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LA MAFIA UCCIDE SOLO D’ESTATE

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Presentazione sul tema: "LA MAFIA UCCIDE SOLO D’ESTATE"— Transcript della presentazione:

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2 LA MAFIA UCCIDE SOLO D’ESTATE

3 Regia di Pierfrancesco Diliberto PIF

4 UNA STORIA D’AMORE ARTURO FLORA

5 La mafia entra nella nostra vita e spesso non ce ne rendiamo conto

6 NEGLI ANNI DELLE STRAGI DI MAFIA DAL 10 DICEMBRE 1969 AL 1992
Più DI 120 VITTIME, COMPRESI BAMBINI, DONNE, PASSANTI... GIUDICI, AGENTI DI SCORTA, INVESTIGATORI, FORZE DELL’ORDINE, TESTIMONI, POLITICI, MAFIOSI… IN TOTALE LE VITTIME ACCERTATE DI MAFIA, NELLA STORIA ITALIANA, SONO MIGLIAIA

7 Primo: difendere i propri figli dalla malvagità del mondo Secondo: insegnare loro a riconoscerla

8 Strage di Viale Lazio Arturo fu concepito il 10 dicembre 1969: i genitori, appena convolati a nozze, vivevano nello stesso stabile in cui avvenne la strage

9 Quando nasce il fratellino di Arturo nasce anche la figlia di Totò Riina il quale, pur essendo latitante, va in ospedale a vederla. Arturo, quando lo vede, si spaventa senza sapere chi sia.

10 Totò Riina Salvatore Riina, soprannominato Totò fu il capo di Cosa Nostra dal 1982 fino al suo arresto, avvenuto il 15 gennaio Era soprannominato U curtu, per via della sua statura e La Belva, per la sua ferocia sanguinaria.

11 Ogni giorno, nel bar sotto casa, Arturo incontra Boris Giuliano che si mangia le iris al forno. Ma una mattina Arturo deve cambiare strada perché davanti al bar è stato ucciso proprio Boris Giuliano.

12 Boris Giuliano Boris Giuliano era un investigatore della
Polizia di Stato e capo della Squadra Mobile di Palermo. Diresse le indagini con metodi innovativi e determinazione. Era temuto dalla mafia perché, con coraggio, tentava di raggiungere i capi catturando i “picciotti” che costituivano la loro base. Il 21 luglio 1979, mentre pagava il caffè in una caffetteria di via Di Blasi, a Palermo, Leoluca Bagarella gli sparò a distanza ravvicinata sette colpi di pistola alle spalle, uccidendolo

13 Fin dalle elementari, Arturo si innamora di Flora, figlia di un ricco banchiere che vive nello stesso stabile del magistrato Rocco Chinnici.

14 Rocco Chinnici Rocco Chinnici è stato un magistrato onesto,
incorruttibile e, per questi motivi, pericoloso a tal punto, che la mafia lo ha ucciso con un'autobomba. E’ morto davanti alla porta della sua casa di Palermo una mattina che, come al solito, si stava avviando al lavoro. Non volevano intimidirlo, volevano ucciderlo.

15 Arturo non riesce a rivelare a Flora i suoi sentimenti, ma rimane estasiato quando vede in televisione un'intervista di Maurizio Costanzo al presidente del consiglio Giulio Andreotti, che rivela di essersi dichiarato alla moglie al cimitero. Maurizio Costanzo A partire dalla fine degli anni settanta, è ideatore e conduttore di numerosi talk show della televisione italiana. Queste esperienze lo portano a realizzare il suo spettacolo televisivo più famoso, il Maurizio Costanzo Show (1982/2009) Amico del giudice Giovanni Falcone, ospite alle sue trasmissioni, Costanzo si impegnò come uomo e giornalista nella lotta alla mafia.

16 Giulio Andreotti diventa un mito per Arturo che, a Carnevale, si traveste da senatore

17 GIULIO ANDREOTTI Giulio Andreotti (Roma, 14 gennaio 1919 – Roma,
6 maggio 2013), politico, scrittore e giornalista italiano. È stato uno dei principali esponenti della Democrazia Cristiana, protagonista della vita politica italiana per tutta la seconda metà del XX secolo. Senatore a vita dal 1991, è stato per tre volte presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana e ha ricoperto numerosi incarichi di governo. È stato accusato di aver rapporti con la mafia. La sentenza della Corte di Appello di Palermo del 2 maggio 2003, in estrema sintesi, parla di una «...autentica, stabile ed amichevole disponibilità dell'imputato verso i mafiosi fino alla primavera del 1980»

18 Propose una legge che introduceva il reato di
Arturo vince un concorso di giornalismo ma la premiazione viene interrotta perché giunge la notizia dell’assassinio di Pio La Torre Pio La Torre era un politico e sindacalista italiano. Propose una legge che introduceva il reato di associazione mafiosa ed una norma che prevedeva la confisca dei beni ai mafiosi. Il 30 aprile 1982, con una Fiat 131 guidata da Rosario Di Salvo, Pio La Torre stava Raggiungendo la sede del partito. Quando la macchina si trovò in una strada stretta, una moto di grossa cilindrata obbligò Di Salvo, che guidava, ad uno stop, immediatamente seguito da raffiche di proiettili.

