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Teoria e pratica della nonviolenza Teoria e pratica della nonviolenza Carlo Schenone

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Presentazione sul tema: "Teoria e pratica della nonviolenza Teoria e pratica della nonviolenza Carlo Schenone"— Transcript della presentazione:

1 Teoria e pratica della nonviolenza Teoria e pratica della nonviolenza Carlo Schenone carlo@schenone.net

2 Persone e gruppi intendono risolvere i problemi legati al ripetersi di furti in una zona della città A- Organizzano un digiuno a staffetta per far andare via il campo nomadi dalla zona B- Organizzano una raccolta di materiale e cibo da distribuire nel campo nomadi per disincentivare il furto C- Concordano con i responsabili del campo nomadi di poter perquisire le abitazioni dei nomadi per controllare che non vi sia refurtiva D- Organizzano un dibattito pubblico sul tema "La proprietà è un furto o un diritto?“ E- Si attivano per far realizzare delle case di edilizia popolare in altra zona della città da assegnare ai nomadi F- Organizzano delle ronde per documentare e denunciare i reati nella zona G- Si organizzano per bloccare l'accesso al campo nomadi ogni volta che c'è un furto in zona, soprattutto a danno di anziani H- Fanno una raccolta di fondi in zona per pagare una ditta di vigilanza armata che possa sparare in caso di flagranza di reato I- Contattano i responsabili religiosi della zona per chiedergli di intervenire presso i nomadi per interrompere i furti L- Prendono accordi con i responsabili del campo per avere indietro la refurtiva delle persone meno abbienti derubate M- Organizzano una raccolta fondi tra gli abitanti e i nomadi per risarcire le persone derubate

3 Le risposte alla violenza §Controviolenza l Violenza contraria §Aviolenza l Rifiuto passivo dell’uso della violenza §Antiviolenza l Azione di reazione alla violenza senza mezzi violenti §Nonviolenza l In relazione alla violenza ma non dipendente da essa. l Affronta il conflitto ma non lo richiede

4 Violenza e nonviolenza §Azione violenta l Deterrenza distruttiva Cerca di far soffrire l’avversario Cerca di fare il maggior danno possibile all’avversario Ignora gli interessi dell’avversario e a volte l’avversario stesso Cerca di distruggere l’avversario §Azione nonviolenta l Deterrenza costruttiva Cerca di evitare la sofferenza a tutti Cerca di ridurre al minimo il danno per tutti Tiene conto dei bisogni dell’avversario e della sua esistenza Cerca di rendere possibile la coesistenza

5 Azione nonviolenta §Azione quotidiana l Cerca di riparare le ingiustizie dell’avversario –Acquisti, relazioni, impegni, lavoro §Azione simbolica l Cerca di far cambiare l’avversario –Manifestazioni, spettacoli, comunicazione §Azione diretta nonviolenta (ADN) l Cerca di costringere l’avversario a cambiare –Blocchi, occupazioni, disobbedienza civile, boicottaggi, sabotaggi §Strategia nonviolenta (progetto costruttivo) l Cerca di cambiare le strutture e la cultura –Campagne (azioni coordinate), associazioni, coordinamenti

6 Funzioni delle azioni nonviolente § L’azione quotidiana l E’ testimonianza e base di un processo collettivo § L’azione simbolica l Permette una presa di coscienza del conflitto. l Non ingaggia uno scontro. § L’azione diretta nonviolenta l Evidenzia il conflitto e innalza il suo livello l Può essere una testimonianza o un’obiezione di coscienza. l Può essere individuale. § La strategia nonviolenta l Ha un respiro sociale e politico. l Integra le prime nello spazio e nel tempo.

7 Caratteristiche dell’azione Richiede il coinvolgimento personale Coinvolge altri Contro la volontà dell’avversario Crea del danno economico e materiale all’avversario Crea dolore alle persone fisicamente o psicologicamente violenta violenta (diretta) violenta, diretta violenta, diretta, simbolica violenta, diretta, simbolica, quotidiana

8 Cos’è la nonviolenza? nonviolenza è un concetto positivo e non solo negazione di violenza è teoria e pratica non fugge il conflitto ma lo affronta dinamica e processuale

9 Esistono principi/leggi della nonviolenza? ne esistono di universali o dipendono dall'approccio? principi assoluti o relativi? scelta di vita o strumento di lotta nei conflitti? superamento o trasformazione dei conflitti?

