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COMMERCIO E RISORSE: IL MODELLO DI HECKSCHER-OHLIN

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Presentazione sul tema: "COMMERCIO E RISORSE: IL MODELLO DI HECKSCHER-OHLIN"— Transcript della presentazione:

1 COMMERCIO E RISORSE: IL MODELLO DI HECKSCHER-OHLIN
4 1 Il modello di Heckscher-Ohlin 2 Gli effetti del commercio sui prezzi dei fattori 3 Estensioni del modello di Heckscher-Ohlin 4 Conclusioni COMMERCIO E RISORSE: IL MODELLO DI HECKSCHER-OHLIN

2 Sommario Introduzione Il modello di Heckscher-Ohlin
Le ipotesi L’equilibrio di autarchia L’equilibrio di libero scambio Le verifiche empiriche del teorema di Heckscher-Ohlin: il paradosso di Leontief Gli effetti del commercio sui prezzi dei fattori Gli effetti del commercio sul salario e sull’affitto di H La determinazione del salario reale e dell’affitto reale Le variazioni del salario reale e dell’affitto reale: un esempio numerico. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

3 Sommario Estensioni del modello di Heckscher-Ohlin Conclusioni
Molti beni, molti fattori e molti Paesi Produttività diverse tra Paesi Estensioni del teorema di Heckscher-Ohlin Conclusioni Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

4 Obiettivi didattici Comprendere il modello di Heckscher-Ohlin.
Comprendere le differenze tra il modello HO e il modello ricardiano. Comprendere le ipotesi del modello HO e come influenzano il modello. Comprendere l’equilibrio di autarchia e quello di libero scambio nel modello di HO. Comprendere il paradosso di Leontief e la sua relazione con il modello HO. Comprendere gli effetti del commercio sui prezzi dei fattori. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

5 Obiettivi didattici Comprendere come si determinano il salario reale e l’affitto reale del capitale. Comprendere come possiamo estendere il modello di Heckscher-Ohlin. Comprendere come l’introduzione di molti beni, fattori e Paesi modifica le previsioni del modello HO. Comprendere come le differenze di produttività tra Paesi influenzano il modello HO e la relazione con il paradosso di Leontief. Comprendere come il teorema di HO può essere esteso. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

6 Introduzione In questo capitolo descriviamo il modello di Heckscher-Ohlin. Il modello di Heckscher-Ohlin (HO) spiega come si origina commercio internazionale a causa di dotazioni di risorse diverse tra Paesi. Il modello fu sviluppato alla fine di un’“età dell’oro” del commercio internazionale in cui si era assistito a notevoli miglioramenti nei trasporti. Essi volevano spiegare questo aumento del commercio. H-O ipotizzarono che le tecnologie fossero le stesse tra Paesi, ma che ci fosse una distribuzione diseguale delle risorse. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

7 Introduzione Il modello a fattori specifici descritto nel capitolo precedente era un modello di breve periodo, perché capitale e terra non potevano spostarsi tra settori. Il modello di HO è un modello di lungo periodo perché tutti i fattori di produzione possono spostarsi tra settori. Analizziamo l’evidenza empirica del modello HO. Per ottenere migliori previsioni dal modello HO, lo estendiamo al caso di più di due beni e più di due fattori. Inoltre consideriamo anche l’esistenza di differenze tecnologiche tra Paesi. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

8 Il modello di Heckscher-Ohlin
Ci sono due Paesi, H e F. Ciascun Paese produce due beni: computer e scarpe. Si impiegano due fattori di produzione: lavoro (L) e capitale (K). Possiamo sommare le risorse impiegate da ciascun Paese in tutti i settori per ottenere il totale di risorse nell’economia. Capitale in ciascun Paese: K = KC + KS e K* = K*C + K*S Lavoro in ciascun Paese: L = LC + LS e L* = L*C + L*S Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

9 Le ipotesi del modello di Heckscher-Ohlin
Entrambi i fattori possono spostarsi liberamente tra settori. Il capitale deve ottenere lo stesso affitto, R, in entrambi i settori. Tutti i lavoratori guadagnano lo stesso salario in entrambi i settori. Se non fosse così, il capitale o il lavoro si sposterebbero nel settore in cui ricevono il compenso maggiore. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

10 Le ipotesi del modello di Heckscher-Ohlin
La produzione di scarpe è intensiva in lavoro, ovvero servono più lavoratori per unità di capitale nella produzione di scarpe rispetto alla produzione di computer, LS/KS > LC/KC. La produzione di computer è intensiva in capitale, ovvero si usa più capitale per lavoratore nella produzione di computer rispetto alla produzione di scarpe. Le scarpe impiegano più lavoro per unità di capitale. La figura 4.1 mostra le curva di domanda relativa di lavoro in ogni settore. Poiché la produzione di scarpe è più intensiva in lavoro, la curva di domanda relativa nel settore delle scarpe giace alla destra della curva di domanda di lavoro nel settore dei computer. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

11 Le ipotesi del modello di Heckscher-Ohlin
Figura 4.1 Figura 4.1 Intensità di lavoro in ogni settore. Si ipotizza che la domanda relativa di lavoro sia maggiore nelle scarpe rispetto ai computer, LS/KS >LC/KC. Queste due curve sono decrescenti, proprio come accade per curve di domanda regolari, ma in questo caso sono curve di domanda relativa di lavoro (cioè, la domanda di lavoro in rapporto alla domanda di capitale). Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

12 Le ipotesi del modello di Heckscher-Ohlin
F è ricco di lavoro; il rapporto lavoro-capitale in F è maggior di quello di H. H è ricco di capitale. L*/K* > L/K e K/L > K*/L* In questo caso trascuriamo la ragione per cui la quantità di risorse è diversa tra Paesi, ma accettiamo tali differenze come importanti determinanti del commercio tra Paesi. Ci concentriamo su un caso particolare in cui F è relativamente ricco di lavoro e H relativamente ricco di capitale. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

13 Le ipotesi del modello di Heckscher-Ohlin
I prodotti finali, scarpe e computer, possono essere liberamente scambiati, senza restrizioni, tra i Paesi, mentre il lavoro e il capitale non possono oltrepassare i confini nazionali. Non permettiamo al lavoro e al capitale di spostarsi tra Paesi. Questa ipotesi sarà rimossa nel prossimo capitolo. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

14 Le ipotesi del modello di Heckscher-Ohlin
Le tecnologie usate per produrre i due beni sono identiche nei due Paesi. Questa ipotesi è l’opposto dell’ipotesi fatta nel modello ricardiano. Non è un’ipotesi realistica, ma ci permette di concentrarci su una sola ragione del commercio internazionale: le diverse quantità di lavoro e capitale. Sottoporremo a verifica empirica la validità del modello HO e troveremo che il modello funziona meglio quando si rimuove questa ipotesi. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

15 Le ipotesi del modello di Heckscher-Ohlin
I gusti dei consumatori sono identici nei due Paesi e le preferenze per computer e scarpe non variano al variare del livello di reddito del Paese. Un Paese più povero comprerà meno scarpe e meno computer, ma nella stessa proporzione di un Paese più ricco se i prezzi sono gli stessi. Anche in questo caso, sebbene l’ipotesi non sia molto realistica, ci permette di concentrare l’attenzione sulle differenze di risorse come unica determinante del commercio internazionale. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

16 Le intensità fattoriali sono identiche tra Paesi?
Tra le ipotesi, supponiamo che le intensità fattoriali in ogni settore siano identiche nei due Paesi. Esempio: le scarpe sono intensive in lavoro in entrambi i Paesi. La validità di questa ipotesi non è così scontata quando si confrontano altri prodotti: es. scarpe e call center. Sebbene tutti i Paesi possano avere accesso alle stesse tecnologie, i macchinari usati negli USA sono diversi da quelli impiegati in Asia e altrove. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

