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PubblicatoPatrizia Lelia Lombardo Modificato 6 anni fa
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esplorazioni e viaggi oltre i confini dell'Impero
Anfore e mercanti ai limiti del mondo conosciuto: esplorazioni e viaggi oltre i confini dell'Impero
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Le anfore antiche: origini, forme, fabbricazione, marchi e rivestimenti interni Anfora romana Dressel 20. I/II sec. d.C.
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Rotte marittime e fluviali sotto l’impero romano e tempi di percorrenza.
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Uno dei più antichi contenitori di vino, con foro e traccie di corde.
Godin Tepe (Iran). Uno dei più antichi contenitori di vino, con foro e traccie di corde. Anfore anatoliche dell’inizio dell’età del Bronzo. Della fine dell’età del Bronzo.
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Syros. Antico Cicladico II a.C. “Vaso a padella” (?) con scena marinara
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Cronaca di un lungo viaggio
Affreschi di Thera. Akrotiri. Cronaca di un lungo viaggio per mare che prevede una serie di tappe intermedie. XVII sec. a.C. Atene. Museo Archeologico Nazionale. Lampughe o caponi L’inizio è stato identificato con l’isola di Thera, la fine con una località occidentale, forse l’Acropoli di Lipari.
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Bicchiere campaniforme: Malpasso, S. Ippolito II; I; III.
III/II millennio a.C.
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Castellammare del Golfo. Grotta dell’Uzzo
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Castellammare del Golfo. Grotta dell’Uzzo
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Chiesa Madre. Ansa bifida a piastra della
Anfora locale con imboccatura a staffa di tipo miceneo da Chiesa Madre a Gaffe (Agrigento). Fine XV sec. a.C. Chiesa Madre. Ansa bifida a piastra della cultura di Thapsos con appendici corniformi. XIV sec. a.C.
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Statua di terracotta di divinità maschile con cornice da Piano Vento
Statua di terracotta di divinità maschile con cornice da Piano Vento. Fine III millennio a.C.
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Modellino antropo-teriomorfo dal santuario di Piano Vento
(Palma di Montechiaro). Fine III millennio a.C. Ceramica cicladica di stile melio di tradizione tardo mesoelladica.
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Modellino di capanna tempietto dal santuario di Baffo superiore
A Monte grande. XIX – XVII sec. a.C. Altro modellino fittile castellucciano di capanna tempietto da contrada Ragusetta (Palma di Montechiaro). XIX – XVII sec. a.C.
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Filicudi. Capo Graziano. Villaggio dell’età del Bronzo (1850/1250)
Ustica. Villaggio dei Faraglioni. (1850/1250) Lipari. Sciara di ossidiana e pomice a Canneto
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Lipari. La Canna. Ceramiche dal relitto (?) di Pignataro di fuori (1850 a.C.), in realtà franate dal Monte Rosa, come narra Spallanzani nel settembre 1788. Da E. Ciabatti, L. Bernaò Brea
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Monte Grande. Ceramica mesoelladica con imbarcazioni graffite.
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Monte Grande (Agrigento). Calcara Tabulae sulfureae III d.C. Pettine orientale da Marcita (Mazara)
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Calcara moderna a Monte Grande per l’estrazione dello zolfo. Panetto di zolfo da strati castellucciani. XVIII sec. a. C. Cassonetto per lo zolfo del XVIII sec. a. C.
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Imbarcazione graffita da Cannatello (AG). XIV sec. a.C.
Idoletti castellucciani. XVIII sec. a.C. Imbarcazione graffita da Cannatello (AG). XIV sec. a.C. Ceramica micenea da Cannatello (AG). XIV sec. a.C.
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Agrigento. Anforetta triansata micenea di produzione argolica. XIII sec. a.C.
Rondelle da Monte Grande (AG) con indicazioni parascrittorie. Pietra talismanica in agata da Monte Grande.
