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CORSO DI LAUREA ORGANIZZAZIONE e AMMINISTRAZIONE A.A

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Presentazione sul tema: "CORSO DI LAUREA ORGANIZZAZIONE e AMMINISTRAZIONE A.A"— Transcript della presentazione:

1 CORSO DI LAUREA ORGANIZZAZIONE e AMMINISTRAZIONE A.A. 2017-2018
PSICOLOGIA DEI GRUPPI E COMUNICAZIONE (9 CFU, h.54) VI lezione – 7 marzo Marina Mura Ricevimento: mercoledì dalle ore alle presso lo studio (n.18, I piano Via Sant’Ignazio 78) o per appuntamento tel Skype: cagliari134

2 Gli atteggiamenti Definizione di atteggiamento
(Eagly e Chaiken, 1993; Cacioppo et al., 1997): tendenza psico-sociale relativamente stabile (stato interno della persona) espressa attraverso la valutazione favorevole o sfavorevole, indifferente (basso favore e sfavore) o ambivalente (basso favore e alto sfavore) di un qualche oggetto, radicata nelle credenze (stereotipi) e manifestata nei sentimenti e nel modo di agire (comportamento)

3 Gli atteggiamenti Formazione esperienza diretta:
forte associazione, elaborazione memoria based, resistente al cambiamento l’esposizione ripetuta tende a costruire un a. positivo (Zanjonc, 1968): la prima reazione su una “novità” è negativa (produce evitamento) osservazione di altri: associazione più debole comunicazione persuasiva: associazione debole, elaborazione on-line, maggiore facilità di cambiamento

4 Funzione degli atteggiamenti
Conoscitiva: strutturare una realtà che abbia un senso (cognitivismo) Espressiva di valori: esprimere il proprio Sé e i valori in cui si crede (psicologia culturale e umanistica) Egodifensiva: proteggere il Sé da conflitti interni o verità spiacevoli (psicoanalisi) Adattamento sociale: ottenere ricompense e benefici (neocomportamentismo)

5 Cambiare atteggiamento
L’individuo tende a mantenere convinzioni e atteggiamenti Il cambiamento degli a. è possibile: attraverso processi individuali per esposizione a messaggi persuasivi Processi individuali: esposizione ad uno stimolo: produce a. positivo (effetto della mera esposizione, Zajonc, 1968) autopresentazione e gestione dell’impressione dissonanza cognitiva (Festinger, ‘57): counteratittudial advocancy (difesa di ciò che è contrario al proprio atteggiamento) Autopercezione: inferiamo gli atteggiamenti dal nostro comportamento (Bem, 1972)

6 Dissonanza cognitiva Festinger, 1957
Antecedenti che producono tensione discrepanza e conseguenze negative responsabilità personale comportamento attribuzione dell’attivazione fisiologica Attivazione fisiologica cambiamento di atteggiamento

7 La cognizone sociale: tipologia
Schemi di persona Contengono le informazioni utilizzate per descrivere le persone in base a tratti legati all’individualità (personalità: simpatico, aggressivo; studente di psicologia) Inducono aspettative che influenzano il ricordo di azioni e la comprensione di nuove informazioni (Zadny e Gerard, 1974) Schemi di sé Contengono le informazioni relative a se stessi. La descrizione di sé è organizzata intorno ad alcuni tratti centrali; le informazioni relative a questi tratti sono elaborate più velocemente rispetto alle informazioni relative a dimensioni meno importanti o aschematiche (Markus, 1977)

8 La cognizone sociale: tipologia
Schemi di ruolo Organizzano le conoscenze relative ai comportamenti attesi da una persona che occupa una determinata posizione nella struttura sociale Esistono ruoli acquisiti tramite l’impegno (ad es. medico, professore) e ruoli ascritti, come il genere sessuale o la razza Schemi di eventi Includono conoscenze relative alle sequenze di azioni appropriate in un determinato contesto, comprese le aspettative sul modo in cui si comporteranno gli altri (“copione”)