17 Le intensità fattoriali sono identiche tra Paesi?
Gli USA producono una minima quantità di scarpe, ma tale produzione è diversa da quella che avviene in Asia. La produzione asiatica impiega tecnologie obsolete e i lavoratori guadagnano relativamente poco rispetto agli Stati Uniti, perciò si impiegano più lavoratori per far funzionare macchinari meno produttivi. Nei call center, le tecnologie e quindi le intensità fattoriali sono simili tra Paesi. Quindi, le scarpe in India sono intensive in lavoro rispetto ai call center, mentre negli Stati Uniti avviene il contrario. L’esempio ci illustra l’inversione delle intensità fattoriali tra i due Paesi. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

18 Le intensità fattoriali sono identiche tra Paesi?
Possiamo notare tale inversione delle intensità fattoriali anche paragonando i settori agricoli di Paesi diversi. Negli USA l’agricoltura è intensiva in capitale, mentre in India è intensiva in lavoro. Il capitale è relativamente più economico negli USA Il lavoro è relativamente più economico in India. Tuttavia, la nostra ipotesi è che il rapporto lavoro-capitale (L/K) di un settore sia maggiore di quello di un altro indipendentemente dal rapporto salario-affitto (W/R). Nel modello di HO, ignoriamo la possibilità di “inversioni delle intensità fattoriali”. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

19 Modello di Heckscher-Ohlin Equilibrio di autarchia
Sfrutteremo le differenze nella dotazione di risorse per prevedere il pattern di commercio. Partiamo analizzando l’equilibrio di autarchia in ciascun Paese. Le frontiere delle possibilità produttive H è ricco di capitale e la produzione di computer è intensiva in capitale. H è in grado di produrre più computer che scarpe. F è ricco di lavoro e la produzione di scarpe è intensiva in lavoro. F è in grado di produrre più scarpe. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

20 Modello di Heckscher-Ohlin Equilibrio di autarchia
Possibilità di produzione di H e F data la dotazione fattoriale Q di scarpe, QS Q di computer, QC A A* QS1 Q*S1 QC1 Q*C1 a) H b) F Prezzo relativo dei computer, inclinazione = (PC/PS)A Prezzo relativo dei computer, inclinazione = (P*C/P*S)A* Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

21 Modello di Heckscher-Ohlin Equilibrio di autarchia
Le curve di indifferenza I gusti dei consumatori sono identici, perciò le curve di indifferenza nei due Paesi hanno la stessa forma. I punti di tangenza con le PPF dei due Paesi sono diversi perché le PPF hanno una forma diversa. Nel punto in cui la curva di indifferenza è tangente alla PPF l’inclinazione delle due curve è la medesima. xaIl prezzo relativo che i consumatori sono disposti a pagare per i computer è pari al costo opportunità della loro produzione: questo è l’equilibrio di autarchia. L’inclinazione nel punto di tangenza è pari al prezzo relativo dei computer: maggiore è l’inclinazione, maggiore il prezzo relativo dei computer. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

22 Modello di Heckscher-Ohlin Equilibrio di autarchia
Il prezzo di equilibrio di autarchia In ciascun Paese prevale un prezzo relativo diverso perché le PPF hanno una forma diversa. In H, la retta del prezzo (PC/PS)A è poco inclinata. Prezzo relativo dei computer basso. In F, la retta del prezzo (P*C/P*S)A* è molto inclinata. Prezzo relativo dei computer alto. Il prezzo relativo dei computer in autarchia in H è minore che in F. Il prezzo relativo delle scarpe in H è maggiore che in F. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

23 Modello di Heckscher-Ohlin Equilibrio di autarchia
Figura 4.2 Gli equilibri di autarchia in H e in F Figura 4.2 Gli equilibri di autarchia in H e in F. Nel riquadro (a) si mostra la frontiera delle possibilità produttive (PPF) di H, mentre nel riquadro (b) è rappresentata la PPF di F. Poiché H è ricco di capitale e i computer sono intensivi in capitale, la PPF di H è distorta verso i computer. Le preferenze di H sono sintetizzate dalla curva di indifferenza (U) e l’equilibrio in assenza di commercio (o equilibrio di autarchia) di H è nel punto A, con un prezzo relativo dei computer basso, come indicato dalla bassa inclinazione di (PC /PS)A. F è ricco di lavoro e le scarpe sono intensive in lavoro, perciò la PPF di F è distorta verso le scarpe. Le preferenze di F sono sintetizzate dalla curva di indifferenza (U*) e l’equilibrio di autarchia di F è nel punto A*, con un prezzo dei computer più elevato, come indicato dalla maggiore inclinazione di (P*C /P*S)A* Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

24 Il modello di Heckscher-Ohlin
Il prezzo di equilibrio di autarchia I prezzi di autarchia rifletto le diverse quantità di risorse di cui i Paesi sono dotati. F è ricco di lavoro. La produzione di scarpe è intensiva in lavoro. Il prezzo relativo delle scarpe in autarchia è minore in F. Gli individui in F sono disponibili a rinunciare a un numero maggiore di scarpe in cambio di un computer perché hanno molte scarpe. La stessa logica si applica a H. H è ricco di capitale. La produzione di computer è intensiva in capitale. Il prezzo relativo dei computer in autarchia è minore in H. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

25 Il modello di Heckscher-Ohlin L’equilibrio di libero scambio
Primo, consideriamo che cosa succede quando il prezzo relativo mondiale dei computer è maggiore del prezzo relativo dei computer in H. Disegniamo l’offerta di esportazioni di computer di H. Secondo, consideriamo che cosa accade quando il prezzo relativo mondiale è minore del prezzo relativo dei computer in autarchia in F. Disegniamo la domanda di importazioni di computer di F. Infine, mettiamo insieme l’offerta di esportazioni di H e la domanda di importazioni di F per determinare il prezzo relativo di equilibrio dei computer in libero scambio. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

26 Il modello di Heckscher-Ohlin
L’equilibrio di libero scambio in H In libero scambio, ci aspettiamo che il prezzo relativo di equilibrio dei computer sia compreso tra i prezzi relativi di autarchia nei due Paesi. Il grafico della PPF di H mostrerà un prezzi relativo dei computer mondiale o di libero scambio maggiore del prezzo relativo di autarchia in H. La produzione di H si sposta sulla base del nuovo prezzo relativo dei computer: dal punto A al punto B. Si produrranno più computer e meno scarpe. H si specializza ulteriormente nei computer. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

27 Il modello di Heckscher-Ohlin
H ora può consumare su qualsiasi punto lungo la retta dei prezzi mondiali che passa per il punto B (prossima slide). L’utilità massima è raggiunta nel punto C, dove la curva di indifferenza è tangente alla nuova retta del prezzo mondiale. Si consumano QC3 e QS3 e si producono QC2 e QS2 Possiamo ora definire il “triangolo dello scambio” di H, cioè il triangolo che unisce i punti B e C. B è il punto in cui H produce e C è il punto in cui H consuma. La base del triangolo rappresenta le esportazioni di computer di H. L’altezza del triangolo rappresenta le importazioni di scarpe di H. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

28 Il modello di Heckscher-Ohlin
Figura 4.3 Figura 4.3 (a): L’equilibrio di libero scambio in H. Al prezzo relativo mondiale di libero scambio dei computer, (PC/PS)W, H produce nel punto B del riquadro (a) e consuma nel punto C, esportando computer e importando scarpe (il punto A è l’equilibrio di autarchia). Il “triangolo dello scambio” ha una base pari alle esportazioni di computer di H (la differenza tra la quantità prodotta e la quantità consumata in libero scambio, QC2 − QC3). L’altezza di questo triangolo è rappresentata dalle importazioni di scarpe (la differenza tra la quantità consumata e la quantità prodotta di scarpe in libero scambio, QS3 − QS2). Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

