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Il commercio intraindustriale

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Presentazione sul tema: "Il commercio intraindustriale"— Transcript della presentazione:

1 Il commercio intraindustriale
Applicazioni empiriche della concorrenza monopolistica e del commercio Il commercio intraindustriale Nel modello di concorrenza monopolistica, i Paesi si specializzano nella produzione di varietà diverse di un bene differenziato e le commerciano. Questo pattern di commercio prende il nome di commercio intraindustriale. L’indice di commercio intraindustriale individua quale proporzione del commercio di ogni prodotto riguarda sia importazioni sia esportazioni.

2 La questione della distanza nei modelli di commercio internazionale
Nei modelli tradizionali in cui si muovono le merci ma non i fattori si ipotizza implicitamente che la distanza sia “infinita” per quanta riguarda i fattori, ma sia invece “zero” per quanto riguarda le merci! Necessità di introdurre la “distanza” tra i paesi, i costi di trasporto e altre “barriere” al commercio

3 La legge di gravitazione universale di Newton
Si supponga che due corpi abbiano massa M1 e M2 e siano collocati a una distanza pari a d La forza di gravità tra queste due masse è: Fg = G[M1M2/d2] G è la costante che ci indica la grandezza di questa relazione. Quanto più grande è la massa dei due corpi, o quanto più vicini sono tra loro, tanto maggiore è la forza di gravità tra essi.

4 In generale, la formula gravitazionale del commercio internazionale si presenta nella forma seguente
XA,B = G SA SB hA,B XA,B = esportazioni dal paese A al paese B SA = fattori specifici al paese A, ad esempio PIL di A SB = fattori specifici del paese B, ad esempio PIL di B hA,B = misura della “facilità di esportare” da A a B G = coefficiente che riflette la facilità/difficoltà di esportare dovuta a fattori non compresi in h Normalmente le variabili S sono sostituite dal PIL dei paesi che commerciano: l’equazione gravitazionale per il commercio afferma che i Paesi con un PIL maggiore hanno un volume di commercio bilaterale maggiore.

5 … il commercio di A verso B dipende dalla dimensione relativa di B ….
Il termine h include i fattori che possono facilitare o ostacolare il commercio tra i due paesi: tariffe, barriere non tariffarie, ostacoli linguistici, costi di trasporto… Gli “ostacoli” sono riassunti nella distanza mentre tutto il resto finisce nel coefficiente B

6 L’equazione gravitazionale nel commercio
Usiamo una equazione simile a quella di Newton per misurare il commercio tra due Paesi. Anziché la massa, usiamo il PIL di ciascun Paese. La distanza è importante, dist, ma non la inseriamo al quadrato perché non siamo sicuri della precisa relazione tra commercio e distanza. C’è anche un termine costante che indica la relazione tra il termine gravitazionale e il commercio.

7 Il termine costante può essere anche interpretato come una sintesi degli effetti di tutti gli altri fattori, diversi dalla distanza e dalla dimensione, che influenzano la quantità di commercio tra due Paesi. Si vede che più grandi sono i due Paesi o più vicini tra loro, maggiore è la quantità di commercio. Questa è un’implicazione del modello di concorrenza monopolistica che abbiamo studiato in questo capitolo. I Paesi più grandi esportano di più perché producono più varietà e importano di più perché hanno una domanda maggiore.

8 La derivazione dell’equazione gravitazionale
Possiamo svolgere qualche passaggio algebrico per ottenere l’equazione per vari Paesi. Iniziamo con il Paese 1, PIL1 , che produce un bene differenziato. Gli altri Paesi domandano i beni del Paese 1 e la quantità che domandano dipende da: La dimensione relativa del Paese importatore La distanza tra i due Paesi Per misurare la dimensione relativa, usiamo la quota di PIL mondiale del paese 2. Share2 = PIL2/PILw

9 Deriviamo l’equazione gravitazionale
… la “dimensione” del paese verso il quale dirigiamo le “nostre” esportazioni … definiamo Deriviamo l’equazione gravitazionale … definiamo

10 Si noti che è simile all’equazione gravitazionale di Newton.
C/PILW è il termine costante. In pratica il termine costante (C/PILW ) viene stimato nei lavori applicati e può assumere valori diversi in diversi contesti e in diversi periodi

11 Esportazioni al prezzo mondiale
… un miglioramento delle ragioni di scambio fa aumentare X agendo eventualmente sul termine B, dati i PIL dei due paesi; un aumento di PIL2 fa aumentare X a parità di prezzi… Esportazioni al prezzo mondiale … a parità di altre condizioni una “maggiore domanda” associata ad un “paese grande” comporta un maggiore flusso di export per ogni prezzo internazionale

