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LA REAL FAVORITA La via dell’acqua
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Castelletti a Porta d’Ossuna
La rete di approvvigionamento idrico cittadino si avvaleva del principio dei vasi comunicanti in un sistema di castelletti romani (dividicula) detti urne o giarre, collegati fra loro da tubature in argilla (catusi), materiale molto permeabile, che spesso nei percorsi sotterranei veniva a contatto con il sistema fognante. Castelletti a Porta d’Ossuna
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Nei castelletti l’acqua veniva immessa in tubi conici divergenti (tubo zappa) che trasportavano litri al secondo. Catuso Raccordo fra Catusi
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Condotte per la distribuzione d’acqua.
Con la fondazione della Real Tenuta della Favorita le acque del Gabriele vennero in buona parte concesse in enfiteusi alla famiglia reale per l’irrigazione dei fondi a coltura sperimentale e per gli allevamenti di bestiame. Fu realizzato un lungo acquedotto che conduceva le acque dalle sorgenti del Gabriele fino al Parco. Condotte per la distribuzione d’acqua.
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Anche alla Favorita l’acqua fu distribuita mediante castelletti che però il Marvuglia trasformò in elementi architettonici ornamentali , disposti in linea retta lungo una strada in terra battuta.
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Procedendo lungo la via delle acque, a partire dalla palazzina cinese alle spalle del Museo Pitrè si incontra la prima torre d’acqua, che presenta una torretta serbatoio chiusa a cupola e priva di recinzione sull’abaco percorribile.
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Un’altra colonna d’acqua
Emerge in seguito una grossa colonna sul cui basamento quadrato si apre l’ingresso al vano della scala a chiocciola che conduce alla copertura costituita da un capitello dorico. Una recinzione in ferro delimita l’abaco e la sommità della torretta.
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La Fontana d’Ercole La fontana circondata da una serie di alti cipressi che le fanno da sfondo, è costituita da due vasche concentriche dal centro delle quali si innalza una colonna scanalata alta 12,5 metri. Sul capitello, ornato da 4 teste di leoni, dalla cui bocca zampilla acqua, si alzano due gradini che fanno da basamento alla statua d’Ercole appoggiato alla clava.
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La statua in marmo, posta in cima alla colonna, è una copia dell’Ercole Farnese custodito al Museo Nazionale di Napoli.
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Quattro teste egizie ornano la vasca più interna; una cancellata chiude la vasca esterna.
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Proseguendo s’incontra una stele che sorge su un basamento a pianta quadrata coronato da un timpano ornato agli angoli da quattro teste egizie. È cava, e originariamente era intonacata.
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Fontana - abbeveratoio
Dietro la stele sorge la fontana a pianta rettangolare. Sul fronte principale la vasca ha come fondale una parete nella quale è ricavata una nicchia semicircolare decorata con motivi a stucco.
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Fontana - abbeveratoio
Sul lato posteriore, privo di decorazione, l’acqua, sgorgando da un getto posto sulla copertura, scorre su una scala doppia e si raccoglie su una vasca di dimensioni ridotte.
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Il Bosco Niscemi La via d’acqua attraversa un lecceto esteso 5 ha, fatto impiantare dal re Ferdinando IV insieme ai campi con colture di sommacco e falsopepe.
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Il Bosco Niscemi Il Bosco Niscemi a pianta quadrata è riuscito ad arrivare pressoché integro ai giorni nostri, benché ceduo: le chiome dei lecci, ancora incredibilmente frondose, formano una galleria verde nelle stradelle secondarie attorno alla fontana d’Ercole, mentre intorno ad essa si può ammirare ciò che resta della quinta di cipressi che faceva da sfondo alla vasca.
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