10 Perché scegliere la NV? scelta etica scelta strategica scelta tattica

11 Ci sono diverse scuole di pensiero sulla NV? gandhiana (M. Gandhi, G. Lanza del Vasto) socialista e sindacale (R. Luxemburg) evangelica (M.L. King, J.M. Muller) anarchica sociale (A. Capitini, G. La Pira, D. Dolci) accademica (J. Galtung, T. Ebert, G. Salio) eto-biologica (P. Patfoort) pragmatica

12 Quali sono i presupposti teorici e gli strumenti della NV? diverse scuole diversi presupposti gandhianasindacal- socialista evangelicaanarchicasocialeaccademicaeto-biologicapragmatica -sincerità verità -sacrificio -uguaglianza tra gli uomini -etica -di massa -realista -strategica -legge superiore -diritti umani -libertà -testimoniale -primato della coscienza -sociale -partecipativa -politica -strutturale -economica -naturale -scientifica -esperienziale -situazionista -temporanea gandhianasindacal- socialista evangelicaanarchicasocialeaccademicaeto-biologicapragmatica -digiuno -autodenuncia -coscientizza- zione dell'avversario -disobbedien- za civile -sciopero -corteo -boicottag- gio -silenzio -azione legale -obiezione di coscienza -azione diretta nonviolenta -blocco -sabotaggio -aggregazione sociale -formazione sociale -sensibilizza- zione politica -azione diretta -equilibrio del potere -equilibrio economico -quotidiana -educazione al conflitto -ricerca dei fondamenti -azione equivalente -adesione diverse scuole diversi strumenti

13 Triangolo della violenza Violenza diretta Violenza culturale Violenza strutturale

14 Triangolo del conflitto Comportamenti B Atteggiamenti A Contraddizioni C sempre visibile non sempre visibile

15 Triangolo del conflitto Dialogo nonviolento EmpatiaCreatività

16 Tempi del conflitto Durante Prima Dopo tempo PrevenzioneRiduzione del dannoRiconciliazione Danno

17 Le parti del conflitto Conflitto AB TC TE

18 I livelli di coinvolgimento interiore micro (interpersonale) meso (sociale) macro (internazionale)

19 La radice della violenza: il sistema M-m Giudizi di valoreArgomentazioni contesto Potere Differenze di caratteristiche, idee, opinioni, punti di vista XY squilibrio M m risposta aggressiva

20 Nonviolenza e aggressività La parola deriva dal latino 'ad-gredior', faccio un passo avanti, mi affermo. L’aggressività è un'energia di per sé neutrale, che è possibile trasformare. L’aggressività è la capacità di reagire, di affermare se stessi.

21 La risposta M-m al conflitto a. ESCALATION energia verso la persona che ha causato la violenza incremento della violenza Chi si trova nella posizione m cerca di portarsi in M (non sullo stesso piano), l'altro però verrà a trovarsi in inferiorità e cercherà di riconquistare il terreno perduto e un po' di più   Linguaggio del corpo Linguaggio verbale Contatto fisico Uso di oggetti (es.armi) Guerra aperta Guerra economica Violenza strutturale  soglia Fase visibile Fisica Fase invisibile Psicologica verbale      reazione

22 La risposta M-m al conflitto b. CATENA della violenza energia che si rivolge verso un terzo – propagazione della violenza b1. Catena non istituzionalizzata b2. Catena istituzionalizzata o gerarchica attacco reazione Dirigente Comandante Lavoratore Soldato

23 La risposta M-m al conflitto c. AUTODISTRUTTIVITA’ energia rivolta verso il soggetto stesso che la genera Non si è capaci di rivolgere all’esterno l’energia aggressiva e la si scarica contro sé stessi M m