29 Il modello di Heckscher-Ohlin
Possiamo usare le informazioni sul commercio di H per disegnare le esportazioni di computer in relazione al prezzo relativo. Al prezzo di autarchia (PC/PS)A, le esportazioni sono pari a 0. Punto A (prossima slide) Al prezzo mondiale (PC/PS)W, le esportazioni sono QC2 - QC3. Punto D (prossima slide) Otteniamo la curva di offerta di esportazioni di computer di H. È crescente perché all’aumentare dei prezzi relativi, H desidera specializzarsi ulteriormente nei computer ed esportarne una quantità maggiore. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

30 Il modello di Heckscher-Ohlin
Figura 4.3 Figura 4.3 (b): L’equilibrio di libero scambio in H. Nel riquadro (b) mostriamo che le esportazioni di computer di H sono pari a zero al prezzo relativo di autarchia (PC/PS)A, e uguali a (QC2 − QC3) al prezzo relativo di libero scambio, (PC/PS)W. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

31 Il modello di Heckscher-Ohlin
L’equilibrio di libero scambio in F In libero scambio, ci aspettiamo che il prezzo relativo dei computer di equilibrio sia compreso tra i prezzi di autarchia nei due Paesi. Il grafico della PPF di F ci mostra un prezzo relativo dei computer mondiale o di libero scambio minore del prezzo relativo di autarchia in F. La produzione di F si sposta dal punto A* al punto B* dove si producono più scarpe e meno computer. F si specializza ulteriormente nella produzione di scarpe e produce meno computer. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

32 Il modello di Heckscher-Ohlin
F ora può consumare in qualsiasi punto lungo la retta del prezzo mondiale che passa per il punto B*. L’utilità massima è ottenuta nel punto C*, dove la curva di indifferenza è tangente alla retta del prezzo mondiale. Consuma Q*C3 e Q*S3 e produce Q*C2 e Q*S2 Possiamo ora definire il “triangolo dello scambio” di F, cioè il triangolo che unisce i punti B* e C*. B* è il punto in cui F produce e C* è il punto in cui F consuma. La base del triangolo rappresenta le importazioni di computer di F. L’altezza del triangolo rappresenta le esportazioni di scarpe di F. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

33 Il modello di Heckscher-Ohlin
Figura 4.4 Figura 4.4 (a) Equilibrio di libero scambio in F. Al prezzo relativo mondiale di libero scambio dei computer (PC/PS)W, F produce nel punto B* e consuma nel punto C*, importando computer ed esportando scarpe (il punto A* è l’equilibrio di autarchia). Il “triangolo dello scambio” ha la base pari alle importazioni di computer di F (la differenza tra il consumo di computer e la quantità prodotta in libero scambio, Q*C 3 − Q*C2). L’altezza di questo triangolo è rappresentata dalle esportazioni di scarpe di F (la differenza tra la produzione di scarpe e la quantità consumata in libero scambio, Q*S2 − Q*S3). Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

34 Il modello di Heckscher-Ohlin
Possiamo usare le informazioni sullo scambio di F per disegnare le importazioni di computer in funzione del prezzo relativo. Al prezzo di autarchia (P*C/P*S)A, le esportazioni sono 0. Punto A* (prossimo slide) Al prezzo mondiale (P*C/P*S)W, le importazioni sono pari a QC*2 - QC*3. Punto D* (prossima slide) Otteniamo la curva di domanda di importazioni di computer di F. È decrescente perché all’aumentare del prezzo relativo, F desidera specializzarsi ulteriormente nelle scarpe e importare più computer. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

35 Il modello di Heckscher-Ohlin
Figura 4.4 Figura 4.4 (b): Equilibrio di libero scambio in F. Nella figura mostriamo le importazioni di computer di F. Sono uguali a zero quando il prezzo è pari al prezzo relativo di autarchia, (P*C/P*S)A*, e uguali a (Q*C3 − Q*C2) in corrispondenza del prezzo relativo di libero scambio, (PC/PS)W. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

36 Il modello di Heckscher-Ohlin
Il prezzo di equilibrio in libero scambio Il prezzo di equilibrio in libero scambio è determinato dall’intersezione tra la curva di offerta di esportazioni di H e la curva di domanda di importazioni di F: punto D. In corrispondenza di questo prezzo relativo, la quantità che H desidera esportare è pari alla quantità che F desidera importare. È un equilibrio di libero scambio poiché non c’è motivo perché il prezzo relativo vari. I triangoli dello scambio dei due Paesi sono identici. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

37 Il modello di Heckscher-Ohlin
Figura 4.5 Figura 4.5 Determinazione del prezzo di equilibrio mondiale di libero scambio. Il prezzo relativo mondiale dei computer nell’equilibrio di libero scambio è determinato dall’intersezione tra l’offerta di esportazioni di H e la domanda di importazioni di F nel punto D. A questo prezzo relativo, la quantità di computer che H vuole esportare (QC2 − QC3), è esattamente pari alla quantità di computer che F vuole importare, (Q*C3 − Q*C2). Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

38 Il modello di Heckscher-Ohlin
Il pattern di commercio H esporta computer, il bene che sfrutta intensivamente il fattore di produzione più abbondante, il capitale. F esporta scarpe, il bene che sfrutta intensivamente il fattore di produzione più abbondante, il lavoro. Questo è il teorema di Heckscher-Ohlin: Con due beni e due fattori, ogni Paese esporta il bene che usa intensivamente il fattore di produzione relativamente abbondante e importa l’altro bene. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

39 Il modello di Heckscher-Ohlin
Sintesi delle ipotesi del modello di Heckscher-Ohlin. Entrambi i fattori possono liberamente spostarsi tra settori. La produzione di scarpe è intensiva in lavoro. È necessario più lavoro per unità di capitale per produrre le scarpe rispetto alla produzione di computer. F è ricco di lavoro. Il rapporto lavoro-capitale di F è maggiore di quello di H. Analogamente, H è ricco di capitale. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

40 Il modello di Heckscher-Ohlin
Sintesi delle ipotesi del modello di Heckscher-Ohlin. I beni finali sono liberamente commerciati tra Paesi, mentre lavoro e capitale non possono muoversi tra Paesi. Le tecnologie impiegate per produrre i due beni sono identiche tra Paesi. I gusti dei consumatori sono i medesimi nei due Paesi e le preferenze per computer e scarpe non variano con il livello di reddito. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

41 Il modello di Heckscher-Ohlin
Le ipotesi 1–3 ci hanno permesso di tracciare le PPF dei due Paesi. Combinandole con le ipotesi 5 e 6, abbiamo determinato il prezzo relativo dei computer in autarchia, trovando che è minore in H. Ciò ci ha permesso di determinare i punti di partenza per la curva di offerta di esportazioni di H e la curva di domanda di importazioni di F. Il prezzo relativo dei computer in libero scambio deve essere compreso tra i prezzi relativi di autarchia. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

42 Il modello di Heckscher-Ohlin
Quando si liberalizza il commercio: Il prezzo relativo dei computer in H aumenta rispetto al prezzo relativo di autarchia. H ha un incentivo a produrre più computer e a esportare la differenza. Il prezzo relativo dei computer in F si riduce rispetto a quello di autarchia. F ha un incentivo a produrre meno computer e a importare la differenza. Inoltre ciò implica che il prezzo relativo delle scarpe in F aumenta incentivando F ad aumentare la produzione di scarpe e ad esportare la differenza. Sembra ovvio: verifichiamo empiricamente il modello! Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

43 Il modello di Heckscher-Ohlin
Le verifiche empiriche del teorema di Heckscher-Ohlin: Il paradosso di Leontief Wassily Leontief realizzò la prima verifica empirica del teorema di HO nel 1953 usando dati per gli Stati Uniti nell’anno 1947. Egli misurò la quantità di lavoro e capitale impiegata in tutti i settori necessaria per produrre 1 milione di dollari di esportazioni USA e 1 milione di dollari di importazioni degli USA. Nella tabella 4.1 si riportano questi dati e il rapporto capitale/lavoro in dollari pro-capite. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

