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Dante Alighieri
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Dante Alighieri La vita e le opere
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Prima fase e apprendistato poetico
Nascita e famiglia nasce a Firenze da Alighiero di Bellincione, mercante, e Bella (Gabriella), morta giovane. famiglia Alighieri di piccola nobiltà guelfa decaduta per l’ascesa della borghesia e la confisca di terre a seguito delle lotte politiche comunali; discendente di Cacciaguida2. 1285 sposa per un contratto paterno (12 anni) Gemma Donati della famiglia di Corso Donati, capo dei guelfi Neri. figli: Pietro e Iacopo (primi suoi commentatori) e Antonia (suor Beatrice). Gli studi, le amicizie, l'apprendistato poetico Educazione elevata, allievo di Brunetto Latini, maestro di retorica, studia letteratura francese, retorica antica, poeti latini, soprattutto Virgilio; vita mondana e culturale di Firenze e frequenta i poeti stilnovisti: Cavalcanti, intimo amico; Lapo Gianni, Cino da Pistoia, Forese Donati, ecc. Opere del primo periodo: Rime ( )); Tenzone con Forese Donati (poesia comico- realistica); Fiore e Detto d'Amore, Rime «petrose» 13 giugno del 1265: nel canto XXII del Paradiso dice di essere nato sotto il segno astrale dei Gemelli. Nella Commedia (Paradiso, XV - XVI - XVII) il poeta celebra il trisavolo Cacciaguida - al quale era stato conferito il titolo di cavaliere dall'imperatore Corrado III di Svevia - morto in Terrasanta, durante la Seconda crociata (1147).
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L'amore per Beatrice e la passione politica
L'amore per Beatrice e gli studi filosofici Incontro con Beatrice a 9 anni, la rincontra a 18 e se ne innamora (amore platonico1) Bice, la figlia del banchiere Folco Portinari, moglie di Simone dei Bardi, muore a 24 anni. musa ispiratrice, donna-angelo nella Vita nuova e guida nel Paradiso della Commedia. Morte di Beatrice: anni della crisi2 ( ) lascia la teologia e studia filosofia (Scuola domenicana di Santa Maria Novella) Cicerone, Aristotele, Boezio, Tommaso d'Aquino. L’attività politica A Firenze il partito guelfo, al potere dal 1266, si era diviso in Bianchi (Cerchi, "popolo grasso“, difensori del libero Comune, filo-imperiali), e Neri, Corso Donati, aristocratici. favorevoli alla politica del papa Bonifacio VIII Dante si schiera moderatamente con i Bianchi contro le mire espansionistiche del papa sulla Toscana e su Firenze. Battaglia di Campaldino: Dante tra i cavalieri guelfi contro i ghibellini di Arezzo e di Pisa (assedio del castello di Caprona). Ordinamenti di Giustizia di Giano della Bella, 1295 ne furono esclusi esponenti della piccola nobiltà se iscritti alle Arti. Dante si iscrisse all'Arte dei medici e degli speziali. Eletto nel Consiglio speciale del Popolo, poi dei Savi, poi dei Cento, eletto tra i sei Priori delle Arti, supremi magistrati del Comune (bimestre 15 giugno-15 agosto 1300) dimostrò imparzialità e intransigenza morale. Amore platonico Amore che si esprime su un piano esclusivamente spirituale, alimentato da sentimenti di ammirazione e devozione. L'espressione prende il nome dal filosofo ateniese Platone ( a.C. ca.) che poneva I'esistenza di valori trascendenti, cioè modelli perfetti e universali di cui le cose di questo mondo sarebbero copie imperfette. La filosofia di Platone ha influenzato nei secoli la cultura dell'Occidente: dal pensiero cristiano medioevale a gran parte di quello rinascimentale, fino al Romanticismo dell'Ottocento. Questi sono gli anni della crisi, rievocati nei capitoli della Vita nuova ( ), nel secondo trattato del Convivio e definiti allegoricamente nell'incipit della Commedia come la «selva oscura».
