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LO SPAZIO GEOECONOMICO

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Presentazione sul tema: "LO SPAZIO GEOECONOMICO"— Transcript della presentazione:

1 LO SPAZIO GEOECONOMICO
TERRITORIO REGIONI RETI

2 ORGANIZZAZIONE DEL TERRITORIO
La geografia non si occupa di singoli oggetti presi isolatamente, ma delle relazioni che legano tra di loro tali oggetti sulla superficie della Terra. Spazio geografico: insieme delle relazioni che legano tra loro oggetti e soggetti localizzati sella superficie terrestre Spazio geo-economico: spazio geografico in cui isoliamo le relazioni economiche

3 RELAZIONI Relazioni orizzontali (interazioni spaziali- spazializzazione): quelle che e lo scambio e dunque si svolgono tra i diversi soggetti economici e fra i diversi luoghi Relazioni verticali (relazioni ecologiche- umanizzazione): quelle che connettono i gruppi umani con le caratteristiche dei luoghi determinandone forme di insediamento ed economia Territorio: insieme formato dalle relazioni verticali, orizzontali e dai soggetti e gli oggetti che tali relazioni legano tra loro e al suolo spazio organizzato dall’uomo Organizzazione territoriale: ordine complessivo che tali relazioni assumono in un territorio

4 TERRITORIO Le relazioni orizzontali e verticali sono relazioni indissociabili e ogni località viene definita dalle loro interrelazioni TERRITORIO Spazio organizzato dall’uomo Porzione di superficie terrestre che è al contempo suolo e società

5 TERRITORIO Spazio sociale diversamente strutturato in funzione di 3 elementi Attore: comunità umana Finalità: scopo che la comunità umana si prefigge nello sfruttare le risorse Azione sociale: modalità che la comunità mette in atto per raggiungere lo scopo e che variano a seconda della comunità e degli elementi culturali e politici

6 PROCESSI DI INTERVENTO SULLO SPAZIO
Popolamento: processo essenziale Appropriazione del suolo Gestione: assicura il funzionamento politico-amministrativo attraverso la divisione dello spazio Sfruttamento e utilizzazione del suolo: soddisfa i bisogni essenziali Creazione di reti di relazione

7 DIVERSE INTERPRETAZIONI DEL TERRITORIO
FINO ANNI ‘60= la geografia neopositivistica lo vede come un complesso di relazioni fra elementi ANNI ‘70= approccio economico= sistema territoriale ANNI ‘80= diventa un sistema territoriale complesso da studiare con un approccio olistico

8 TERRITORIALIZZAZIONE
E’ sia un fenomeno di appropriazione statale che una produzione ideologica Proiezione di un potere sullo spazio Ad un cambiamento politico/culturale corrisponde un territorio diverso

9 ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE
Nelle diverse scale, è l’oggetto principale della geografia economica Viene analizzata e studiata considerando 3 ordini di fattori: Le differenti condizioni naturali dei vari luoghi Le condizioni ereditate dal passato (materiali, sociali, culturali, economiche) L’organizzazione attuale

10 VALORE ECONOMICO DEL TERRITORIO
Nelle società pre-mercantili e pre-industriali, il valore del territorio dipendeva dalla sua attitudine a soddisfare consumi locali. Nella società capitalistica il territorio assume un valore di scambio, un tempo legato principalmente alla minore o maggiore fertilità del suolo, in seguito alla posizione. In questo tipo di economia è fondamentale organizzare il territorio in modo da ottenere dal capitale terra la maggior resa economica possibile.

11 COSTI DELL’IMPRESA Nella gestione economica di un impresa bisogna distinguere costi fissi e costi variabili COSTI FISSI: spese per l’allestimento e la gestione delle strutture e per l’organizzazione generale (ricerca, marketing, pubblicità…) COSTI VARIABILI: spese destinate alla produzione dei manufatti

12 ECONOMIE DI SCALA Il termine fu coniato dall’economista Alfred Marshall nel 1890 Vantaggi connessi alla produzione di massa Per ottimizzare i costi fissi ed abbassare i costi di produzione le imprese aumentano la scala, cioè la dimensione della produzione globale Il costo medio di un oggetto diminuisce man mano che cresce l’entità della produzione perché i costi fissi si distribuiscono su un numero più ampio di prodotti

13 ECONOMIE DI SCALA Le economie di scala si possono ottenere attraverso tre forme di concentrazione industriale Concentrazione tecnica verticale (integrazione): un’impresa concentra nello stesso stabilimento o in stabilimenti diversi le diverse fasi produttive che concorrono alla fabbricazione del prodotto finito (es. petrolio) Concentrazione tecnica orizzontale: un’impresa acquisisce sotto la stessa direzione diversi stabilimenti tecnicamente omogenei (che fabbricano lo stesso prodotto) Concentrazione economica: alcune imprese che operano nello stesso settore o in settori analoghi creano unioni commerciali e finanziarie più o meno complesse che mirano, più che ad aumentare la produzione, ad accrescere i profitti con accordi relativi alla politica dei prezzi Le diverse forme di concentrazione hanno condotto alla costituzione di imprese gigantesche, le multinazionali