44 Il modello di Heckscher-Ohlin
Il test di Leontief Tabella 4.1 Il test di Leontief. Leontief utilizzò i numeri riportati in questa tabella per testare il teorema di Heckscher-Ohlin. Ogni colonna mostra la quantità di capitale o di lavoro necessaria per produrre 1 milione di dollari di esportazioni o di importazioni degli Stati Uniti nel Come mostrato nell’ultima riga della tabella 4.1, il coefficiente capitale/lavoro per le esportazioni era inferiore al rapporto tra lavoro e capitale per le importazioni, un risultato paradossale. Fonte: Wassily Leontief, 1953, “Domestic Production and Foreign Trade: The American Capital Position Re-examined”, Proceedings della American Philosophical Society, 97, settembre, pp Ristampato in Richard Caves e Harry G. Johnson (a cura di) (1968) Readings in International Economics, Homewood, IL, Irwin. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

45 Il modello di Heckscher-Ohlin
Leontief misurò la quantità di lavoro e di capitale direttamente impiegata nella produzione delle esportazioni di beni finali in ogni settore. Misurò inoltre il lavoro e il capitale impiegati indirettamente nei settori che producevano gli input intermedi usati per la produzione delle esportazioni. Il capitale è elevato perché misura l’intero stock di capitale e non la parte effettivamente impiegata per la produzione delle esportazioni. Il rapporto capitale/lavoro era di $: ogni persona stava lavorando con l’equivalente di $ di capitale. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

46 Il modello di Heckscher-Ohlin
A Leontief non fu possibile ottenere informazioni sulla quantità di lavoro e di capitale impiegata per produrre le importazioni. Usò i dati sulla tecnologia statunitense per calcolare le quantità stimate di lavoro e capitale impiegate nelle importazioni provenienti dall’estero. Si ricordi che il modello HO ipotizza tecnologie identiche tra Paesi. Ottenne un rapporto capitale/lavoro pari a $ per lavoratore. È maggiore del rapporto trovato per le esportazioni Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

47 Il modello di Heckscher-Ohlin
Leontief supponeva correttamente che nel gli Stati Uniti fossero ricchi di capitale rispetto al resto del mondo. Dal modello di HO, Leontief si aspettava che gli Stati Uniti esportassero beni intensivi in capitale e importassero beni intensivi in lavoro. Tuttavia, Leontief trovò il contrario. Il rapporto capitale/lavoro per le importazioni statunitensi era maggiore di quello delle esportazioni. Tale contraddizione divenne nota come paradosso di Leontief. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

48 Il modello di Heckscher-Ohlin
Perché esiste questo paradosso? Le tecnologie statunitensi e estere non sono identiche come invece è stato ipotizzato. Concentrandosi solo su lavoro e capitale, si ignora l’abbondanza di terra negli Stati Uniti. Non si distingue tra lavoro qualificato e non qualificato. I dati per il 1947 potrebbero essere insoliti a causa della recente fine della seconda guerra mondiale. Gli Stati Uniti non avevano un commercio totalmente libero come invece suppone il modello di HO. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

49 Il modello di Heckscher-Ohlin
Alcune spiegazioni dipendono dall’esistenza di più di due fattori di produzione. Gli Stati Uniti sono ricchi di terra e buona parte delle esportazioni avrebbero potuto essere costituite da prodotti agricoli, che utilizzano la terra in modo intensivo. Potrebbe anche essere vero che molte delle esportazioni impiegano intensivamente lavoro qualificato. Studi più recenti si sono riproposti di ripetere la verifica empirica di Leontief. Il modello di HO “esteso” funziona molto meglio per i dati dello stesso anno. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

50 Il modello di Heckscher-Ohlin
Come le variazione dei prezzi relativi prima e dopo il commercio influenzano il salario pagato al lavoro in ogni Paese e l’affitto percepito dal capitale? Si ricordi che il prezzo relativo dei computer in H aumenta causando l’esportazione di computer. Il prezzo relativo dei computer in F diminuisce, causando l’importazione dei computer. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

51 Gli effetti del commercio sui prezzi dei fattori
Gli effetti del commercio sul salario e sull’affitto di H Possiamo usare la domanda relativa di lavoro in ogni settore per derivare una domanda di lavoro per l’intera economia. Quindi possiamo confrontarla con l’offerta relativa di lavoro dell’intera economia, L/K. Così si determina il salario relativo di H e che cosa accade quando il prezzo relativo dei computer si modifica. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

52 Gli effetti del commercio sui prezzi dei fattori
La domanda relativa è una media della domanda relativa di lavoro in ogni settore. La curva di domanda relativa di lavoro giace perciò tra queste due curve di domanda di lavoro settoriali. Nel punto di intersezione tra domanda e offerta relativa si identifica il rapporto tra salario e affitto: W/R. Il punto A descrive un equilibrio dei mercati del lavoro e del capitale e si determina combinando questi due mercati in un unico grafico mostrando l’uguaglianza tra offerta relativa e domanda relativa. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

53 Gli effetti del commercio sui prezzi dei fattori
Figura 4.6 Domanda di lavoro dell’economia, RD Figura 4.6 La determinazione del rapporto salario/affitto di H. La domanda relativa di lavoro RD è una media delle curve LC /KC e LS/KS e giace tra queste. L’offerta relativa è rappresentata da una retta verticale perché la quantità totale di risorse in H è fissa. Il punto di equilibrio A determina il salario in rapporto all’affitto, W/R. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

54 Gli effetti del commercio sui prezzi dei fattori
L’aumento del prezzo relativo dei computer PC/PS aumenta in H. La produzione si sposta dalle scarpe verso i computer. La produzione di scarpe diminuisce e la produzione di computer aumenta. Sia il lavoro sia il capitale si spostano dal settore delle scarpe alla produzione dei computer. L’offerta relativa di lavoro non cambia. Poiché il capitale si è spostato nel settore informatico, la domanda relativa di lavoro cambia. Cambiano i pesi della media ponderata, KC/K e KS/K,. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

55 Gli effetti del commercio sui prezzi dei fattori
L’aumento del prezzo relativo dei computer La domanda relativa di lavoro è più vicina a quella del settore dei computer. La domanda relativa di lavoro è meno vicina a quella del settore calzaturiero. La curva di domanda relativa si sposta a sinistra da RD1 a RD2. Si sposta in direzione dei computer. L’equilibrio si sposta dal punto A al punto B. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

56 Gli effetti del commercio sui prezzi dei fattori
L’aumento del prezzo relativo dei computer provoca uno spostamento verso sinistra della curva di domanda relativa in direzione dei computer. Il salario reale si riduce e a sua volta fa aumentare la quantità di lavoratori per unità di capitale in entrambi i settori Equilibrio iniziale prima della variazione del prezzo dei computer Figura 4.8 L’effetto di un prezzo relativo dei computer maggiore sul rapporto salario/affitto. Un aumento del prezzo relativo dei computer sposta la domanda relativa di lavoro, RD1,, verso la domanda relativa di lavoro nel settore dei computer, LC /KC. La nuova curva di domanda relativa RD2 interseca la curva di offerta relativa di lavoro a un salario relativo minore (W/R)2. Di conseguenza, il salario in rapporto all’affitto si riduce da (W/R)1 a (W/R)2. Il minor salario relativo provoca un aumento dei coefficienti lavoro/capitale in entrambi i settori, come illustrato dall’aumento sia di LC /KC sia di LS/KS al nuovo salario relativo. Figure 4.8 Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

57 Gli effetti del commercio sui prezzi dei fattori
Il rapporto lavoro-capitale aumenta sia nel settore delle scarpe sia nel settore dei computer. Cosa succede? Dal settore delle scarpe si libera più lavoro per unità di capitale di quanto sia necessario per far funzionare il capitale nel settore dei computer. All’aumentare del prezzo relativo dei computer, la produzione di computer aumenta mentre la produzione di scarpe si riduce. Si libera lavoro da usare in entrambi i settori. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

