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Laboratorio di Educazione Museale Elisa Agnoletti (2658390) slides 1-8 e 25-27 Laura Rigacci (5061568) slides 9-17 e 20 Adriana Rullo (5953000) slides.

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1 Laboratorio di Educazione Museale Elisa Agnoletti ( ) slides 1-8 e Laura Rigacci ( ) slides 9-17 e 20 Adriana Rullo ( ) slides e 21-24 Attività: Percorso di educazione museale. L’arte di osservare: Visual thinking strategy Organizzatore: gruppo MCE Tutor: Marianna Di Rosa Data: 02/12/2017

2 Museo Archeologico di Firenze
Arrivo al museo All’ingresso del museo c’è una cartina che raffigura la costa della Toscana (infatti al piano terra troviamo la riproduzione di di tre tombe etrusche). ). Inizio… Esposizione del programma della giornata e delle attività. Presentazione del gruppo e richiamo di ricordi ed emozioni dell’infanzia suscitate dalla visita ad un museo.

3 Post-it Ciascuno di noi è stato invitato ad esprimere con una parola le proprie aspettative ed emozioni legate alla giornata.

4 1° attività: “Leggere” un’ opera d’arte
Ci siamo divisi in gruppi e ad ognuno è stato consegnata una scheda da compilare relativa ad una determinata tomba etrusca. Noi avevamo la Tomba dei Flabelli a Populonia.

5 Compilazione scheda assegnata leggendo le didascalie dei reperti interessati.
Alcuni reperti della Tomba dei Flabelli.

6 La tomba è divisa in varie sezioni, ognuna riguardante un aspetto della vita quotidiana del defunto. Es. in queste immagini abbiamo il banchetto e la toeletta. Queste poi sono seguite da reperti relativi alla sezione interessata.

7 Ogni gruppo ha poi esposto i risultati della sua ricerca, mettendo in luce aspetti positivi e negativi dell’esposizione museale in relazione ad una visita didattico-museale. Ventaglio della Tomba dei Flabelli E’ uno dei reperti maggiormente ammirati e commentati perché fatto di bucchero, una ceramica ottenuta dagli Etruschi tramite una particolare lavorazione.

8 Criticità emerse dal lavoro di gruppo:
. Mancanza della data degli scavi di ritrovamento dei reperti, importante perché oggi tengono in considerazione aspetti che in passato venivano tralasciati. . Mancata ricostruzione dell’ambiente in cui si usavano i reperti o se la ricostruzione c’è è poco chiara come si può vedere dalla foto. .Nelle didascalie il linguaggio è troppo complicato, per specialisti del settore quindi poco comprensibile e molto sintetico. . Mancanza di un rimando al sito archeologico originale con le con giorni, orari e modalità per visitarli.

9 2° attività: Osservazione e descrizione
La tutor Di Rosa ha diviso i partecipanti in due gruppi e ha chiesto ai componenti di un gruppo di descrivere un reperto e ai componenti dell’altro gruppo di descrivere un altro reperto, entrambi scelti da lei. La tutor ha volutamente omesso dettagli riguardanti i reperti per non influenzare le descrizioni e per favorire il successivo confronto.

10 Ecco le nostre descrizioni:

11 Dopo aver descritto il reperto la tutor ci ha chiesto di scambiare tra di noi le descrizioni, così ogni partecipante al laboratorio ha letto agli altri, disposti in cerchio, la descrizione anonima di un collega. Lo scopo di questa attività di rilettura era quello di sottolineare l’importanza della capacità di osservare più dettagli possibile di un reperto e di saperli raccontare a chi non ha l’oggetto davanti agli occhi. Dettaglio: rottura della parte superiore della brocca in bucchero.

12 Criticità emerse dal lavoro di gruppo:
Dopo aver letto attentamente tutte le descrizioni abbiamo fatto alcune considerazioni riguardo le imprecisioni emerse con maggior frequenza: Scarso uso di termini come “probabilmente”, “presumibilmente”,“forse” (non si hanno certezze ma spesso si formulano ipotesi). Solo alcune descrizioni contenevano indicazioni sulla dimensione (ad occhio) dell’oggetto e sullo stato di conservazione. Utilizzo di termini soggettivi (“bello”, “di bella fattura”). Solo alcune descrizioni contenevano indicazioni sui possibili usi dell’oggetto.

13 Criticità dell’allestimento museale:
Le didascalie non riportano informazioni dettagliate sul reperto. Mancanza della data della campagna di scavo. Mancanza di informazioni riguardo il probabile uso degli oggetti. Sarebbe stato interessante prevedere un approfondimento sul bucchero: ceramica nera, lucida ottenuta dagli Etruschi mediante una cottura particolare.

14 Riflessioni personali sull’attività
L’attività svolta consente di approfondire l’osservazione di un reperto o di un’opera che molto spesso avviene in modo frettoloso e superficiale. L’osservazione attenta e la descrizione del reperto sono state coinvolgenti e hanno stimolato il confronto tra i partecipanti. La possibilità di ricevere un feedback immediato da parte della guida su ciò che andava bene e ciò che mancava nelle descrizioni ci ha suggerito spunti per le attività future. Attività di facile realizzazione e riproducibilità anche in classe (descrizione un compagno, un luogo o un oggetto).

