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PubblicatoFilippa Lolli Modificato 6 anni fa
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Il doping. Il doping, in italiano dopaggio,consiste nell'assunzione (o abuso) di sostanze o medicinali con lo scopo di aumentare artificialmente il rendimento fisico e le prestazioni dell'atleta. II ricorso al doping avviene in occasione di una competizione agonistica ed è un'infrazione sia all'etica dello sport sia della scienza medica. Due sono le possibili origini della parola: una è “dop”, bevanda alcolica usata come stimolante nelle danze cerimoniali del sud Africa nel XVIII secolo; l’altra è la parola olandese “doops”,una salsa densa, che entrò nello slang americano per descrivere come i rapinatori drogassero le proprie vittime mescolando tabacco e semi dello stramonio, sostanza ricca di alcaloidi che causa sedazione, allucinazioni e smarrimento. Fino al 1889, la parola “dope” era usata relativamente alla preparazione di un prodotto viscoso e denso di oppio da fumare e durante gli anni novanta si estese a qualsiasi droga narcotico-stupefacente. Nel 1890, “dope” era riferito alle droghe usate per migliorare la prestazione dei cavalli durante le corse.
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Storia del doping Il doping ha la stessa età dello sport. Pare che i gladiatori prima di scendere nell’arena assumevano bevande e intrugli vari. Si ha notizia di preparati a base di frutta fermentata a elevato contenuto alcolico (per conferire all'atleta euforia e ridurre la paura dello scontro), di alimenti preparati con interiora e testicoli di toro, di estratti di passiflora e tiglio. I paesi dell'Europa dell'est hanno recitato il ruolo di precursori in questo campo, applicando il doping in maniera sistematica dagli anni cinquanta agli anni ottanta soprattutto sugli atleti che partecipavano alle Olimpiadi. Poco si sapeva degli effetti collaterali, mentre evidenti erano i miglioramenti in termini di struttura fisica e risultati agonistici, specialmente per le atlete donne che venivano "trattate" con ormoni maschili. Ciò ha portato a gravi danni fisici e c'è anche chi addirittura come la pesista Heidi Krieger è stata costretta, visti gli ormai enormi cambiamenti nel fisico, a diventare uomo.
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Nel 1967 ci fu un clamoroso caso di morte causata dal doping, quello di Tommy Simpson. Infine l’ultimo caso di doping è capitato ad Alex Shwazer che gareggiò vincendo la gara di Barcellona 2014,dopo aver fatto il test si accorsero che era sotto l’effetto di stupefacenti. Casi clamorosi sono stati quello di Ben Johnson, squalificato ai Giochi olimpici di Seul nel 1988 dopo aver vinto la corsa dei 100 metri piani e stabilito il nuovo record del mondo (che venne annullato), e quello di Marion Jones che confessò l’uso di doping e per questo perse le sue medaglie olimpiche. Viene impropriamente ricordato anche il caso di Marco Pantani, escluso dal Giro d'Italia del 1999 alla vigilia della penultima tappa mentre era in testa alla classifica; in realtà Pantani non risultò positivo a sostanze dopanti, ma il suo ematocrito era superiore al valore massimo consentito e ciò comportò una sospensione cautelare dell'atleta a tutela della sua salute (in seguito vennero modificati i metodi di analisi risultati scientificamente non sufficientemente precisi). Uno dei casi più noti di doping è il ciclista Lance Armstrong nel 2012, il quale riuscì a vincere 7 Tour De France consecutivi (dal 1999 al 2005); dopo varie e approfondite analisi nell'agosto 2012 si scoprì che il texano aveva fatto uso di sostanze dopanti dopo aver sconfitto un tumore: ciò gli costò il bando a vita dal ciclismo.