24 Come di solito si cerca di combattere la violenza? intervenendo sul livello visibile pensando che se il conflitto rimane a livello invisibile va bene (sono giusto dei bisticci) - rimuovendo l’oggetto del contendere (datemi la palla così non litigate più) - penalizzando una delle parti per evitare che reagisca - dividendo fisicamente le parti (territori occupati in Palestina) interrompendo o riducendo l’escalation : eliminando fisicamente una delle parti in conflitto La risposta M-m al conflitto

25 1. argomentazioni positive : si mettono in evidenza gli aspetti positivi del proprio punto di vista Le argomentazioni, i pretesti 2. argomentazioni negativi : si mettono in evidenza gli aspetti negativi del punto di vista dell’altro Ogni parte, per mettersi in posizione M, cerca, come può, tutti gli elementi che possono rafforzare il suo punto di vista attraverso: 4. argomentazioni distruttive : si mettono in evidenza gli aspetti negativi dell’altro come persona 3. argomentazioni glorificatrici : si mettono in evidenza gli aspetti positivi di noi stessi La risposta M-m al conflitto

26 La risposta E-E al conflitto Il modello E – E si fonda sui principi: ● nessuno deve sottoporre a violenza, ● nessuno deve accettare di essere sottoposto a violenza Obiettivo: ● modificare il comportamento della parte che esercita la violenza ● modificare il comportamento della parte che subisce la violenza M m EE

27 La risposta E-E al conflitto Ricercare e comunicare i fondamenti I fondamenti sono i fattori che sostengono i punti di vista: sono le motivazioni, i valori, i bisogni, i timori che spingono le parti nei loro punto di vista. Sono soprattutto elementi che coinvolgono a livello emotivo. Sono le risposte alla catena di perché dei punti di vista. Prescindono dai giudizi di valore, non ci sono fondamenti più importanti o meno di altri. Spesso sono le motivazioni meno dicibili ma più concrete. punto di vista: vorrei giocare un po’ arg pos.: dopo sarò rilassato e potrò studiare meglio arg. neg.: dopo sari più stanco e non riuscirai a studiare fondamento: ogni tanto ho bisogno di muovermi Abilità: comunicazione, ascolto

28 E compromesso C D scontro F nonviolenza assoluta H G Triangolo della nonviolenza C B 100% parte B A 100% parte A Triangolo della violenza 50%

29 Mezza arancia a testa La buccia ad A e la polpa a B Triangolo della nonviolenza Tutta l’arancia a B Tutta l’arancia a A Triangolo della violenza 50% Niente ad A e a B Voglio l’arancia! Ad A un’arancia schiacciata e a B il succo sulle mani Ad A serve la buccia e a B serve la polpa Bisogni di A Bisogni di B 100%

30 La risposta E-E al conflitto Creare una soluzione La soluzione che si creerà non deve essere confrontata con i punti di vista iniziali, il lavoro va svolto a livello più profondo, dei fondamenti. La soluzione non deve necessariamente soddisfare il 100% dei fondamenti di entrambe le parti (nonviolenza assoluta) ma può soddisfarne buona parte. Abilità: creatività

31 La risposta E-E al conflitto  Si possono affrontare i propri conflitti o quelli altrui.  Coinvolgendo tutte le parti o solo alcune.  Si cercano i fondamenti delle parti in causa.  A prima vista trovare i propri fondamenti è facile ma in effetti di solito si trovano dei pretesti per giustificare il proprio punto di vista.  Cercare i fondamenti dell’avversario è difficile perché si ha paura di dargli ragione  Cercare i propri fondamenti può essere difficile perché può richiedere di accettare cose di sé che non si apprezzano  Dimenticate le ipotesi di partenza si cerca una nuova situazione che rispetti la maggior quantità di fondamenti trovati per tutte le parti.