58 Gli effetti del commercio sui prezzi dei fattori
L’offerta relativa non è variata, perciò nel complesso la domanda relativa non può variare. Le singole componenti della domanda relativa variano, ma hanno un effetto opposto in modo da controbilanciarsi e lasciare invariata la domanda relativa. Nel settore dei computer si usa più capitale, quindi KC/K aumenta e KS/K si riduce. La produzione di computer aumenta e si riduce la produzione di scarpe. Il rapporto lavoro/capitale in entrambi i settori aumenta. La domanda relativa continua ad essere uguale all’offerta relativa. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

59 Gli effetti del commercio sui prezzi dei fattori
La determinazione del salario reale e dell’affitto reale. Chi guadagna e chi perde per la variazione del prezzo relativo dei computer? Dobbiamo determinare la variazione del salario reale e dell’affitto reale. La variazione della quantità di scarpe e computer che ogni fattore di produzione può acquistare. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

60 Gli effetti del commercio sui prezzi dei fattori
La variazione dell’affitto reale Poiché il rapporto lavoro/capitale aumenta in entrambi i settori, il prodotto marginale del capitale aumenta. Ci sono più lavoratori per ogni unità di capitale. L’affitto reale del capitale è determinato dal suo prodotto marginale. R = PC*MPKC R = PS*MPKS Il capitale può spostarsi liberamente tra settori nel lungo periodo. L’affitto reale sarà uguale nei due settori. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

61 Gli effetti del commercio sui prezzi dei fattori
La variazione dell’affitto reale Entrambi i prodotti marginali del capitale aumentano. Riordinando l’equazione precedente otteniamo: MPKC = R/PC e MPKS = R/PS R/PC misura la quantità di computer che può essere acquistata con l’affitto. R/PS misura la quantità di scarpe che può essere acquistata con l’affitto. Poiché sia MPKC sia MPKS aumentano, R/PS e R/PC devono a loro volta aumentare. Quindi, i proprietari del capitale stanno certamente meglio quando il prezzo relativo del capitale aumenta. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

62 Gli effetti del commercio sui prezzi dei fattori
La variazione dell’affitto reale I proprietari del capitale stanno certamente meglio quando il prezzo relativo dei computer aumenta. I computer sono il bene intensivo in capitale e quindi aumenta il prezzo relativo del capitale. Un aumento del prezzo relativo di un bene beneficerà il fattore di produzione usato intensivamente nella produzione di quel bene. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

63 Gli effetti del commercio sui prezzi dei fattori
La variazione del salario reale Facciamo nuovamente uso del fatto che il rapporto lavoro/capitale aumenta in entrambi i settori. La legge dei rendimenti marginali decrescenti ci dice che il prodotto marginale del lavoro deve diminuire in entrambi i settori. Come prima il salario è determinato dal prodotto marginale del lavoro e dal prezzo dei beni. W = PC*MPLC e W = PS*MPLS Riordinando: MPLC = W/PC e MPLS = W/PS Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

64 Gli effetti del commercio sui prezzi dei fattori
La variazione del salario reale W/PC è la quantità di computer che può essere acquistata con il salario. W/PS è la quantità di scarpe che può essere acquistati con il salario. MPLC e MPLS diminuiscono e quindi W/PC e W/PS diminuiscono. I lavoratori stanno chiaramente peggio a causa dell’aumento del prezzo dei computer. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

65 Gli effetti del commercio sui prezzi dei fattori
Il teorema di Stolper-Samuelson: Nel lungo periodo, quando tutti i fattori sono mobili, un aumento del prezzo relativo di un bene fa aumentare il reddito reale del fattore usato intensivamente nella produzione di quel bene e diminuire il reddito reale dell’altro fattore. Quindi, nel modello di Heckscher-Ohlin: Il fattore abbondante guadagna con il commercio mentre il fattore scarso subisce perdite. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

66 Gli effetti del commercio sui prezzi dei fattori
Le variazioni del salario e dell’affitto reale: un esempio numerico Supponiamo di avere i seguenti dati: Computer Ricavi = PCQC = 100 Reddito del lavoro = WLC = 50 Reddito del capitale = RKC = 50 Scarpe Ricavi = PSQS = 100 Reddito del lavoro = WLS = 60 Reddito del capitale = RKS = 40 Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

67 Gli effetti del commercio sui prezzi dei fattori
Le scarpe sono più intensive in lavoro dei computer. La quota di ricavi totali pagata al lavoro nelle scarpe (60%) è maggiore della quota nel settore dei computer (50%). Quando ci si apre al commercio, il prezzo relativo dei computer, PC, aumenta, mentre il prezzo delle scarpe, PS, non varia. Computer: aumento % del prezzo = ΔPC/PC = 10% Scarpe: aumento % del prezzo = ΔPS/PS = 0% Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

68 Gli effetti del commercio sui prezzi dei fattori
Il nostro obiettivo è vedere come l’aumento del prezzo relativo dei computer si traduce in variazioni di lungo periodo del salario reale e dell’affitto reale. L’affitto del capitale è calcolato sottraendo ai ricavi totali in ogni settore i compensi al lavoro e dividendo per la quantità di capitale: Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

69 Gli effetti del commercio sui prezzi dei fattori
Il prezzo dei computer è aumentato, ΔPC > 0 mentre ΔPS = 0. Usando queste informazioni nell’ultima equazione: Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

70 Gli effetti del commercio sui prezzi dei fattori
Possiamo riscrivere l’ultima equazione in termini di variazioni percentuali: Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

71 Gli effetti del commercio sui prezzi dei fattori
Sostituendo i dati: Il nostro obiettivo è scoprire di quanto variano l’affitto reale e il salario reale date le variazioni del prezzo relativo dei beni finali. Risolvere 2 equazioni in 2 incognite. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

72 Gli effetti del commercio sui prezzi dei fattori
Risolvendo otteniamo: (ΔW/W) = -(20%/0,5) = -40% Quando il prezzo dei computer aumenta del 10%, il salario si riduce del 40% I lavoratori non possono più permettersi di comprare la stessa quantità di computer o scarpe. Il salario reale, misurato in termini di entrambi i beni, si è ridotto e quindi i lavoratori stanno peggio. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

73 Gli effetti del commercio sui prezzi dei fattori
Possiamo anche vedere che: (ΔR/R) = -(ΔW/W)(60/40) = 60% L’affitto del capitale aumenta del 60% quando il prezzo dei computer aumenta del 10%. I proprietari del capitale possono permettersi di acquistare più computer e più scarpe. L’affitto reale misurato in termini di entrambi i beni è aumentato e i proprietari del capitale stanno certamente meglio. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

74 Gli effetti del commercio sui prezzi dei fattori
L’equazione generale per la variazione di lungo periodo dei prezzi dei fattori Nel lungo periodo, possiamo sintetizzare come segue: Quando PC aumenta: ΔW/W < 0 < ΔPC/PC < ΔR/R Il salario reale diminuisce, l’affitto reale aumenta. Quando PC diminuisce: ΔR/R < ΔPC/PC < 0 < ΔW/W L’affitto reale si riduce, il salario reale aumenta. Quando PS aumenta: ΔR/R < 0 < ΔPC/PC < ΔW/W Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

75 Gli effetti del commercio sui prezzi dei fattori
Queste equazioni che collegano le variazioni dei prezzi dei beni ai prezzi dei fattori sono spesso chiamate “effetto di ingrandimento”. Mostrano come variazioni dei prezzi dei beni possano avere effetti amplificati sui guadagni dei fattori. Fluttuazioni anche modeste dei prezzi relativi dei beni sui mercati mondiali possono portare a variazioni amplificate nel reddito di lungo periodo di entrambi i fattori. Questo ci mostra perché alcuni si oppongono al commercio internazionale mentre altri ne sono sostenitori. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

76 Le opinioni sul libero scambio
Il National Elections Studies (NES) ha condotto nel 1992 negli Stati Uniti un’indagine sull’atteggiamento dei cittadini verso il commercio internazionale. Gli intervistati potevano rispondere o di essere a favore dell’imposizione di limiti alle importazioni, schierandosi contro il libero scambio, o di essere contro le restrizioni sulle importazioni schierandosi a favore del libero scambio. Come si distribuiscono le risposte rispetto alle caratteristiche degli intervistati, come il salario, il grado di qualifica o il settore in cui lavorano? Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