15 3° attività: Turn and talk
Descrizione collettiva della Chimera D’Arezzo Da piccoli avevate paura di un mostro? Come era?

16 La descrizione dell’opera o del reperto non viene fornita dalla guida museale e recepita passivamente dai visitatori. Nella descrizione collettiva sono i visitatori stessi che in una sorta di “brainstorming guidato”, introducono concetti e parole che danno il via a nuovi concetti e parole espressi dagli altri partecipanti. Capra Bronzo Serpente Leone Cosimo I Pronta all’attacco Senza occhi In movimento Potenza Ferita Morde se stessa

17 La descrizione si compone come un puzzle di parole espresse da persone diverse, messe insieme dalla guida che indirizza la conversazione. In questo modo la descrizione è fatta in modo attivo dal visitatore, legata alle emozioni e sicuramente più persistente. Incisione sulla zampa anteriore destra: dedica votiva alla dea etrusca Tinia. Chimera che morde se stessa: probabilmente la coda è stata ricollocata in modo errato poiché non è quella originale.

18 La postura della Chimera (corpo appiattito e zampe retratte pronte al balzo), il modo in cui sfodera gli artigli, l’espressione decisa del viso, insieme al foro sulla parte posteriore del corpo (probabilmente causato da una freccia) e le ferite, fanno ipotizzare che sia in posizione di attacco durante un combattimento.

19 Criticità emerse dal lavoro di gruppo:
• Oltre alla statua della Chimera non vi era nulla all’interno della stanza che aiutasse a comprendere meglio l’opera. • Non erano presenti riferimenti al periodo storico e artistico legati alla realizzazione della Chimera. • Non c’erano immagini del luogo in cui la Chimera si trovasse prima di essere trasferita al museo e quindi dell’uso effettivo che ne veniva fatto.

20 Riflessioni personali sull’attività
L’attività svolta consente di produrre una descrizione legata alle emozioni e alla partecipazione e quindi persistente. La descrizione fatta in gruppo è stata coinvolgente e ci siamo sentite a nostro agio nell’intervenire e apportare contributi alla conversazione. Esperienza interessante da riprodurre in classe per stimolare la partecipazione degli alunni. Si può sfruttare la tecnica del Turn and talk per introdurre un nuovo argomento partendo da una domanda che stimoli gli interventi degli alunni.

21 4° attività Osservazione di gruppo della
Testa di Cavallo Medici-Riccardi

22 Come ultima opera del museo la tutor ci ha invitato ad osservare la Testa di Cavallo Medici-Riccardi. E’ stata un’attività molto importante perchè ancora una volta siamo partiti dall’opera per arrivare a ricostruire il contesto storico (con alcune notizie certe ed altre probabili). La Testa di Cavallo Medici-Riccardi è una delle prove della passione della famiglia Medici per l’arte e del suo utilizzo come dimostrazione della potenza della famiglia fiorentina

23 DEDUZIONI E... la Testa di Cavallo Medici- Riccardi era situata nei giardini di Palazzo Medici Riccardi e veniva utilizzata come fontana: cio’ fa dedurre un grande amore per l’arte da parte dei Medici, il desiderio di ostentarla per far vedere la propria grandezza. Il fatto che fosse utilizzata come fontana ha rovinato con il tempo il bronzo con cui è fatto il cavallo. E’ un cavallo appartenuto ad un cavaliere importante perché è molto curato. Sono i particolari a far intendere che sia appartenuto ad un nobile.

24 ...CRITICITA’ Ancora una volta non è presente niente oltre al nome dell’opera e al materiale di cui era fatta, che spieghi bene la storia dell’opera stessa e del perché la famiglia dei Medici avesse deciso di tenerla così ben esposta in giardino al punto da farne una fontana. Non è sottolineato il fatto che sia una delle opere greche meglio conservate a tema equestre e che abbia ispirato tutti gli artisti del Rinascimento. Non viene spiegato che è stato possibile effettuare una datazione, grazie allo studio chimico del tipo di bronzo utilizzato (informazione fornito dalla guida). Non viene raccontato il bellissimo percorso di restauro avvenuto sotto gli occhi dei visitatori poco tempo fa.

25 Il pomeriggio… L’attività di laboratorio sarebbe dovuta continuare con la visita alle Cappelle Medicee che purtroppo erano chiuse. Siamo andati in facoltà per completare l’attività.

26 In facoltà… La tutor ci ha chiesto di disegnare la nostra mano ma dandoci alcune regole: La prima volta dovevamo disegnare la mano senza mai guardarla, poi ci ha fatto ripetere la stessa attività ma potendo guardare una sola volta la mano e i risultati sono quelli della foto. Tramite questa tecnica si toglie l’imbarazzo del disegno.

27 Al termine… Come all’inizio ci è stato chiesto di scrivere su un post-it una sola parola che racchiudesse l’intera giornata. Le parole più usate sono state curiosità, scoperta, meraviglia. Abbiamo provato a vedere le cose in modo diverso, non classico e ci siamo divertiti molto, un’esperienza sicuramente ripetibile in classe con i bambini.


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