12 Autarchia

13 Apertura dello scambio

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16 L’equazione gravitazionale per il Canada e gli Stati Uniti

17 Concorrenza imperfetta con beni omogenei: Il caso del dumping
Sebbene la differenziazione di prodotto sia un’ipotesi adeguata per molti beni, non vale per tutti i beni e in particolare per quelli non lavorati commerciati tra le imprese. Prodotti chimici, legname, minerali, acciaio possono essere considerati beni omogenei. Tuttavia, per molti di questi beni, non vale l’ipotesi di concorrenza perfetta. Spesso sono venduti da grandi imprese che hanno un certo controllo dei prezzi. Vogliamo supporre concorrenza imperfetta anche se i beni sono omogenei.

18 Nel commercio internazionale si intende per dumping
una strategia con cui i prodotti di un Paese sono immessi in commercio in un altro Paese ad un prezzo inferiore al valore normale del prodotto. Per valore normale si intende il prezzo praticato all'interno del Paese di origine delle merci o, quando il prezzo normale nel paese esportatore non è conosciuto in modo affidabile, in un paese di riferimento che utilizzi tecnologie simili. Ci sono difficoltà nell’accertamento del prezzo “equo” o del costo “equo” cui fare riferimento. If a company exports a product at a price lower than the price it normally charges on its own home market, it is said to be “dumping” the product. The WTO Agreement does not regulate the actions of companies engaged in "dumping". Its focus is on how governments can or cannot react to dumping — it disciplines anti-dumping actions, and it is often called the “Anti-dumping Agreement”.

19 The WTO agreement allows governments to act against dumping where there is genuine (“material”) injury to the competing domestic industry. In order to do that the government has to be able to show that dumping is taking place, calculate the extent of dumping (how much lower the export price is compared to the exporter’s home market price), and show that the dumping is causing injury or threatening to do so. Le indagini anti-dumping non hanno seguito se il dumping è modesto (meno del 2% del prezzo di riferimento) e se le importazioni del bene in questione sono modeste (le importazioni in questione da un paese rappresentano meno del 3 per cento delle importazioni totali del bene in questione).

20 Un modello di dumping del prodotto
In concorrenza imperfetta, le imprese possono fissare prezzi diversi in Paesi diversi, come avviene ogniqualvolta la strategia sia redditizia. Le imprese non solo possono fissare un prezzo maggiore del costo marginale, ma possono anche scegliere di fissare prezzi diversi nel mercato interno e nel mercato delle esportazioni. Questa strategia è la discriminazione di prezzo. L’impresa è in grado di scegliere il prezzo pagato da diversi gruppi di clienti. Ci deve essere una qualche ragione per cui i consumatori nel mercato caratterizzato da un prezzo elevato non possono importare direttamente dal mercato a basso costo.

21 Il dumping si può verificare solo se:
Esiste concorrenza imperfetta: le imprese possono influenzare i prezzi di mercato; I mercati sono segmentati: non è facile acquistare i beni in un mercato e venderli in un altro.

22 Tre tipi di discriminazione di prezzo
Discriminazione di primo grado: ad ogni consumatore viene fatto pagare il suo prezzo di riserva (discriminazione perfetta: molto difficile se non impossibile in pratica) Discriminazione di secondo grado: i consumatori pagano prezzi diversi per diverse quantità acquistate (ad es. tariffe dell’energia diversa a seconda della fascia oraria) Discriminazione di terzo grado: i consumatori sono divisi in gruppi che pagano prezzi diversi.

23 Condizione di max profitto in un mercato con monopolio discriminante

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25 Supponiamo e1 = -2, e2 = -4 I consumatori con domanda con elasticità più bassa pagano prezzi più elevati

26 Esempio numerico Curva di domanda: Q = 40 – 2P Costi fissi = 10 Costi variabili unitari = 10 4 unità vendute a P=18  ricavo = 72 2 unità vendute a P = 17  ricavo = 34 ricavo totale = 106 profitto = 102-70 Profitto massimo con monopolio non discriminante Profitto massimo con monopolio discriminante

27 Costo medio totale Costo marginale Prezzo Ricavo marginale Equilibrio con monopolio non discriminante (profitto) Equilibrio con monopolio discriminante (profitto)