32 La risposta E-E al conflitto Punti di vista Pretesti Fondamenti Nuova proposta

33 Strategia Nonviolenta §Progetto costruttivo §Disponibilità al sacrificio §Rispetto della verità §Gradualità nei mezzi §Consenso consapevole

34 Consenso e disobbedienza §... Che appunto perché il Lager è una gran macchina per ridurci a bestie, noi bestie non dobbiamo diventare; che anche in questo luogo si può sopravvivere, e perciò si deve voler sopravvivere, per raccontare, per portare testimonianza; e che per vivere e' importante sforzarci di salvare almeno lo scheletro, l'impalcatura, la forma della civiltà. Che siamo schiavi, privi di ogni diritto, esposti a ogni offesa, votati a morte quasi certa, ma che una facoltà ci è rimasta, e dobbiamo difenderla con ogni vigore perché e' l'ultima: la facoltà di negare il nostro consenso. §da "Se questo è un uomo" di Primo Levi

35 Decisioni e consenso Il primo asteroide era abitato da un re… “Bisogna esigere da ciascuno quel che ciascuno può dare", continuò il re. "L’autorità riposa, prima di tutto, sulla ragione. Se tu ordini al tuo popolo di andare a gettarsi in mare, farà la rivoluzione. Ho il diritto di esigere l’ubbidienza perché i miei ordini sono ragionevoli"… "Non ho più niente da fare qui", disse al re. "Me ne vado"."Non partire", rispose il re che era tanto fiero di avere un suddito, "non partire, ti farò ministro!""Ministro di che?""Di.. della giustizia!""Ma se non c’e nessuno da giudicare?""Non si sa mai", gli disse il re…. "preferisco andarmene". "No", disse il re. Ma il piccolo principe che aveva finiti i suoi preparativi di partenza, non voleva dare un dolore al vecchio monarca: "Se Vostra Maestà desidera essere ubbidito puntualmente, può darmi un ordine ragionevole. Potrebbe ordinarmi, per esempio, di partire prima che sia passato un minuto. Mi pare che le condizioni siano favorevoli…"E siccome il re non rispondeva, il piccolo principe esitò un momento e poi con un sospiro se ne partì. "Ti nomino mio ambasciatore", si affrettò a gridargli appresso il re. Aveva un’aria di grande autorità. Sono ben strani i grandi, si disse il piccolo principe durante il viaggio. A.S. Exupery “Il piccolo principe”

36 Consenso consapevole e disobbedienza Potere e consenso Ogni potere ha bisogno del consenso per reggersi. Il consenso si può ottenere con la persuasione o la paura Ogni potere deriva dalla delega decisionale di ognuno Accordo e disaccordo, consenso e dissenso Non sempre al potere è necessaria la collaborazione Non opporsi a volte basta per dare il consenso Processi decisionali, confronto e scontro Un processo decisionale corretto permette il confronto ed evita lo scontro Se il processo decisionale è negato o fallisce, bisogna riuscire a innescare il confronto in altra maniera Se il confronto è impossibile, bisogna saper affrontare lo scontro

37 Consenso consapevole e disobbedienza Obbedienza e disobbedienza Bisogna sapere obbedire, scegliere quando collaborare Si può obbedire a cose non condivise fidandosi degli altri Disobbedire a cose che mettono a rischio il bene collettivo Disobbedienza, opposizione e proposizione Opporsi al consenso richiede la disobbedienza Non basta l’opposizione e la disobbedienza Senza la proposizione l’opposizione può essere sterile La proposizione può venire in un secondo tempo Disobbedienza e obiezione di coscienza La disobbedienza può essere una necessità di coscienza Disobbedienza come obbedienza ad una legge superiore

38 Consenso consapevole e disobbedienza Disobbedienza e repressione La risposta alla disobbedienza al potere è la repressione La repressione mette alla prova anche il potere La repressione serve ad avere il consenso per paura Costi e risultati della disobbedienza e della repressione Reprimere costa in termini economici e umani Disobbedire costa in termini umani ed economici Disobbedienza simbolica e effettiva La disobbedienza simbolica cerca di ridurre i costi La disobbedienza simbolica deve anticipare quella effettiva

39 Le fasi della strategia nonviolenta 1. Analisi della situazione 2. Preparazione 3. Scelta dell'obiettivo 4. Negoziato 5. Coinvolgimento dell'opinione pubblica, le terze parti 6. Scadenze ed ultimatum 7. Azione diretta 8. Mantenimento dei risultati