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Le vicende politiche fino alla condanna
L’esilio di Cavalcanti 24 giugno scontro armato fra Bianchi e Neri esilio1 deciso dai priori di otto dei principali esponenti di entrambe le fazioni, tra cui Corso Donati dei Neri e Guido Cavalcanti dei Bianchi, nonostante l’amicizia con Dante ostilità da entrambe le parti. L’opposizione al papa. Si oppone in varie occasioni alla politica di Bonifacio VIII che aveva ottenuto cento armati temporaneamente dal Comune, chiede un prolungamento di tale concessione, ma gli viene negata. Il papa invia Carlo di Valois, fratello del re di Francia, a Firenze, come paciere, ma di fatto come conquistatore. Firenze spedì a Roma un'ambasceria di cui faceva parte Dante, nel tentativo di distogliere il papa dalle sue mire egemoniche. Carlo impone al governo i Neri, che esiliarono i maggiori esponenti dei Bianchi. La condanna 1302, durante il ritorno a Firenze, Dante apprende della condanna: due anni di confino; multa di fiorini, esclusione perpetua da cariche pubbliche; accusa: illeciti guadagni, corruzione («baratteria»), opposizione al papa. rifiuta di pagare la multa e di presentarsi a discolparsi, 10 marzo 1302 condanna definitiva al rogo se fosse tornato a Firenze. sentenza estesa ai figli, raggiunti i 14 anni. Il 19 agosto per Cavalcanti è revocata la condanna (con parere negativo di Dante) per l'aggravarsi delle sue condizioni di salute (ha forse contratto la malaria). Il 29 agosto muore, pochi giorni dopo essere tornato a Firenze, probabilmente di malaria che aveva preso in esilio. Il grave provvedimento con cui furono esiliati, nel tentativo di riportare la pace all'interno dello Stato, otto esponenti dei Guelfi Neri e sette di quelli Bianchi, compreso Guido Cavalcanti, che di lì a poco morirà in Sarzana, avrà delle serie ripercussioni per gli sviluppi degli eventi futuri: non solo si rivelò una disposizione inutile (i Neri temporeggiano di partire per l'Umbria, il posto destinato al loro confino), ma tale decreto fece rischiare un colpo di stato da parte dei Neri stessi, grazie al segreto supporto del cardinale D'Aquasparta. Inoltre, il provvedimento attirò sui suoi fautori (quindi Dante compreso) sia l'odio della parte nera sia la diffidenza degli "amici" bianchi: i primi, ovviamente, per la ferita inferta; i secondi, per il colpo dato al loro partito da parte di un suo stesso membro quale Dante era. Nel frattempo, le relazioni tra Bonifacio e il governo dei bianchi peggiorarono ulteriormente a partire dal mese di settembre, allorché i nuovi priori (succeduti al collegio di cui fece parte Dante) revocarono immediatamente il bando per i bianchi[59], mostrando la loro partigianeria e dando così al legato papale cardinale d'Acquasparta modo di scagliare l'anatema su Firenze.
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Dall’esilio alla morte
Spedizione degli esuli bianchi (Battaglia della lastra 1304 – sconfitta dei Bianchi) Dante prima si unisce a loro poi prima della battaglia si ritira Sceglie di far «parte per se stesso»1 (Par. XVII v. 69) varie peregrinazioni Verona, Treviso, Lunigiana (Malaspina) . Opere dell'esilio Ultime canzoni ( ), confluite nelle Rime, De vulgari eloquentia ( ), Convivio ( ), incompiuto, perché inizia la Commedia. 1308 – 1313 intervento in Italia dell'imperatore Arrigo VII di Lussemburgo lettere aperte all'imperatore e ai signori italiani per favorire l'azione dell'imperatore. 1313 Arrigo VII tenta per oltre un mese e fallisce l'assedio di Firenze e muore. Delusione di Dante che sperava di poter ritornare a Firenze. A Verona (ospite del giovane Cangrande della Scala) De monarchia 1315 amnistia del Comune di Firenze per gli esuli Bianchi umilianti condizioni rifiuto (XII Epist.) condanna a morte in contumacia + figli. Ultimi anni a Ravenna ( presso Guido Novello da Polenta) Egloghe; Quaestio de aqua et terra, completamento della Commedia. 1321 dopo un’ambasceria a Venezia, morì per una febbre malarica. Il canto XVII del Paradiso testimonia i sentimenti provati allora, quando Exul immeritus(esule ingiustamente condannato)fu costretto ad accettare ospitalità e lavoro presso le corti dei signori: l'anima del suo avo Cacciaguida nel preannunciargli l'esilio gli dice anche: Tu proverai si come sa di sale / lo pane altrui e come è duro calle / lo scendere e 'l salir per l'altrui scale ("com'è amaro il pane di un altro paese, e com'è duro cammino scendere e salire le scale dei palazzi altrui', vv ).