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Cosa prevede la legge? Il Comitato Olimpico Internazionale ha stilato un elenco di farmaci "proibiti", costantemente aggiornato, e i regolamenti sportivi vietano il doping, specificando tipologie e dosi dei farmaci consentiti, e mettono per iscritto l'obbligo per gli atleti di sottoporsi ai controlli antidoping, che si effettuano mediante l'analisi delle urine e anche del sangue. Gli atleti che risultano positivi alle analisi vengono squalificati per un periodo più o meno lungo; nei casi di recidiva si può arrivare alla squalifica a vita. Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha un istituto con un'apposita agenzia, la WADA, che si occupa della lotta al doping. Negli ultimi anni in Italia e altri paesi il doping è diventato un reato, sotto la fattispecie della frode sportiva. È del 14 dicembre 2000 la legge n. 376 "Disciplina della tutela sanitaria delle attività sportive e della lotta contro il doping" che consente un'individuazione più precisa del fenomeno doping e permette di colpire più efficacemente una pratica che in precedenza era sanzionabile solo sul piano sportivo. È punibile sia l'atleta che fa uso di sostanze dopanti, sia il medico che le prescrive o somministra, sia chi fa commercio dei farmaci vietati.
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Nonostante i controlli, l'uso di sostanze e terapie dopanti è diffuso non solo nello sport professionistico, ma anche in quello dilettantistico e perfino amatoriale. Attorno al fenomeno del doping c'è un giro d'affari che in Italia è stimato in circa 600 milioni di Euro. Non tutti infatti concordano con la negatività del doping nella pratica sportiva. Vi è infatti chi sostiene che sarebbe più logico liberalizzare il doping in quanto troppo diffuso nella maggior parte degli sport agonistici e quindi fattore discriminante tra chi ne fa uso e può quindi vincere le gare e chi non ne fa uso. Vi è infine un appunto riguardante la relatività del doping. Quelle sostanze che oggi non sono considerate dopanti in un futuro non molto lontano potrebbero essere considerate tali. Ciò creerebbe, secondo alcuni, diversità di trattamento tra gli atleti, di oggi e di domani
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SPORT E DOPING Sono stati presi in considerazione 1017 soggetti praticanti sport a livello agonistico, 192 di sesso femminile di età media di 20.2 anni, statura cm, peso 57.6 kg (DS 8.49) e 825 di sesso maschile di età media anni., statura cm. Sport n % Arrampicata 2 1.04 Atletica 40 20.83 canoa e canottaggio 27 14.06 Ciclismo 8 4.17 Ginnastica artistica 5 2.60 Nuoto 9 4.69 Pattinaggio Pallavolo 24 12.5 sci nordico 62 32.3 tennis e squash 7 3.6 totale 192 100
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Fermentazione dei muscoli da doping
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Metodi di doping più diffusi
Nettamente più diffuso è naturalmente l'uso di integratori che sono assunti da 615 atleti pari al 74.5%. Molti fanno uso di più di 1 prodotto. In particolare 450 soggetti pari al 54.5% usano assumere 2 prodotti, 188 soggetti pari al 22.8% ne assumono 3, 88 soggetti pari al 10.6% ne assumono 4 ed infine 11 soggetti (1.3%) ne assumono 5. Per quanto riguarda il sistema di integrazione usato il più diffuso è quello che fa ricorso ai sali minerali che rappresenta il 31.3% degli integratori ed è usato dal 51.49% degli atleti. Seguono a valori molto simili aminoacidi ramificati e carboidrati in particolare sotto forma di maltodestrine. Entrambi coprono circa il 18% dell'integrazione e sono usati da circa il 30% degli atleti.
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Effetti sulla salute Alcune sostanze hanno effetti terapeutici come la somatotropina,utilizzata contro malattie come nanismo, osteoporosi,stanchezza, ecc.., l'insulina (potente ormone anabolizzante), indispensabile contro il diabete, il testosterone,utilissimo contro osteoporosi, impotenza, ecc…., l'eritropoietina,efficace contro alcune forme particolarmente gravi di anemia. Esse sono state col tempo demonizzate a causa dell'uso antisportivo che spesso ne viene fatto e ha limitato il loro uso terapeutico e legale ed ha aumentato quello illegale, con grave danno per la salute pubblica. Anche il comportamento dei medici è stato molto criticato, infatti l'omertà che la medicina ha avuto circa gli effetti positivi (aumento della struttura muscolare e ossea, buon umore, e per gli steroidi anabolizzanti, diminuzione dell'insulino-resistenza) e negativi degli ormoni anabolizzanti ha incrementato la sfiducia tra i medici e i preparatori atletici, con conseguente aumento del mercato nero degli anabolizzanti (simile a quello della droga) rivolto a persone che non hanno alcun bisogno di prendere le suddette sostanze, ma che ne possono essere fortemente danneggiate.
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