Alternanza Formativa Corso di formazione tutor scuola - lavoro

Alternanza Formativa Corso di formazione tutor scuola - lavoro
Alternanza scuola-lavoro D.Lgs.n.77 15/04/2005 e D.Lgs. 10/10/2003 n.276 attuativo D.L. 14 febbraio 2003, N.30 ( Legge Biagi) Un nuovo quadro di opportunità: dalla flessibilità nei processi di apprendimento alla flessibilità nel mercato del lavoro Vicenza,22 gennaio 2007 prof.ssa Gloria Goldoni

Alternanza scuola-lavoro il contesto normativo DOCUMENTO DI LISBONA MARZO 2000. UNA NUOVA SFIDA PER L’ISTRUZIONE E LA FORMAZIONE PER VIVERE E LAVORARE NELLA SOCIETA’ DEI SAPERI. IN UN CONTESTO DOVE I MUTAMENTI HANNO RITMI RAPIDI E SEMPRE PIU’ CRESCENTI

Alternanza scuola-lavoro il contesto normativo DOCUMENTO DI LISBONA MARZO 2000. Obiettivi: costruzione di percorsi di apprendimento lungo tutto l’arco della vita (lifelong learning) e lo sviluppo di una società (learning society) di saperi con opportunità per tutti dimezzare entro il 2010 il n. di giovani tra i 18 e 24 anni che hanno assolto solo il primo ciclo di studi secondari e che non continuano gli studi né intraprendono altro tipo di formazione …tra scuole, centri di formazione, imprese e strutture di ricerca dovrebbero essere istituiti partenariati a vantaggio di tutti i partecipanti.. non può esistere apprendimento lungo tutto l’arco della vita senza il coinvolgimento delle imprese

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Alternanza scuola-lavoro il contesto normativo Legge 28 marzo 2003, n. 53 (Delega al governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale)

Alternanza scuola lavoro-il contesto normativo L. 53/2003 PRINCIPI E CRITERI DIRETTIVI Apprendimento in tutto l’arco della vita Pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare capacità e competenze Attraverso conoscenze e abilità Coerenti con le attitudini e le scelte personali Adeguate all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro

Alternanza scuola lavoro-il contesto normativo Legge Finanziaria 2007 A decorrere dall’a.s. 2007/2008 obbligo di istruzione per almeno 10 anni (art.68 c.1) comunque sino al conseguimento di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro i 18 anni viene a tal fine elevata a 16 anni l’età per l’accesso al lavoro

Alternanza scuola-lavoro il contesto normativo L. 53/2003 Art.4……i corsi del secondo ciclo di istruzione possono essere realizzati anche in alternanza scuola – lavoro a partire da…… come modalità di realizzazione del percorso formativo progettata,attuata e valutata dall’istituzione scolastica e formativa in collaborazione con le imprese, con le rispettive associazioni di rappresentanza……

Alternanza Formativa Corso di formazione tutor scuola- lavoro
D. Lgs. 15 aprile 2005, n. 77 (Definizione delle norme generali relative all’alternanza scuola lavoro, a norma dell’art.4 L.28 marzo 2003, n.53) L’alternanza scuola-lavoro è una delle forme previste dalla legge di riforma della scuola per assolvere l’obbligo formativo

D. Lgs. 15 aprile 2005, n. 77 (Definizione delle norme generali relative all’alternanza scuola lavoro, a norma dell’art.4 L.28 marzo 2003, n.53) Art.1 “ambito di applicazione” ……si riconosce nell’ASL una modalità di realizzazione dei corsi del secondo ciclo,sia nel sistema dei licei, sia nel sistema dell’istruzione e della formazione professionale per assicurare ai giovani, oltre alle conoscenze di base, l’acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro

D. Lgs. 15 aprile 2005, n. 77 (Definizione delle norme generali relative all’alternanza scuola lavoro, a norma dell’art.4 L.28 marzo 2003, n.53) Art.1 “a chi si rivolge” possono chiedere di svolgere in alternanza,in parte o integralmente, la formazione tra i 15 e i 18 anni tutti gli studenti che abbiano compiuto il quindicesimo anno

Cosa si fa di diverso? In azienda come in aula l’alternanza è un nuovo approccio didattico che prevede l’integrazione tra la preparazione scolastica e un’esperienza assistita sul posto di lavoro attraverso la predisposizione di moduli di formazione in aula e attraverso moduli di esperienza pratica in azienda learning by doing attraverso una co-progettazione fra scuole e aziende sotto la responsabilità dell’Istituto scolastico