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Le opere
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Vita Nova (dopo la morte di Beatrice tra il 1293 -1295)
Genere e Struttura: prosimetro = alternanza di prosa e versi; 42 capitoli e 31 liriche già composte in versi, per lo più sonetti (25), con brani di commento in prosa (circostanze, significato e scopi delle liriche) Biografia idealizzata e storia dell’amore spirituale di Dante miracolo di perfezione voluto da Dio per la salvezza del poeta; molti elementi simbolici (p. es. numero 9, quadrato di 3,e suoi multipli). passaggio dalla teologia alla filosofia dopo la morte dell’amata. Modelli e fonti: De consolatione philosophiae di Severino Boezio, Confessioni di sant'Agostino; Laelius, de amicitia di Cicerone, Rettorica di Brunetto Latini, Bibbia, ecc. Vidas: biografie provenzali e Razos, brevi commenti in prosa delle liriche. Temi della poetica cortese e stilnovista lo sguardo tramite dell’amore e il saluto che dà beatitudine; gentilezza (nobiltà d'animo) qualità propria di chi ama; lode della bellezza fisica e morale della donna nobilitazione del poeta. Elementi originali conciliare l'amore con la dottrina cristiana (amore = perdizione e peccato). lode più alle qualità spirituali dell'amata che alla bellezza fisica effetto non solo nobilitante (come nella donna-angelo di Guinizzelli), ma salvifico, di accesso al divino. diversi gli effetti prodotti del saluto: in Cavalcanti un doloroso sentimento di inferiorità di fronte a tanta perfezione; in Dante è beatitudine, esperienza trascendente che conduce alla salvezza..
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Trama della Vita Nova Capitoli I-III – I incontro a 9 anni, poi 9 anni dopo, quando riceve il primo saluto./ Sogno di Amore che dà in pasto il suo cuore a Beatrice e poi la porta con sé in cielo (presagio della morte - sonetto A ciascun'alma preso) / Chiede ad alcuni fedeli d'Amore di interpretarlo. Inizio amicizia con Cavalcanti. IV-VI - La donna dello schermo: Dante fa credere di guardare in chiesa un'altra cui dedica dei versi. (secondo il galateo cortese il nome dell'amata non doveva essere rivelato). VII-IX - Quando la donna lascia Firenze, D. dedica a un'altra donna-schermo i suoi versi. X-XVII - Sorgono dicerie su Dante e Beatrice gli toglie il saluto. Amore, apparso in sogno, lo induce ad abbandonare gli inganni e dedicare i suoi versi a Beatrice. / Ad un matrimonio la incontra, ma ride di lui. Decide di non scrivere più di lei finché saprà farlo in maniera più nobile. XVIII-XXI - A due donne gentili che chiedono spiegazioni, Dante risponde con la canzone Donne ch'avete intelletto d'amore e col sonetto Amore e ‘l cor gentil sono uno cosa: svolta nella concezione dell'amore (ripresa e modifica del tema della lode di Guinizzelli). XXII-XXVII - Alcune liriche sull'amore e la lode, tra cui il sonetto Tonto gentile e tanto onesta pare. XXVIII-XXXIV - Morte di Beatrice (1290), canzone Li occhi dolenti per pietà del core nuova fase di vita e poesia di D. / Nell’anniversario della morte il poeta è confortato da una donna gentile. XXXV-XXXIX - Beatrice. apparsagli in sogno lo richiama all'amore esclusivo per lei. XI-XLII - Si rivolge a dei pellegrini incontrati dove abitava B.spiegando il suo potere salvifico. / Ultima visione della donna nei cieli (sonetto Oltre la spera che più larga gira). / D. dichiara che non dirà più di lei finché non saprà dire quello che mai non fue detto d'alcuna. / Conclude con la speranza di salire un giorno in cielo a contemplare la beatitudine di Beatrice. Evoluzione nella Commedia: Beatrice dal XXX del Purg. guida alla visione di Dio
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Le Rime Una cinquantina di liriche varie ordinate da editori moderni in cinque gruppi: Rime stilnovistiche ( stessi anni della Vita nuova) sui modi di Guinizzelli (lode) e Cavalcanti (amore/dolore) quasi tutte d’amorose, per Beatrice, ma anche per altre (Fioretta, Violetta, Lisetta), anche a poeti e amici, tra cui il sonetto a Cavalcanti (Guido, i' vorrei): fonde il favoloso cavalleresco con l'ideale aristocratico stilnovista. Tenzone con Forese Donati ( ) tre coppie sonetti, con reciproci insulti (difetti e debolezze) esercizio di stile comico-realistico:argomenti "bassi‘, invettiva poi Commedia. Forese, della famiglia della moglie Gemma, amico di gioventù di Dante, che accusa1 Forese di essere goloso, ladro e infedele alla moglie; Forese qualifica Dante come vigliacco, povero, figlio di un usuraio. Rime «petrose» ( ) 2 canzoni e 2 sestine, amore sensuale per l’insensibile Pietra (senhal2), Stile aspro e dai suoni consonantici duri, sperimentazione dei modi del trobar clus. Rime dell’esilio (Canzoni ) argomento etico-politico Guittone (cfr. passato / presente del Comune). Poemetti didattico allegorici ( ) Fiore3 - «corona» di 232 sonetti - Detto d'Amore -incompleto, di 480 versi, dal romanzo allegorico franc., Romanzo della Rosa, concezione cortese dell'amore. L'incontro con Forese nel Purgatorio, nella cornice dei golosi (canti XXIII-XXIV) è considerato dai critici una ritrattazione letteraria della tenzone. Senhal, ovvero uno pseudonimo che, secondo il gusto provenzale, nasconde l'identità della donna e ne sottolinea una qualità. Attribuzione del poemetto Fiore. Il critico Gianfranco Contini fu tra i primi ad attribuire al giovane Dante. Nel poemetto compare, come nome da identificare con la firma dell'autore, quello di «ser Durante», di cui Dante sarebbe una forma familiare ridotta. La prova principale addotta è però la fitta rete di rapporti stilistici che lega il Fiore sia alla Commedia, sia alle rime giovanili di Dante, inquadrandosi, in particolare queste ultime, in un marcato interesse del poeta per lo sperimentalismo linguistico.
