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PubblicatoTeodora Floriana Poletti Modificato 6 anni fa
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1 IL BUONO, IL BELLO, IL VERO. Gruppo Futuro
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La violenza domestica: che cos'è?
2 Una violazione dei diritti e della dignità umana; si realizza all'interno di una relazione familiare in cui si instaura un rapporto di potere impari tra il carnefice e le sue vittime (donne e bambini); la violenza domestica può essere: diretta o indiretta; le vittime possono essere ferite materialmente o spiritualmente. La violenza domestica: che cos'è?
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Rilevazione ISTAT. Alcuni dati…
3 Rilevazione ISTAT. Alcuni dati… Le donne tra 16 e 70 anni vittime di violenza fisica o sessuale: 6 milioni e 743 mila unità (31,9%); tra queste il 93% non denuncia violenza. Tra 690 mila donne che subiscono ripetutamente violenze dal partner: il 62,4% sottolinea come i figli abbiano assistito alla violenza. Nel 15,7% dei casi anche i minori hanno subito violenza del padre.
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Programma Dafne III condotto in 4 Paesi
Europei: Italia, Cipro, Slovacchia, Romania. Progetto Dafne III – Cattedra UNESCO periodo - Strategia multidisciplinare che include le scienze dell’educazione, le scienze naturali così come le scienze politiche e della comunicazione. - Raccolta di dati concernenti i diritti dell’infanzia e la descrizione della legislazione nazionale partendo dalla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia. Progetto VI.C.T.I.MS (VIctimizing Children Through Injuring MotherS) - esaminare sia l’effetto del danno indiretto della violenza contro le donne madri sui loro figli quando sono esposti nella sfera domestica, sia la coscienza delle madri di tale effetto; - favorire l’aumento di consapevolezza e la produzione di materiale basato sulla ricerca per sensibilizzare chi si occupa della crescita e dell'educazione dei bambini.
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Luna racconta: Ieri: la famiglia – la violenza – la paura;
5 Luna racconta: Ieri: la famiglia – la violenza – la paura; la scuola: i silenzi, la rabbia, il rifiuto dell'autorità (insegnanti). Oggi: l'allontanamento, la paura degli uomini, la paura che il modello di violenza ritorni.
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6 L'esposizione alla violenza: effetti esistenziali e conseguenze nella vita adulta - insuccesso scolastico; - interruzione degli studi; - difficoltà ad interagire con gli altri; - aggressività e rabbia; - scarsa fiducia nel prossimo; - possibili problemi di natura psichica: attacchi di panico, disturbi alimentari,ecc. - senso di inadeguatezza e conseguenti problemi sociali (isolamento); - difficoltà nelle relazioni di coppia e come genitore; - difficoltà a costruirsi una famiglia; - difficoltà a realizzare un proprio progetto di vita.
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Educare per contrastare la violenza
7 Educare per contrastare la violenza La scuola deve proporre modelli culturali positivi : - prevenzione primaria (elaborazione di curricoli interdisciplinari ed educazione alla relazione); - supporto alla famiglia attraverso indicazioni precise e collaborazione con specialisti (psicologi e assistenti sociali) - insegnare in valore dell'ascolto e del rispetto verso l'altro; - educare alla parità di genere: rompere gli stereotipi che riguardano il ruolo sociale, la rappresentazione e il significato dell'essere bambino e bambina anche attraverso la scelta di libri di testo non sessisti.
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8 Come prevenire il danno dell'esposizione alla violenza nel minore? Cosa può fare l'insegnante? Fornire agli alunni un ambiente di benessere e di amore. Dare motivazioni al lavoro di gruppo e rafforzare in questi alunni il senso di appartenenza alla squadra. Ascoltare ciò che hanno da dire e farli sentire al sicuro. Aiutarli ad esprimere i loro sentimenti, negativi o positivi, sia parlando che giocando. Impegnarli in attività gioiose e positive. Insegnare ai bambini abilità di risoluzione del conflitto (senza adottare comportamenti aggressivi verbali o fisici).
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Il buono, il bello e il vero vs la violenza
9 Il buono, il bello e il vero vs la violenza Concludendo... tutto ciò che è violenza è opposto alla bellezza e a ciò che è positivo per la crescita bio-psico-fisica del bambino; è necessario: - educare al rispetto dei diritti umani, intesi come bene da tutelare per noi stessi e per gli altri; -far capire che cos'è giusto e che cosa non lo è; - educare alla consapevolezza. La vita...è l'opera d'arte più vera e più bella che ci sia...difendiamola!
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IL MODELLO MITE APPLICATO AL LPC
10 IL MODELLO MITE APPLICATO AL LPC Mezzi: spiegazione in aula; manuali Daphne III; articolo su Daphne III; power point; ; web; testimonianza in aula e registrazione. Risultati: tutti 4 i componenti del gruppo si dichiarano molto soddisfatti del lavoro svolto Effetto:che cosa ha imparato ognuno di noi? Giulia: “Ho imparato ad assumermi la responsabilità di coordinare il lavoro del mio gruppo”. Francesco: “Ho imparato ad analizzare e poi sintetizzare dati emersi da ricerche a livello europeo. Ilaria: “Ho imparato a produrre teorie provvisorie da rivedere e modificare con l'apporto di tutto il gruppo. Danila:”Ho imparato ad impostare una ricerca comune, confrontandomi e dialogando con gli altri componenti del gruppo”. Abilità: ascoltare; studiare approfondire; analizzare; sintetizzare; confrontare. Proposta: perché è valida? Ci ha dato l'opportunità di una vera interazione all'interno del gruppo e con la Docente in aula e via mail Ambiente: in aula; In rete.
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