Scaricare la presentazione
La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore
PubblicatoAgostina Nanni Modificato 5 anni fa
1
La memoria che cosa è? La memoria è un processo cognitivo che consente agli esseri viventi di conservare le informazioni per poterle in seguito recuperare o riconoscere. La memoria non è un’entità statica: ricordare non vuol dire semplicemente richiamare alla mente la registrazione originaria di un’informazione, ma anche elementi della memoria derivati da altre esperienze che risentono delle influenze esercitate dal contesto e dallo stato della mente in cui ci troviamo. .Roberta Scagliarini “La memoria” in Lineamenti di Psicologia generale ed. Scione Roma
2
La memoria rappresenta, quindi, la struttura psichica che organizza l’aspetto temporale del comportamento, che determina i legami per cui un evento attuale dipende da uno passato. Il ricordo viene chiamato traccia quando si parla di rapporto tra eventi passati e attuali e ci si riferisce ad una dipendenza in cui l’evento passato ha lasciato dietro di sè una modificazione che attivamente influenza l’evento successivo Roberta Scagliarini “La memoria” in Lineamenti di Psicologia generale ed. Scione Roma La memoria...
3
A cosa serve? Serve ad immagazzinare stimoli recepiti dall'ambiente esterno, o prodotti dal soggetto stesso, in modo che siano riutilizzabili in momenti successivi. In quanto processo, la memoria si basa sui meccanismi dinamici deputati alla ritenzione e al recupero dell'informazione relativa all'esperienza passata. Roberta Scagliarini “La memoria” in Lineamenti di Psicologia generale ed. Scione Roma
4
Operazioni di base nella memoria
codifica (trasformazione dei dati in un tipo di rappresentazione mentale) immagazzinamento (conservazione dell'informazione nella memoria) recupero (l'informazione viene ripresa dal magazzino o utilizzata) Roberta Scagliarini “La memoria” in Lineamenti di Psicologia generale ed. Scione Roma
5
Le tre operazioni di base della memoria...
“Solo quello che è stato immagazzinato precedentemente può essere recuperato, e ... il modo in cui può essere recuperato dipende dal modo in cui è stato immagazzinato” (Tulving e Thomson, 1973) Roberta Scagliarini “La memoria” in Lineamenti di Psicologia generale ed. Scione Roma
6
Cenni storici sui modelli generali della memoria
Ebbinghaus (modello associativo) . dimostrò che non si memorizzano i singoli termini (sillabe senza senso), ma sequenze ordinate di termini appartenenti ad una serie. Comportamentismo (memoria nell'apprendimento/condizionamento) Il modello stimolo–risposta (S-R). I comportamentisti che indagavano il comportamento con metodo oggettivo, utilizzarono particolarmente una tecnica , quella dell’apprendimento di coppie associate (ACA), costituite da uno stimolo, da una risposta e da un rinforzo Cognitivismo. Il paradigma dello Human Information Processing, ovvero elaborazione umana dell’informazione, considera l’uomo come oggetto psicologico che opera sull’informazione, decodificandola, elaborandola. I modelli seriali secondo i quali l’informazione attraversa una serie di stadi di elaborazione. Il modello più conosciuto è quello di Atkinson e Shiffrin. Contrapposto all'approccio seriale, il connessionismo: si tratta di modelli di elaborazione parallela dell'informazione.
7
La teoria multiprocesso
La concezione multiprocesso o multimodale della memoria è stata sottolineata da Atkinson e Shiffrin (1971). La memoria è un sistema composto da diversi processi che interagiscono tra loro e il trasferimento di informazioni dalla MBT alla MLT dipende da quanto tempo l’informazione resta nella MBT attraverso il processo di reiterazione. Secondo questi autori l’informazione sensoriale viene conservata per breve tempo nel sistema di memoria sensoriale, poi viene ricodificata nella memoria a breve termine dove può essere conservata mediante il processo della reiterazione e trasferita nella memoria a lungo termine. Perciò quanto più l'informazione viene mantenuta attaverso la reiterazione nella MBT, tanto più è probabile che il trasferimento abbia luogo.