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Corredo di bronzi da contrada Capreria (AG). Seconda metà del XIII sec
Corredo di bronzi da contrada Capreria (AG). Seconda metà del XIII sec. a.C.
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Segni della “scrittura eoliana”. XIV/XIII sec. a.C.
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Segni su ceramica da Monte Grande. XVIII sec. a.C.
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Segni e rondelle graffite
da Monte Grande. XVIII sec. a.C.
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Panarea. Villaggio di Cala Junco (1450/1250 a.C.)
Anfora a staffa micenea per olio dalla Secca di Filicudi (c.a a.C.) Panarea. Villaggio di Cala Junco (1450/1250 a.C.)
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nella classificazione di Virginia Grace.
Contenitori ed anfora egiziana. II millennio a.C. Orci egiziani da vino dipinti a zebra o “a sgocciolio” da Abido dalla tomba del re Scorpione a.C. (da Patrick McGovern, L'archeologo e l'uva. Vite e vino dal Neolitico alla Grecia arcaica, 2006. Anfore cananee nella classificazione di Virginia Grace.
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Palazzo cananeo del XIX secolo a. C
Palazzo cananeo del XIX secolo a.C. a Tell Kabri (Galilea), del Bronzo Medio (MB I), con affreschi in stile minoico e 40 anfore con residui vinosi, datate al 1700 a.C. (scavi 2010/2013).
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Anfore fenicio - puniche
D A Anfore fenicio - puniche Recupero di una Mañá D Nora
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Classificazione delle anfore puniche di Mañá (1952). Anfore Maňa A
Antiquarium di Terrasini (Palermo). Anfore Maňa A dal Canale di Sicilia. Museo di Palermo.
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Askalon (1997/9 Ballard – Stager).
– 880 m. Relitto fenicio A “Tanit” (l. 11,50x4,50 m.). 750/700 a.C.
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Askalon (1997/9 Ballard – Stager).
– 880 m. Relitto fenicio B “Elissa” (l. 12x5,50 m.). 750/700 a.C.
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Relitto cd. del Melqart 450 a.C. Alla ricerca della HMS Sussex, con un carico in oro di 500 milioni di dollari nel 1998. - 900 m. c.a
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Anfore puniche da Cartagine e da altri siti mediterranei. Classificazione di Mañá. Tipo A.
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Classificazione di Mañá.
Anfora punica Mañá C 2 da Cala Gadir (Pantelleria). Resinatura interna. Classificazione di Mañá. Tipi B e C.
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Classificazione delle anfore puniche in cinque
Museo di Palermo. Anfore puniche da Ustica, Pantelleria e Secca Formica (Palermo). Classificazione delle anfore puniche in cinque tipi di Mañá. Anfora “a carota” da Lilibeo
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Cala Gadir (Pantelleria). Relitto del II/I sec. a.C. (foto Chioffi).
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Resti lignei dello scafo
Cala Gadir (Pantelleria). Resti lignei dello scafo (foto Chioffi).
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Cala Gadir (Pantelleria). Relitto del II/I sec. a.C. con anfore puniche e romane (foto Chioffi).
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Cala Gadir (Pantelleria).
Sono evidenti i danni del giacimento. Cala Gadir (Pantelleria). (foto Chioffi).
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Cala Gadir (Pantelleria). Le ancore della nave (foto Chioffi).
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Bolli in anfore di Pantelleria. (foto Chioffi).
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Anfore puniche e greche del V/IV sec. a.C. dalla necropoli di Panormo.
Museo di Palermo. Anfore puniche e greche del V/IV sec. a.C. dalla necropoli di Panormo.
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Anfore puniche a Pantelleria
(foto Chioffi). III/II sec. a.C.
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Anfore puniche di Pantelleria.
(foto Chioffi).
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Mozia. Anfore puniche del II/I sec. a.C. da Lilibeo (Marsala). Scopello (Trapani). Fornaci puniche di Cetaria (?). III/II sec. a.C. Marsala. Baglio Anselmi. Anfora punica di Malta. IV/III sec. a.C.
