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SVILUPPO FISICO, MOTORIO E PERCETTIVO

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Presentazione sul tema: "SVILUPPO FISICO, MOTORIO E PERCETTIVO"— Transcript della presentazione:

1 SVILUPPO FISICO, MOTORIO E PERCETTIVO
CAPITOLO 4 SVILUPPO FISICO, MOTORIO E PERCETTIVO Crescita e cambiamenti corporei Il sonno Sviluppo motorio Sviluppo sensoriale e percettivo Coppia percettivo-motoria

2 Crescita e cambiamenti corporei
Modelli di crescita Modello cefalo-caudale: La sequenza in cui la crescita più rapida avviene sempre in alto – nell’area della testa. La crescita fisica dal punto di vista della dimensione, del peso, e della differenziazione delle caratteristiche procede dall’alto verso il basso – per esempio, dal collo alle spalle, al tronco, e via dicendo. Modello prossimo-distale: La sequenza in cui la crescita comincia dal centro del corpo e si muove verso le estremità. Per esempio, il controllo muscolare del tronco e delle braccia matura prima del controllo di mani e dita.

3 Crescita e cambiamenti corporei
Cambiamenti nelle proporzioni del corpo umano durante la crescita

4 Crescita e cambiamenti corporei
Prima e seconda infanzia Prima infanzia Il neonato medio occidentale è lungo circa 50 centimetri e pesa circa 3 chili e 400 grammi. Nei primi giorni di vita, la maggior parte dei neonati perde dal 5 al 7% del peso corporeo. All’età di 4 mesi i bambini pesano il doppio del loro peso alla nascita, e quasi il triplo all’età di un anno, ma la crescita rallenta nel corso del secondo anno. Il bambino di due anni in media è alto tra gli 81 e gli 89 centimetri, che corrisponde quasi alla metà dell’altezza di un adulto.

5 Crescita e cambiamenti corporei
Prima e seconda infanzia Seconda infanzia La percentuale dell’aumento di peso e altezza diminuisce ogni anno in età prescolare, e le bambine sono solo leggermente più basse e più leggere dei maschi. Il grasso corporeo diminuisce lentamente ma in modo regolare nel periodo prescolare: le bambine hanno più tessuto adiposo dei maschi che, invece, hanno più tessuto muscolare. I patterns di crescita variano per effetto sia dei fattori ereditari che delle esperienze ambientali. Nel mondo i due fattori più importanti sembrano essere l’origine etnica e l’alimentazione.

6 Crescita e cambiamenti corporei
Prima e seconda infanzia Seconda infanzia Fattori congeniti (genetici o prenatali), problemi di natura fisica, deficit dell’ormone della crescita o difficoltà emotive possono ritardare la crescita. Deficit dell’ormone della crescita: L’assenza o la carenza dell’ormone della crescita prodotto dall’ipofisi. Può essere trattato con iniezioni regolari e ripetute per diversi anni di ormone della crescita.

7 Crescita e cambiamenti corporei
Prima e seconda infanzia Fanciullezza (6-11 anni) I bambini crescono lentamente, in media di 5-7 centimetri all’anno. La massa muscolare e la forza aumentano, mentre diminuisce il grasso corporeo. La forza muscolare aumenta per effetto di fattori ereditari, ma anche per l’esercizio fisico. Le ossa si irrobustiscono.

8 Crescita e cambiamenti corporei
Pubertà Un periodo di rapida maturazione fisica che consiste nei cambiamenti ormonali e fisici che si verificano all’inizio dell’adolescenza. Non corrisponde all’adolescenza. I fattori determinanti della pubertà Ci sono molte variazioni nell’inizio e nella progressione della pubertà. L’inizio della pubertà può oscillare dai 10 fino ai 13 anni e mezzo nei ragazzi. Si conclude nel periodo che va dai 13 ai 17 anni: l’età media di inizio è scesa in media tra i 2 e i 4 mesi per ogni decade del ventesimo secolo.

9 Crescita e cambiamenti corporei
Fattori determinanti della pubertà (segue) Menarca: il primo ciclo mestruale di una ragazza, con un’età normalmente compresa tra i 9 e i 15 anni di età. Pubertà precoce: esordio molto reoce e rapida progression della pubertà, usualmente affrontata con trattamento farmacologico-ormonale per fermare temporaneamente i cambiamenti puberali. Tra i fattori più importanti che influenzano l’inizio e la sequenza della pubertà ci sono i fattori ereditari, influenzati però da fattori ambientali come la salute, il peso e lo stress.

