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PubblicatoEdoardo Ruggeri Modificato 6 anni fa
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Assemblea Generale Arco Latino Torino, 10 novembre 2017
Accoglienza e integrazione dei rifugiati nella Città metropolitana di Torino: attività, progettualità e buone pratiche Assemblea Generale Arco Latino Torino, 10 novembre 2017
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La Città Metropolitana lavora in rete
Competenze di legge: SOCIALI «Sostegno alle attività di integrazione dei cittadini stranieri» FORMAZIONE PROFESSIONALE Progetti specifici: Partecipazione ad Osservatorio Interistituzionale sugli Stranieri in Provincia di Torino (report annuale) Partecipazione a tavolo Project Managing M.O.I. con Città di Torino, Prefettura, Diocesi, Compagnia di San Paolo, Regione Piemonte (Formazione: progetto ASCOM, progetto Coldiretti, gestione rifiuti,..) - Progetto ENAIP per formazione migranti ad attività di manutenzione dei territori montani (escursionismo/sentieri, boschi, piccole attività di ingegneria naturalistica)
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La Città Metropolitana lavora per identificare, valorizzare/trasferire e mettere a sistema le Buone Pratiche («capacity building» della rete territoriale) Le buone pratiche delle Comunità rurali e montane nascono grazie a: risorse «istituzionali» del «sistema» Piemonte per l’accoglienza e l’integrazione lavorativa risorse «fuori sistema» (specifica capacità di attivazione della società civile, ricorso a Fondazioni private o a Fondi delle agenzie per il lavoro delle Associazioni di categoria..) aspetti di contesto a volte non trasferibili (sensibilità culturale specifica della Comunità che accoglie) Anche in presenza di una «buona pratica» permangono nodi critici legati alle risorse del sistema ed alla loro interazione con i bisogni dei migranti e con il territorio ospitante
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I «nodi» da sciogliere: 6 aree di miglioramento
Impatto sulla coesione sociale e mobilitazione delle comunità locali Efficacia delle rete pubblico – privata di accoglienza e integrazione/livello di circolazione delle informazioni e coordinamento Lavoro (orientamento al lavoro e micro-imprese) e Formazione professionale Casa (inserimento abitativo) Salute Trasporti
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Impatto sulla coesione sociale e mobilitazione delle comunità locali
Aumentare le occasioni di incontro con i residenti e di informazione dei successi raggiunti Preparare per tempo le comunità all’arrivo dei migranti (collocazione d’autorità del CAS) Alimentare e rafforzare contesti inclusivi permanenti e non estemporanei (capitale di fiducia di Enti o persone, preparazione culturale) Contenere il senso di disorientamento/lavorare sull’autonomia dei migranti Fare emergere e supportare il protagonismo delle Comunità migranti di piu’ lungo insediamento e la loro possibilità di collaborare con le cooperative sociali e le istituzioni
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Efficacia delle rete pubblico – privata di accoglienza e integrazione/livello di circolazione delle informazioni e coordinamento Migliorare l’informazione reciproca a supporto degli enti gestori dei migranti (bandi, borse lavoro, tirocini formativi, corsi..) Fare rete con le imprese del territorio (livello sovra comunale) e le loro agenzie formative e per il lavoro + con i servizi del territorio (in particolare Informa giovani, Informa lavoro, Centri per l’Impiego) e con agenzie immobiliari, parrocchie, agenzia sociale per la locazione sul tema CASA Facilitare procedure d’accesso ai vari servizi (anagrafe, sanitarie, trasporti..)/rilascio CF? Riconoscimento del permesso d’asilo per chi dimostra di avere un percorso di integrazione lavorativa Ottimizzare legami con la Procura (Tratta) Tempi di pagamento delle cooperative sociali Formazione degli operatori delle cooperative sociali
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Formazione professionale e Lavoro