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Scopello. Scoglio Fungia (Cetaria ?)
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Guidaloca (Scopello).
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Anfore etrusche Fattoria etrusca a Lattara (Lattes, Montpellier).
625/400 a.C. , con anfore vinarie sigillate da Cerveteri. Piattaforma per la pressa dell'uva. 425 a.C. Lattes Francia Anfore etrusche
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Anfore etrusche a Camarina.
VI sec. a.C. Classificazione delle anfore etrusche effettuata dai coniugi Py, anche in base a quelle del relitto di Bon Porté (Francia), da Vulci. Marsala. Collo di anfora etrusca dal Canale di Sicilia. VI sec. a.C.
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Anfore greche Museo di Bodrum. Sala delle anfore.
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Classificazione delle anfore di Corinto della Koehler.
Corinzia A Classificazione delle anfore di Corinto della Koehler. Anfore corinzie per l’olio del VI sec. a.C. a Camarina.
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di Cristina Koehler. Corinzia B
Classificazione delle anfore di Corinto di Cristina Koehler. Corinzia B V a.C. VI a.C. Anfore corinzie del VI/V sec. a.C. per vino, a Palermo IV/III a.C. Marsiglia.
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Il relitto di Stentinello nelle acque tra Santa Panagia e Thapsos, a pochi km da Siracusa, ad una profondità di circa 10 metri con anfore del tipo Corinzio B databili tra il IV e gli inizi del III sec. a.C. Tuttavia queste anfore dalla tipica bocca ovale sono state recentemente riclassificate e attribuite o a fabbriche corciresi o, addirittura, magno greche. Ma la scoperta veramente eccezionale è costituita dal rinvenimento di alcune zanne di elefante. Frammenti di almeno 5 zanne, tra le quali una completa. Si tratta, evidentemente, di una limitata spedizione di avorio inserita in un carico destinato ad alimentare il ricco artigianato di Siracusa a quel tempo particolarmente ricco e fiorente.
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Relitto di Stentinello . IV/III a .C.
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Gela. Contrada Bufala. Relitto degli inizi del VI sec. a. C
Gela . Contrada Bufala. Relitto degli inizi del VI sec. a. C. con un carico di 39 lingotti di oricalco, lega all’80% rame e 20% zinco, terzo metallo prezioso nell’antichità. Recuperata anche una macina in pietra lavica e una statuetta raffigurante la dea Demetra, alta circa 30 cm. Sono state effettuate analisi con XRF portatile della Thecnology for Quality di Genova. Sesterzio di Adriano. V/ Felicitas. Questo sesterzio è stato spatinato ed emerge l’oricalco vivo . Roma. 119 d.C.
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Il relitto di Murcia (Spagna, 2010), datato 620 a. C
Il relitto di Murcia (Spagna, 2010), datato 620 a.C., contiene il maggior carico di zanne d’elefante di epoca fenicia mai scoperto fin’ora. Dal giacimento a 20 m. s.l.m sono state estratte fino a 20 zanne di elefante nordafricano e piu di 25 pezzi frammentati. Il valore aggiunto di questa straordinaria scoperta sono le iscrizioni in lingua fenicia, tracciate sui reperti. Sono stati anche rinvenuti lingotti di stagno e rame per la produzione del bronzo, noduli di galena argentea e un corredo di ceramica fenicia del VII sec. a.C.
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Nel relitto di Murcia sono stati anche recuperati reperti destinati al commercio con le elite locali, come un piedestallo in pietra finemente decorato, dei pezzi in bronzo di un lettino in avorio, impugnature di pugnali, pettini in legno e diversi oggetti in ambra. Si stima che l’imbarcazione sia stata lunga almeno 20 m. (molto piu di quella di Mazarron).