19 Arturo vuole cominciare a fare il giornalista e va a intervistare il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa che il giorno dopo viene ucciso

20 Carlo Alberto Dalla Chiesa
generale dei carabinieri, nei primi anni ’80 nominato prefetto, venne inviato a Palermo per Sconfiggere la mafia. Da buon carabiniere, ligio al dovere, andò nella città palermitana. Lo Stato non gli dette alcun appoggio e alcuna protezione e il generale, sua moglie e la sua scorta vennero uccisi.

21 Salvo Lima è stato un politico italiano della
Nel 1992, Arturo diventa addetto stampa di Salvo Lima, onorevole della DC e assiste al suo assassinio pochi giorni prima delle elezioni Salvo Lima Salvo Lima è stato un politico italiano della Democrazia Cristiana e sindaco di Palermo. Fece molti favori alle cosche mafiose e promise, senza riuscirci, di salvare i condannati del maxiprocesso. Per questo motivo venne ucciso

22 Mentre viaggia in autostrada, arrivato all’altezza di Capaci, Fofò assiste all’esplosione della strage in cui muoiono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Montinaro, Schifani e Dicillo. « La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni. » Giovanni Falcone

23 Mentre torna a casa da sua madre, Bonsuar sente una terribile esplosione: siamo in Via D’Amelio e si tratta della strage in cui muoiono Paolo Borsellino e la sua scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.   Paolo Emanuele Borsellino è considerato uno degli eroi simbolo della lotta alla mafia . Nel settembre del 1991, la mafia aveva già abbozzato progetti per l'uccisione di Borsellino. Il 19 luglio 1992, Paolo Borsellino si recò insieme alla sua scorta in via D'Amelio, dove viveva sua madre. Una Fiat 126 imbottita di tritolo esplose al passaggio del giudice, uccidendo oltre a Borsellino anche i cinque agenti di scorta Emanuela Loi (prima donna della Polizia di Stato caduta in servizio), Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. L'unico sopravvissuto fu l'agente Antonino Vullo, scampato perché al momento della deflagrazione stava parcheggiando uno dei veicoli della scorta. Il 24 luglio circa diecimila persone parteciparono ai funerali privati di Borsellino (i familiari rifiutarono il rito di Stato; la moglie Agnese Borsellino accusava il governo di non aver saputo proteggere il marito, e volle una cerimonia privata senza la presenza dei politici). L'orazione funebre fu pronunciata da Antonino Caponnetto:«Caro Paolo, la lotta che hai sostenuto dovrà diventare e diventerà la lotta di ciascuno di noi». Qualche giorno prima, i funerali dei 5 agenti di scorta si svolsero nella Cattedrale di Palermo, ma all'arrivo dei rappresentanti dello stato una folla inferocita sfondò la barriera creata dai 4000 agenti chiamati per mantenere l'ordine, la gente mentre strattonava e spingeva, gridava "FUORI LA MAFIA DALLO STATO".

24 Dopo questi attentati, il popolo palermitano, inizialmente omertoso, capisce le reali intenzioni della mafia e scende in piazza a protestare. Arturo e Flora, superati i rancori, si fidanzano e dalla loro unione nasce un bambino, che verrà educato dal padre a riconoscere il male e a combatterlo. La storia prende spunto dall'esperienza personale e civile di Pif[ e di molti altri palermitani che, come lui, hanno vissuto per anni in una città divisa tra la normalità degli eventi quotidiani e la violenza dei fatti di mafia. Il piccolo Arturo, protagonista del film, è un bambino particolarmente sensibile alle "malavitose stranezze" che vede accadere ogni giorno nella sua città, e rappresenta la vicenda di tutti quei giovani giornalisti e attivisti siciliani che hanno affrontato la verità senza nascondersi e diventando troppo sp esso vittime di mafia. I protagonisti del film vivono, col passare degli anni, una sorta di doppia vita fatta, da una parte, di feste di compleanno, innamoramenti e scelte professionali, dall'altra di attentati, minacce, morti ammazzati e una multiforme omertà. Sia da bambino che da adulto, la sfida di Arturo sarà quella di confrontarsi con questo sdoppiamento del mondo palermitano, trovando le risposte giuste nel proprio cuore e nel proprio senso civile.

25 21 marzo Giornata della memoria e dell’impegno


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