10 Crescita e cambiamenti corporei
Fattori determinanti della pubertà (segue) Ormoni: Potenti sostanze chimiche secrete dalle ghiandole endocrine e trasportate dal sistema sanguigno Durante la pubertà la secrezione di ormoni chiave è controllata dall’interazione dell’ipotalamo, dell’ipofisi e delle gonadi (ghiandole sessuali).

11 Crescita e cambiamenti corporei
Fattori determinanti della pubertà (segue) I cambiamenti ormonali associati alla pubertà si verificano in due fasi: Adrenarca: consiste nei cambiamenti ormonali nelle ghiandole adrenali, situate appena al di sopra dei reni (dai 6 ai 9 anni circa) Gonadarca: consiste nella maturazione sessuale e nello sviluppo della maturità riproduttiva. Il culmine del gonadarca nelle ragazze è il menarca e nei ragazzi lo spermarca (la prima eiaculazione di sperma).

12 Crescita e cambiamenti corporei
Fattori determinanti della pubertà (segue) I cambiamenti ormonali chiave nel gonadarca coinvolgono due classi di ormoni: gli androgeni (i principali ormoni sessuali maschili, ad esempio il testosterone) e gli estrogeni (i principali ormoni sessuali femminili, ad esempio l’estradiolo). Questi ormoni sono presenti in concentrazioni diverse nei maschi e nelle femmine. La crescita durante la pubertà è facilitata da ormoni come il cortisolo, il testosterone e gli estrogeni.

13 Crescita e cambiamenti corporei
Livelli ormonali di testosterone ed estradiolo per genere e fase puberale

14 Crescita e cambiamenti corporei
Pubertà (segue) Peso e grasso corporeo La sottonutrizione può ritardare la pubertà: perchè il menarca avvenga e continui, il grasso deve rappresentare il 17% del peso totale della ragazza. Amenorrea, un’assenza o interruzione del ciclo mestruale, si presenta in adolescenti anoressiche e in ragazze che praticano certi tipi di sport. Leptina, un ormone rilasciato dalle cellule di grasso che segnala l’adeguatezza del grasso corporeo per la riproduzione e per sostenere una gravidanza durante la pubertà.

15 Crescita e cambiamenti corporei
Pubertà (segue) Scatto della crescita Nelle ragazze avviene all’incirca due anni prima che nei ragazzi. In media, negli Stati Uniti comincia all’età di 9 anni per le ragazze e all’età di 11 anni per i ragazzi. L’aumento di peso segue all’incirca gli stessi ritmi rispetto all’andamento della crescita in altezza: il 50% del peso corporeo dell’adulto è il risultato dell’aumento di peso durante l’adolescenza. Nelle ragazze si allargano i fianchi, mentre nei ragazzi sono le spalle ad allargarsi.

16 Crescita e cambiamenti corporei
Pubertà (segue) Sviluppo sessuale I tre aspetti più visibili della maturazione sessuale maschile sono l’allungamento del pene, lo sviluppo dei testicoli e la crescita di barba e baffi. I due aspetti più visibili dello sviluppo puberale femminile riguardano la crescita del seno e la comparsa dei peli pubici. Il menarca si manifesta più tardi nel ciclo puberale.

17 Crescita e cambiamenti corporei
Pubertà (segue) Immagine corporea: Gli adolescenti si preoccupano del loro corpo. Le ragazze generalmente sono meno contente che i ragazzi del loro corpo, sebbene non si deve dimenticare la variabilità individuale.

18 Crescita e cambiamenti corporei
Pubertà (segue) Sviluppo precoce e ritardato I ragazzi che si sviluppano prima hanno una percezione di sé più positiva e hanno più successo nelle relazioni con i coetanei di quanto non accada nel caso dei ragazzi che si sviluppano più tardi. Le ragazze che si sviluppano precocemente sono vulnerabili rispetto a tutta una serie di problemi socioemotivi: hanno probabilità più elevate di fumare, bere, essere depresse, avere disturbi alimentari, pretendere l’indipendenza dai genitori prima e avere amici più grandi; il loro corpo ha più probabilità di suscitare reazioni da parte dei ragazzi, causando un’anticipazione delle esperienze sentimentali e sessuali.