Qual è il ruolo delle aziende Offrirsi come luogo di apprendimento nel quale le ragazze ed i ragazzi possano: verificare l’utilità di ciò che apprendono a scuola (rimotivazione) acquisire le stesse competenze che raggiungerebbe in aula (learning by doing) orientare le proprie scelte di studio e professionali imparare a tirar fuori da se stessi abilità che a scuola non si hanno occasione di utilizzare

Art. 2 Finalità generali dell’alternanza Equivalenza formativa Modalità di apprendimento flessibili Arricchimento della formazione scolastica con competenze spendibili nel mondo del lavoro Favorire l’orientamento Realizzare un organico collegamento tra istituzioni scolastiche e mondo del lavoro Correlare l’offerta formativa allo sviluppo culturale,sociale ed economico del territorio

Art. 2 Finalità dell’alternanza Abbiamo quindi : finalità educative Rafforzare l’autostima Sviluppare e favorire la socializzazione e la comunicazione in un ambiente nuovo e con persone che rivestono ruoli diversi all’interno … Sviluppare un atteggiamento critico e autocritico rispetto alle diverse situazioni di apprendimento Promuovere il senso di responsabilità Rafforzare il rispetto delle regole

E ..finalità formative Didattiche = l’alternanza rimotiva allo studio e accellera i processi di apprendimento Orientative = lo studente acquisisce la conoscenza del mondo del lavoro e delle competenze da esso richieste,scoprendo e valorizzando le vocazioni personali Professionalizzanti = lo studente acquisisce competenze spendibili nel mondo del lavoro

Fattori di successo. tentativo di superare la separatezza tra scuola e lavoro aver suggerito luoghi alternativi di apprendimento non pensati come sostitutivi,ma come estensivi dell’apprendimento scolastico sostegno all’orientamento tentativo di contrastare il fenomeno dell’abbandono scolastico far scoprire il lavoro e la cultura di impresa

Fattori di criticità. Individuazione delle realtà lavorative da coinvolgere (ricerca delle imprese formative) Individuazione di un significativo periodo di ASL Definizione delle corrette ed efficaci modalità di collaborazione tra scuola e realtà lavorativa Definizione dei ruoli (tutoraggio) Definizione di una adeguata riorganizzazione dello svolgimento dei programmi scolastici (modularità)

Fattori di criticità. Individuazione dell’equivalenza formativa Individuazione delle competenze connesse alle conoscenze ed alle abilità da promuovere Definizione delle idonee modalità per la certificazione delle competenze

La preparazione e la progettazione. Scuola e azienda stipulano una convenzione Anche con associazioni di categoria Viene definito e co-progettato il piano formativo Formalizzato nel patto formativo

La preparazione e la progettazione. Il patto formativo

Gli attori del progetto. Tutor scolastico dell’alternanza Tutor aziendale dell’alternanza(eventuale tutor interaziendale) Responsabile di progetto dell’Istituto Il consiglio di classe dell’alunno I genitori dell’alunno

La struttura del progetto si articola in cinque fasi: pubblicizzazione sottoscrizione accordi coprogettazione realizzazione monitoraggio e valutazione

La fase di pubblicizzazione Obiettivi Portare a conoscenza le parti coinvolte degli obiettivi del progetto e degli impegni di ciascuno

La fase di sottoscrizione degli accordi Obiettivi rinnovare la convenzione con le associazioni di categoria o stipulare nuove convenzioni con le imprese

La fase di co-progettazione Obiettivi progettare assieme alle aziende il piano formativo e didattico in alternanza definendone finalità, modalità, obiettivi e contenuti in termini di conoscenze e competenze

La fase di realizzazione Obiettivi Svolgimento delle attività curricolari coinvolte nel progetto Bilancio “preventivo” delle competenze trasversali Svolgimento delle attività d’aula con esperti Attività in azienda Bilancio “consuntivo” delle competenze trasversali

Spunti di riflessione Alternanza Scuola Lavoro Stage Terza area

DECRETO LEGISLATIVO 10 SETTEMBRE 2003, n.276 attuativo L. 14 febbraio 2003, N.30( Legge Biagi ) La riforma del mercato del lavoro

Premesse normative Pacchetto Treu 24 giugno 1997 n.196 Consiglio Europeo Lisbona Marzo 2000 Libro Bianco sul mercato del lavoro ottobre 2001 (M.Biagi) proposte per una società attiva e per un lavoro di qualità

Il pacchetto Treu Introduzione del lavoro interinale in Italia Prima liberalizzazione nella contratto a termine e nel part-time Nuova disciplina dell’apprendistato Riordino della formazione professionale (art.17,comma b) Tirocini formativi e di orientamento (art.18)