8
Atkinson e Shiffrin Atkinson e Shiffrin e i tre magazzini (sensoriale, a breve termine e a lungo termine); I tre magazzini non sono strutture fisiologiche ma costrutti ipotetici; Ricettacoli passivi (magazzini) e processi di controllo che regolano il transfer Roberta Scagliarini “La memoria” in Lineamenti di Psicologia generale ed. Scione Roma
9
Teoria dei livelli di elaborazione
La ritenzione di una informazione nella MLT non dipende semplicemente da quanto tempo essa è rimasta nella MBT, ma essa è rafforzata dalla molteplicità e dalla complessità delle rappresentazioni suscitate dall'informazione. Craik e Lockhart sostengono che soltanto le informazioni che raggiungono una determinata profondità di elaborazione vengono immagazzinate e poi ricordate. Se immediatamente dopo la presentazione di uno stimolo veniamo distratti, la capacità di elaborare e ricordare quello stimolo viene danneggiata. La teoria della profondità dell’elaborazione sostiene che ciò accade perché non vi è stato tempo sufficiente per elaborare e associare materiale con altre informazioni già presenti nella memoria riducendo la possibilità di integrazione prima e di rievocazione poi. Tale approccio, chiamato oggi teoria dei livelli di elaborazione, prevede che l’analisi di uno stimolo procede attraverso una serie di stadi di elaborazione, i quali differiscono per profondità e complessità.. l'elaborazione dello stimolo avviene sotto il controllo dell'elaboratore centrale che rappresenta il centro dell'attività mentale cosciente.
10
Teoria dei livelli di elaborazione
Proposta da Craick e Lockart Postula che la memoria non comprende nessun particolare magazzino e che l'immagazzinamento mnestico varia su una dimensione continua in termini di profondità di codifica; Esiste un numero infinito di livelli di elaborazione in cui gli item possono essere codificati senza confini netti tra un livello e il successivo.
11
Diversi tipi di memoria...
Memoria a breve termine Memoria a lungo termine Roberta Scagliarini “La memoria” in Lineamenti di Psicologia generale ed. Scione Roma
12
Memoria a breve termine
Baddeley e Hitch hanno formulato uno dei modelli di organizzazione della MBT che comprende tre fattori: l’esecutivo centrale, la MBT fonologica e la MBT visuospaziale. L’esecutivo centrale è la componente principale esegue la maggior parte dell’attività mentale cosciente. Le sue funzioni principali sono: coordinare le attività delle altre due componenti e immagazzinare l’informazione. La MBT fonologica viene definita così perché lo stimolo che mi viene presentato come suono entrerà in una sorta di deposito che si chiama “magazzino fonologico”. Se non voglio dimenticare il numero di telefono appena ricevuto devo ripassarlo mentalmente, questo processo si chiama “ripasso articolatorio”. La MBT visuospaziale è nota come “taccuino visuospaziale” perchè è un sistema coinvolto a formare le immagini mentali, serve nel far ricordare la posizione del corpo e la modificazione successiva nello spazio. Il sistema operativo nel suo complesso rappresenta la memoria di lavoro: sistema necessario per trattenere e manipolare le informazioni, mentre si eseguono un ampia gamma di compiti.
13
La memoria: definizioni generali
Memoria a breve termine: può contenere una quantità limitata di informazioni per un tempo assai breve (alcuni secondi) dopo di che tali informazioni vanno rapidamente incontro all'oblio. La memoria di lavoro: è stata definita “lavagna della mente”, è l'insieme dei processi mentali a cui ci riferiamo quando diciamo che “stiamo pensando a qualcosa”, e che ci permettono di riflettere su elementi percepiti nel presente o richiamati dal passato. La memoria a lungo termine: è il sistema implicato nella ritenzione duratura dell'informazione (attraverso processi che mediano l'immagazzinamento di informazioni per periodi di tempo molto lunghi, di durata significativamente superiore rispetto a quelli della memoria di lavoro). La MLT ci consente invece di ricordare solo i dati necessari e più importanti.
14
Memoria implicita All’interno della MLT possiamo distinguere diverse forme di memoria: la memoria non dichiarativa o implicita e la memoria dichiarativa o esplicita. La memoria implicita viene chiamata non dichiarativa, è l’espressione dell’avvenuto apprendimento si realizza attraverso il comportamento. E’ inconscia perchè non richiede la partecipazione della coscienza ai processi di registrazione e di recupero. È inconscia ed è messa in evidenza eseguendo una prestazione specifica: risponde alla domanda “sapere come”. Le strutture responsabili della memoria implicita sono il cervelletto e i nuclei della base, strutture impegnate nel controllo dei movimenti. Grazie all'esperienza il cervello accumula progressivamente la capacità di riconoscere similarità e differenze, e attraverso questi processi comparativi la mente è in grado di ottenere rappresentazioni generali. Ciò è alla base dell'apprendimento: queste generalizzazioni formano i “modelli mentali” o “schemi” che sono componenti della memoria implicita e influenzano le nostre esperienze.. Memoria procedurale: è un tipo particolare di memoria implicita. La padronanza di procedure utilizzate per lo svolgimento di un compito.