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Il Convivio ( ) Opera enciclopedica sul sapere umano incompiuta in volgare: prosimetro, come la Vita Nuova; prosa argomentativa basata sul sillogismo. Titolo spiegato nel I trattato (Proemio) banchetto metaforico in cui sono serviti gli argomenti del sapere. Funzione divulgativa (nuova visione della società e dei doveri dell'intellettuale): fornire a chi non ha una cultura elevata almeno le briciole della conoscenza filosofica; difesa del volgare, lingua naturale, può raggiungere chi non conosce il latino; Struttura progettuale: 15 trattati (uno con funzione proemiale) + 14 a commento secondo il metodo allegorico1 di altrettante canzoni, (come nella Vita Nuova) si interrompe al IV. Trama dell’opera I trattato: proemio:spiega il titolo, lo scopo, la scelta di un nuovo pubblico e del volgare principio aristotelico, = tutti gli uomini aspirano per natura alla conoscenza II trattato: commento della canzone Voi che 'ntendendo il terzo ciel movete riferisce che dopo la morte di Beatrice cerca conforto nello studio della filosofia allegoricamente personificata nella “donna gentile”2 sulla scorta di Cicerone, De consolatione philosophiae e di Severino Boezio. esaltazione della donna gentile-filosofia: III trattato: commento della canzone Amor che ne la mente mi ragiona: inno d’amore alla sapienza; IV trattato: commento della canzone Le dolci rime d'amor ch'i' solìa natura della nobiltà e digressione sulla giustizia e sulla monarchia universale. Metodo di interpretazione dei testi che consiste nello stabilire un rapporto tra significato "letterale' e significato "allegorico" di un'opera, tra significato "morale", che equivale all'ammaestramento che si può ricavare dalla lettura, e "anagogico", che attribuisce un valore spirituale a un fatto reale . La donna che nella Vita nuova (capitoli 35-38) lo ha confortato dopo la morte di Beatrice. Nella Commedia Beatrice lo rimprovera (Purg, , XXX ) perché si è lasciato attrarre da false e inconsistenti immagini di bene. Ciò non significa che il poeta ripudia lo studio della filosofia, che anzi lo considera in sé nobile e indissolubilmente unito alla religione, ma che riconosce i limiti del razionalismo, nella nuova prospettiva dell'ascesa verso Dio e dei valori teologici caratterizzanti la sua opera più matura.
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De Vulgari Eloquentia (1303-1304)
Trattato in prosa in latino incompiuto previsti 4 libri, ne scrisse solo il primo e 14 capitoli del secondo Modelli: trattatisti retorici (Cicerone, Brunetto Latini, Guido Faba). Tesi fondamentale: dignità del volgare e nobiltà del volgare illustre: Sceglie però il latino perché con quest’opera si rivolge ai dotti. I libro: teoria linguistica articolata in vari punti; origini ed evoluzione delle lingue1 e distinzione tra volgare e latino: volgare: lingua naturale, “lingua della nutrice” che si apprende dalla nascita latino: lingua artificiale, che si apprende con lo studio, creata dai dotti con regole immutabili perché fosse lingua universale della cultura, ricerca del volgare illustre, nuova lingua letteraria comune a tutta Italia ma che non si identifichi con nessun volgare; cardinale: cui ruotino attorno tutti gli altri volgari ; curiale: elegante, adatto alle corti, deciso dal “senato” (curia) dei dotti; aulico: sarebbe la lingua della corte reale (aula) illustre: perché darebbe lustro a chi lo usasse nei suoi scritti. II libro: possibili usi del volgare illustre; teoria degli stili2; la forma più elevata è la canzone di stile tragico di endecasillabi e settenari; A questo punto s'interrompe senza analizzare le altre forme letterarie. Teoria linguistica: partendo dalla Bibbia, Dante teorizza un’unica lingua originaria, l’ebraico, poi suddivisasi dopo la Torre di Babele, secondo questo schema: Dante coglie le affinità tra le ultime tre lingue, ma non comprende che esse derivano dal latino, in quanto ritiene erroneamente il latino una lingua artificiale. Teoria degli stili: teoria che fa corrispondere un dato tipo di stile ad un genere o argomento letterari. Fu formulata nel periodo classico nei testi di retorica latina: l’Orator di Cicerone, l’Ars poetica di Orazio, la pseudociceroniana Rhetorica ad Herennium. La teoria venne ripresa da Cassiodoro e dai trattati di retorica medievale, i manuali di ars dictandi. Dante ne parla nel De Vulgari Eloquentia, associando ad ogni stile un tipo di volgare.