14 ECONOMIE ESTERNE Riduzione dei costi quando un’impresa si localizza in un’area già industrializzata dove si è venuto a creare un complesso di condizioni che facilitano le relazioni industriali (informazioni, servizi, trasporti, energie…) Possibilità di ripartire i costi fissi Vantaggi dalla riduzione delle scorte Anche le piccole imprese riunite possono avere i vantaggi delle economie di scala delle grandi imprese

15 VANTAGGI ECONOMIE ESTERNE
Riduzione delle scorte Risparmi sugli acquisti Risparmi sui trasporti Controlli sulla qualità della merce Atteggiamento delle banche = accesso al credito Miglioramento efficienza complessiva della produzione Immagine positiva dei prodotti di un area

16 ECONOMIE DA AGGLOMERAZIONE
Insieme delle economie che derivano alle imprese dalla loro concentrazione spaziale VANTAGGI: Divisione del lavoro tra le diverse unità produttive o anche decentramento produttivo Possibilità di utilizzare congiuntamente un unico sistema di infrastrutture e servizi Particolare atmosfera industriale presente in un’area (fitto interscambio personale e di informazioni-rapida diffusione conoscenza-rivalità che stimola processi innovativi-diffusione cultura industriale-formazione professionale forza lavoro) Reputazione prodotti provenienti da un’area

17 ECONOMIE DA URBANIZZAZIONE
Se l’agglomerazione industriale si sviluppa entro un’area urbana di medie o grandi dimensioni. Le imprese insediate ricevono vantaggi aggiuntivi Le grandi aree urbane offrono opportunità di successo alle industrie: ECONOMIE DA URBANIZZAZIONE Più vasto mercato di sbocco per i prodotti Nascita di ogni genere di attività produttive Vasta gamma di servizi collettivi ed infrastrutture di livello superiore Manodopera specializzata e generica e mercato del lavoro maggiormente differenziato Ampia gamma di servizi per la produzione e di attività collaterali (ricerca, finanziamento….)

18 ECONOMIE DA AGGLOMERAZIONE
L’economista Camagni classifica le economie da agglomerazione in: Economie interne all’impresa: economie di scala di tipo produttivo, distributivo e finanziario Economie di localizzazione (esterne all’impresa ma interne all’industria): vantaggi derivanti dalla localizzazione concentrata di imprese appartenenti alla stessa industria o settore produttivo Economie di urbanizzazione (esterne all’impresa e all’industria: vantaggi tipici di un ambiente urbano

19 DISECONOMIE DA URBANIZZAZIONE
La produttività delle industrie aumenta con il crescere della dimensione urbana (economie esterne) ma con un incremento non proporzionale e con tasso decrescente Superata una certa soglia l’efficienza del sistema industriale si riduce Diseconomie: svantaggi di una eccessiva concentrazione: Concorrenza eccessiva Forte sindacalizzazione manodopera Scarsa disponibilità spazi edificabili Congestione trasporti Peggioramento qualità dei servizi

20 DISECONOMIE DA URBANIZZAZIONE
Molte imprese lasciano gli ambiti urbani e si localizzano o nei suburbi dove possono usufruire delle economie di agglomerazione o in località rurali Gli impianti vengono decentrati ma le funzioni direzionali, di ricerca, di progettazione, finanziamento e mercato restano di pertinenza urbana Su scala mondiale: decentramento aree industrializzate del mondo occidentale verso aree sottosviluppate o sovrappopolate dell’emisfero meridionale NUOVA DIVISIONE INTERNAZIONALE DEL LAVORO

21 REGIONI GEOGRAFICHE Il territorio in quanto sintesi delle relazioni che si instaurano tra l’uomo e l’ambiente, si presenta strutturato in una pluralità di REGIONI In linea generale la superficie terrestre può suddividersi in aree caratterizzate da propri particolari caratteri e da proprie unità territoriali REGIONALIZZAZIONE: divisione superficie terrestre in regioni Il termine regione esprime significati diversi che sono cambiati nel corso del tempo

22 INTERPRETAZIONE E EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI REGIONE
DETERMINISMO: solo regioni naturali individuate da aspetti fisici (regioni fisiche) POSSIBILISMO: regioni naturali individuate da aspetti fisionomici (paesaggio) – caratteri fisici e umani – divario regioni naturali/regioni storiche – come determinismo approccio idiografico e no interesse per fattori economici ANNI ’30: nuovi studi su regionalizzazione e territorializzazione – approccio economico ma ancora idiografico descrittivo – spazio polarizzato da un centro che forma una regione (Regione diff. paesaggio)