9 In culture diverse si sviluppano schemi diversi
Funzioni degli schemi Rendere meno ambiguo il nuovo collegandolo al vecchio Guidare la costruzioni degli eventi in memoria in maniera coerente In culture diverse si sviluppano schemi diversi

10 Applicazione degli schemi
I molti schemi in memoria vengono applicati automaticamente in relazione a livelli diversi di Accessibilità Esperienza: schemi sempre presenti Priming (innescamento): schemi attivati temporaneamenteente

11 Applicazione degli schemi
Accessibilità Priming: un’ esperienza che precede un comportamento e che rende più accessibile lo schema lo schema viene attivato e guida il comportamento (vi deve essere coerenza tra priming e schema) Processo dimostrato in molte ricerche sul pregiudizio e per il quale le associazioni libere danno risultati validi all’interno del setting e per un tempo limitato

12 Persistenza degli schemi
“effetto persistenza” Quando uno schema si è formato è molto difficile che lo modifichiamo anche in presenza di informazioni che lo confutano o che confutano le informazioni che lo avevano prodotto (es.: notizie false o esperienze percepite/interpretate in modo errato)

13 Il ragionamento sociale automatico le Euristiche
euristiche: strategie, “regole o “scorciatoie” di pensiero semplificate, che permettono alle persone di giungere rapidamente a giudizi sociali in mancanza di schemi immediatamente accessibili; sono spesso efficaci e di ampio uso nella vita quotidiana Il ricorso alle euristiche è più probabile in situazioni in cui le persone devono impegnarsi nell’elaborazione di giudizi complessi in presenza di fattori che diminuiscono l’accuratezza dei processi cognitivi (stanchezza o mancanza di tempo)

14 L’euristica della rappresentatività
E’ utilizzata per stimare la probabilità che si verifichi un determinato evento o per decidere se un certo esemplare appartiene a una determinata categoria (Tversky e Kahneman, 1974): serve a giudicare il nuovo; Il criterio utilizzato per decidere è quello della rilevanza o somiglianza al prototipo, mentre viene trascurata la probabilità di base Esempio: gli schemi di persona (persona descritta come mite, timida, ritirata. Qual è la sua professione: bibliotecario, trapezista, bagnino, avvocato…? )

15 L’euristica della disponibilità
utilizzata per valutare la frequenza o probabilità di un determinato evento: si basa sulla facilità e rapidità con cui vengono in mente esempi che fanno riferimento alla categoria del giudizio in questione la stima di frequenza di un evento può essere influenzata da: tendenze sistematiche utilizzate nella ricerca di informazioni (biases) particolare “immaginabilità” di un evento: riferimento al sé Esempi: le persone valutano come cause di morte più frequenti omicidi o atti terroristici rispetto a malattie cardiocircolatorie entrambi i coniugi sovrastimano il proprio contributo personale alle attività domestiche: si ricordano con più facilità esempi positivi del proprio comportamento

16 L’euristica della simulazione
E’ utilizzata per immaginare scenari ipotetici relativi a come potrebbero evolversi o avrebbero potuto evolversi certi eventi: il pensiero controfattuale (“se non fosse … se non avesse…”), ha importanti implicazioni per il giudizio sociale e per le reazioni emotive ad eventi drammatici: si possono prevedere reazioni emotive più intense di fronte ad un accadimento negativo quando è possibile immaginare scenari alternativi che avrebbero potuto evitarlo (Kahneman e Tversky, 1982)

17 L’euristica dell’ancoraggio e accomodamento
In situazioni di incertezza, per emettere un giudizio, le persone tendono ad “ancorarsi” ad una conoscenza nota ed “accomodarlo” sulla base di informazioni pertinenti: i propri tratti, le proprie credenze ed i propri comportamenti rappresentano spesso punti di ancoraggio per il giudizio sociale esempio: le persone tendono ad esagerare la numerosità dei voti ottenuti dal partito da loro sostenuto (Palmonari, Arcuri e Girotto, 1994)


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