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IL fascismo al potere in Italia

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Presentazione sul tema: "IL fascismo al potere in Italia"— Transcript della presentazione:

1 IL fascismo al potere in Italia
Lavoro cooperativo della classe III C

2 I problemi dell’Italia nel dopoguerra
forte INDEBOLIMENTO dello IMPRODUTTIVITÀ delle CAMPAGNE RICONVERSIONE delle INDUSTRIE alta DISOCCUPAZIONE INFLAZIONE STATO Ceti sociali poveri = più colpiti dalla crisi economica raggiunge un compromesso: FINE dei DISORDINI in cambio di AUMENTO SALARIALE OPERAI: scioperi, occupazione delle fabbriche BIENNIO ROSSO: Agitazioni sociali guidate dalle forze socialiste PICCOLA BORGHESIA: moti di piazza, assalto agli alimentari ALLARME delle CLASSI DIRIGENTI e dei BENESTANTI: timore di una RIVOLUZIONE SOCIALISTA stile URSS - Proprietari terrieri -Imprenditori - Ceto medio BRACCIANTI: occupazione delle terre

3 La nascita di nuovi partiti politici
PARTITO POPOLARE formato nel 1919 dai cattolici presieduto da Don Luigi Sturzo. VALORI PRINCIPALI: la famiglia, la difesa della religione e il rispetto della proprietà privata e della libera iniziativa. Si trattava di una forza moderata, cioè che resta legata alla tradizione o spinge verso il progresso con prudenza. Questo partito predicava una politica estera che prevedeva il disarmo e una interna con l’introduzione del suffragio alle donne e di una riforma agraria. Incontra consenso soprattutto nelle zone rurali. PARTITO NAZIONALE FASCISTA nel 1919 si forma il movimento fascista, divenuto Partito Nazionale Fascista nel 1921 nasce su iniziativa di Benito Mussolini. VALORI PRINCIPALI: inizialmente propone riforme a favore delle classi popolari successivamente si schiera a favore degli industriali e dei proprietari terrieri, ottenendo l’appoggio di alta e media borghesia. Si trattava di un insieme di persone eterogeneo con obiettivi comuni: opposizione alle forze socialiste, acceso nazionalismo. Considerava legittimo l’uso della violenza come arma politica. PARTITO COMUNISTA D’ITALIA Fondato nel 1921 guidato da Antonio Gramsci VALORI DI RIFERIMENTO: contrari ai compromessi con il governo e la classe borghese. Si ispira al partito bolscevico russo e propone principio di autogestione dei soviet. Nasce dalla scissione dal partito socialista dell’ala radicale, che durante il biennio rosso aveva sostenuto le occupazioni operaie. Ordine Nuovo Avvenire

4 ELEZIONI del 1921 I Liberali, che avevano governato fino allora perdono la maggioranza assoluta. Grande successo del Partito Socialista (ottiene il triplo dei seggi rispetto alle elezioni del 1913) Nessun partito ottiene la maggioranza per governare. I partiti si alleano ma non riescono a eliminare i contrasti. Si creano GOVERNI DEBOLI SCONTENTO di reduci di guerra, nazionalisti, industriali.

5 perché NON furono FERMATE?
LE SQUADRE FASCISTE p. 148 CHI ERANO Le squadre fasciste nascono a seguito delle elezioni del 1921, in cui il Partito Nazionale Fascista aveva ottenuto risultati molto scarsi. Composte da ex-militari e sostenute dai proprietari terrieri e dagli industriali intensificarono l’uso della violenza, dandosi un’ organizzazione paramilitare. COSA FACEVANO Organizzavano spedizioni punitive contro l’opposizione : Devastavano le camere del lavoro. Incendiavano le sedi dei giornali di sinistra. Uccidevano esponenti socialisti e sacerdoti. perché NON furono FERMATE? Il Governo liberale fece un grave errore di valutazione e non ritenne il movimento fascista un pericolo: pensava si trattasse di un fenomeno destinato a concludersi in breve tempo e intendeva sfruttare le sue azioni per arginare l’ascesa di socialisti e popolari per poi «costituzionalizzare» il movimento assorbendolo nella maggioranza liberale.