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De Monarchia ( ) Trattato in latino, unica opera teorica completata espone organicamente l’ideologia politica di Dante; in occasione della discesa in Italia dell'imperatore Arrigo VII di Lussemburgo per cui Dante sperava nella sconfitta dei Neri e nel proprio rientro a Firenze; del risanamento della situazione politica in Italia. Libro I - Necessità di una monarchia universale, un imperatore al di sopra di tutti i regni che garantisca la pace sulla terra: la cupidigia dei beni materiali allontana l'uomo dall'impiegare il libero arbitrio in direzione moralmente corretta, il che provoca contese e guerre. L'imperatore, esente da cupidigia, in quanto possessore di tutto, unica guida laica, necessaria. per il bisogno umano di un ordine gerarchico. Libro II - Significato storico dell’impero di Roma, nato per volontà divina: dimostrazione è la nascita di Cristo, avvenuta durante l'impero di Augusto. Libro III - Teoria dei due soli1 - rapporti tra la Chiesa e l’Impero, sullo stesso piano, ma con poteri diversi entrambi derivanti da Dio Chiesa deve garantire la beatitudine eterna dell’anima dopo la morte Impero deve garantire felicità terrena. contro i filoimperiali superiorità del potere temporale su quello del papa) e contro i filopapali, al Papa non spetta alcun potere temporale. Nella Bolla Unam sanctam Bonifacio VIII, sostenitore della superiorità del potere religioso, aveva affermato che il papa è il sole e l'imperatore la luna, che riceve la luce riflessa dal sole. La tesi di Dante nel De Monarchia è invece che papa e imperatore sono due soli ed entrambi traggono il potere da Dio, fonte di ogni autorità terrena:
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Le Epistulae e altre opere
13 Epistulae in latino (esilio ). Le più importanti: V e VI - ai Signori d'Italia e agli “scelleratissimi fiorentini”: accogliere l'imperatore Arrigo VII di Lussemburgo come un inviato di Dio, VII - allo stesso imperatore: perché marciasse su Firenze, contro la resistenza guelfa antimperiale. XI - ai cardinali italiani riuniti in conclave: perché eleggessero un papa italiano che riporti a Roma la sede pontificia (che si era trasferita ad Avignone, in Francia) XII - a un amico fiorentino, che voleva il ritorno di Dante a Firenze: rifiuta le condizioni umilianti e ribadisce la propria innocenza. XIII - a Cangrande della Scala di Verona, (1312 o1317 o 1320) dedica del “Paradiso” e "guida" alla lettura della Commedia, da interpretare con gli strumenti usati dai teologi per i testi sacri. spiegazione del titolo, Comedìa, i quattro livelli di significato del testo. 2 Egloghe in esametri latini (Ravenna, 1319 – 1320) su invito del grammatico Giovanni di Virgilio per assicurargli la fama presso i dotti la prima ispirata alle Bucoliche rinascita del poemetto pastorale (Petrarca, Boccaccio ecc.) Quaestio de aqua et terra trascrizione di una conferenza (Verona 1320) di cosmologia medioevale: perché, contro le leggi di natura, la terra, più pesante, emerga dalle acque: Tesi errata: influenza del Cielo delle stelle fisse, ma rivela profonda conoscenza della fisica aristotelica
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La divina commedia 1304 e il 1321 (esilio)
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Il titolo, il genere e le simmetrie
Il titolo: Comedía o poema sacro? Compare nell'epistola XIII a Cangrande perché inizia con una materia aspra e terribile ed è a lieto fine; perché vi usa uno stile umile; perché usa il volgare. Comedìa compare nell'Inferno; nel Paradiso usa "poema sacro"; Comedia riferito a tutto il poema proprio per la sua materia mista, dal basso al sublime, sia per argomento sia per stile. I numeri ricorrenti 3, 9 e 10: 3 (e il suo multiplo 9 = 3x3) è il numero che allude alla Trinità, 10 anch'esso perfezione perché conclude la serie dei numeri iniziata con l'unità. 3 cantiche, 33 canti per cantica, strofa di 3 versi (terzina), 100 (10x10) i canti complessivi aggiungendo il primo (introduzione), 3 fiere (lupa, lonza, leone), 3 guide (Virgilio, Beatrice, San Bernardo), 9 cerchi nell'Inferno, 9 cornici nel Purgatorio, 9 cieli nel Paradiso 10 cieli aggiungendo l'Empireo. Parallelismi e simmetrie interne: VI di ogni cantica = tema politico, Stella (elevazione spirituale) ultima parola di ogni cantica.