19 Il cervello Nei diversi cambiamenti fisici descritti è implicato in vari modi il cervello. Le strutture del cervello aiutano a regolare non solo il comportamento, ma anche il metabolismo, il rilascio di ormoni e altri aspetti della fisiologia del corpo. Mentre in passato si pensava che la struttura del cervello fosse determinata dai geni e che rimanesse essenzialmente immodificato dopo l’infanzia, si è visto che il cervello ha plasticità e il suo sviluppo dipende dal contesto. Ciò che noi facciamo cambia lo sviluppo del nostro cervello.

20 Il cervello La struttura
Il cervello ha due emisferi. Ogni emisfero della corteccia ha quattro aree principali, chiamate lobi. Sebbene i lobi generalmente lavorino insieme, ognuno ha una funzione primaria. Lobi frontali: sono implicati nei movimenti volontari, nel pensiero, nell’intenzionalità e nella presa di decisioni; Lobi occipitali: hanno funzioni nella visione; Lobi temporali: hanno un ruolo attivo nell’udito, nell’elaborazione linguistica e nella memoria; Lobi parietali: giocano un ruolo importante nel registrare la posizione spaziale, l’attenzione e il controllo motorio.

21 Il cervello I quattro lobi del cervello

22 Il cervello • La struttura (segue)
I neuroni elaborano informazioni. Alcune parti importanti dei neuroni sono i dendriti e gli assoni. I primi ricevono informazioni dagli altri neuroni, dai muscoli e dalle ghiandole; i secondi trasmettono le informazioni lontano dal corpo della cellula. Il cervello è organizzato in diversi circuiti neurali. - La specializzazione delle funzioni di un emisfero o dell’altro della corteccia cerebrale è chiamata lateralizzazione.

23 Il cervello Prima infanzia
Lo sviluppo del cervello si verifica in modo estensivo durante l’infanzia e oltre. Dal momento che il cervello è ancora in fase di sviluppo durante l’infanzia, la testa dell’infante andrebbe protetta da cadute e incidenti, al fine di evitare la sindrome del bambino scosso.

24 Il cervello Prime esperienze e cervello
I bambini che crescono in un ambiente deprivato possono avere anche delle conseguenze sull’attività del cervello, Sebbene ci siano buone ragioni per ritenere che gli eventuali danni non siano irreversibili. Il cervello dimostra plasticità. Il cervello infantile aspetta le esperienze che determinano come si realizzeranno le connessioni tra i suoi neuroni. Prima della nascita sembra che siano principalmente i geni a dirigere i pattern di connessione tra le cellule nervose, dopo la nascita, gli stimoli esterni aiutano le connessioni neurali del cervello a prendere forma.

25 Il cervello Seconda infanzia
Il cervello nella seconda infanzia non cresce rapidamente come nella prima infanzia. Ciononostante i cambiamenti anatomici nel cervello dei bambini tra i 3 e i 15 anni sono impressionanti. Il collegamento tra i cambiamenti del cervello dei bambini e il loro sviluppo cognitivo implica l’attivazione di aree del cervello, mentre in alcune aree aumentano le attivazioni in altre diminuiscono. La potatura indica che le connessioni che vengono usate sopravvivono e sono rinforzate, mentre quelle non usate sono sostituite da altre o eliminate.

26 Il cervello Adolescenza
Alla fine dell’adolescenza gli individui avranno minori connessioni neurali, ma più selettive e efficaci di quante non ne avessero da bambini. Sebbene gli adolescenti siano capaci di emozioni molto forti, la loro corteccia prefrontale non è sviluppata al punto da permettere loro di controllare queste emozioni. È come se il cervello dell’adolescente non avesse i freni per far andare piano le sue emozioni.

27 Il sonno Grazie al sonno si dà ristoro al corpo, ma anche al cervello
Secondo alcuni neuroscienziati, mentre si dorme, i neuroni si ristrutturano e si ricostruiscono. Durante le prime settimane di vita i neonati passano circa il 70% del tempo (16-17 ore al giorno) dormendo. Dal terzo mese il sonno occupa la notte e di giorno il bambino è sveglio e attivo. La progressione verso l’alternanza sonno-veglia è una caratteristica universale, mentre il ritmo con cui si verifica è influenzato dal comportamento dei genitori e da aspetti connessi con la cultura di appartenenza.

28 Il sonno Sonno REM (rapid eye movement)
Condizione in cui l’attività del cervello è simile a quando noi siamo rilassati ma svegli e gli occhi hanno rapidi movimenti. Nell’adulto il sonno REM costituisce il 21% del totale, nel neonato raggiunge il 50% del tempo totale di sonno. A 6 mesi il sonno REM si riduce al 25, 30%. Secondo l’ipotesi teorica dell’autostimolazione il sonno REM nell’infanzia permetterebbe la rielaborazione delle stimolazioni ottenute durante la veglia e quindi contribuirebbe allo sviluppo del sistema nervoso centrale.

