante della funzione di rispecchiamento da parte dell’oggetto è fondamentale perché garantisce che l’interiorizzazione del rispecchiamento di chi accudisce sarà l’introiezione di una rappresentazione simbolica piuttosto che di qualcosa di concreto
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RISPECCHIAMENTO Un esatto rispecchiamento della sofferenza amplificherebbe soltanto lo stato mentale del momento del bambino. La madre che è realmente in grado di calmare mostra un rispecchiamento che è riconoscibile, ma moderato da altri affetti o modificato in qualche modo Il bambino può codificare la propria percezione come rilevante per il è ma qualitativamente differente ma allo stesso tempo, non un’esatta replica e in tale senso essa può divenire una rappresentazione dello stato interno
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RISPECCHIAMENTO La capacità del caregiver di allargare la visione del bambino in termini di sentimenti e pensieri, lo aiuta a pensare alle esperienze mentali. Si tratta del nucleo del Sé che produce integrazione tra EP e FF, nella modalità riflessiva.
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La capacità della madre di contenimento mentale (riflessività) degli stati mentali del bambino intensifica la fiducia del bambino nella capacità di lei di dare sostegno in caso di stati affettivi soverchianti così che il bambino rivolge a lei. L’aspettativa è di un conforto efficace e di consolazione non rafforza solo il legame emotivo ma incoraggia il bambino a essere attento ai segnali dei pensieri e sentimenti della figura massimizzando le opportunità di internalizzare i rispecchiamenti dei propri stati mentali
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Fallimenti Il genitore che non riesce a pensare all’esperienza mentale del bambino priva quest’ultimo della base di uno sviluppo del senso del sé destinato a sopravvivere (contenimento di Winnicott, 1967) L’assenza o la distorsione della funzione del rispecchiamento può generare un mondo psicologico nel quale le esperienze interiori, sono scarsamente rappresentate generando il bisogno disperato di modalità alternative di contenimento dell’esperienza psicologica
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Il bambino è costretto a interiorizzare l’esperienza o le difese del genitore, favorendo lo sviluppo verso distorsioni orientate alle forme primitive non mentalizzanti: Madre che riflette esperienza senza modularla, concretizzando o andando nel panico di fronte angoscia del bambino Evitare di riflettere l’assetto (assetto dissociato), senza collegamento con la realtà del bambino (ignora o interpreta come segnale di malattia, stanchezza) Entrambi possono attivare circoli viziosi in cui gli affetti gli stati mentali sono ricondotti a segnali fisici, così che l’unica cosa reale diventa il corpo
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Le modalità mentalizzanti
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BUONA MENTALIZZAZIONE
Capacità di riconoscere e descrivere coerentemente gli stati mentali, che si unisce alla consapevolezza che le persone possano sperimentare sentimenti o desideri contrastanti. Implica una capacità di comprendere la complessità degli stati mentali e la loro relazione con il comportamento.
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BUONA MENTALIZZAZIONE
Il paziente, se sollecitato con specifiche domande, interpreta il proprio e/o altrui comportamento in termini di stati mentali. Il paziente appare curioso rispetto alla comprensione del proprio e/o altrui funzionamento. Il paziente riesce a descrivere i propri ed altrui stati mentali in maniera coerente.
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BUONA MENTALIZZAZIONE
Il paziente è consapevole che le persone possono provare sentimenti e desideri contrastanti. Il paziente dà l'impressione d’interpretare spontaneamente il comportamento proprio e/o altrui in termini di stati mentali (per es., “Quando si comporta così credo lo faccia perché si sente inadeguata e inopportuna”).