6 PER CAPIRE: Le spedizioni punitive delle squadre fasciste
La carta mostra le zone in cui lo squadrismo fascista colpì per distruggere le leghe e le cooperative, e per rovesciare le amministrazioni locali guidate dai partiti socialisti. Il grafico riporta i numeri delle violenze compiute in soli due mesi, all’inizio del 1921 Zone di proteste contadine Zone interessate dall’occupazione di terre da parte dei contadini Episodi di violenza delle squadracce fasciste

7 DIFFUSIONE DELLE VIOLENZE FASCISTE
Rif. p. 149 Nel 1922 le violenze fasciste si estesero, senza che il Governo, guidato da Luigi Facta, facesse nulla per fermarle. Mussolini decise di prendere il potere con un atto di forza: IL 28 OTTOBRE DEL LE SUE SQUADRE DI «CAMICIE NERE» SI DIRESSERO VERSO ROMA PER OCCUPARLA. Il colpo di Stato: LA MARCIA SU ROMA Le squadre fasciste erano chiamate camicie nere perché l’indumento più caratteristico dei militanti era una camicia di colore nero. Essa divenne la divisa ufficiale prima dello squadrismo e poi del Partito fascista. Il colore rimandava alla morte con un chiaro intento di intimidazione nei confronti degli oppositori al fascismo.

8 CONSEGUENZE DELL’ AVANZATA
Il primo ministro chiese al Re Vittorio Emanuele III di proclamare lo stato d’assedio in modo da far intervenire l’ esercito. Il Re si rifiutò e affidò a Mussolini l’incarico di formare un nuovo governo, Facta si dimise. I protagonisti : Luigi Facta, Benito Mussolini e Re Vittorio Emanuele III MUSSOLINI A CAPO DEL NUOVO GOVERNO Mussolini formò il nuovo Governo in cui entrarono i rappresentanti del Partito Popolare, i liberali ed i nazionalisti . Giolitti lo appoggiò pur essendo contrario al Fascismo; sperava così di arginare l’avanzata delle sinistre.

9 MILIZIA VOLONTARIA PER LA SICUREZZA NAZIONALE
IL PNF Una volta capo del Governo l’intento di Mussolini fu di presentare il PNF, o Partito Nazionale Fascista, come forza politica in grado di portare ordine e un nuovo equilibrio economico e sociale nella nazione. Ben presto però iniziò ad affermare il suo potere personale: Si fece chiamare Duce (dal latino dux = guida, condottiero) e continuò a usare la violenza e la censura contro gli oppositori politici Costituì la MILIZIA VOLONTARIA PER LA SICUREZZA NAZIONALE organismo in cui confluirono le squadre armate. Era l’inquadra- mento “regolare” delle squadracce fasciste, una sorta di polizia agli ordini del Duce e dei suoi collabo- ratori, che indicava come soggetti pericolosi per la sicurezza nazionale tutti gli oppositori del PNF. nel istituì il GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO A questo nuovo organismo furono affidati compiti di indirizzo politico e di raccordo tra il PNF e il Governo, ma era di fatto il vero organo decisionale dello Stato: al suo interno si decideva se far passare o no una legge e i suoi componenti erano i dirigenti del PNF.

10 Le ELEZIONI del 1924 Nel 1924 furono indette nuove elezioni, dove i candidati del PNF, si presentarono in un’unica lista, chiamato “listone”, che raccoglieva fascisti, nazionalisti e alcuni esponenti liberali e cattolici . Il clima elettorale fu segnato da violenze e intimidazioni di ogni genere e in questo modo il «listone» ottenne la maggioranza assoluta con più del 65% dei voti.