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Lo stile, la lingua, la metrica
Sperimentalismo linguistico Plurilinguismo e pluristilismo = lingua molto ricca e varia: mescola parole dialettali, antiche, latine, straniere e tecniche, neologismi Differenziazione tra le cantiche: Inferno – mescola stile basso e popolare … come nella Tenzone con Forese Donati e nelle Rime petrose. parole di suono più duro; anche parole plebee (linguaggio dei diavoli) … a versi di ispirazione cortese-stiinovistica. l'amore di Paolo e Francesca (canto V); Purgatorio - stile più elevato, ma misto: preghiera (ricorditi di me, che son la Pia, V, 133), invettiva all'Italia: non donna di provincie ma bordello! VI, 78), citazioni dei Salmi (Benedictus qui venis! , XXX, 19, Salmo 117, ecc.. Paradiso - stile sublime con parole rare, dal suono dolce: neologismi (trasumanar, immillarsi. appulcrare), latinismi (verbo, cernere, igne, appropinquare) Metrica versi endecasillabi, raggruppati in terzine, unite l’una all’altra dalla rima incatenata (aba, bcb, cdc, ecc.).
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La tradizione del viaggio nell'oltretomba
Viaggio nei regni dell’Aldilà (inferno, purgatorio, paradiso). dalla notte tra il 7 e l’8 aprile al 13 aprile (Settimana Santa): dell’anno 1300 = Giubileo (riti per il perdono dei peccati). Ragione del viaggio: in un momento di crisi (via del peccato) deve ritrovare la via della salvezza; viaggio = missione voluta dal Cielo come esempio per tutti i peccatori; Nei tre regni incontra anime di tutte le condizioni, epoche e provenienze. Fonti e modelli La discesa agli Inferi è un tòpos della poesia epica greco-latina viaggio nell'oltretomba: XI libro dell’Odissea e VI libro dell'Eneide, da cui luoghi (Acheronte, Stige) e personaggi infernali (Caronte, Cerbero); della produzione religiosa medioevale in latino e in volgare Tesoretto di Brunetto Latini; dei romanzi cavallereschi del ciclo bretone (la quête, Chrétien de Troyes). Il viaggio come ascesa a Dio risente della pratica medievale dei pellegrinaggi verso i luoghi sacri; del razionalismo di Tommaso d'Aquino e del misticismo di sant'Agostino; dei temi tipici dei movimenti penitenziali profezie bibliche, Apocalisse di Giovanni, francescanesimo, movimenti ereticali.
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I principi di poetica La nuova missione di Dante: l’«itinerario verso Dìo» incontro con Cacciaguida, (Par. XVII ) comporre un’opera profetica che attinga direttamente a Dio e divulgarla per il rinnovamento morale dell'umanità. Presa di distanza dalla letteratura cortese e stilnovista episodio di Paolo e Francesca (Inf. V) dichiarazione di poetica nell’incontro con Casella (Purg. II); Beatrice da donna-angelo a guida verso Dio nel Paradiso. Esaltazione della poesia e della sua funzione incontri con poeti importanti per la sua formazione: guide: Virgilio (inferno e Purgatorio) e Stazio (parte del Purgatorio), incontri con Pier della Vigna (Inf. XIII), Brunetto Latini (Inf. XV), Forese Donati (Purg. XXIII), G. Guinizzelli e Arnaut Daniel (Purg. XXVI) La divulgazione filosofica, teologica e scientifica divulgatore più che creatore di idee: aderisce alla cosmologia geocentrica (Tolomeo Il sec. d.C.) assunta e adattata alla teologia cristiana da san Tommaso.