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porti di Kenchreai e di Lechaion
Pannello in opus sectile dal porto di Kenchreai (V sec. d.C.) Istmo di Corinto e i porti di Kenchreai e di Lechaion
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Anfore di Rodi, per vino ed di Atene, per olio.
Antiquarium di Terrasini. Museo di Palermo
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Museo di Palermo. In primo piano, anfora attica per olio, dietro anfore chiote e corinzie del V sec. a.C. dalla necropoli di Palermo. Anfore di Coos. Museo di Palermo. Anfora di Chio. V sec. a.C. Chio.
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Isola di Chio (Grecia). Raccolta del mastice. La resina del lentisco.
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Anfore di Cnido Anfore di Thasos Anfore di Lesbo Museo di Palermo. Anfora di Lesbo. V sec. a.C. Camarina. Anfora di Lesbo. VI sec. a.C.
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Museo di Palermo. Anfora di Chio. V sec. a.C. Anfora di Thasos. V sec. a.C.
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Magazzini del Museo di Palermo.
Graffito in anfora di Pantelleria.
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Antiquarium di Terrasini (Palermo). Anfora greca IV sec. a.C. Anfora greco – italica. III sec. a.C. II sec. a.C.
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Anfore romane Fermentazione del mosto nei dolia a Tourelle (Francia).
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Opercolo in pozzolana e tappo in sughero all’interno di un collo di anfora Dressel 1 dal relitto della Madrague de Giens (I sec. a.C.) Stivaggio delle anfore. La ricostruzione in basso è errata.
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Anfore greche di Coos Anfore romane Dressel 9 Museo di Bodrum
Stivaggio a quadrato e a quincunce Anfore romane Dressel 9 Museo di Bodrum
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Classificazione di Ulrico Dressel
Antiquarium di Terrasini (Palermo). Anfora Dressel 2-5 dal Canale di Sicilia. I sec. a.C.- I sec. d.C. 2 3 5 6 7 1 9 26 20 27 Dressel 20 Classificazione di Ulrico Dressel delle anfore del Castro Pretorio (Roma).
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Roma, Testaccio. Cantina con frantumi di anfore Dressel 20
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Carico di anfore Dressel 2/5
Lipari. Antiquarium. Il relitto di Panarea. III sec. a.C. Carico di anfore Dressel 2/5 dalla Secca di Capo Graziano (Filicudi).
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Il relitto Roghi a Filicudi
con un carico di anfore vinarie italiche del II/I sec. a.C. Antiquarium di Lipari. Impronta digitale su bollo “Daedali”
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Anfora Dressel 21/22 dal Canale di Sicilia.
Antiquarium di Terrasini (Palermo). Anfora Dressel 21/22 dal Canale di Sicilia. I sec. d.C.
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Antiquarium di Terrasini. Anfore vinaria italica e rodia
del II/I sec. a.C. Marsala. Baglio Anselmi. Anfore greco italiche del III sec. a.C., apule del I a.C., africane del III sec. d.C. Spalle di vinarie da un relitto della Triscina (Selinunte). I sec. a.C.
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Anfore greche e romane Museo di Bodrum
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Anfore dal Canale di Sicilia.
Marsala. Baglio Anselmi.
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Anfora sud gallica del II/III sec. d.C.
Favignana (?). Anfora sud gallica del II/III sec. d.C. Museo di Palermo.
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Il relitto della Secca dei mattoni di Ponza. I sec. a.C.
