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Formazione Tutor Alternanza scuola-lavoro
I ruoli organizzativi a cura di Sante Velo
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1. La definizione di “ruolo” [1]
1 - OCCUPARSI DI QUALCOSA (oggetto) 2 - FARLO CON QUALCUNO (rapporto) 3 - USARE CAPACITÀ PERSONALI E PROFESSIONALI 4 – PER RAGGIUNGERE UN OBIETTIVO CHIAVE
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2. La definizione di “ruolo” [2]
Capacità
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3. Ruolo e obiettivo chiave
Ogni ruolo è caratterizzato da un suo obiettivo chiave, senza il quale il ruolo viene a confondersi con altri. L’obiettivo chiave rappresenta l’identità del ruolo. Attraverso l’obiettivo chiave è possibile misurare l’efficacia delle modalità adottate per interpretarlo.
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4. Origine delle regole di esercizio del ruolo
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5. Il ruolo nelle organizzazioni a legame debole
Serie di aspettative in parte convergenti, in parte divergenti fra loro. Dinamica sempre “aperta” fra una domanda e un’offerta. Insieme di regole in parte “indipendenti” da chi interpreta il ruolo. Stato di “insicurezza” strutturale per l’impossibilità di definire regole e contenuti “una volta per tutte”. Stato di “provvisorietà” professionale per chi lo interpreta: la performance ottimale muta continuamente.
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6. La mediazione delle aspettative di ruolo
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7. Ruolo di cambiamento e stress
Utilizzare il ruolo per influenzare l’organizzazione e farla cambiare comporta stress, particolarmente quando: Si opera in strutture burocratiche (le regole sono rigide e orientate agli adempimenti). Si opera in un sistema organizzativo in cui la propagazione del cambiamento è incerta, lenta ecc. Si opera in un sistema che non impara dagli errori; che non usa la ricerca per migliorare. Il ruolo è ampio e oggetto di aspettative conflittuali (delega indefinita; abdicazione da parte del delegante). Le risorse disponibili (materiali e umane) sono percepite come inadeguate. Le regole organizzative sono approssimative (non si sa chi è responsabile di che cosa). L’oggetto da cambiare è complesso, controverso, intessuto di valori.
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8. I ruoli di maggior tensione
I RUOLI DI CONFINE O D’INTERFACCIA sia per i ruoli al confine con il sistema organizzativo sia per quelli collocati fra i sottosistemi interni dello stesso livello, a causa delle probabili diversità di a-spettative e di processi di comunicazione. I RUOLI INTERMEDI fra ruoli (o sottogruppi) di diverso livello, che si diffe-renziano per tipo di compiti e culture di riferimento. I RUOLI NUOVI a causa della difficoltà di mettere a fuoco aspettative adeguate dirette a tali ruoli o provenienti da essi. I RUOLI INNOVATIVI progettati in modo tale da stimolare modifiche di comportamento.
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9. Modalità di riduzione dello stress da ruolo
Incrementare i processi di condivisione delle scelte. Aumentare l’efficacia dei processi di comunicazione. Adeguare le aspettative alle risorse concretamente presenti, o viceversa. Migliorare la consapevolezza reciproca delle peculiarità emotive, sociali, operative, dei ruoli interagenti. Aiutare l’individuo, nelle componenti tecnico-professionali e negli atteggiamenti, a sostenere un certo livello di tensione di ruolo, se questo è irriducibile. - Componenti tecnico-professionali = problem solving, pro-gettazione, monitoraggio ecc. - Atteggiamenti = pensare positivamente, cioè evitare iper-generalizzazioni, personalizzazioni, colpevolizzazioni ecc.
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10. Capacità professionali e personali del Tutor
Comunicare e ascoltare Risolvere problemi Prendere decisioni in modo condiviso Gestire riunioni Collaborare Progettare in modo condiviso Valutare in itinere e apportare i cambiamenti opportuni Favorire l’acquisizione di competenze Favorire lo sviluppo e il benes-sere dell’istituzione (organizza-zione, operatori, utenti)
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