11 p. 151 1925: IL DELITTO MATTEOTTI Giacomo Matteotti era un deputato socialista che, in un famoso discorso tenuto al parlamento, aveva denunciato le illegalità (cioè i brogli e le violenze) messe in atto dai fascisti prima e dopo le elezioni. Fu rapito da una squadra fascista e assassinato. Per protesta i deputati dell’ opposizione abbandonano il Parlamento. Questo atto prese il nome di SECCESSIONE DELL’ AVENTINO. Con la loro assenza, che voleva essere una lezione di democrazia, ottennero però l’effetto contrario: lasciarono campo libero ai fascisti e Mussolini solo al governo dell’Italia. Mussolini, forte del sostegno del re che non condannò l’accaduto, e fiancheggiato dagli ambienti militari, il 3 gennaio 1925 rivendicò la «responsabilità morale» dell’assassinio. →È l’inizio della DITTATURA FASCISTA, il Duce introdusse rapidamente riforme che abolivano tutte le libertà democratiche.

12 1925-1926 Le Leggi fascistissime
Rif. p. 152,153 Le Leggi fascistissime Furono sciolti tutti i partiti tranne quello fascista, furono sciolte le associazioni sindacali e fu abolito il diritto di sciopero. Il Governo assunse sia il potere esecutivo che quello legislativo Furono abolite le libertà fondamentali: stampa, associazione e parola e fu istituita la censura. Fu creato un Tribunale Speciale per condannare gli avversari del regime e l’OVRA, polizia politica incaricata di trovare e arrestare gli oppositori del fascismo, Furono reintrodotti la pena di morte e il confino per reati politici Fu imposto agli impiegati pubblici il giuramento di fedeltà Furono soppresse le libere elezioni

13 PER CAPIRE: i concetti chiave
TOTALITARISMO DITTATURA E’ un regime politico in cui non solo il potere è concentrato nelle mani di un capo di un ristretto gruppo dominante ma nel quale lo Stato assume il controllo di tutti gli aspetti della vita degli individui della società, dal divertimento alla scuola, dalla cinematografia alla vita familiare. Ci sono 5 elementi che consentono di definire un regime totalitario: Concentrazione del potere in capo a un’oligarchia inamovibile e politicamente responsabile. Imposizione di una ideologia ufficiale. Presenza di un partito unico e di massa. Controllo delle forze operanti nello Stato (polizia) e uso del terrore. Completo controllo della comunicazione e dell’informazione. Oggi con il termine “dittatura” intendiamo una forma di governo autoritario, in cui un uomo solo accenta nelle proprie mani tutti i poteri, conquistati con la forza e mantenuti con la violenza. Nell’antica Roma il dittatore era un magistrato straordinario a cui veniva dato il pieno potere civile e militare per un tempo limitato di sei mesi, in caso di pericolo per la Repubblica (come un attacco nemico).

14 p. 154, 155, 156 La politica economica Dopo una PRIMA FASE LIBERISTA ( in cui lo Stato incoraggia gli investimenti privati) inizia quella «DIRIGISTA», in cui lo Stato controlla e organizza l’economia; vengono favorite le grandi concentrazioni industriali e ciò lega ulteriormente queste ultime al fascismo. Viene avviata la «battaglia del grano» per raggiungere la completa autosufficienza produttiva di grano e cereali, favorendo soprattutto i grandi produttori. Viene attuato un progetto di AUTARCHIA esteso a tutte le attività produttive, allo scopo di acquistare il meno possibile dall’estero → La produzione aumentò del 50% e le importazioni scesero di 1/3 MA furono soprattutto i grossi produttori ad avere maggiori benefici, furono invece penalizzate le piccole e medie imprese, schiacciate dalla grande industria e prive dell’aiuto statale. Alla fine degli anni ’20 per sconfiggere la disoccupazione fu avviato un grande programma di lavori pubblici il cui finanziamento, però, comportò un aumento delle tasse, che ricadde soprattutto sui ceti meno abbienti. Furono aboliti il diritto di sciopero e i sindacati, sostituiti dalle Corporazioni, che riunirono insieme lavoratori e imprenditori ed erano controllate direttamente dal governo.


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