40 La strategia nonviolenta Analisi della situazione Conoscenza oggettiva dei fatti Rispetto della verità Dossier di documentazione Presentazione esatta dei fatti Identificare le forze favorevoli e contrarie Aspetti legali Aspetti finanziari ed economici Identificazione dei poteri e delle responsabilità

41 La strategia nonviolenta Preparazione Partecipazione consapevole Saper scegliere i rischi Riduce la paura Aumenta l'efficacia Permette l'organizzazione consensuale Individuale e collettiva Autogestita o con intervento esterno Organizzare eventi formativi Conferenze, Convegni, Corsi, Trainings, Campi, Simulazioni

42 La strategia nonviolenta Scelta dell'obiettivo Deriva dall'analisi Preciso, limitato e possibile Rispetta i diritti dell'avversario Permette una co-esistenza futura Determinato, non richiede più di quel che si vuol ottenere Ha obiettivi intermedi Proporzionato alle forze Deve essere consensuale Prevedere le necessità economiche

43 La strategia nonviolenta Negoziato Tenta di evitare la prova di forza Ricerca un rapporto diretto Presentare il proprio punto di vista Presentare l'obiettivo della strategia Fermezza e determinazione Convenienza del cambiamento comune

44 La strategia nonviolenta Negoziato Evitare la minaccia Creare un clima favorevole Cortesia Osservare l'avversario Guadagnare la fiducia dell'avversario Non accontentarsi delle promesse Non rompere mai i contatti

45 La strategia nonviolenta Coinvolgimento dell'opinione pubblica, le terze parti Presentare gli obiettivi Controllare la veridicità dell'informazione che circola Non colpevolizzare l'opinione pubblica "Creare" fatti di cronaca Appello all'opinione pubblica Organizzare manifestazioni Osservare gli spettatori Parole d'ordine, slogan e canti appropriati Atteggiamento corretto dei manifestanti

46 La strategia nonviolenta Coinvolgimento dell'opinione pubblica, le terze parti Coinvolgere direttamente l'opinione pubblica Lettere ai giornali, Comunicati, Petizioni, Raccolte di firme, Raccolta finanziamenti, Esposizione, Distribuzioni e vendita di simboli, Vendita di libri e materiale informativo, Mostre in strada, Ore di silenzio, Digiuni, Gesti simbolici, Canzoni e musiche, Esposizione di comunicati su veicoli e finestre, Volantinaggi, Spedizioni postali, Catene umane, Sfilate, Marce

47 La strategia nonviolenta Scadenze ed ultimatum Concretizzano gli obiettivi Dimostrano determinazione Per far avanzare un negoziato bloccato Scegliere momenti adatti alla campagna Non devono interrompere il contatto E' una prova di forza Sono verifiche per la campagna Evitare ritardi e slittamenti Annullati solo ad obiettivo raggiunto Commisurare le conseguenze alla necessità

48 La strategia nonviolenta Azione diretta nonviolenta Preparazione specifica I sopralluoghi, Gli scenari, La simulazione e la previsione Approfondimento legale Commisurata al contesto e solo se necessaria Può portare alla trasgressione della legge o di ordini Può portare alla costrizione o al danno materiale Continuare la persuasione dell'avversario Continuare il coinvolgimento dell'opinione pubblica

49 La strategia nonviolenta Azione diretta nonviolenta Può richiedere sacrificio personale Può portare repressione Fondamentale l'organizzazione Il raduno, Inizio, Gestione delle decisioni, Diffusione dell'informazione, Eventuale prolungamento, Conclusione, Emergenze, Esigenze personali Leadership diffusa Gruppi di affinità con portavoce Consiglio dei portavoce con facilitazione Considerare eventi estranei, metereologici, sociali

