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I COMUNI E LA VITA URBANA

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Presentazione sul tema: "I COMUNI E LA VITA URBANA"— Transcript della presentazione:

1 I COMUNI E LA VITA URBANA

2 RIPASSO Dopo lo sviluppo dei primi borghi, vennero fondate anche nuove città, o per iniziativa di artigiani e mercanti o sovrani o signori feudali

3 dall'economia curtense, AUTARCHICA, si passa a un'economia cittadina, aperta verso l'esterno, fondata sugli scambi che avvenivano nei mercati, anche grazie a migliori sistemi di viabilità e trasporto. Feudatari e re ricominciarono a coniare monete, perché fossero usate nei mercati

4 La struttura della società diventa più complessa:
vanno a stare in città signori e nobili di campagna emergono nuove figure sociali e professionali, più specializzate molti contadini si trasferiscono in città alla ricerca di lavoro e maggiore sicurezza (le città si cingevano di mura e strutture difensive) - URBANESIMO

5 LA NASCITA DEI COMUNI Dal X secolo, nelle campagne italiane, erano nati i COMUNI RURALI: associazioni di contadini si erano coalizzati per strappare al feudatario locale alcune concessioni (es. tasse più basse) Il signore aveva sulle città gli stessi diritti che aveva sulle campagne (diritti di banno, per es. chiedeva un pedaggio a chi varcava le mura cittadine)

6 I borghesi, ma anche i nobili senza feudo, si unirono contro il feudatario (o l’imperatore o il papa) e fondarono un’associazione, una forma di governo locale: il COMUNE. Ogni comune era diverso dagli altri, ma nacque sempre in contrapposizione ad un potere (Impero o Chiesa) Il nome significava che il suo fine era quello di perseguire gli interessi comuni di coloro che vi aderivano

7 Cercarono di ottenere concessioni in due modi:
Trattando con il signore e/o pagando. Alcune associazioni vengono aiutate dal vescovo - conte che abitava in città Combattendo con le armi

8 Col tempo i comuni ottennero le carte di libertà che permettevano di:
Amministrare la giustizia Battere moneta Ampliare le mura per includere i borghi (p. 21)

9 NASCE IL COMUNE MEDIEVALE:
FORMA DI GOVERNO VERA E PROPRIA NON PIÙ PRIVATA MA PUBBLICA

10 Dove si diffusero i comuni?
Soprattutto in: Germania Francia Italia settentrionale (a Sud no perché c’erano un’aristocrazia e una monarchia troppo forti)

11 I Comuni italiani ebbero diverse fasi di sviluppo
Comune CONSOLARE, fino al XII secolo; aristocratico: la gestione della politica era nelle mani dei consoli, scelti tra i nobili. Aiutati da un Consiglio maggiore, composto da cittadini autorevoli, formato da 300 a 600 membri, che si occupava degli affari generali.

12 C’era poi un'assemblea formata da tutti i cittadini, che decideva sulle questioni più importanti, approvava le leggi, eleggeva i consoli Erano esclusi dal diritto di cittadinanza le donne, gli apprendisti delle botteghe, i salariati saltuari, i pochi schiavi

13 Il comune aveva la MILIZIA, divisa in cavalleria (aristocratici) e fanteria (classe media). Ogni rione della città dava un contingente di uomini poiché tutti i cittadini dovevano pagare le tasse e prestare servizio militare in caso di guerra.

14 2. Comune PODESTARILE. Tra la fine del XII secolo e gli inizi del XIII il comune consolare entrò in crisi a causa dei conflitti interni alle città Venne chiamato un podestà non coinvolto nelle lotte locali

15 3. Comune POPOLARE. Dal XIII aumentarono i conflitti tra ricca borghesia e nobili: nemmeno il podestà riusciva a gestire la situazione. Venne nominato un capitano del popolo che doveva difendere gli interessi della borghesia. Stava in carica per sei - dodici mesi, veniva aiutato da un consiglio minore delle arti e dei priori, formato da tutti i capi delle Corporazioni o Arti, e da un consiglio maggiore del popolo, formato da tutta la borghesia cittadina.