23 EVOLUZIONE CONCETTO DI REGIONE
REGIONE NATURALE REGIONE UMANIZZATA REGIONE FUNZIONALE REGIONE SISTEMICA

24 REGIONE NATURALE spazio reso omogeneo dalla presenza di determinati elementi fisici determinismo ambientale regione = proiezione ambiente fisico Bacini idrografici, continenti…. Isola = regione naturale perfetta

25 REGIONE UMANIZZATA Territorio plasmato da un particolare genere di vita, cioè da un insieme di abitudini e tradizioni consolidatesi nel tempo, che portano ogni gruppo umano ad utilizzare certe risorse locali piuttosto che altre e che si esprimono in un PAESAGGIO TIPICO (pastorale, agricolo….) Possibilismo Regione dei generi di vita e del paesaggio

26 REGIONE FUNZIONALE Regione polarizzata- gravitazionale – nodale - organica Area dominata da un centro di polarizzazione molto forte Territorio organizzato da una metropoli che per il forte apparato industriale e la complessità dei servizi, possiede una grande forza di attrazione Concetti polarità e centralità Regione monocentrica/policentrica Funzionalismo

27 REGIONE SISTEMICA Insieme di elementi fisici e umani interconnessi e in continuo movimento nel tempo Sistema territoriale aperto che attraversa fasi di cambiamento continuo e discontinuo Relazioni endogene: relazioni tra gli elementi che la compongono Relazioni esogene: relazioni che intrattiene con altre regioni Richiama il concetto di ecosistema naturale

28 REGIONE GEOGRAFICA: sintesi
Porzione di superficie terrestre che presenta 3 requisiti: E’ costituita da un insieme di luoghi contigui Tali luoghi hanno tutti qualche caratteristica comune Si differenziano in base a tali caratteristiche rispetto ai luoghi circostanti

29 GERARCHIE TERRITORIALI
LIVELLO MICROREGIONALE: divisioni di uno o pochi comuni LIVELLO MESOREGIONALE: dimensioni comprensoriali provinciali o regionali LIVELLO MACROREGIONALE: interi paesi o aggregati di regioni anche transfrontaliere sino ad arrivare alle MEGAREGIONI continentali o intercontinentali

30 TIPI DI REGIONE REGIONE POLITICO-AMMINISTRATIVA: confini istituzionali riconosciuti (Comuni, Regioni..) REGIONE POLITICA: di solito corrisponde allo Stato, ma può comprendere livelli inferiori (Stato federale) o superiori (UE) REGIONE NATURALE: identificata dalle caratteristiche fisiche e con prevalenza relazioni verticali (es. Pianura Padana) Oggi concetto sostituito con quello di ECOREGIONE: spazio di interazione tra l’ecosistema naturale e le comunità umane REGIONE STORICA: caratterizzata da fatti fisici e naturali cui si sovrappongono peculiarità culturali e storiche REGIONE CULTURALE: regione omogenea sotto il punto di vista etnico- culturale (es. Provenza, Kurdistan) Spesso coincide con la regione storica

31 TIPI DI REGIONE 7) REGIONI ECONOMICHE: oltre alle relazioni verticali si tengono presenti le relazioni orizzontali. Si distinguono REGIONI FORMALI E REGIONI FUNZIONALI 7A) REGIONI FORMALI: omogenee e uniformi in cui ciò che le identifica e le differenzia è l’omogeneità interna di uno o più attributi (Regioni Industriali- Regioni urbane – Regioni turistiche – Regioni risicole….) 7B) REGIONI FUNZIONALI: individuate in base a relazioni orizzontali, non vengono identificate per il fatto che i luoghi che le compongono presentano gli stessi attributi, ma per il fatto che sono tra loro connessi da relazioni spaziali ( Hinterland di un porto – Aree di gravitazione o influenza di una città – regioni monocentriche e pluricentriche)

32 TIPI DI REGIONE REGIONE COMPLESSA: formata da una regione formale che si colleghi ad una regione funzionale o viceversa (es conurbazione Nord-Atlantica: regione formale, industriale e regione funzionale REGIONE PROGRAMMA: particolare tipo di regione complessa che corrisponde all’ambito territoriale entro cui si svolgono interventi programmati (per esempio ambito territoriale di un piano di sviluppo). All’inizio spesso non esistono caratteri unitari comuni, ma progetti per realizzarli

33 REGIONI GERARCHICHE Tra i diversi centri c’è una gerarchia, legata al numero e alla qualità di servizi che ciascun centro offre; saranno di livello più alto i centri più forniti in quantità e qualità, che quindi attirano maggiori flussi di persone, di livello inferiore gli altri. La struttura delle regioni gerarchiche è stata descritta dal geografo tedesco Walter Christaller con il modello delle località centrali. Con questo nome si intendono i centri di offerta di servizi che servono ciascuno un’ area circostante, la cui ampiezza dipende dal numero e dalla rarità dei servizi offerti del centro. La gerarchia delle località centrali genera perciò una gerarchia di regioni funzionali corrispondenti a aree di gravitazione di diversa ampiezza, “inscatolate” le une dentro le altre.