28 Tre tipi di dumping Dumping predatorio: vendita di un bene temporaneamente sottocosto o a un prezzo più basso all’estero allo scopo di spingere i produttori esteri fuori dal mercato, e di poter elevare poi i prezzi avvantaggiandosi del potere di monopolio all’estero così acquisito. In questo caso, risultano danneggiati sia i consumatori che nel lungo periodo dovranno pagare prezzi dei beni più elevati, sia gli imprenditori che sono usciti fuori mercato. Dumping persistente: discriminazione internazionale dei prezzi. Non porta danni ai consumatori dei Paesi che registrano prezzi più bassi. Dumping sporadico: vendita occasionale di un bene sottocosto o ad un prezzo più basso all’estero che all’interno, allo scopo di disfarsi di un’imprevista e temporanea eccedenza del bene senza dover ridurre i costi interni.

29 Un modello di dumping del prodotto
Si ha dumping quando un’impresa vende un prodotto all’estero a un prezzo che è inferiore al prezzo che fissa nel mercato domestico o inferiore al costo medio di produzione. Secondo le regole dell’OMC, un Paese importatore ha il diritto di imporre un dazio ogniqualvolta un’impresa estera vende sottocosto il suo bene nel mercato locale. Tale dazio si chiama dazio antidumping In questo capitolo ci chiediamo più in generale perché le imprese fanno dumping.

30 Il monopolio discriminante
Supponiamo che un monopolista estero venda nel suo mercato locale ed esporti in H. Il monopolista è in grado di fissare prezzi diversi nei due mercati. Monopolio discriminante La domanda dell’impresa nel mercato delle esportazioni sarà più elastica poiché c’è maggior concorrenza. Perderà più clienti aumentando i prezzi rispetto al mercato locale.

31 Il monopolio discriminante
Se nel mercato delle esportazioni c’è una concorrenza sufficiente, l’impresa avrebbe una curva di domanda orizzontale al prezzo P come in un mercato perfettamente concorrenziale. Se il prezzo nel mercato delle esportazioni è fisso a P, allora l’impresa può vendere qualsiasi quantità desideri senza modificare il prezzo. In questo caso, il ricavo marginale delle esportazioni è uguale al prezzo.

32 La condizione di equilibrio
Qual è il punto che massimizza il profitto per il monopolista estero? Per il monopolista discriminante, i profitti sono massimizzati quando MR = MR* = MC* (come si mostra nella figura 6.10). Se l’impresa F produce Q1, nel punto B, MC* = MR nel mercato delle esportazioni. Non tutta la produzione è esportata La quantità venduta internamente è determinata da MR*=MC*, nel punto C. Il prezzo di vendita locale è P*, mentre il prezzo nel mercato delle esportazioni è P. L’impresa sta massimizzando i profitti in entrambi i mercati.

33 NB: i ricavi marginali sono uguali nei due mercati!
La quantità venduta nel mercato locale è nel punto C, dove i costi marginali locali, MC*, sono pari ai ricavi marginali locali, MR*. Si può fissare un prezzo locale, P*, derivato dalla curva di domanda locale. Il monopolista massimizza i profitti nel punto B dove i costi marginali locali, MC*, sono uguali ai ricavi marginali delle esportazioni MR Prezzo Il monopolista vende Q2 nel mercato locale e (Q1-Q2) nel mercato delle esportazioni MC* C Prezzo locale, P* Q2 Si noti che il prezzo locale, P*, è maggiore di AC* ma il prezzo delle esportazioni , P, è minore di AC*. Ciò implica che l’impresa sta facendo dumping nel mercato delle esportazioni. AC* AC1 Prezzo delle esportazioni, P Domanda di esportazioni , D Ricavo marginale delle esportazioni, MR B Q1 Ricavo marginale locale, MR* Domanda locale D* Quantità di F Vendite locali Esportazioni

34 La redditività del dumping
L’impresa F fissa il prezzo P* per vendere la quantità Q2 nel mercato locale. Il prezzo locale è maggiore del prezzo nel mercato delle esportazioni. Sta facendo dumping del suo prodotto nel mercato delle esportazioni. I costi medi sono minori del prezzo locale, ma maggiori del prezzo delle esportazioni. Poiché AC è maggiore del prezzo delle esportazioni, l’impresa sta facendo dumping anche secondo il criterio del confronto tra i costi.