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Dig Alfenus 5 Dig. a Paulo Epit. In navem Saufeii cum complures frumentum confuderant, Saufeius uni ex his frumentum reddiderat de communi et navis perierat: quaesitum est, an ceteri pro sua parte frumenti cum nauta agere possunt oneris aversi actione. Respondit rerum locatarum duo genera esse, ut aut idem redderetur (sicuti cum vestimenta fulloni curanda locarentur) aut eiusdem generis redderetur (veluti cum argentum pusulatum fabro daretur, ut vasa fierent, aut aurum, ut anuli): ex superiore causa rem domini manere, ex posteriore in creditum iri. idem iuris esse in deposito: nam si quis pecuniam numeratam ita deposuisset, ut neque clusam neque obsignatam traderet, sed adnumeraret, nihil alius eum debere apud quem deposita esset, nisi tantundem pecuniae solveret. secundum quae videri triticum factum Saufeii et recte datum. quod si separatim tabulis aut heronibus aut in alia cupa clusum uniuscuiusque triticum fuisset, ita ut internosci posset quid cuiusque esset, non potuisse nos permutationem facere, sed tum posse eum cuius fuisset triticum quod nauta solvisset vindicare. et ideo se improbare actiones oneris aversi: quia sive eius generis essent merces, quae nautae traderentur, ut continuo eius fierent et mercator in creditum iret, non videretur onus esse aversum, quippe quod nautae fuisset: sive eadem res, quae tradita esset, reddi deberet, furti esse actionem locatori et ideo supervacuum esse iudicium oneris aversi. sed si ita datum esset, ut in simili re solvi possit, conductorem culpam dumtaxat debere (nam in re, quae utriusque causa contraheretur, culpam deberi) neque omnimodo culpam esse, quod uni reddidisset ex frumento, quoniam alicui primum reddere eum necesse fuisset, tametsi meliorem eius condicionem faceret quam ceterorum.
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Alfeno nel V libro dei Digesta epitomati da Paolo:
Avendo più persone caricato sulla nave di Saufeio del frumento confondendolo, Saufeio aveva restituito ad una sola il frumento dalla quantità in comune e poi la nave era andata perduta. Si pose la questione se tutti gli altri possano agire con l’azione di diversione del carico contro l’armatore per la loro parte di frumento. <Il giurista> rispose che due sono i generi delle cose locate, in modo che o si restituisca la stessa cosa (così come si danno in locazione al tintore i vestiti affinché li pulisca) o si restituisca <altrettanto> dello stesso genere (come quando è dato dell’argento epurato al fuoco ad un fabbro perché ne siano fatti vasi, oppure dell’oro perché <ne siano fatti> anelli); nella prima situazione la cosa resta del proprietario, nella seconda <questi> diviene creditore. Lo stesso diritto vale per il deposito; infatti, se qualcuno abbia depositato denaro contato cosicché non lo consegni né chiuso né sigillato, ma lo conti, colui, presso il quale è stato depositato, non deve nient’altro che pagare altrettanto denaro. Secondo quanto risulta, il frumento è divenuto di proprietà di Saufeio ed è stato correttamente dato. Ma, se il frumento di ciascuno fosse stato racchiuso in comparti della nave separati da tavole o in sacchi o in altri recipienti in modo tale che si potesse riconoscere di chi fosse, non avremmo potuto farne lo scambio, ed allora colui, al quale apparteneva il grano che l’armatore aveva consegnato, avrebbe potuto rivendicarlo. E perciò <il giurista ha risposto> che non approvava <l’uso del>le azioni di diversione del carico, poiché o le merci erano dello stesso genere di quelle consegnate al marinaio da divenire di proprietà del mercante facendo sorgere un credito e non sembra che vi fosse diversione, poiché erano del marinaio, o erano la stessa cosa che era stata consegnata che si doveva rendere e vi era per il locatore un’azione per il furto e perciò inutile era il giudizio per il carico dirottato. Ma, se il frumento fosse stato dato in modo tale che si fosse potuto adempiere con cose simili, il conduttore rispondeva soltanto per colpa (infatti, in un affare per il quale si concludeva un contratto con una causa rilevante per entrambi, si rispondeva per colpa), né vi era in alcun modo colpa per aver restituito il frumento <tratto dalla massa comune> ad uno solo, poiché era stato necessario cominciare a restituirlo a qualcuno, anche se <in questo modo l’armatore> rendeva la condizione di costui migliore rispetto a quella degli altri.
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Il relitto della Secca dei mattoni di Ponza. I sec. a.C.