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Struttura generale dell’universo dantesco
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La struttura e il percorso ascensionale
Empireo immobile, perché sede di Dio, + 9 cieli concentrici rotanti spinti da 9 schiere di angeli che ricevono il moto da Dio (Motore immobile). 7 dei pianeti (Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno), 1 delle stelle fisse l'ultimo (Primo mobile) dà inizio al movimento universale. Terra: immobile al centro dell'universo e tutto vi ruota attorno giungono dall’alto influenze celesti, dal basso l'influsso di Satana-Lucifero, divisa in due emisferi, Australe o dell'acqua a sud, disabitato, vi sorge la montagna del Purgatorio; Boreale o della terra (a nord, abitato), vi si apre l’Inferno. formato per la caduta di Lucifero che formò una voragine, l’Inferno; una parte della terra fu sospinta nell'emisfero opposto (Purgatorio). Gange (E), Colonne Ercole (stretto di Gibilterra) (W), al centro Gerusalemme. Viaggio compiuto da Dante scende nell'Inferno, voragine che si apre sotto Gerusalemme, giunge al centro della Terra, in cui è confitto Lucifero; risale lungo un percorso sotterraneo, emerge su un'isoletta (emisfero australe) su cui si sorge il monte del Purgatorio scalato il Purgatorio, giunge in cima al Paradiso Terrestre (Purg. XXVIII); percorre i Cieli intorno alla Terra e raggiunge l'Empireo, sede dei beati.
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Significato allegorico e figurale
Significato letterale e allegorico del viaggio ultraterreno Dante chiede che la Comedia sia letta come i teologi leggono la Bibbia, considerando eventi e personaggi dell'A. T. come prefigurazione di quelli del N. T. Così nel poema dantesco: significato letterale: racconto del viaggio nell’oltretomba, significato allegorico-morale: viaggio di Dante dal peccato alla salvezza viaggio dell'umanità dalla corruzione alla giustizia e alla pace lo stesso Dante-personaggio è figura dell'umanità alla ricerca di Dio. Differenza tra allegoria e allegoria figurale (nel poema ricorrono entrambe) Allegoria: un elemento creato dalla fantasia del poeta (un animale, una pianta, un evento) rappresenta un concetto o un fenomeno connesso alla morale o alla religione: Es. allegoria: lonza significato letterale = un felino pauroso che sbarra la strada al poeta significato allegorico = uno dei peccati capitali che impedisce a Dante di salvare la sua anima. Allegoria «figurale» o figura1, propria dell'interpretazione della Bibbia: «l'interpretazione figurale stabilisce tra due fatti o persone un nesso in cui l’uno non significa solo se stesso, ma significa anche l'altro, mentre l'altro comprende e adempie il primo» (Auerbach, 1984). Figura = fatto o personaggio che preannuncia e trova compimento in un evento/personaggio futuro; Es. allegoria “figurale”: Adamo e Mosè = figure (profetiche) di Cristo per cui vi è la rinascita alla Grazia e alla Fede; Nell’allegoria figurale entrambi gli elementi sono reali: il figurante non perde la sua realtà, ma trova compimento nel figurato che ne chiarisce senso e missione. Perciò nella Commedia coesistono realismo e concezione «figurale» del mondo terreno: gli eventi terreni sono provvisori e incompleti e realizzano il proprio significato solo nella luce divina; le anime dei morti, un tempo personaggi reali, sono compimento di quel che fecero in vita; Virgilio storico è figura dell’ultraterreno, che nella nuova realtà manifesta la sapienza terrena che si sottomette alla fede: la Beatrice reale è figura della Beatrice del Paradiso, che manifesta come la fede potenzi le virtù umane. In Dante « l'oltretomba è la vera realtà, il mondo terreno è soltanto umbra futurorum» (Auerbach). Figura II termine deriva dal verbo latino fingere = 'dare una forma'. Da questo significato primitivo si passa a quello di 'stampo' o di 'contorno' poi a ‘modello' o "copia dl un modello".
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Concezione politica e provvidenziale della storia
Critica del presente epoca di corruzione e di perdita dei valori comunali e cavallereschi crisi dell’Impero e del Papato ascesa delle nuove classi sociali avide di ricchezze figura allegorica della lupa disgregazione della politica comunale (lotta tra le fazioni) segni premonitori della fine del mondo. Attesa della fine del mondo la storia umana non è eterna, ma ha un principio e una fine: inizio: peccato originale e cacciata dall'Eden di Adamo ed Eva incarnazione di Cristo: riscatto dal peccato originale e riappacifícazione tra Dio e l'uomo; mondanizzazione della Chiesa disordine civile e a decadenza morale della società. Fine: l’imminente Giudizio universale. Possibilità di riscatto e missione di Dante unica speranza: un Veltro (cane da caccia) ucciderà la lupa (avidità, corruzione) e ripristinerà l'ordine morale (Inf., I, vv ). missione di Dante: il suo viaggio ultraterreno indica all’umanità il cammino verso la salvezza spirituale. Influenze culturali Sacre Scritture e tradizione classica precristiana civiltà classica = prefigurazione del Cristianesimo; storia romana caratterizzata dal'intervento costante della Provvidenza; gli imperatori, da Carlo Magno agli Asburgo, come successori degli imperatori romani.