50 La strategia nonviolenta Azione diretta nonviolenta Non cooperazione Isolamento sociale o fisico dell'avversario, Sciopero a casa, Rinvio dei titoli e onorificenze, Sciopero di categorie, Boicottaggio, Creazione di disservizi all'avversario, Uso per la campagna di servizi altrimenti non disponibili, Rifiuto di pagamento: affitto, servizi, Obiezione fiscale, Obiezioni di coscienza, Sciopero della fame, Sciopero generale, Disobbedienza e diserzione, Obbedienza a poteri paralleli Azione di intervento Sit-in, Die-in, Scritte e striscioni "sovversivi“, Ostruzione del transito, Occupazioni, Esposizione di simboli proibiti, Trasgressione palese e collettiva di divieti e obblighi, Sabotaggio e danneggiamento Non deve esaurire il movimento o la campagna

51 La strategia nonviolenta Mantenimento dei risultati Richiede forza e perseveranza Aspetto sempre trascurato Bisogna prevedere dei metodi e delle regole Avvicendamento delle responsabilità, Funzioni di controllo determinate, Metodi di mobilitazione, Diffusione dell'informazione Preparazione specifica Richiede attenzione e disincanto Tramandare i risultati e l’esperienza a chi viene dopo

52 Le terze parti La mediazione La terza parte resta tale, non entra nel conflitto, non si schiera ma si situa accanto alle due parti. La sua presenza deve essere voluta da entrambe le parti. Le sue funzioni sono: sviluppare il più possibile l’equivalenza nel rapporto rendere possibile o semplificare la comunicazione stimolare la creatività

53 Le terze parti L’interposizione La terza parte può entrare nel conflitto interponendosi tra le due parti. La presenza può essere richiesta solo da una delle parti ma è auspicabile che l’altra parte non veda questo come uno schieramento in contrapposizione. Le sue funzioni sono: riportare le parti al rispetto minimo vicendevole e al dialogo fare prendere coscienza alle parti delle ingiustizie che commettono nei confronti dell’avversario.

54 Le terze parti L’intervento Nel caso di conflitti in cui una parte è molto oppressa o così debole da non poter reagire e opporsi, se le terze parti non cerchano di intervenire in qualche modo, ma si limitano al ruolo di testimoni, la parte minore le vedrà come complici della parte opprimente. Assumere un atteggiamento nonviolento non significa restare fuori dal conflitto né entrarci in modo tale da diventare la parte oppressa, ma stare accanto ad entrambe le parti come una terza parte.

55 Quali sono gli aspetti che aiutano la NV? aspetti del carattere mitezza, pazienza, gratuità, coraggio, disposizione al dialogo, fiducia negli altri aspetti del conflitto desiderio di condivisione, rifiuto della menzogna, rispetto vicendevole, ridotto squilibrio tra le parti in conflitto, presenza di parti esterne

56 Quali sono i problemi della nonviolenza? fattori che ostacolano la NV l’ottusità, l'ignoranza, la corruzione ci sono limiti alla ricerca di dialogo dalla ricerca di dialogo all'azione conservare la disponibilità al dialogo ci sono limiti alla ricerca del consenso dal consenso alla testimonianza, dal consenso all'obiezione di coscienza la NV può generare frustrazione alimentare la speranza, irrobustire la pazienza, osservare i cambiamenti la NV non risolve sempre i conflitti però riduce i danni e le sofferenze, riduce la ripresa del conflitto

57 Dove trarre le risorse per riuscire ad essere nonviolenti? dallo studio dall'addestramento dalla condivisione

58 Come alimentare la NV? vivendola quotidianamente comunicandola educando

59 Bibliografia Jean Marie Muller Momenti e metodi dell’azione diretta nonviolenta Movimento Nonviolento Jean Marie Muller Il significato della nonviolenza Movimento Nonviolento

60 Bibliografia Johan Galtung La trasformazione nonviolenta dei conflitti EGA Johan Galtung La pace con mezzi pacifici Esperia

61 Bibliografia Pat Patfoort Costruire la Nonviolenza. Per una pedagogia dei conflitti. La Meridana Pat Patfoort Io voglio tu non vuoi. Manuale di educazione nonviolenta. Edizioni Gruppo Abele Pat Patfoort Dfendersi senza aggredire Edizioni Gruppo Abele


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