Lisbona 2000 Obiettivo: “conseguire nel corso del prossimo decennio una crescita economica sostenibile capace di garantire un aumento sostanziale del tasso di occupazione, di migliorare la qualità del lavoro e di ottenere una più solida coesione sociale… ..maggiore partecipazione al mdl dei giovani, delle donne e degli anziani….emersione di tutte le forme di lavoro irregolare…”

Dal “Libro bianco sul mercato del lavoro in Italia” Le difficoltà del mercato del lavoro italiano: tasso di occupazione sotto la media europea categorie tradizionalmente svantaggiate: giovani,donne, adulti sopra i 45 anni divario Nord Sud lavoro irregolare scarsa efficienza del collocamento pubblico

Dal “Libro bianco sul mercato del lavoro in Italia” Riforma del collocamento Sviluppo di forme di flessibilità del lavoro in ingresso Formazione permanente dei lavoratori Miglioramento della qualità del lavoro:emersione del sommerso

RIFORMA BIAGI “una normativa europea” OBIETTIVI MERCATO DEL LAVORO PIU’ EFFICIENTE E TRASPARENTE LOTTA ALLA DISOCCUPAZIONE FACILITAZIONE INCONTRO DOMANDA ED OFFERTA DI LAVORO Servizi per l’impiego pubblici e privati più efficienti e collegati “in rete”

RIFORMA BIAGI “una normativa europea” OBIETTIVI FLESSIBILITA’ REGOLATA E CONTRATTATA +competitività imprese +tutela lavoro contrasto al lavoro nero ed irregolare Organizzazione aziendale adeguata ai mutamenti economia. Partecipazione al mercato di soggetti a rischio di esclusione sociale. NUOVE TIPOLOGIE DI CONTRATTO

RIFORMA BIAGI “una normativa europea PAROLE “CHIAVE” OCCUPABILITA’ Fornire strumenti a giovani e disoccupati per far fronte ad opportunità occupazionali e cambiamenti del mercato del lavoro

RIFORMA BIAGI “una normativa europea PAROLE “CHIAVE” Più schemi contrattuali e flessibilità per cogliere opportunità occupazionali offerte dalle nuove tecnologie . ADATTABILITA’ PARI OPPORTUNITA’ Innalzare il tasso di occupazione di donne e di altre persone a rischio di esclusione sociale. Garantire a tutti accesso ad occupazione regolare e di qualità.

Riforma del mercato del lavoro 1. Riforma del collocamento Agenzie per il lavoro Altri soggetti Borsa continua naz.del lavoro

LE AGENZIE PER IL LAVORO Sono soggetti autorizzati dal Ministero del Lavoro, tramite iscrizione in apposito albo, a svolgere attività di: Somministrazione di Lavoro a tempo determinato e indeterminato (Staff Leasing) Intermediazione (Collocamento privato) Ricerca e Selezione del Personale Ricollocazione professionale (Outplacement)

Collocamento: altri soggetti Possono svolgere attività di intermediazione oltre alle agenzie per il lavoro, università, comuni,camere di commercio, istituti di scuola secondaria di secondo grado, associazioni datoriali e sindacali, ordine nazionale consulenti del lavoro

Borsa continua nazionale del lavoro Interseca domanda e offerta di lavoro È una banca dati on line utilizzabile liberamente da soggetti pubblici e privati (senza intermediari) Opererà a due livelli : nazionale e regionale

Che cosa è il Contratto di Somministrazione di Lavoro È il contratto mediante il quale uno o più lavoratori vengono messi a disposizione di un’impresa – chiamata utilizzatrice – per lo svolgimento di una determinata attività Il contratto può essere: - a tempo determinato (già interinale) - a tempo indeterminato (Staff Leasing)

Una Relazione Triangolare
AGENZIA PER IL LAVORO CONTRATTO DI LAVORO SUBORDINATO CONTRATTO DI SOMMINISTRAZIONE DI LAVORO LAVORATORE IMPRESA UTILIZZATRICE PRESTAZIONE LAVORATIVA

Durata della somministrazione Non è prevista una durata minima al contratto di somministrazione La durata massima del contratto di somministrazione a tempo determinato sarà legata all’esigenza dell’azienda utilizzatrice

Diritti del lavoratore temporaneo Pagamento della retribuzione Diritto a ferie e permessi Pagamento dei contributi Informazione sulle norme di prevenzione e sicurezza sul luogo di lavoro (D.Lgs 626/94) Nessun compenso deve essere corrisposto alla società di fornitura da parte del lavoratore Nessun ostacolo all’eventuale assunzione da parte dell’impresa utilizzatrice

Riforma del mercato del lavoro 2.