34 MODELLO LOCALITA’ CENTRALI DI CHRISTALLER

35 REGIONI POLARIZZATE Nello spazio geografico, che non è omogeneo ma differenziato dalla natura, dalla storia e dall’attrazione esercitata dalle aree urbane, si creano spesso squilibri dovuti a processi di agglomerazione, che danno origine a strutture regionali polarizzate. Nei paesi di vecchia industrializzazione si è andata così formando una struttura regionale policentrica interconnessa nella quale la popolazione e le diverse attività si distribuiscono in vari centri minori, connessi tra loro e con i centri principali. Tali strutture reticolari policentriche sembrano oggi le più adatte a favorire lo sviluppo delle aree forti.

36 DIMENSIONE LOCALE Sviluppo locale: oggi considerato una alternativa strategica alle tradizionali forme di sviluppo Centralità dimensione locale Concetti fondamentali: Sussidiarietà Governance territoriale Transcalarità Patrimonio territoriale: territorio depositario di un insieme di ricchezze createsi nel tempo Capitale territoriale: insieme delle ricchezze immobili locali

37 SVILUPPO LOCALE Patrimonio territoriale e capitale territoriale: risorse di cui il territorio è dotato Insieme localizzato di beni comuni che producono vantaggi competitivi e collettivi Immobili: incorporati nei luoghi Specifici: non reperibili altrove Patrimoniali: accumulati nel lungo periodo

38 VALORI E RISORSE TERRITORIALI
Condizioni e risorse dell’ambiente e posizione geografica Patrimonio storico-culturale sia materiale (monumenti, paesaggi…) che immateriale (lingue, tradizioni…) Capitale fisso: infrastrutture e impianti nel loro insieme Capitale umano locale: capitale cognitivo, capitale sociale, capitale culturale, capitale istituzionale

39 LOCALE-GLOBALE L’economia mondiale si organizza come una economia di arcipelago che connette orizzontalmente zone di attività legate da flussi e relazioni funzionali In questa prospettiva lo sviluppo è sempre più legato ad una dialettica spaziale locale-globale: imprese, attori economici e sistemi locali si trovano inseriti al contempo in relazioni locali di prossimità (mercato locale del lavoro, cultura locale…) e in relazioni sovralocali che riguardano aspetti differenti (fornitori e clienti, mercati di sbocco, tecnologie…)

40 LOCALE-GLOBALE L’importanza crescente delle relazioni sovralocali non ha annullato l’importanza di quelle locali e del radicamento territoriale Il TERRITORIO come attore socio-economico continua a rappresentare la base del vantaggio competitivo Uno degli effetti della globalizzazione è mettere in competizione tra loro i territori in quanto sedi di risorse potenziali che possono essere valorizzate applicando i finanziamenti e le conoscenze che circolano nelle reti globali Reti globali e reti locali in relazione Combinazione risorse immobili locali e mobili globali

41 MILIEU TERRITORIALE LOCALE
Patrimonio comune cui attinge le rete locale dei soggetti in quanto attore collettivo dello sviluppo locale SISTEMA TERRITORIALE LOCALE: combinazione di relazioni orizzontali (collegamenti in rete di soggetti) e verticali (rapporti fra milieu e rete) Es. distretti industriali- distretti turistici Contrariamente a quanto molti credono i rapporti tra reti globali e sistemi locali non è sempre dominanza-dipendenza che cancella specificità e identità locali Se i soggetti locali si collegano in rete fra loro e fanno valere le risorse dei milieu territoriali creando sistemi territoriali locali, si attivano risposte autonome agli stimoli globali Le reti globali hanno bisogno dei sistemi locali in quanto serbatoi potenziali di esternalità

42 LOCALE E GLOBALE Le reti globali hanno bisogno dei sistemi locali.
I milieu locali sono i serbatoi potenziali delle esternalità, di cui esse necessitano per essere competitive sul mercato mondiale. I soggetti locali possono svolgere una funzione di intermediazione attiva tra le condizioni del milieu locale e le reti globali. Il caso più tipico è anche qui quello dei distretti industriali, in cui la principale risorsa del milieu è data da un saper fare (know how) sostenuta da adeguate infrastrutture fisiche e organizzative.


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