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Grano nel relitto Lauron 2 (Francia)
Sitophilus granarius (gorgoglione, curculio) dal relitto di Cala Cupa nell’Isola del Giglio, con anfore Pelichet 47 del 70 d.C. Grano nel relitto Lauron 2 (Francia) del III sec. d.C.
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Ostia. Le corporazioni dei mercanti. Deigma da Alessandria. II sec. d.C. Marsiglia. Vasetti - campione dell’orzo dei Cavari. I sec. d.C. Mensores di grano in un mosaico africano del III sec. d.C.
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Il trasporto in dolia Bassorilievo da Utica. 200 d.C.
Capacità da 1200 a 3000 l. Bassorilievo da Utica. 200 d.C. Giraglia (Corsica, 2007) - 34 m. Diano marina (Imperia) m.
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Relitto di Diano Marina (I sec. d.C.)
4
89
Relitto dei dolia di Diano Marina.
Il trasporto nei dolia dei Piranii di Minturno. [Ladispoli, Diano, Grand Ribaud D, La Giraglia 2 (Corsica), Ventotene, Nasuto (Elba), S. Giorgio (Civitavecchia), Ile Rousse (Corsica…)]. I/II sec. d.C. Relitto dei dolia di Diano Marina. C. Piranus Philom(u)sus f(ecit) Museo di Palermo. Dolium con tracce di pece.
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Barile dell’età del ferro. Museo di Magonza
Cerchioni di botte (analoghi a Port Vendres) dal relitto della Triscina con anfore spagnole per salsa di pesce (Dressel 14). I sec. d.C. (Quelli in primo piano sono moderni).
91
Frammento di matrice per terra sigillata.
Ancona. Sarcofago Frammento di matrice per terra sigillata. IV sec. d.C. Stele di S. Amaranis. Mérida. I/II sec. d.C. Catacomba romana da Wilpert, 1903 Lastra di loculo dalla Salaria Nova
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Caudicaria romana con botti e fiaschi impagliati. I/II sec. d.C.
Coffa moderna di palma nana siciliana, sistema arcaico per il trasporto di prodotti commerciali. Lucerne ‘da imballaggio’ o ‘da spedizione’. Questa denominazione è stata attribuita alle cd. Vogelkopflampen (lucerne a testa d’uccello) a causa della loro forma, predisposta per favorirne il trasporto ed il commercio (da D. Manacorda, Lezioni di Archeologia)
93
Marsala. Baglio Anselmi.
Museo di Palermo. Antiquarium di Terrasini.
94
Giaretta da Palmira. III sec. d.C. Anfore a bariletto
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Anfore tardo romane bizantine e medievali.
96
Marsala. Baglio Anselmi. Anforetta bizantina del VI/VII sec. d.C. e
brocchetta invetriata rinascimentale dal Canale di Sicilia. Antiquarium di Terrasini (Palermo). Spatheion del IV/V sec. d.C.
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Relitto Levanzo II (2011) Tubuli, anfore Riley 1 B e Levantina. IV sec. d.C. Scavo automatizzato.
98
Relitto Levanzo II (2011) Anfore Keay 52 e Mid Roman 1 B. IV sec. d.C.
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Asinara. Due relitti, uno tardo romano proveniente dalla Lusitania a -200 m.
di profondità, l’altro iberico a -300 m. Anfora iberica dalle Baleari
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Antiquarium di Terrasini (Palermo).
Anfore africane del III sec. d.C. e medioevali del XIII sec. Palermo. Castello della Zisa. Anfora medioevale per olio. XIII/XIV sec.
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Macine nel relitto Nord-Fouras (Saint Tropez)
Macine nel relitto Nord-Fouras (Saint Tropez). Ceramica da Agay e lampadario a sette lumi da Batéguier, nei pressi di Cannes. VIII/X sec. d.C. Altri relitti arabi: Rocher de l’Esteou (Marsiglia), Secca Formica (Palermo), Cala dell’Olandese (Alghero).