15
Memoria esplicita La memoria esplicita chiamata “dichiarativa” riguarda i ricordi consapevoli, quelli per cui apprendimento e rievocazione avvengono in modo cosciente. Risponde alla domanda “sapere cosa”. Comprende la memoria semantica e episodica, autobiografica. In tutte queste forme di memoria i processi di registrazione richiedono un'attenzione conscia, diretta e specifica (attivazione dell'ippocampo). I ricordi a lungo termine non durano per sempre, perchè entrino a far parte in maniera permanente nella memoria esplicita è necessario l'intervento di un processo noto: consolidamento corticale che permette di immagazzinare nella corteccia associativa le rappresentazioni provenienti da altre parti del cervello. Questi processi sembrano essere correlati alle fasi del sogno REM, infatti i sogni svolgono un ruolo importante nei processi di consolidamento dei ricordi espliciti.
16
La memoria semantica può essere considerata come un “tesoro mentale” che contiene informazioni di natura enciclopedica, oltre che la conoscenza di parole, simboli, regole, formule. Questa forma di conoscenza che riguarda fatti e dati del mondo è definita “noetica”. La memoria episodica è la memoria di eventi che hanno precisi connotati spazio-temporali, di cui cioè sappiamo il luogo e il momento in cui si sono verificati. Memoria autobiografica: è la capacità di rievocare gli eventi della propria vita. Si possono trovare entrambe le componenti della memoria semantica ed episodica. Si fonda su processi autonoetici (la conoscenza di se stessi) che si ritiene siano mediati dalle aree corticali frontali FUNZIONE: consente all'individuo di mantenere un senso di identità (Neisser, 1988). Memoria prospettica: la capacità di ricordare le cose nel futuro ovvero “la realizzazione di intenzioni future”. Corteccia prefrontale quella che decide le azioni da compiere e la formazione ippocampale per il consolidamento dei ricordi.
17
Ricordare e dimenticare: il ruolo delle emozioni
La possibilità di dimenticare è un aspetto essenziale della memoria esplicita. Esperienze che non sono accompagnate da un significativo coinvolgimento emotivo in genere non sono in grado di evocare un adeguato livello di attenzione specifica, al contrario eventi vissuti con partecipazione emotiva vengono catalogate come “importanti”. Esperienze eccessivamente coinvolgenti e terrorizzanti possono invece stimolare meccanismi che portano a un'inibizione dei processi della memoria esplicita a livello dell'ippocampo che determinare un blocco nella registrazione esplicita di questi ricordi.
18
Roberta Scagliarini “La memoria” in Lineamenti di Psicologia generale ed. Scione Roma
L'amigdala sembra coinvolta in processi che conferiscono ad una determinata informazione un significato emozionale e che la collegano ad altri sistemi mnemonici associati all'ippocampo. Gli effetti che le esperienze possono avere sulla memoria dipendono dal grado di stress a cui sono associate. Livelli moderati in genere facilitano il ricordo di un evento, uno stress molto intenso può provocare un blocco delle funzioni mnemoniche.
19
Esperienze fortemente traumatiche possono portare ad un blocco della memoria esplicita.
In questi casi alcuni elementi dell'esperienza vengono registrati a livello esplicito, ma non daranno luogo a ricordi di tipo esplicito. Si può verificare una dissociazione tra memoria implicita ed esplicita con una compromissione della memoria autobiografica nei confronti dell'evento (amnesia psicogena). Il ricordo dell'evento è invece integro e può comprendere elementi comportamentali come impulsi alla fuga e reazioni emozionali. Gli individui in cui si verifica una dissociazione di questo tipo hanno maggiore probabilità di sviluppare un disturdo post-traumatico da stress.
20
Il trauma psicologico che compromette le attività della memoria esplicita ha effetti negativi anche sulla capacità dell'individuo di consolidare il ricordo dell'esperienza. Processi di dissociazione o la proibizione di parlare con altri dell'evento traumatico come spesso si verifica nei casi di abuso, possono determinare un blocco dei meccanismi di consolidamento corticale. Un disturbo della coscienza autonoetica dovuto ad un trauma non risolto può portare il soggetto ad essere sommerso da ricordi impliciti estremamente coinvolgenti tanto da pensare di viverli in quel preciso momento.
Presentazioni simili
© 2024 SlidePlayer.it Inc.
All rights reserved.