1) Fare al meglio il Bilancio delle competenze (CERTIFICAZIONE?)e profilare i bisogni formativi/»prova mestiere» (costo assicurazione) o breve addestramento 2) Mappare le vocazioni del territorio/matching 3) Adeguare i tempi della formazione (partenza dei corsi di lingua e degli altri corsi in funzione dell’arrivo dei migranti?/rendere flessibili le partenze) 4) Adeguare i contenuti formativi a competenze migranti e bisogni territorio (ad es. competenze agro silvo pastorali, gestione del territorio) 5) Requisiti d’accesso (lingua, scuola dell’obbligo)/quote numeriche di partecipazione/priorità? 6) Abbassare il numero minimo di partecipanti 7) Utilizzare al meglio le occasioni di volontariato risolvendo le questioni assicurative 8) Attivare percorsi formativi sperimentali da mandare a sistema una volta conclusa la sperimentazione, brevi, magari con percorsi individualizzati che consentono di legare tutto il percorso della persona (casa, lavoro..) – ma il costo è maggiore
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Creazione di micro imprese/altri percorsi lavorativi
Creare connessioni con il sistema esistente (MIP, sportelli per creazione d’impresa dei GAL, CCIAA) attivando percorsi dedicati (Buone Pratiche ad Alessandria, Ivrea, Chiesanuova..) per mentoring, consulenza e start up dedicati (accompagnare accesso a procedure burocratiche) Utilizzare lo strumento delle Associazioni Fondiarie (ASFO): vedi progetto PITER e collaborazione con CCIAA ALTRI PERCORSI LAVORATIVI Problema della standardizzazione delle figure professionali e dei percorsi, non adeguati al mercato del lavoro e profili dei migranti Uso dei tirocini che non vengono finalizzati dalle imprese ATTENZIONE ACCESSO AL LAVORO PER DONNE CON E SENZA BAMBINI: attivare percorsi dedicati
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Casa (inserimento abitativo)
IN ARRIVO * Preferire formule in appartamento con piccoli numeri (accoglienza diffusa), meno segreganti, anche mobilitando le famiglie e/o titolari di protezione già autonomi DOPO * Lavoro di sensibilizzazione per abbassare forme di discriminazione da parte dei proprietari Durata dei contratti d’affitto (i redditi dei migranti non offrono garanzie sufficienti per i contratti pluriennali): si suggerisce di attivare forme di garanzia a favore dei proprietari (Fondo di garanzia? Fidejussione bancaria? Garante datore di lavoro?) Favorire attività di auto recupero di borgate? Percorsi di accoglienza troppo brevi per favorire autonomia abitativa
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Salute Attenzione al disagio psichico
Attenzione alle malattie su cui non c’è una cultura consolidata nei migranti (es. malattie renali) Esenzioni ticket da mantenere ASL gestione autonoma e frequenti cambiamenti di decisioni in ordine alle esenzioni Attivare screening medico in arrivo (denti, vaccini..) Problema gestione della salute nelle donne vittime di tratta
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Trasporti Tariffe agevolate: sostenere con risorse pubbliche?
Incentivare imprese start up private per trasporti a chiamata: Trasporto a chiamata o «huber» di montagna? (car pooling a beneficio di migranti, residenti e turisti)
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Conclusioni Il «sistema Piemonte» è ricco e potenzialmente inclusivo
Il modello di insediamento territoriale «diffuso» sembra funzionare meglio di soluzioni urbane di concentramento Bisogna riconoscere i contesti inclusivi e rafforzarli come condizione preliminare per l’attivazione delle risorse (rete, mobilitazione società civile, vocazioni) Nutrire e proteggere la ricchezza delle espressioni della società civile e la capacità spontanea di attivazione Bisogna adeguare l’offerta formativa e di inserimento lavorativo rendendole piu’ flessibili Concentrare l’attenzione sui servizi piu «fragili» nelle aree marginali per cercare soluzioni innovative: i trasporti Trasferire le buone pratiche dove possibile e sostenere la creatività delle risposte locali Importanza dei protocolli sovracomunali per mettere a sistema le diverse e complementari risorse del sistema (anche terzo settore) Incentivare le sedi permanenti di confronto nell’area della Città Metropolitana Ruolo dei Media
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