16 Il POPOLO comprendeva solo chi faceva parte di una Corporazione, quindi esercitava un mestiere o un commercio. Siamo ancora in un mondo elitario, non più basato sulla nobiltà di sangue, ma sulla ricchezza.

17 LE CORPORAZIONI Tra la fine dell’XI secolo e l’inizio del XII i gruppi mercantili e artigianali gradualmente si erano associati in Arti o Corporazioni divise per settore

18 Erano le associazioni che comprendevano tutti i maestri dello stesso ramo produttivo e i loro soci. Per essere iscritti e avere il proprio nome inserito nella matricola, una specie di albo professionale, bisognava essere: - uomini - nativi del Comune - cristiani praticanti - aver superato esami o aver prestato servizio di apprendistato in una bottega

19 La matricola veniva aggiornata dai PRIORI, i capi della Corporazione che dovevano far rispettare lo statuto. Ai prodotti veniva dato il bollo dell'Arte come garanzia della buona qualità del prodotto. Le Arti potevano essere commerciali o artigiane, ma avendo tutte gli stessi scopi e sistemi organizzativi, potevano associarsi tra loro divenendo potentissime

20 Tra le più importanti Arti
L'Arte del cambio: i suoi membri aprivano le banche nei centri urbani e si occupavano di operazioni di credito, cambi di monete. I banchieri più famosi furono i fiorentini (tra cui i Medici)

21 All’inizio avevano solo funzione economica: stabilivano le regole da seguire nelle attività produttive, definivano i salari, i prezzi delle merci, le ore lavorative, precisavano le norme per dirimere eventuali controversie Poi anche funzione politica: elessero dei rappresentanti e istituirono organismi interni

22 L’Assemblea fu divisa in:
I Comuni divennero sempre più OLIGARCHICI: i più ricchi volevano tutto il potere. L’Assemblea fu divisa in: Consiglio maggiore, per l’amministrazione ordinaria – espressione del popolo minuto (piccoli artigiani, commercianti…) Consiglio minore, per gli affari più riservati – espressione del popolo grasso (i più ricchi, vescovo, cavalieri, feudatari, esperti di diritto…)

23 Anche le Arti si divisero in
MAGGIORI: lanaioli, giudici, notai medici, speziali (entrarono nel popolo grasso) MINORI (popolo minuto)

24 Organizzazione delle botteghe
Dirette da un maestro, aiutato da soci o collaboratori; da lui dipendevano gli apprendisti, di solito senza paga: sarebbero divenuti maestri. C'erano poi i lavoratori salariati, assunti occasionalmente a seconda delle necessità.

25 Società ed economia nel Comune
Società divisa in gruppi sociali rigidi e in lotta tra loro per la conquista o il mantenimento diritti. Società classista e basata su rigide gerarchie

26 La popolazione era divisa in :
1. NOBILTA', formata dai feudatari minori, andati in città per liberarsi dei feudatari maggiori 2. POPOLO GRASSO, cioè la ricca borghesia, formata da mercanti, artigiani, banchieri e professionisti, che sostenevano una politica mercantile. Avevano tutti i diritti politici

27 3. POPOLO MINUTO, formato da piccoli artigiani e piccoli imprenditori
3. POPOLO MINUTO, formato da piccoli artigiani e piccoli imprenditori. Erano del tutto esclusi dalla vita politica 4. PLEBE: massa dei lavoratori stipendiati e popolani, privi del diritto di associazione

28 La vita nei Comuni Presenza di nobili bellicosi visibile nelle TORRI
Le MURA circondavano il nucleo più antico delle città (oggi centro storico); furono ampliate. Servivano come dogana (per riscuotere le tasse sulle merci in entrata o uscita). Erano simbolo dei borghesi

29 Stradine e viottoli Di solito tre PIAZZE:
Centro RELIGIOSO con la cattedrale Centro POLITICO, per riunioni dell’Assemblea Centro ECONOMICO, per il mercato


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