29 Il sonno Sindrome della morte improvvisa (SIDS)
Una condizione drammatica che può avvenire durante il sonno del neonato, che inspiegabilmente cessa improvvisamente di respirare e muore. La sua origine resta sconosciuta, anche se tra i fattori di rischio si devono includere: il basso peso alla nascita, la familiarità, l’esposizione al fumo di sigaretta, lo status socioeconomico basso, l’etnia, dormire in letti troppo soffici. È meno probabile in bambini che usano un ciuccio per dormire e che dormono in stanze in cui sia presente un ventilatore.

30 Sviluppo motorio Teoria dei sistemi dinamici
Il punto di vista maturazionista di Arnold Gesell (1934) propone che le pietre miliari dello sviluppo motorio, come gattonare, afferrare e camminare, si sviluppano attraverso un piano genetico, cioè per maturazione. La teoria dei sistemi dinamici asserisce che lo sviluppo motorio non è un processo passivo. I neonati accostano le capacità motorie al fine di percepire e agire; per poter sviluppare le capacità motorie, i bambini devono percepire qualcosa nel loro ambiente che li motivi ad agire e ad usare le loro percezioni per affinare i propri movimenti.

31 Sviluppo motorio Riflessi
Reazioni istintive a degli stimoli; controllano i movimenti del neonato, che sono automatici e al fuori del controllo del neonato stesso. I riflessi sono meccanismi di sopravvivenza geneticamente tramandati, che permettono ai bambini di rispondere al loro ambiente attraverso l’adattamento prima ancora di cominciare ad apprendere.

32 Sviluppo motorio Riflessi (segue) Riflesso di rooting
Avviene quando si accarezza la guancia di un bambino o un lato della bocca e il neonato, in risposta alla stimolazione, si gira dalla parte in cui è stato toccato con lo sforzo di trovare qualcosa da succhiare. Riflesso di suzione Avviene quando il neonato comincia a succhiare automaticamente un oggetto che gli è stato messo in bocca. Questo riflesso permette di trarre nutrimento prima ancora di aver associato un capezzolo al cibo.

33 Sviluppo motorio Riflessi (segue) Riflesso di Moro
Avviene in risposta ad un suono o ad un movimento improvviso e intenso. Quando è spaventato, il neonato arcua la schiena, getta all’indietro la testa, e tende braccia e gambe verso l’esterno. Dopodichè il neonato ritrae velocemente gli arti. Riflesso di prensione (grasping) Avviene quando qualcosa viene a contatto con il palmo delle mani del neonato.

34 Sviluppo motorio Riflessi (segue)
Alcuni riflessi, come tossire, strizzare gli occhi e sbadigliare, persistono per tutta la vita. Altri riflessi, invece, spariscono dopo alcuni mesi dalla nascita con la maturazione del cervello del bambino e con lo sviluppo del controllo volontario di molti comportamenti.

35 Sviluppo motorio Abilità grosso-motorie
Capacità che comportano ampie attività muscolari, come muovere un braccio o camminare.

36 Sviluppo motorio Abilità grosso-motorie (segue) Postura:
Un processo dinamico legato alle informazioni sensoriali provenienti: dai segnali propriocettivi della pelle, delle articolazioni e dei muscoli, che ci dicono dove siamo rispetto allo spazio; dagli organi vestibolari dell’orecchio interno che regolano il senso dell’equilibrio; dalla vista e dall’udito.

37 Sviluppo motorio Abilità grosso-motorie (segue) Imparare a camminare:
Per camminare dritto il bambino deve poter sostenersi su una sola gamba, mentre l’altra viene spinta in avanti e deve anche spostare il peso da una gamba all’altra.

38 Sviluppo motorio Abilità grosso-motorie (segue)
Lo sviluppo nel secondo anno Aumentano le abilità motorie e l’esercizio fisico. Entro i 13/18 mesi, i bambini riescono a tirare un giocattolo attaccato ad un filo e ad usare le loro mani e gambe per salire dei gradini. Entro i 18/24 mesi riescono a camminare velocemente o correre goffamente lungo piccole distanze, rimanere in equilibrio sui loro piedi da una posizione rannicchiata mentre giocano con degli oggetti sul pavimento, camminare all’indietro senza perdere l’equilibrio, calciare un pallone stando in piedi senza cadere. Ci sono variazioni culturali nella guida allo sviluppo motorio dei bambini.