77 Le opinioni sul libero scambio
Un’estensione al modello qui presentato potrebbe prevedere che i lavoratori, oltre al salario, percepiscono parte dell’affitto dei fattori specifici al loro settore. In tale situazione, i lavoratori del settore esportatore si dichiarerebbero a favore del libero scambio, mentre quelli del settore che compete con le importazioni sarebbero contrari. Nel breve periodo, il settore in cui i lavoratori sono impiegati influenza il loro atteggiamento verso il libero scambio. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

78 Le opinioni sul libero scambio
Nel modello di lungo periodo di HO, il settore di appartenenza non dovrebbe essere rilevante. Quindi nel lungo periodo, il livello di qualifica dei lavoratori dovrebbe determinare le loro attitudini nei confronti del libero scambio. Nel sondaggio NES, il settore di occupazione era in certa misura importante nello spiegare l’atteggiamento degli intervistati verso il libero scambio, ma il livello di qualifica era molto più rilevante. I lavoratori dei settori orientati all’esportazioni hanno una probabilità maggiore di essere a favore del libero scambio. Quelli nei settori che competono con le importazioni hanno maggiore probabilità di essere a favore delle restrizioni alle importazioni. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

79 Le opinioni sul libero scambio
Una determinante molto più importante dell’atteggiamento verso il libero scambio è il livello di qualifica dei lavoratori, misurato dai salari o dagli anni di istruzione. I lavoratori con i salari più bassi o con meno anni di istruzione hanno una maggior probabilità di essere a favore delle restrizioni alle importazioni. I lavoratori con salari maggiori e più anni di istruzioni sono a favore del libero scambio. Ciò suggerisce che gli intervistati considerano i redditi di lungo periodo come previsto dal modello HO e dal teorema di Stolper-Samuelson. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

80 Le opinioni sul libero scambio
Agli intervistati è stato anche chiesto se possedevano una casa. Le persone che possiedono una casa in comunità in cui i settori locali fronteggiano molta concorrenza da parte delle importazioni hanno una probabilità maggiore di opporsi al libero scambio. Le persone che possiedono una casa in comunità in cui i settori locali ottengono benefici dalle opportunità di esportazione hanno una probabilità maggiore di essere a favore del libero scambio. Le persone sono preoccupate dal valore della propria casa, proprio come i proprietari dei fattori specifici nel nostro modello sono preoccupati dell’affitto percepito dal fattore di produzione che possiedono. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

81 Estensioni del modello di Heckscher-Ohlin
Dobbiamo rendere il modello HO più realistico introducendo più di due beni, fattori e Paesi. Questa è la prima modifica al modello. Come seconda modifica, permettiamo che le tecnologie usate per produrre ciascun bene siano diverse tra Paesi. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

82 Estensioni del modello di Heckscher-Ohlin
Molti beni, molti fattori e molti Paesi Le previsioni del modello HO dipendono dalla conoscenza di quale fattore un Paese ha in abbondanza e quale bene sfrutta tale fattore in modo intensivo. Quando ci sono più di due beni, è più complicato valutare l’intensità fattoriale e l’abbondanza fattoriale. La misurazione del contenuto fattoriale del commercio Come misuriamo l’intensità fattoriale delle esportazioni e delle importazioni quando i Paesi si scambiano migliaia di prodotti? Come possiamo usare queste misure per sottoporre a verifica il modello HO? Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

83 Estensioni del modello di Heckscher-Ohlin
La misurazione del contenuto fattoriale del commercio Usando il test di Leontief possiamo usare dati simili. Possiamo moltiplicare i suoi numeri mostrati nella tabella 4.2 per il valore effettivo di esportazioni e importazioni statunitensi. Otteniamo il valore delle “esportazioni totali” e delle “importazioni totali”. Questi valori sono chiamati contenuto fattoriale delle esportazioni e contenuto fattoriale delle importazioni. Misurano la quantità di lavoro e capitale impiegata per produrre le esportazioni e le importazioni. Si considera la differenza tra il contenuto fattoriale delle esportazioni e il contenuto fattoriale delle importazioni. Si ottiene il contenuto fattoriale delle esportazioni nette, mostrato nell’ultima colonna della tabella 4.2 Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

84 Estensioni del modello di Heckscher-Ohlin
Il contenuto fattoriale del commercio per gli Stati Uniti nel 1947 Tabella 4.2 Il contenuto fattoriale del commercio per gli Stati Uniti nel Questa tabella estende il test di Leontief del modello di Heckscher-Ohlin per misurare il contenuto fattoriale delle esportazioni nette. La prima colonna delle esportazioni e delle importazioni mostra la quantità di capitale o di lavoro necessaria per 1 milione di dollari di esportazioni o per 1 milione di dollari di importazioni degli Stati Uniti nel La seconda colonna mostra la quantità di capitale o di lavoro necessaria per le esportazioni totali o per le importazioni totali degli Stati Uniti. La colonna finale è la differenza tra il totale delle esportazioni e delle importazioni. Fonte: Edward E. Leamer, 1980, “The Leontief Paradox, Reconsidered”, Journal of Political Economy, 88(3), pp Ristampato in Edward E. Leamer (a cura di) (2001), International Economics, New York, Worth Publishers, pp Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

85 Estensioni del modello di Heckscher-Ohlin
La misurazione del contenuto fattoriale del commercio Poiché entrambi i contenuti fattoriali sono positivi, vediamo che gli Stati Uniti hanno un avanzo commerciale. Gli USA esportarono enormi quantità di beni per aiutare i Paesi europei nella ricostruzione dopo la seconda guerra mondiale. Il fatto che il contenuto fattoriale delle esportazioni nette sia per il capitale sia per il lavoro sia positivo sarà importante nel prosieguo dell’analisi. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

86 Estensioni del modello di Heckscher-Ohlin
La misurazione dell’abbondanza fattoriale Come dovremmo misurare l’abbondanza fattoriale quando i fattori e i Paesi sono più di due? Per determinare se un Paese è ricco di un certo fattore, confrontiamo la quota che il Paese ha di quel fattore con la sua quota sul PIL mondiale. Se quota fattore > quota di PIL mondiale. Il Paese è ricco di quel fattore. Se quota fattore < quota di PIL mondiale. Il Paese è povero di quel fattore. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

87 Estensioni del modello di Heckscher-Ohlin
La dotazione fattoriale dei Paesi nel 2000 Figura 4.9 Figura 4.9 La dotazione fattoriale dei Paesi nel Si evidenziano qui le quote di sei fattori di produzione nell’anno 2000 per otto Paesi e per il resto del mondo. Nella prima barra del grafico, notiamo che il 24% del capitale fisico mondiale nel 2000 si trovava negli Stati Uniti, il 9% in Cina, il 13% in Giappone e così via. Nell’ultima barra del grafico, osserviamo che nel 2000 gli Stati Uniti possedevano il 22% del PIL mondiale, la Cina l’11%, il Giappone l’8% e così via. Quando la quota di fattore di un Paese è maggiore della sua quota di PIL, allora il Paese è ricco di quel fattore; quando la quota di fattore di un Paese è inferiore alla quota di PIL, allora il Paese è povero di quel fattore. Note: (1) Prodotto del capitale per lavoratore nel 1990 (Penn World Table) e della forza lavoro totale nel (Banca Mondiale, World Development Indicators). I dati sulla Cina si basano su Chow, Gregory e Kui-Wai Li (2002) “China Economic Growth: ”, Economic Development and Cultural Change, vol. 51, pp Paesi considerati. (2) Prodotto tra l’intensità di scienziati di ricerca e sviluppo e la popolazione totale (Banca Mondiale, World Development Indicators). 55 Paesi considerati. (3) Forza lavoro con istruzione terziaria (Banca Mondiale, World Development Indicators). Quando non è disponibile, popolazione di età pari o superiore ai 25 anni con istruzione maggiore di quella secondaria (R.J. Barro e J.W. Lee (2000) “International Data on Educational Attainment: Updates and Implications”, Center or International Development at Harvard University, Working paper No. 42). 123 Paesi considerati. (4) Forza lavoro con istruzione primaria o secondaria (Banca Mondiale, World Development Indicators); quando il dato non è disponibile, si usa la popolazione di età uguale o superiore a 25 anni con istruzione primaria e/o secondaria (R.J. Barro e J.W. Lee (2000) “International Data on Educational Attainment: Updates and Implications”, Center or International Development at Harvard University, Working paper n. 42). 123 Paesi considerati. (5) Prodotto tra 1 meno il tasso di alfabetizzazione e la popolazione adulta nel 2004 (Banca Mondiale, World Development Indicators). 136 Paesi considerati. (6) Ettari di terra coltivabile (Banca Mondiale, World Development Indicators). 196 Paesi considerati. (7) Prodotto interno lordo convertito in dollari internazionali del 2000 usando i tassi di parità del potere di acquisto (Banca Mondiale, World Development Indicators). 169 Paesi considerati. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