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Se la mentalizzazione non si sviluppa correttamente possono emergere delle forme di pensiero prementalizzanti che sono normalmente presenti nelle sviluppo
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Le modalità non mentalizzanti
EQUIVALENZA PSICHICA MODE MONDO INTERNO= MONDO ESTERNO
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EQUIVALENZA PSICHICA LA MENTE è isomorfa alla realtà esterna: tutto ciò che viene pensato appare come reale. La persona ritiene vero tutto ciò che pensa: ciò che penso esiste nella realtà. Ogni cosa diventa troppo reali (pensieri, sentimenti) diventa simile a un pensiero magico: penso che ci sia una tigre sotto il letto e c’è. I punti di vista alternativi non possono e presi in considerazione e viene sospeso l’esperienza del come se perché tutto è realtà
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EQUIVALENZA PSICHICA un insufficiente rispecchiamento segnato Quando prevale un rispecchiamento non segnato l’espressione del caregiver appare in modo magico a rispecchiare lo stato interno del bambino. In questa modalità l’esperienza della mente può essere terrificante e non c’è distinzione tra stato interno e la realtà esterna
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EQUIVALENZA PSICHICA Distacco o de-simbolizzazione (pensiero concreto): rifiuto fa male davvero in modo concreto
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PENSIERO CONCRETO Questa modalità si può manifestare negli slittamenti del discorso in cui si manifesta un PENSIERO CONCRETO L’adulto vive un forte stato di stress e sofferenza dal momento che la proiezione delle fantasia nel mondo esterno viene percepita come estremamente reale Nella narrazione si evidenziano segni come mai sempre assolutamente
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Comprensione concreta
Fallimento generale nel comprendere i sentimenti propri e altrui così come le relazioni tra pensieri, emozioni e azioni Ridotta attenzione ai sentimenti e pensieri e desideri degli altri e sopravvalutazione dei comportamenti generati da limiti o costrizioni fisiche piuttosto che emozioni e sentimenti oppure si appigliano a spiegazioni tautologiche e ricorsive del comportamento basate su pregiudizio e generalizzazione
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Il pensiero concreto nei colloqui
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COMPRENSIONE CONCRETA
Il paziente tende ad adottare forme di pregiudizio e/o generalizzazione per spiegare il comportamento proprio e altrui. Il paziente utilizza spiegazioni dettate dal senso comune o cliché per spiegare i propri e/o altrui stati d’animo (per es., utilizza frasi come: “Sono triste perché sono meteoropatico”, “Ho fatto così perché lo fanno tutti”, ecc.). Il paziente sembra dare eccessiva enfasi all'idea che cambiamenti all'esterno possano influenzare cambiamenti nei suoi stati d'animo (per es., “Se cambio città starò meglio e mi sentirò leggera”).
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COMPRENSIONE CONCRETA
Il paziente tende a interpretare il comportamento proprio e/o altrui facendo riferimento a cause fisiche (per es., malattia) e/o caratteristiche invariabili (razza, background culturale, intelligenza) e/o in termini di fattori sociali esterni. Il paziente tende a interpretare il proprio e/o altrui comportamento facendo riferimento a vincoli di natura situazionale o fisica (per es., “Me ne sono andato dalla riunione perché la stanza era piccola”). Il paziente sembra dare maggiore importanza a ciò che le persone fanno rispetto a quello che pensano o provano.
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COMPRENSIONE CONCRETA
Il paziente sembra ragionare in termini dicotomici (buono/cattivo, bene/male, ecc.). Il paziente quando prova un’emozione negativa (delusione, senso di abbandono, sfiducia, ecc.) tende a interpretare la realtà in funzione di quella emozione. Il paziente sembra più interessato alla soluzione pratica dei problemi che ai significati connessi (per es., in una seduta in cui sono state esplorate tematiche molto rilevanti, il paziente può chiedere “E quindi cosa dovrei fare?”).
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COMPRENSIONE CONCRETA
Il paziente fa riferimento a spiegazioni piuttosto inverosimili dal punto di vista psicologico per spiegare il proprio e/o altrui comportamento (misticismo, astrologia, sovrannaturale, ecc.).
