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Dov’è la città contemporanea? CAPITOLO 1.
La periferia, la città rarefatta, la città diffusa e la campagna urbanizzata, il concetto di limite, di luogo e di identità nella lettura della periferia delle città contemporanee. Aspetti urbanistici, architettonici, percettivi.
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periferia per l’uomo medievale la città era un universo “finito” (nel senso dei confini) il concetto di periferia per noi è comune e familiare la maggior parte di noi abita nella periferia di una città. Tutti i maggiori centri urbani, dal punto di vista quantitativo, hanno nella periferia la loro parte preponderante, talmente estesa che si parla spesso di prima e seconda periferia. la funzione residenziale in particolare è stata trasferita in maniera massiccia in queste zone
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concetto di LIMITE sappiamo dove inizia la periferia (appena fuori dal centro), ma difficilmente sappiamo dove finisce il limite, la fine della città è difficilmente riconoscibile nei criteri di crescita urbana contemporanea, continuum -SPRAWL east coast statunitense o area milanese
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la periferia a noi sembra un volto usuale della città contemporanea,
in realtà è un fatto relativamente nuovo tanto è vero che i simboli della città stanno in centro se qualcuno ci chiede di illustrare in poche parole la nostra città, noi nominiamo dei luoghi del centro storico, in cui, magari, andiamo poche volte all’anno
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il limite della città La città del passato era percepibile come un insieme DIMENSIONALMENTE “finito”, relazioni chiare verso tutto il resto, in particolare verso il territorio circostante, che era inteso come “non-città”
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La percezione del limite
ad esempio, l’antico romano che si muoveva lungo il cardo principale (nord sud) della sua città, sapeva di muoversi attorno all’asse attorno al quale il sole ruotava rispetto alla città stessa. Nello stesso tempo, sapeva che parallelo al cardo principale ne esistevano altri, e perpendicolarmente i decumani, di cui quello maggiore rappresentava la direzione del moto del sole rispetto alla città. Sapeva anche che la griglia ortogonale, si estendeva, con la centuriazione, a regolare tutta la regione di pertinenza della città si creava una corrispondenza diretta tra uomo-città-territorio-universo infatti il famoso disegno di Leonardo, sintesi sublime della centralità dell’uomo rispetto al suo universo, fu in realtà concepito da Vitruvio, contemporaneo dell’Imperatore Augusto.
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La percezione del limite
la chiarezza dei rapporti spaziali, funzionali e di significato era dovuta essenzialmente alla dimensione finita della città ed alla conseguente separazione dal resto del territorio Nel medioevo questa chiarezza era materializzata nelle mura le mura anticipavano anche l’espansione per evitare che la stessa invadesse un territorio non di pertinenza
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La percezione del limite
Anche quando le espansioni necessariamente si estendevano al di fuori delle mura, lo facevano mediante i “borghi”, cioè mantenendo rigidamente le regole di accrescimento urbane e le forme compatte
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La scomparsa del limite
questa chiarezza qualitativa e quantitativa è dovuta anche ad una relativa permanenza dei modi di vivere la rivoluzione industriale cambia molte cose: soprattutto dal punto di vista quantitativo (boom demografico e produttivo), ma anche qualitativo: localizzazioni- concentrazioni- nuove funzioni (industria). alla città è chiesta, improvvisamente una capienza non più reperibile all’interno delle mura
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Rivoluzione industriale
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Inurbamento
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Inurbamento
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Urbanesimo
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La scomparsa del limite: urbanesimo
La città ottocentesca risponde espandendosi al di fuori della cerchia, ma sempre secondo logiche guidate da un disegno unitario, che trova punti di relazione e di contatto con la città preesistente (ad esempio scacchiere che si attestano ed orientano secondo le direttrici in uscita dal centro) la prima periferia ottocentesca, per ragioni storiche e localizzative, mantiene comunque una maggiore densità, pur nella crescente disomogeneità dei linguaggi. rapporto tra strada ed edificato
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La scomparsa del limite: urbanesimo
ciò che è molto importante è la QUANTITÀ: crescita enorme una caratteristica nuova è il concetto di crescita illimitata, una volta rotto il limite delle mura Anche le addizioni rinascimentali presupponevano crescita in teoria illimitata, ma per mezzo di parti finite (addizioni successive di disegno concluso)
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La periferia
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La periferia
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La scomparsa del limite: urbanesimo
il concetto di crescita illimitata si poteva già intuire nella scacchiera di Barcellona ancora più evidente nella città lineare di Soria Y Mata. progenitrice di alcune ipotesi dell’urbanistica moderna
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La periferia
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La periferia
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«Sprawl»
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Città Giardino
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Città Giardino
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La scomparsa del limite: urbanesimo
su questa prima spinta alla crescita della città si innesta l’esperienza razionalista: principi analoghi si troveranno nelle ipotesi di LE CORBUSIER mantengono comunque il concetto di percorso come elemento strutturante
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