35 Un esempio numerico di dumping
Supponete di avere i seguenti dati: Costi fissi = $100 Costi marginali = $10/unità Prezzo locale = $25 Quantità locale = 10 Prezzo delle esportazioni = $15 Quantità esportata = 10 I profitti ottenuti nel mercato locale sono: $25(10) - $10(10) - $100 = $50 I costi medi per l’impresa sono $20. ricavi costi variabili

36 Un esempio numerico di dumping
Supponiamo che l’impresa venda 10 unità addizionali a $15, prezzo inferiore al costo medio di produzione. È ancora redditizio? I profitti sono: [$25(10) + $15(10)] - $10(20) - $100 = $100 I profitti sono aumentati perché le unità addizionali sono vendute a 15 dollari, ma a un costo marginale di $10. I profitti aumentano facendo dumping nel mercato delle esportazioni. Dunque è chiaro perché le imprese fanno dumping: conviene. costi variabili ricavi

37 Un monopolista fronteggia la seguente curva di domanda nel mercato interno
Q = 30 – 2P e produce con una tecnologia che genera la seguente curva dei costi totali CT = Q + 0,5Q2. Calcolate l’equilibrio di autarchia e l’equilibrio di libero scambio ipotizzando dumping e che il consumo interno in libero scambio sia pari a 4. Q = 30 – 2P  P = 15 – 0,5Q  RT = PQ = 15Q – (0,5Q)Q  R’ = 15 - Q CT = Q + 0,5Q2  C’ = 6 + Q

38 P = 15 – 0,5Q R’ = 15 - Q C’ = 6 + Q MC* Prezzo
Ricavo marginale locale, MR* Domanda locale D* Quantità

39 Equilibrio di autarchia  R’ = C’  Q = 12
Prezzo P = 15 – 0,5Q MC* P = 12,75 R’ = 15 - Q C’ = 6 + Q Ricavo marginale locale, MR* Domanda locale D* Quantità Q = 4,5 Profitti = 42,125

40 Sapendo che Q2 = 4 si ricava  R’ = 11
Vale R’ = ricavo marginale nelle esportazioni = prezzo mondiale = C’ Dumping Si ricava Q = 5 , produzione complessiva del monopolista (Q1). Pertanto, il monopolista esporta 1 unita al prezzo 11, inferiore al prezzo interno (dumping) Il mercato locale è “segmentato” (i consumatori non possono acquistare il prodotto nel mercato mondiale, pagano un prezzo più alto, 13) Prezzo P = 15 – 0,5Q C Prezzo locale, P = 13 Q2 MC* R’ = 15 - Q C’ = 6 + Q = 11 Prezzo delle esportazioni Domanda di esportazioni , D Ricavo marginale delle esportazioni, MR 11 B Q1 Ricavo marginale locale, MR* Domanda locale D* Quantità Vendite locali Esportazioni

41 Monopolio interno e commercio internazionale
In autarchia il monopolista fissa il prezzo in base alla regola R’ = C’. Equilibrio di autarchia  R’ = C’  Q = 12 Prezzo P = 15 – 0,5Q MC* P = 12,75 R’ = 15 - Q C’ = 6 + Q Ricavo marginale locale, MR* Domanda locale D* Quantità Q = 4,5

42 Poniamo prezzo mondiale P* = 11,5
Equilibrio di libero scambio  il prezzo mondiale diventa il ricavo marginale (scompare il monopolio, l’impresa locale compete nel mercato globale) Poniamo prezzo mondiale P* = 11,5 Prezzo P = 15 – 0,5Q MC* C’ = 6 + Q Prezzo delle esportazioni, 11,5 Domanda di esportazioni , D Ricavo marginale delle esportazioni, MR Domanda locale D* Quantità

43 P = 15 – 0,5Q C’ = 6 + Q Q = 6 Q = 5,5 MC* Prezzo
Prezzo delle esportazioni, 11,5 Domanda di esportazioni , D Ricavo marginale delle esportazioni, MR Domanda locale D* Quantità Q = 6 Q = 5,5

44 Poniamo prezzo mondiale P* = 11,5
Equilibrio di libero scambio  il prezzo mondiale diventa il ricavo marginale (scompare il monopolio, l’impresa locale compete nel mercato globale) Poniamo prezzo mondiale P* = 11,5 Prezzo P = 15 – 0,5Q MC* C’ = 6 + Q Prezzo mondiale Ricavo marginale MR Prezzo mondiale, 11,5 produzione importazioni Domanda locale D* Quantità Q = 6 quantità assorbita dal mercato interno Q = 5,5 quantità prodotta

45 Monopolio in libero scambio
Sintesi Monopolio in libero scambio Il paese è importatore (prezzo mondiale basso) Consumo interno Monopolio in autarchia Monopolio in libero scambio Il paese è esportatore (prezzo mondiale alto)


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