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Brocche invetriate arabe del XVIII sec.
dal Canale di Sicilia.
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Il relitto di Pesaro Fornaci ed anfore egiziane
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Acquarello di David Roberts l’ ”Italiana in Algeri”
( ). Rossini nel 1813 musicava l’ ”Italiana in Algeri” La nave turca “Arduz”, di trenta m., fuggita da Trieste, naufragò il 27 nov Castleford Pottery con stemma del luogotenente W. Fitzwilliam Wentworth. Lingotti di ghisa Come zavorra. (da M.C. Profumo)
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Ai limiti del mondo conosciuto: esplorazioni e viaggi oltre i confini dell'Impero
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“Melqart” di Selinunte.
Orcio egizio “a sgocciolio”. 3150 a.C. Terrasini. Anfora cananea (?) dal Canale di Sicilia. Anfora del Antico Elladico II (2500/2300 a.C. ) dal relitto di Dokos in Grecia. Ancore e betili nel Santuario di Biblo. “Melqart” di Selinunte. D. Frey e V. Tusa nel 1976
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Panarea. Villaggio di Cala Iunco. XIV/XIII sec. a.C.
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Maurizio Sarra a Spargi
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Piramide di Kukulkan a Chichén Itzá Testina romana in terracotta di un liberto (III sec. d.C.), ritrovata a Calixtlahuaca in una tomba sigillata da un crollo per un terremoto, avvenuto in Mexico sei anni prima dell’arrivo dei conquistadores.
110
Mosaico da Grotta Celoni (Roma. Palazzo Massimo alle Terme).
Ragazzo con ananas (?) (Ginevra. Museo des Arts et Histoire). III/IV d.C. Elio Cadelo, Quando i romani andavano in America, Palombi, 2009. Mosaico da Grotta Celoni (Roma. Palazzo Massimo alle Terme). I a.C./I d.C.
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Isola di Berlenga (Portogallo). Recupero di ceppi plumbei
Isola di Berlenga (Portogallo). Recupero di ceppi plumbei. Uno di questi ceppi è stato datato tra la fine del V e la metà del IV sec. a.C. in base alle analisi del C 14.
112
Ancora litica con fori per l'inserimento delle marre e di un ceppo ligneo da Dorset (Inghilterra)
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Rotte greco-romane per l’India. I sec. a.C./IV sec. d.C.
Monumento di ancore egizie sulla sponda dell’Oceano. (II millennio a.C.). Ridosso costiero lungo le coste arabe.
114
Ritrovamenti di monete romane in India.
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Il papiro di Vienna relativo ad un prestito marittimo per un viaggio di andata e ritorno effettuato in India nel II sec. d.C. (Pap. Vindob. G ).
116
sito di un relitto romano Berenice. Magazzini del porto
Zabargad in Mar Rosso, sito di un relitto romano del I sec. a.C. sulla rotta per l’India. Berenice. Magazzini del porto con anfore romane del IV-V sec. d.C.
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Zabargad. Anfore romane Dressel 2-4 del I sec. a.C. (foto Dilenge).
118
Zabargad (foto Dilenge). In primo piano un’anfora vinaria italica (Dressel 1A) del I sec. a.C.
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di provenienza campana del I sec. a.C. (foto Dilenge).
Zabargad. Anfore romane di provenienza campana del I sec. a.C. (foto Dilenge).
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Anfore vinarie italiche e Dressel 2-4, probabilmente esportate
Zabargad. Anfore vinarie italiche e Dressel 2-4, probabilmente esportate dalla Campania con il “dolce vino dei Yauna”.
