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L’ autorizzazione delle sedi di raccolta
Cavriago, 13 Gennaio 2007
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Gestione della raccolta
Le associazioni POSSONO organizzare e gestire singolarmente o in forma aggregata unità di raccolta: SE SONO CONVENZIONATE CON LA REGIONE (19/6/1992); PREVIA AUTORIZZAZIONE DELLA REGIONE COMPETENTE; IN CONFORMITA’ DELLE ESIGENZE INDICATE DALLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA REGIONALE.
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Autorizzazioni delle sedi di raccolta
Essa è dovuta in quanto l’Associazione ha chiesto di svolgere l’attività di raccolta. Attenzione: La legge 219 prevede chiaramente la natura di struttura pubblica dei presidi e delle strutture addette alle attività trasfusionali. Deve uscire uno specifico decreto che regolerà la uniforme erogazione dei livelli essenziali di assistenza in materia trasfusionale.
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Autorizzazione Provvedimento amministrativo che rende lecito l’esercizio di attività sanitarie da parte di qualsiasi soggetto pubblico e privato in possesso di requisiti minimi prestabiliti e verificati (legge Regionale Emilia Romagna 34/98)
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AUTORIZZAZIONI PRECEDENTI
Tutte le Avis dovevano già essere in possesso dell’autorizzazione alla gestione della raccolta rilasciata dalla Regione in applicazione della legge 107/90
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Circolare 34/91. La richiesta
Occorreva presentare la richiesta di gestione dell’Unità di raccolta al Presidente della Giunta Regionale per tramite dell’Amministratore Straordinario delle USL.
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Circolare 34/91. allegati Parere favorevole dell’Amministratore straordinario USL; Attestato idoneità locali rilasciato dal direttore sanitario (sedi ospedaliere) o dal servizio di igiene pubblica (sedi esterne) Parere favorevole del responsabile del servizio trasfusionale competente per territorio
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Dove prelevare sangue e dove prelevare plasma?
Unico riferimento è sempre la circolare 34/91 che prevedeva; Per le sedi delle unità di raccolta la possibilità di prelevare sia sangue che plasma; Per i punti di raccolta di prelevare solo sangue.
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E le autoemoteche ?? Sempre alla luce della 107/90 i criteri erano sostanzialmente simili a quelli previsti per le sedi “a terra” ovvero: Esistenza di tre locali separati (prelievo, visita, attesa ristoro); Possibilità per il personale, di operare in ambito di sicurezza e con le dotazione tecniche necessarie Allo stato attuale non esistono normative specifiche. Sono un po’ da inventare anche se la commissione regionale ha buttato giù qualche idea dettata dal buon senso.
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(prima del 327/2004 che però riguarda diversi ambiti)
ATTENZIONE Questa è l’ultima decretazione che riguarda nello specifico l’attività di raccolta del sangue o sue componenti (prima del 327/2004 che però riguarda diversi ambiti)
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Allo stato attuale E’ fondamentale che le Avis siano in possesso dell’autorizzazione alla gestione della raccolta rilasciata dalla Regione a suo tempo. Va ripresentata la domanda al Sindaco per potere svolgere l’attività di raccolta nelle sedi, alla luce delle nuove normative. Il sindaco si avvarrà della consulenza del Dipartimento di Sanità Pubblica per ottenere le valutazioni utili all’emissione del parere
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La circolare della regione
In data 15 Novembre 2006 la Regione ha inviato una circolare con la quale: Ha chiesto a tutte le strutture interessate di fare giungere in regione la copia delle autorizzazioni ottenute al 31 dicembre 2006; specifica che qualora le sedi non siano autorizzate, non potranno accedere alla dotazione delle bilance e qualora persista la mancanza di autorizzazione, si potrà giungere alla sospensione/revoca dell’attività di raccolta; Prioritaria è la definizione delle autorizzazioni per le sedi che effettuano più di 500 prelievi all’anno.
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Le responsabilità. I Servizi Trasfusionali
Il Servizio trasfusionale è responsabile sotto qualsiasi aspetto della raccolta e del controllo del sangue umano e dei suoi componenti
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Il responsabile del Servizio Trasfusionale
Deve: Garantire che il sangue sia raccolto, controllato, lavorato, conservato, distribuito ed assegnato conformemente alle norme vigenti Fornire le informazioni necessarie per l’autorizzazione e l’accreditamento Il suo nominativo viene comunicato alla regione da parte dell’Azienda Usl
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Il responsabile delle Unità di raccolta
Deve essere un medico con almeno due anni di esperienza nelle unità di raccolta del sangue e degli emocomponenti Il suo nominativo deve essere comunicato in Regione
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Il percorso Vi sono 4 step fondamentali:
Autorizzazione alla realizzazione della struttura dove svolgere l’attività; Autorizzazione al funzionamento della struttura; Accreditamento istituzionale; Accordi contrattuali
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Accreditamento Processo che tende a garantire assistenza sanitaria di buona qualità ed efficienza organizzativa e comporta la definizione di: standard processi di verifica della aderenza ad essi delle organizzazioni che lo richiedono, effettuati da organismi autorizzati che rilasciano formale riconoscimento.
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PRE – CONDIZIONI PER L’ACCREDITAMENTO
L’accreditamento viene concesso alle strutture che: Sono in possesso dell’ autorizzazione; Rispondono agli obiettivi e agli indirizzi della programmazione regionale; Sono in possesso di ulteriori requisiti di qualificazione (requisiti specifici per l’accreditamento); Presentano verificata positiva dell’attività svolta
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Competenze Regionali E’ competenza delle Regioni l’introduzione di sistemi di sorveglianza e di strumenti e metodologie per la verifica della qualità dei servizi a partire dalla autorizzazione ad operare già posseduta.
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A cosa serve essere accreditati ?
L’accreditamento riconosce ai soggetti GIA’ AUTORIZZATI ALL’ESERCIZIO DI ATTIVITA’ SANITARIE lo status di potenziale erogatore di prestazioni nell’ambito e per conto del Servizio sanitario nazionale
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Quali ulteriori criteri ?
Definizione ed esplicitazione della politica associativa, della pianificazione, degli obiettivi, Esistenza di un sistema di qualità; Esistenza della idonea documentazione per tutto quanto concerne l’attività svolta e le attrezzature utilizzate; Tracciabilità; Qualificazione del personale; Verifiche periodiche e politiche di aggiornamento e miglioramento.
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SIAMO IMPORTANTI Occorre tenere ben presente che svolgiamo un ruolo fondamentale per il servizio trasfusionale. Per questo, anche se siamo volontari, dobbiamo essere in grado di garantire standard di qualità identici (o migliori) rispetto a quelli che garantirebbe la sanità pubblica
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