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Le modalità non mentalizzanti
PRETEND MODE MONDO ESTERNO DISTINTO/SEPARATO DAL MONDO INTERNO
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PRETEND MODE I pensieri e i sentimenti possono arrivare a dissociarsi dalla realtà esterna quasi fino a perdere di significato Il paziente è in grado di concepire e riflettere sugli stati mentali ma solo se sono disconnessi dalla realtà: la metallizzazione diventa un puro esercizio intellettuale e manca un contatto con l’esperienza interna autentica
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PRETEND MODE Rispecchiamento incongruo: Ipermentalizzazione
Mentalizzazione è separata dalla realtà (nevrotico educato, canned speech) Narrazioni confuse troppo cognitive o affettive
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PRETEND MODE Quando prevale un rispecchiamento incongruo si rompe il legame tra lo stato interno del bambino e la realtà esterna e lo sviluppo cognitivo può essere caratterizzato dal pretend mode in cui esiste una ridotta connessione percepita tra la realtà esterna e quella interna. Si nega esperienza interna?
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PRETEND MODE Le idee non nascono come connessioni tra il mondo interno e quello esterno La mancanza di una realtà nell’esperienza interna favorisce auto mutilazione stati della mente in cui la continuità degli stati mentali non è concomitante a quella del sé fisico- materiale Nella terapia si traduce in un eloquio non consequenziale e senza che pensieri e emozioni abbiano una conclusione
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PRETEND MODE Se la comprensione fallisce è rimpiazzata dalla confusione sugli stati mentali con una grande attivazione che sale Nei pazienti adulti si coglie attraverso l’individuazione dei momenti di PSEUDOMENTALIZZAZIONE
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PSEUDO MENTALIZZAZIONE
La mentalizzazione sembra esserci ma non è stabile e le riflessioni sono inconsistenti tra loro, non collegate ad affetti appropriati e nella discussione dei loro pensieri o affetti danno spesso ragione senza riflettere Ci sono tre sottotipo di mentalizzazione: Intrusiva Iperattiva Impropria
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Pseudo mentalizzazione intrusiva
Opacità degli stati mentali non è rispettata I pensieri e le emozioni riportate sono plausibili ma assunti senza spiegazione Pensano di sapere cosa gli altri pensano o sentono: Sono troppo sicuri giungono a conclusioni articolate ma che si basano unicamente su assunzioni Sono convinti di sapere chi sono gli altri Sono concentrati su loro stessi Non hanno comprensione empatica Esprimere certezza rispetto ai sentimenti o pensieri degli altri
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Pseudo mentalizzazione iperattiva
Grande investimento di sforzo preoccupazione verso gli stati mentali: eccessiva energia nel pensare come gli altri pensano o provano senza tuttavia che ciò sia legato a un autentico interesse verso l’altro Iper-attivazione della mentalizzazione, in cui la persona mostra una eccessiva certezza rispetto agli stati mentali e pensa di sapere che cosa gli altri pensino o provino, con la convinzione di avere tutte le risposte sugli stati mentali altrui. Questo impedisce il giusto dubbio legato alla opacità degli stati mentali e all’incapacità di conoscerli con certezza sempre.
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SPEEDING INSIDE Se la capacità di mentalizzazione non è adeguata non si interrompe il bisogno di farlo, ma non è possibile che attivi una capacitò di farlo in modo autentico Si sostituisce così con una pseudo mentalizzazione che un’iperattivazione della cognizione che arriva quasi a una modalità confabulatoria di pensiero
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Pseudo mentalizzazione impropria
I sentimenti altrui sono negati e sostituiti con una versione contraffatta e distorta; Inaccurato in modo distruttivo: un’inaccuratezza che nega la soggettività dell’esperienza dell’altro e la sostituiscono con altri contenuti non veri Fuori luogo Spesso si esprime sotto forma di accuse a volte anche bizzarre (mi hai provocato, vuoi farmi impazzire) Incolpare o trovare un colpevole
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La pseudo mentalizzazione nei colloqui
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PSEUDO MENTALIZZAZIONE
Il paziente sembra avere già tutte le risposte rispetto al proprio/altrui comportamento. Il paziente tende a esprimere assoluta certezza rispetto ai pensieri/sentimenti degli altri. Il paziente appare eccessivamente sicuro circa le motivazioni e/o pensieri e/o emozioni delle altre persone.
