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PubblicatoManuela Bustos Olivares Modificato 6 anni fa
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M.Grazia GIANNONI Dott in Fisioterapia AUSL 11 di Empoli
La Riabilitazione delle Fratture prossimali di femore. Percorso Riabilitativo nell’AUSL 11 M.Grazia GIANNONI Dott in Fisioterapia AUSL 11 di Empoli
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EPIDEMIOLOGIA DELL’ AUSL 11
Incidenza 220/ abitanti/anno (circa 480 casi attesi/anno Età media è di 80 anni Nell’ 88-91% la frattura interessa la parte prossimale del femore (anca) mentre nel 9-12% le parti più distali Il 10-11% delle fratture di femore non è sottoposto ad intervento chirurgico Nel 35% dei casi operati l’ intervento chirurgico prevede la protesizzazione , mentre nel 65% interventi di osteosintesi La degenza media dei casi chirurgici è 13,2 gg, 15,3 gg per gli interventi di protesizzazione e 11,8 gg per quelli di osteosintesi
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FRATTURA DI FEMORE E’ indispensabile sapere per il trattamento il tipo di intervento chirurgico che è stato effettuato: Mezzi di sintesi: placche e/o viti e/o chiodi, che sono elementi metallici che fissano la frattura. Se la frattura è ridotta in modo stabile si consente il carico sull’arto operato dopo 3/4 gg altrimenti il paziente deve restare a letto o in poltrona per 30 gg prima di poter caricare sull’arto operato Protesi: endoprotesi (sostituzione della testa del femore), artroprotesi (sostituzione della testa del femore e dell’ acetabolo)
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1° giorno post intervento chirurgico
L’evidenza scientifica raccomanda la presa in carico precoce ore post intervento Obiettivo: contrastare i rischi legati all’ allettamento, rapida verticalizzazione, recupero dell’autonomia nei passaggi posturali e nella deambulazione 4
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Pazienti ai quali non è concesso il carico
Mobilizzazione per contrastare i rischi legati all’intervento chirurgico e all’immobilità Posizionamenti Trasferimenti letto- poltrona Verticalizzazione con appoggio sull’arto sano - con ausili
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Pazienti con gravi deficit cognitivi
Mobilizzazione per contrastare i rischi legati all’intervento chirurgico e all’immobilità Educazione dei familiari alla gestione del paziente per i posizionamenti e i trasferimenti letto-poltrona
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PROTESI D’ANCA Esercizi mirati a ripristinare l’ articolarità ed il trofismo Trasferimenti Training deambulatorio: statica eretta alle parallele 1° giorno dopo l’intervento deambulazione alle parallele e con 2 stampelle e/o deambulatore 2° giorno dopo l’ intervento (dietro-front sulla gamba buona) Training scale dal 4° giorno: si sale con l’arto non operato si scende con l’arto operato
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PROTESI D’ANCA Abbandono del cuscino dopo 2 mesi
Abbandono delle calze elastiche dopo 1 mese (salvo diverse indicazioni del Medico Specialista) Concessa la posizione in decubito laterale sul lato sano con il cuscino tra gli arti inferiori dopo 30 gg anche sull’arto operato Abbandono graduale delle stampelle: dopo 30 gg dall’ intervento si toglie la canadese dalla parte operata, l’altra si toglie in genere dopo altri 30 gg
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PROTESI D’ANCA Obiettivo immediato post-operatorio: evitare la lussazione dell’arto operato. Corretto posizionamento dell’ arto operato:in posizione supina con arti inferiori abdotti avvalendosi di un cuscino che va tenuto per 2 mesi Istruzioni al paziente sui movimenti e posture da evitare: NO alla flessione dell’ anca oltre 90°, adduzione, intrarotazione dell’ arto operato Quindi: Mettere un cuscino sulla sedia nel primo mese Rialzo del WC Non mettersi i calzini e le scarpe da soli per 2 mesi Non accavallare la gamba Insegnare ad andare seduto sul letto dalla parte operata
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PERCORSO TERAPEUTICO RIABILITATIVO
Il processo deve iniziare entro 24 ore dall’ intervento chirurgico Entro 48 ore dall’ ammissione devono essere valutati stato funzionale premorboso, supporto sociale e familiare, caratteristiche dell’ ambiente di vita, comorbosità e stato cognitivo La modalità di dimissione prevista deve essere definita entro 24 ore dall’ intervento chirurgico
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PERCORSO TERAPEUTICO RIABILITATIVO
I pazienti con instabilità clinica o gravi comorbosità dovrebbero continuare il trattamento riabilitativo in reparti di riabilitazione intensiva ospedaliera (RIO cod 56) I pazienti senza instabilità clinica e senza fragilità sociale continuano il trattamento riabilitativo nei servizi territoriali : ambulatorio o ADI I pazienti senza instabilità clinica e con fragilità sociale proseguono il trattamento nella struttura residenziale riabilitativa “RSA Le Vele” La dimissione dal reparto ortopedico non può avvenire senza che non sia stato adeguatamente preparato il nodo successivo.
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PERCORSO TERAPEUTICO RIABILITATIVO
Dalla dimissione dall’ ospedale (ortopedia o riabilitazione) possono presentarsi 4 diversi scenari assistenziali,in base alle caratteristiche cliniche e sociali del paziente: Ambulatorio Riabilitativo: paziente capace di cammino autonomo o con aiuto e situazione socio-abitativa adeguata RSA Riabilitativa (modello RSA “Le Vele”): paziente capace di cammino autonomo o con aiuto con una situazione sociale e/o abitativa inadeguata ad una corretta assistenza e paziente senza autonomia nel cammino, non gravemente demente e disabile, seppure privo di problematiche socio-abitative ADI: paziente senza autonomia di cammino e con demenza grave, con una situazione socio- abitativa tale da consentire le cure domiciliari RSA: paziente privo di autonomia nel cammino, con demenza e disabilità grave, che non può essere assistito a casa
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Continuità terapeutica
Garantire la continuità terapeutica e il percorso riabilitativo appropriato è un dovere e responsabilità dell’equipe, - medico, infermiere, fisioterapista, assistente sociale - ognuno per le proprie competenze Il processo di recupero dipende dalla capacità di risposta integrata tra i vari nodi della rete per una soluzione flessibile ai differenti bisogni, sia sanitari che sociali. 18 maggio 2013
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ANATOMIA DEL FEMORE
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FRATTURE DEL COLLO DEL FEMORE
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INTERVENTI CHIRURGICI
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POSIZIONAMENTO DEL PAZIENTE CON FRATTURA FEMORE
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POSIZIONAMENTO DA SEDUTO
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POSIZIONAMENTO DA SEDUTO
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POSIZIONAMENTO DA SEDUTO
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ESEMPI DI TRASFERIMENTO AUTONOMI
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ESEMPI DI TRASFERIMENTO AUTONOMI
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GRAZIE PER L'ATTENZIONE!
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