88 Estensioni del modello di Heckscher-Ohlin
L’abbondanza di capitale Possiamo usare i dati della figura 4.9. Per esempio, il 24% del capitale fisico mondiale si trova negli Stati Uniti, l’8,7% in Cina, il 13,3% in Giappone ecc. L’ultima barra del grafico mostra la quota di PIL mondiale di ogni Paese. Gli USA avevano il 21,6% del PIL mondiale, la Cina aveva l’11,2%, il Giappone il 7,5% ecc. Possiamo concludere che gli USA nel 2000 erano abbondanti di capitale fisico. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

89 Estensioni del modello di Heckscher-Ohlin
L’abbondanza di capitale Anche il Giappone e la Germania erano ricchi di capitale fisico. Vale l’opposto per la Cina e l’India: le loro quote di capitale mondiale sono inferiori alle loro quote di PIL mondiale. Sono poveri di capitale. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

90 Estensioni del modello di Heckscher-Ohlin
Il lavoro e l’abbondanza di lavoro Possiamo usare un confronto simile per determinare se ciascun Paese è ricco o no di scienziati di R&S, di lavoratori distinti per qualifiche, di terra coltivabile o di qualsiasi altro fattore di produzione. Per esempio: Gli USA sono ricchi di scienziati di R&S: 26,1% del totale mondiale rispetto al 21,6% del PIL mondiale. Gli USA sono anche ricchi di lavoro qualificato, ma poveri di lavoro meno qualificato o non qualificato. L’India è povera di scienziati di R&S: 2,5% del totale rispetto alla quota del 5,5% nel PIL mondiale. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

91 Estensioni del modello di Heckscher-Ohlin
Il lavoro e l’abbondanza di lavoro Gli Stati Uniti sono anche poveri di terra coltivabile e questo risultato sorprende perché spesso riteniamo che gli USA siano uno dei principali esportatori di beni agricoli. Un’altra sorpresa è che la Cina è ricca di scienziati di R&S. Questi risultati sembrano contraddire il modello di HO. È probabile che la produttività degli scienziati di R&S e della terra coltivabile non sia identica tra Paesi. In questo caso, le quote di PIL non sono una misura sufficiente. Dobbiamo introdurre differenze nella produttività. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

92 Estensioni del modello di Heckscher-Ohlin
Produttività diverse tra Paesi Si ricordi che Leontief ha trovato che gli Stati Uniti stavano esportando prodotti intensivi in lavoro anche se erano abbondanti di capitale. Una spiegazione è che il lavoro sia altamente produttivo negli Stati Uniti e meno produttivo nel resto del mondo. Quindi la forza lavoro effettiva negli Stati Uniti è molto grande, più di quello che appare contando semplicemente le persone. La forza lavoro effettiva è la forza lavoro moltiplicata per la produttività. Possiamo ora inserire produttività diverse nel modello di HO. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

93 Estensioni del modello di Heckscher-Ohlin
Di nuovo sulla misurazione dell’abbondanza fattoriale La dotazione fattoriale effettiva è la dotazione fattoriale nominale moltiplicata per la produttività del fattore. La quantità di lavoro effettivo nel mondo è calcolata come la somma delle dotazioni fattoriali effettive di tutti i Paesi. Per determinare se un Paese è ricco di un certo fattore, confrontiamo la quota di fattore effettivo del Paese con la sua quota di PIL. Se la quota di fattore effettivo è inferiore alla quota di PIL mondiale, allora il Paese è povero di quel fattore effettivo. Se la quota di fattore effettivo è maggiore della quota di PIL mondiale, allora quel Paese è ricco di quel fattore effettivo. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

94 Estensioni del modello di Heckscher-Ohlin
Gli scienziati di ricerca e sviluppo effettivi La produttività di uno scienziato di R&S dipende dalle attrezzature con cui deve lavorare. Un metodo di misurazione è considerare la spesa di R&S per scienziato. Se si spende di più, gli scienziati sono più produttivi. Si consideri il numero totale di scienziati e lo si moltiplichi per la spesa di R&S per scienziato. La figura 4.10 mostra queste quote. Considerando queste condizioni di produttività, gli Stati Uniti sono più ricchi di scienziati di R&S effettivi e la Cina è più povera di questo fattore. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

95 Estensioni del modello di Heckscher-Ohlin
La terra coltivabile effettiva Dobbiamo correggere anche la terra coltivabile. La terra coltivabile effettiva è la terra coltivabile moltiplicata per la produttività nell’agricoltura. Gli Stati Uniti hanno una produttiva molto elevata nell’agricoltura, mentre la Cina ha una produttività inferiore. Ripetiamo gli stessi calcoli della figura 4.9 usando la figura 4.10. La quarta barra mostra la quota di terra coltivabile effettiva per ogni Paese corretta per le differenze di produttività. I valori prima e dopo la correzione sono molto simili: Gli USA non sono né ricchi né poveri di terra coltivabile effettiva. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

96 Estensioni del modello di Heckscher-Ohlin
La dotazione fattoriale “effettiva” nel 2000 Figura 4.10 Figura 4.10 La dotazione fattoriale “effettiva” nel In questo grafico si mostrano le quote di scienziati di ricerca e di terra nel 2000 per alcuni Paesi, usando prima le informazioni della figura 4.9 e poi facendo un aggiustamento per la produttività di ogni fattore in ciascun Paese per ottenere le quote “effettive”. La Cina era abbondante di scienziati di ricerca nel 2000 (poiché aveva il 14% degli scienziati mondiali a confronto con l’11% del PIL mondiale), ma scarsa di scienziati di ricerca effettivi (poiché aveva il 7% degli scienziati di ricerca effettivi del mondo contro l’11% del PIL mondiale). Gli Stati Uniti erano poveri di terra coltivabile usando il numero di acri (poiché avevano il 13% della terra mondiale a confronto con il 22% del PIL mondiale), ma né poveri né ricchi di terra effettiva (poiché avevano il 21% della terra effettiva mondiale a confronto con il 22% del PIL mondiale). Note: (1) Prodotto tra l’intensità di ricercatori e la popolazione totale (Banca Mondiale, World Development Indicators). 55 Paesi considerati. (2) Spesa in R&S in unità di parità di potere d’acquisto (Banca Mondiale, World Development Indicators). 74 Paesi considerati. (3) Ettari di terra coltivabile (Banca Mondiale, World Development Indicators). 196 Paesi considerati. (4) Aggiustamento per la produttività sulla base delle stime di TFP (la TFP è la produttività totale dei fattori, o total factor productivity, N.d.C.) agricola (sulla base dei dati dall’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite). 152 Paesi considerati. (5) Prodotto interno lordo convertito in dollari internazionali del 2000 usando i tassi di parità del potere d’acquisto (Banca Mondiale, World Development Indicators). 169 Paesi considerati. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