39 Sviluppo motorio Abilità grosso-motorie (segue) Infanzia
A 3 anni i bambini compiono semplici movimenti come saltare, saltare su una gamba, correre avanti e indietro. A 4 anni i bambini diventano più avventurosi. Si arrampicano su piccoli percorsi ad ostacoli, riescono a salire le scale con un piede solo per gradino già da tempo e iniziano a mettere in atto la stessa tecnica nello scendere le scale.

40 Sviluppo motorio Abilità grosso-motorie (segue) Infanzia
A 5 anni corrono veloci e piace loro gareggiare con altri bambini e con i loro genitori. Durante l’età scolare lo sviluppo motorio dei bambini diventa molto più omogeneo e coordinato rispetto alla prima infanzia.

41 Sviluppo motorio Tappe dello sviluppo delle abilità grosso-motorie

42 Sviluppo sensoriale e percettivo
Cosa sono sensazione e percezione? Sensazione Il prodotto dell’interazione tra le informazioni provenienti dall’ambiente e i recettori sensoriali, occhi, orecchie, lingua, narici e pelle. Percezione L’interpretazione di ciò che viene sentito.

43 Sviluppo sensoriale e percettivo
La teoria ecologica Percepiamo direttamente le informazioni che esistono nel mondo intorno a noi. La percezione ci mette in contatto con l’ambiente circostante in modo che possiamo interagire ed adattarci ad esso. La percezione è concepita per l’azione. Secondo la teoria di Gibson tutti gli oggetti hanno delle affordances (disponibilità): le possibilità di interazione fornite dagli oggetti necessarie per compiere azioni.

44 Sviluppo sensoriale e percettivo
Studio delle percezioni del neonato Tecnica della preferenza visiva: metodo sviluppato da Fantz (1963) per studiare se i bambini possono distinguere uno stimolo da un altro, a partire dalla misurazione dei tempi di osservazione dei diversi stimoli. Abituazione: Risposta diminuita ad uno stimolo dopo ripetute presentazioni dello stesso. Disabituazione: Recupero della risposta a cui si era stati abituati dopo un cambio di stimolazione.

45 Sviluppo sensoriale e percettivo
Vista Prima infanzia: Acuità della vista e vista del colore La vista dei neonati sembra esser pari a 20/600 della scala Snellan utilizzata per gli esami della vista. Entro i 6 mesi è pari a 20/100 o anche superiore ed entro il 1° anno d’età è simile a quella di un adulto. Alla nascita i bambini distinguono il verde dal rosso. Tutti i recettori dell’occhio sensibili al colore (coni) funzionano a partire dai due mesi di vita. La visione binoculare si sviluppa a circa 3-4 mesi.

46 Sviluppo sensoriale e percettivo
Percezione di volti Subito dopo la nascita i neonati mostrano grande interesse per i volti umani. Gli infanti passano molto tempo a guardare il volto della madre piuttosto che quello di un’estranea. Dai 3 mesi accoppiano le voci ai volti. Con lo sviluppo cambiano il modo di trarre informazioni dal mondo visivo.

47 Sviluppo sensoriale e percettivo
Acuità della vista durante i primi mesi di vita 1 mese mesi mesi anno

48 Sviluppo sensoriale e percettivo
Vista (segue) Prima infanzia: Percezione di motivi I neonati destinano tempi di osservazione diversi a oggetti diversi, preferendo immagini disposte secondo dei motivi (ad esempio il volto umano) piuttosto che immagini disposte casualmente. Si può dire che, per quanto le modalità percettive infantili abbiano una base innata, il bambino di due mesi percepisce meglio perché riceve più informazioni sul mondo rispetto al bambino di un mese.

49 Sviluppo sensoriale e percettivo
Vista (segue) Vista del colore La vista del colore migliora con l’età: alla nascita i bambini distinguono il verde dal rosso. Tutti i recettori dell’occhio sensibili al colore (coni) funzionano a partire dai 2 mesi di vita. La visione binoculare si sviluppa a circa 3 o 4 mesi.

50 Sviluppo sensoriale e percettivo
Vista (segue) Prima infanzia: Costanze percettive Gli stimoli sensoriali mutano ma la percezione del mondo fisico rimane costante. Costanza della dimensione: il riconoscimento che un oggetto rimane uguale anche quando la sua immagine sulla retina cambia. Costanza della forma: il riconoscimento che un oggetto non modifica la sua forma anche se la sua angolazione rispetto a noi cambia.