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romano Impero Han Impero partico kushano Regno di Meroe Regno axumita
Andhra Nabatei centri Coptos grano lino romano Impero Han Impero partico Regno axumita incenso cavalli mussolina pietre preziose avorio pepe perle seta pelli Regno di Meroe corna di rinoceronte Axum Adulis Alessandria Petra rame oro olio vino stagno acciaio schiavi ambra Antiochia Celti Germani Sarmati spezie testuggine Unni Sabei Omeriti Berenice Myós Hormos Rhaptà Kanè Gerra Apologos Ctesifonte Roma Muziris Ch’ang-an profumi Barygaza Barbarikón Muza Gange Śaka Battriani Meroe cassia corna di rinoceronte riso legname mirra datteri Malaò d’oltremare Tassila Bactra Oc-eo Poduke Loyang Chola Chera Pandya nardo Indo- parti Omana? kushano Via della Seta Merv
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Rotte e regime dei venti e delle correnti.
Pompei. Divinità indiana in avorio, anteriore al 79 d.C.
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Iscrizione di C. Numidio Erote, liberto di Annio Plocamo.
3 febbraio 2 a.C. Paneion di Wadi Menih.
124
Iscrizione di Gaio Peticio. Bassorilievo dei Peticii
Paneion di Wadi Menih. Iscrizione di Gaio Peticio. I sec. a.C. Bassorilievo dei Peticii al Museo dell’Aquila in Abruzzo. I sec. a.C.
125
P.Vindob. G (metà II d.C.)
126
P.Vindob. G (metà II d.C.)
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Assarca. Eritrea. VII sec. d.C.
128
Assarca. Eritrea. VII sec. d.C.
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romano Impero Han Impero partico kushano Regno di Meroe Regno axumita
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Nel a Kadakkarapally nel Kerala, in località Thaikkal , è stata rinvenuta una imbarcazione datata al 1020/1160 d.C. Di fabbricazione locale, presenta tuttavia chiodatura in ferro, anteriore all’arrivo dei Portoghesi alla fine del XV sec., comparti, anche se non stagni, come le giunche cinesi, e alcune caratteristiche delle imbarcazioni cucite, come quelle faraoniche (Cheope).
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Nonostante opinioni diverse, sembra che tradizioni diverse, di lunga durata siano state assorbite in una costruzione locale, inadatta per affrontare traversate in mare aperto.
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Il sambuco bruciato era lungo dai 40 ai 50 metri per una larghezza di circa 8/10 metri. Queste navi operavano in Mar Rosso e venivano utilizzate per il trasporto di merci provenienti dall’Estremo Oriente e persino dalla Cina, destinate ai mercati arabi ed egiziani ma soprattutto rivendute in occidente. Sambuco arabo con porcellane cinesi del XVII sec. Rinvenuto nel 2006 dalla Compagnia del Mar Rosso a Umm Lajj (Arabia Saudita), a 13 miglia dalla costa a 20 m. di profondità.
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Il carico è costituito da un incredibile cumulo di piccole anfore di terracotta di tipi diversi nella zona poppiera della nave, numerose tazzine di porcellana, oltre a grandi giare, caratterizzate da incisioni, grosse maniglie tonde e piccoli vasi.
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Le tazzine rinvenute sono colorate di rosso, oro e altri smalti colorati normalmente non usati in Cina, imitando quello che era lo stile giapponese della decorazione. Sulla spinta delle richieste sempre crescenti provenienti dai mercati europei, la produzione di porcellane a smalti policromi si adeguò e, già a partire dal XVII secolo, le porcellane venivano suddivise per colore: famiglia verde, famiglia gialla, famiglia rosa e famiglia nera, in base ai colori predominanti nella decorazione che invade l’Europa pervasa dal gusto per le chinoiseries. La famiglia rosa può considerarsi forse l’unico contributo dato dall’occidente alla Cina. Lo smalto rosa chiamato porpora di Cassio, dal nome dell’olandese Andreas Cassius di Leida che lo scoprì nel 1671, e’ un colore derivato dal cloruro d’oro, reso opaco con l’aggiunta di ossido di stagno e chiamato dai cinesi fencai, ovvero colore pallido o yangcai, colore straniero.
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