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Sviluppo del pensiero politico
Inferno Purgatorio Paradiso prospettiva municipale prospettiva della crisi dell'Impero prospettiva universale adesione a ideali guelfi visione ispirata al ghibellinismo canti VI e X XXXIII VI Ciacco e Farinata fiorentini Ugolino della Gherardesca, pisano Giustiniano Condanna della decadenza civile e morale di Firenze e dei suoi conflitti, per la brama di potere e ricchezze Invettiva contro Pisa, città ghibellina, imbarbarita dagli odi di parte Invettiva contro le condizioni di Firenze e dell'Italia, lacerata dalle fazioni, priva della guida imperiale: gli imperatori hanno rinunciato alla loro missione di ristabilire l'ordine e la pace L'imperatore Giustiniano pronuncia un lungo monologo: necessità della pace universale sotto l'Impero, la cui autorità è voluta dalla Provvidenza divina.
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Fortuna del poema – fino al Settecento
Medioevo: grande diffusione sia presso i letterati che presso il popolo, pubbliche letture, una delle quali dal Boccaccio, suo primo biografo, che lo ammirò molto, a differenza di Petrarca che non condivideva la scelta del volgare. Umanesimo e Rinascimento: La stessa riserva del Petrarca pesò sul giudizio dei letterati che pure ne riconobbero il grande valore: edizione curata da Pietro Bembo per i tipi di Aldo Manuzio , influenza su autori come Machiavelli, Ariosto e Tasso. Nel ‘600 e ‘700: fu considerato arcaico e superato da alcuni e apprezzato da altri, anche all’estero: l'autore inglese John Milton si rifà a Dante nel suo Paradiso perduto del 1667; non piacque agli illuministi, come Voltaire, ma il filosofo Vico lo definì l’Omero del Medio Evo.
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Nell’Ottocento La svolta nell’’800:
il Romanticismo rifiuta i modelli classici ε riabilita il Medio Evo, il Risorgimento: Dante padre della cultura e della lingua nazionale. Giudizi molto positivi furono quelli del filosofo Hegel (Lezioni sull'estetico, ), di Foscolo (profeta della sua patria) e Mazzini (precursore dell'ideale di Italia unita). Italia post-unitaria: Francesco De Sanctis, Storia della letteratura italiana, 1870. Dante il maggior autore della tradizione nazionale ruolo centrale nell'educazione letteraria delle scuole dell'Italia unificata. distingue tra mondo intenzionale (dottrina teologico-allegorica medievale) su cui sorvola e poesia (forza sentimentale e fantastica) su cui si sofferma, esalta il valore poetico di alcuni personaggi, soprattutto dell'Inferno, come Francesca, prima donna moderna della nostra letteratura. La scuola storica Scuola filologica basata sullo studio delle fonti (D'Ancona. D'Ovidio. Barbi); fondazione della Società Italiana Dante Alighieri (1888): edizione nazionale delle opere di Dante e riviste specializzate di studi danteschi.
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Nel Novecento: Croce e i Crociani
Benedetto Croce Il critico ne La poesia di Dante (1921) distingue tra «struttura» dottrinale, considerata «non poesia», materia legata alla cultura medioevale che soffoca la poesia; e «poesia» potenza sentimentale, lirica e immaginativa soprattutto di alcuni episodi (lettura frammentaria), rivaluta il Paradiso, trascurato dalla critica romantica che esaltava soprattutto l'Inferno. La scuola crociana Croce esercita grande influenza tra i critici della prima metà del ‘900, come Attilio Momigliano, Carlo Grabher. Giovanni Getto e Luigi Russo, pur partendo da Croce, ridanno valore all’unitarietà della Commedia, considerano indissolubili poesia e struttura e rivalutano gli elementi strutturali come testimonianza del mondo medievale che Dante trasfigura in poesia. Molti altri, tra cui Mario Fubini, Gianfranco Contini, Bruno Nardi che hanno fornito utili osservazioni stilistiche, filologiche, linguistiche, semiotiche.
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Fortuna del poema – Seconda metà del ‘900
L'interpretazione figurale Nella seconda metà del ‘900 il filologo tedesco Erich Auerbach elabora la concezione «figurale» sovvertendo la critica crociana, perché tutto quello che per Croce era “non poesia” diviene presupposto necessario della poesia di Dante. Su tali posizioni anche altri studiosi come l'americano Charles Singleton Scuola sociologico-marxista Edoardo Sanguineti (Il realismo di D., 1966), orientamento marxista: studio in chiave sociologica in cui sottolinea di Dante il ruolo di critico della nuova società mercantile. Dante oggi tuttora studiato da molti punti di vista, per la complessità dell’opera e per l’importanza dei temi trattati; apprezzato anche all’Estero, tanto che il poeta statunitense Eliot (1963) lo diceva il più universale fra tutti i grandi poeti.
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