51 Sviluppo sensoriale e percettivo
Vista (segue) Percezione degli oggetti nascosti L’infante, prima dei 2 mesi, non percepisce oggetti nascosti come completi, bensì percepisce solo ciò che è visibile. Apprendimento, esperienza, esplorazione diretta dai movimenti oculari, sono fattori che giocano un ruolo chiave nello sviluppo della percezione degli oggetti interi. La capacità di predire la traccia intera di oggetti nascosti e in movimento si sviluppa a circa 3-5 mesi.

52 Sviluppo sensoriale e percettivo
Vista (segue) Percezione della profondità Gibson e Walk (1960) usarono l’apparato del precipizio visivo (visual cliff) per verificare se i bambini piccoli percepiscono la profondità. Aspettative visive Entro i tre mesi di vita i bambini non solo vedono forme e figure ma sviluppano anche aspettative su eventi futuri.

53 Sviluppo sensoriale e percettivo
Vista Seconda infanzia 3-4 anni: I bambini diventano sempre più esperti nella distinzione tra i colori anche se molto simili. 4-5 anni: La maggior parte dei muscoli dell’occhio del bambino è abbastanza sviluppata da permettergli di muovere i suoi occhi efficientemente attraverso una serie di lettere. Molti bambini in età pre-scolare sono ipermetropi, cioè non riescono a vedere bene da vicino come vedono da lontano. Molti bambini hanno problemi di vista e 1 su soffre di cecità educativa.

54 Sviluppo sensoriale e percettivo
Udito Il feto, la prima infanzia e il bambino Durante gli ultimi 2 mesi di gravidanza, il feto può sentire i suoni; i neonati sono sensibili ai suoni della voce umana e preferiscono la voce della mamma. I cambiamenti che avvengono durante l’infanzia nelle capacità uditive riguardano altezza, tono e localizzazione di un suono. I bambini piccoli rispetto agli adulti sono meno sensibili ai suoni a toni bassi e sentono più facilmente suoni a toni alti.

55 Sviluppo sensoriale e percettivo
Udito Adolescenza Sebbene l’udito nella maggior parte degli adolescenti sia eccellente, tuttavia, in questo periodo l’ascolto della musica ad alto volume potrebbe creare dei problemi. Infatti chiunque senta dei forti suoni, per lunghi periodi di tempo, corre il rischio di sviluppare problemi all’udito.

56 Sviluppo sensoriale e percettivo
Altri sensi Tatto e dolore Tatto I neonati rispondono agli stimoli tattili. Dolore La ricerca ha ormai dimostrato che i neonati provano dolore.

57 Sviluppo sensoriale e percettivo
Altri sensi (segue) Olfatto I neonati distinguono odori diversi. Gusto La sensibilità al gusto può presentarsi anche prima della nascita.

58 Sviluppo sensoriale e percettivo
Percezione intermodale L’abilità di integrare le informazioni provenienti da due o più modalità sensoriali, come ad esempio vista e udito. Forme rudimentali ed esplorative di percezione intermodale sono presenti nei neonati – innate -, ma si affinano con l’esperienza durante il primo anno di vita.

59 Sviluppo sensoriale e percettivo
Natura e cultura nello sviluppo percettivo Nel campo dello sviluppo percettivo i sostenitori della natura si definiscono innatisti e coloro che enfatizzano apprendimento e esperienza sono chiamati empiristi. Tra i rappresentanti dei primi ci sono Gibson secondo cui la percezione è diretta fin dai primi momenti dopo la nascita e si sviluppa nell’infanzia. Piaget, tra gli empiristi, sostiene che molto dello sviluppo percettivo nell’infanzia deve attendere lo sviluppo di una sequenza di stadi cognitivi per permettere all’infante di costruire più complessi compiti percettivi.

60 Coppia percettivo-motoria
Lo sviluppo percettivo e motorio non avvengono isolatamente ma insieme, perciò la percezione e l’azione sono da considerarsi in coppia. I bambini coordinano i loro movimenti con le informazioni percettive per imparare come stare in equilibrio, come raggiungere gli oggetti nello spazio e muoversi attraverso diverse superfici. L’azione informa la percezione: ad esempio, muoversi nell’ambiente fornisce insegnamenti ai bambini su come oggetti e persone appaiano diversi se guardati da punti di vista differenti, o se una superficie sosterrà il loro peso o meno. Gli individui percepiscono al fine di muoversi e si muovono al fine di avere percezioni.


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