MODIFICA CONTRATTI ESISTENTI Il lavoro a tempo parziale (part-time) si caratterizza per un orario, stabilito dal contratto individuale di lavoro, inferiore all’orario di lavoro normale (full-time) Può essere: orizzontale verticale misto

MODIFICA CONTRATTI ESISTENTI Il lavoro a tempo parziale (part-time) Novità introdotte:facilitazioni per prestazioni supplementari clausole di flessibilità

MODIFICA CONTRATTI ESISTENTI Lavoro a progetto (ex-co.co.co) Sostituisce il Contratto di Collaborazione Coordinata e Continuativa. Il lavoratore assume l’incarico di seguire un progetto determinato dal committente, gestendo autonomamente il proprio lavoro in funzione del risultato.

Nuove tipologie contrattuali STAFF-LEASING E’ la fornitura professionale di manodopera a tempo indeterminato ammessa esclusivamente per determinate attività/settori (informatica; trasporti; pulizia; call center; marketing; gestione di musei, parchi, archivi; consulenza di direzione) Il lavoratore è assunto dall’ApL e riceve un’indennità di disponibilità per i periodi di inattività

Nuove tipologie contrattuali Lavoro intermittente (o a chiamata) mediante il quale un lavoratore si pone a disposizione del datore di lavoro per svolgere determinate prestazioni di carattere discontinuo o intermittente (individuate dalla contrattazione collettiva nazionale o territoriale) o per svolgere prestazioni in determinati periodi nell'arco della settimana, del mese o dell'anno (individuati dal Dlgs 276/2003)

Nuove tipologie contrattuali Job sharing Due lavoratori assumono in solido l’adempimento di un’unica ed identica obbligazione lavorativa La retribuzione è proporzionale alla prestazione L’orario di lavoro giornaliero/settimanale viene stabilito in autonomia dai job-sharer e in qualsiasi momento essi hanno la facoltà di modificarlo Eventuali sostituzioni da parte di una terza persona sono vietate e possono essere ammesse solo previo consenso del datore di lavoro

Nuove tipologie contrattuali Le prestazioni di lavoro accessorio sono attività lavorative di natura occasionale svolte da soggetti a rischio di esclusione sociale o, comunque, non ancora entrati nel mercato del lavoro o in procinto di uscirne (disoccupati da oltre un anno, casalinghe, studenti e pensionati,disabili e soggetti in comunità di recupero, extracomunitari nei 6 mesi successivi alla perdita del lavoro)

Nuove tipologie contrattuali Le prestazioni di lavoro accessorio Finalità far emergere il sommerso che caratterizza alcune prestazioni lavorative, tutelando maggiormente lavoratori senza protezione favorire l'inserimento lavorativo di fasce deboli del mercato del lavoro (presso le famiglie e gli enti senza fine di lucro)

Nuove tipologie contrattuali Il contratto di inserimento Sostituisce il contratto di Formazione e Lavoro È uno strumento per il sostegno all’inserimento lavorativo per soggetti appartenenti a fasce deboli: giovani tra i 18 e i 29 anni disoccupati di lunga durata da 29 fino a anni lavoratori con più di 50 anni privi di un lavoro lavoratori che desiderino riprendere un’attività lavorativa e che non abbiano lavorato per almeno 2 anni

Nuove tipologie contrattuali Il contratto di inserimento donne residenti in aree ad alto tasso di disoccupazione femminile portatori di grave handicap fisico, mentale o psichico mira a inserire (o reinserire) nel mercato del lavoro alcune categorie di persone, attraverso un progetto individuale di adattamento delle competenze professionali del singolo a un determinato contesto lavorativo

Riforma del mercato del lavoro 3.

Formazione permanente Il contratto di apprendistato contratto a contenuto formativo, in cui il datore di lavoro, oltre a versare un corrispettivo per l'attività svolta garantisce all'apprendista una formazione professionale

Formazione permanente Il contratto di apprendistato. Tipologie di contratto apprendistato per l'espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione apprendistato professionalizzante apprendistato per l'acquisizione di un diploma o per percorsi di alta formazione

Formazione permanente Contratto di inserimento

Formazione permanente Il tirocinio estivo di orientamento Tirocinio che gli adolescenti o i giovani,regolarmente iscritti ad un ciclo di studi presso l’università e gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, possono svolgere durante le vacanze estive Non è un rapporto di lavoro, ma costituisce un’esperienza formativa svolta in azienda

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