97 Le importazioni di alimentari sono vicine a raggiungere il livello delle esportazioni
Ci si attende che per il 2010 le importazioni statunitensi di beni agricoli saranno circa pari alle esportazioni. Questo è ciò che prevedrebbe il modello di HO, dato il risultato che gli Stati Uniti non sono né ricchi né poveri di terra coltivabile. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

98 Estensioni del modello di Heckscher-Ohlin
Abbiamo abbandonato molte delle ipotesi che avevamo inizialmente introdotto. Abbiamo introdotto molti beni, fattori e Paesi. Abbiamo inoltre permesso differenze nella produttività dei fattori tra Paesi. È disponibile nuova versione del teorema chiamata “test del segno” Se un Paese è ricco di un fattore effettivo, allora il contenuto fattoriale delle esportazioni nette dovrebbe essere positivo. Se un Paese è povero di un fattore effettivo, il contenuto fattoriale nelle esportazioni nette dovrebbe essere negativo. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

99 Estensioni del modello di Heckscher-Ohlin
Il test del segno è il seguente: Segno di (quota % di fattore effettivo del Paese meno quota % del PIL mondiale) = Segno di (Contenuto fattoriale delle esportazioni nette). Per esempio, la tabella 4.2 mostra che per il capitale gli Stati Uniti avevano un contenuto fattoriale delle esportazioni nette positivo. Considerando 35 Paesi, la quota statunitense di PIL di questi Paesi era del 33%. Dati gli avvenimenti dopo la seconda guerra mondiale, possiamo ipotizzare che la quota statunitense del capitale mondiale fosse maggiore del 33%. Quindi, gli Stati Uniti erano abbondanti di capitale e poiché il contenuto fattoriale delle esportazioni nette era positivo il capitale passa il test del segno. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

100 Estensioni del modello di Heckscher-Ohlin
Il test del segno La quota USA di popolazione sul campione di 35 Paesi era di circa l’8%. La percentuale è inferiore alla quota di PIL, 33%. Quindi, gli Stati Uniti erano poveri di lavoro. Ma il contenuto fattoriale delle esportazioni nette era positivo. Quindi, il segno dell’abbondanza fattoriale statunitense nel lavoro è l’opposto del segno del contenuto fattoriale delle sue esportazioni nette. Il test del segno sembra fallire per gli Stati Uniti nel 1947. Tuttavia, la quota di popolazione statunitense su quella del campione non è la misura corretta della dotazione di lavoro degli Stati Uniti. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

101 Estensioni del modello di Heckscher-Ohlin
Un modo per misurare la produttività è usare i salari pagati ai lavoratori. Nella figura 4.11 rappresentiamo i salari dei lavoratori in vari Paesi e la produttività stimata dei lavoratori nel 1990. Si può notare che sono fortemente correlati La quantità effettiva di lavoro che si trova in ogni Paese è pari alla quantità pura di lavoratori per il salario. La moltiplicazione della quantità di lavoro in ogni Paese per i salari medi misura i salari totali pagati ai lavoratori. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

102 Estensioni del modello di Heckscher-Ohlin
Figura 4.11 La produttività del lavoro e i salari. Si rappresentano qui le stime della produttività del lavoro e i salari in alcuni Paesi rispetto agli Stati Uniti nel Si noti che la produttività del lavoro e i salari sono fortemente correlati tra i Paesi: i punti si allineano più o meno sulla retta a 45 gradi. La stretta relazione tra i salari e la produttività del lavoro proviene dal modello ricardiano, nel quale le differenze tecnologiche tra i Paesi determinano i salari, come ci aspettiamo avvenga nel modello di Heckscher-Ohlin una volta rimossa l’ipotesi di tecnologie identiche. Fonte: Daniel Trefler (1993) “International Factor Price Differences: Leontief was Right!”, Journal of Political Economy, 101(6), dicembre, pp Figura 4.11 Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

103 Estensioni del modello di Heckscher-Ohlin
Calcolando questa misura per 30 Paesi e confrontandola con quella degli USA, troviamo che gli Stati Uniti erano ricchi di lavoro effettivo. Dato che erano abbondanti di lavoro effettivo, allora, oltre al capitale, anche il lavoro passa il test del segno. Non c’è alcun “paradosso” nel pattern di commercio degli Stati Uniti. Questa spiegazione del paradosso di Leontief si basa sulla considerazione delle differenze di produttività del lavoro tra Paesi. Come lo stesso Leontief aveva proposto, una volta che prendiamo in considerazione le differenze di produttività dei fattori tra Paesi, non c’è alcun “paradosso”. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

104 Perché l’India importa tessuti in cotone?
Dal XVII secolo fino agli inizi del secolo XIX, l’India è stata il maggior produttore mondiale di tessuti in cotone che esportava in Gran Bretagna e altrove. Agli inizi del XIX secolo, tuttavia, la Gran Bretagna superò l’India come produttore principale mondiale di prodotti tessili in cotone e iniziò ad esportarli verso l’India. L’India continuava a produrre cotone grezzo necessario per produrre tessuti di cotone e lo esportava in Gran Bretagna. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

105 Perché l’India importa tessuti in cotone?
Un simile pattern commerciale valeva anche per la Cina e l’Egitto. Questi Paesi sono tutti ricchi di lavoro piuttosto che di terra, perciò è strano che appaiano come esportatori netti di terra e importatori netti di lavoro. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

106 Perché l’India importa tessuti in cotone?
Due spiegazioni Ascesa della Gran Bretagna come esportatore leader mondiale di tessuti di cotone legata ai miglioramenti tecnologici. Tuttavia l’India era in grado di accedere a questa tecnologia. Quindi, l’importazione di prodotti tessili contrasta con il modello di HO. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

107 Perché l’India importa tessuti in cotone?
I Paesi poveri usavano questa nuova tecnologia di produzione di prodotti tessili in modo inefficiente. Permangono ampie differenze fra Paesi nell’uso efficiente della tecnologia. Questa inefficienza riguardava soprattutto il lavoro piuttosto che altri fattori come la terra. Stime per il 1910 e il 1990 mostrano che il lavoro non era necessariamente il fattore abbondante in India una volta presa in considerazione la sua bassa produttività. L’India avrebbe potuto essere considerata ricca di terra se la terra e il lavoro fossero stati misurati in termini “effettivi”: Questo può spigare il cambiamento da esportatore a importatore. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

108 Conclusioni Lo schema di HO è uno dei modelli più usati per spiegare i pattern commerciali. Isola l’effetto di diverse dotazioni fattoriali tra Paesi e determina l’impatto di queste differenze sul pattern di commercio, sui prezzi relativi e sul rendimento dei fattori. Concentrandosi sulle intensità fattoriali dei beni, il modello HO fornisce una chiara indicazione di chi guadagna e di chi subisce perdite a causa del commercio internazionale. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

109 Conclusioni Il modello HO prevede guadagni reali per il fattore usato intensivamente nel bene esportato, il cui prezzo relativo aumenta con l’apertura del commercio internazionale, e perdite reali per l’altro fattore. Abbiamo analizzato alcune verifiche empiriche del teorema di HO. Queste verifiche empiriche hanno preso avvio dal paradosso di Leontief, il risultato secondo il quale le esportazioni statunitensi nel secondo dopoguerra erano relativamente intensive in lavoro. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor

110 Conclusioni Riformulando il test usando le quantità fattoriali incorporate nelle esportazioni nette e le dotazioni effettive di lavoro in ogni Paese, si è trovato che gli Stati Uniti erano ricchi di lavoro effettivo e si presume lo fossero anche di capitale. Gli USA avevano un contenuto fattoriale positivo di L e K nelle esportazioni nette, un risultato coerente con il test del segno dell’estensione del modello HO. Copyright © 2008 Worth Publishers ▪ International Trade ▪ Feenstra/Taylor


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