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PSEUDO MENTALIZZAZIONE
Il paziente pensa di sapere con notevole certezza ciò che un'altra persona pensa e/o prova (per es., può affermare nel corso della seduta: “Lo so quello che mi voleva chiedere adesso”). Il paziente tende a fare eccessivo affidamento sulla sua capacità intuitiva. Il paziente sembra essere intrusivo nei confronti delle altre persone. Il paziente fatica a considerare punti di vista alternativi al proprio.
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PSEUDO MENTALIZZAZIONE
Il paziente sembra utilizzare le proprie capacità mentali per manipolare le altre persone.
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Le modalità non mentalizzanti
TELEOLOGICAL MODE
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MODALITA’ TELEOLOGICA
Questa fase si presenta intorno agli 8 mesi in cui il bambino comincia evolutivamente a integrare le rappresentazioni corporee definendo i confini fisici tra sé e il mondo Il bambino comincia a percepire le azioni come mezzi con cui ottenere un determinato fine e se stesso come agente teleologico L’interpretazione della realtà avviene unicamente in termini fisici
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MODALITA’ TELEOLOGICA
Può finire per dominare le motivazioni anche nell’età adulta ed è caratterizzata dalla supremazia della dimensione fisica: l’esperienza è vissuta come autentica solo nel momento in cui le conseguenze sono visibili a tutti Questi pazienti traggono informazioni sul proprio mondo interno a partire dalla realtà fisica esterna: fare una buona azione equivarrà a essere una buona persona , se mi fai un regalo mi vuoi bene
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MODALITA’ TELEOLOGICA
Pensieri e comportamenti sono messi sullo stesso piano Primato del fisico/osservabile: “Ti crederò quando lo vedo” Dubbio sul tema onesta/ipocrisia Azioni fisiche sono considerate come l’unico modo di modificare la mente degli altri. Tipo quando il paziente esige telefonate o sedute extra: i fatti concreti sono gli unici testimoni di un reale interesse.
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MODALITA’ TELEOLOGICA
C’è attenzione verso la prospettiva dell’altro ma solo in termini materiali Focalizzazione sulla comprensione delle azioni in termini materiali come opposti a quelli mentali I pazienti accettano il cambiamento quando avviene sul campo fisico come unico indice reale dell’intenzione dell’altro Solo le azioni che hanno un impatto fisico sono sentite come possibili di modificare gli stati mentali del se e dell’altro Atti di manipolazioni fisica Richieste agli altri di azioni o dimostrazioni
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Cattivo uso La comprensione degli stati mentali non è completamente danneggiata, ma il suo utilizzo è dannoso: Distorsione dei sentimenti altrui a proprio uso Comprensione empatica a proprio uso I sentimenti di una persona sono esagerati o distorti a beneficio dell’interesse di qualcun altro
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Cattivo uso Coercizione o induzione di pensieri
Minare deliberatamente attraverso l’umiliazione la capacità di un’altra persona di pensare attraverso l’attivazione di arousal Utilizzo sadico o psicopatico dei sentimenti o desideri degli altri Indurre senso colpa Giochi di potere Ammutinamento utilizzato consapevolmente
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COMPRENSIONE CONCRETA
PSEUDO MENTALIZZAZIONE PRETEND MODE COMPRENSIONE CONCRETA EQUIVALENZA PSICHICA CATTIVO USO TELEOLOGICAL
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Trattamento basato sulla mentalizzazione
Trattamento manualizzato e validato per la cura BDP Il modello può essere adattato a diverse manifestazioni patologiche che possono essere considerato espressione di u fallimento nelle abilità di mentalizzazione
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Trattamento basato sulla mentalizzazione
OBIETTIVO: ristabilire l’embrionale capacità di mentalizzazione all’interno di una relazione di attaccamento sicuro per permettere ai pazienti di sentire la loro mente come una base sicura Sviluppare capacità di metallizzazione Gestire gli stati emotivi specialmente nell’ambito delle relazioni Instillare il dubbio laddove vi era rigidità e certezza promuovere curiosità rispetto agli stati mentali propri e delle altre persone
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