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Il mercato nel pensiero economico Lezione 13 Sraffa

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Presentazione sul tema: "Il mercato nel pensiero economico Lezione 13 Sraffa"— Transcript della presentazione:

1 Il mercato nel pensiero economico Lezione 13 Sraffa
Paolo Paesani (DEF Tor Vergata) - Carlo Cristiano (LUISS)

2 Il contesto Il contesto storico Il contesto culturale
L’Europa tra le due guerre mondiali e il Dopoguerra L’Italia Fascista e Post-fascista (PCI) L’Inghilterra Edoardiana Il contesto culturale Critica del marginalismo Riscoperta dell’economia classica Legami con Keynes e con Hayek

3 Profilo biografico (1898 – 1983)
Le radici familiari e la formazione intellettuale e politica: Umberto Cosmo e la scoperta del socialismo, Luigi Einaudi, «L’inflazione monetaria in Italia durante e dopo la guerra» (1920), l’amicizia con Gramsci Primi contatti inglesi ( ): Keynes e gli articoli «bancari» e prime esperienze di lavoro in Italia ( ), conoscenza con Raffaele Mattioli, Carlo Rosselli e Piero Gobetti, l’avvento del fascismo, avvio della carriera accademica Problemi con Mussolini e il trasferimento a Cambridge (anche grazie alla reputazione acquisita con gli articoli del 1925 e del 1926 dove critica Marshall e il suo metodo degli equilibri parziali) Cambridge (insegnamento, ricerca, curatore dell’edizione completa delle opere di Ricardo, Cambridge Circus) e l’Italia (le scuole sraffiane in Italia).

4 Critica alla teoria del valore di Marshall (1)
Sraffa critica la teoria del valore di Marshall basata sulle «due lame della forbice» e sul concetto di equilibrio parziale. Critica in particolare l’idea che esista una curva d’offerta di lungo periodo che definisce una relazione uno a uno tra prezzo e quantità e mostra come questa solo in pochi casi la teoria del valore di Marshall sia compatibile con i rendimenti crescenti e decrescenti. Da un lato, Sraffa collega i rendimenti decrescenti all’esistenza di un fattore della produzione fisso e alle variazioni delle proporzioni con cui i fattori di produzione sono utilizzati in un dato settore. Rendimenti decrescenti = costi medi e marginali crescenti all’aumentare della quantità prodotta. D'altra parte, Sraffa osserva che i rendimenti crescenti sono causati da economie esterne o economie di scala. Rendimenti crescenti = costi medi e marginali decrescenti all’aumentare della quantità prodotta.

5 Critica alla teoria del valore di Marshall (2)
1925 ‘Sulle relazioni fra costo e quantità prodotta’, Annali di economia, 2 , pp ; L’intervento di F. Y. Edgeworth e J. M. Keynes; 1926 ‘The laws of returns under competitive conditions’, Economic Journal, 36, December, pp , Tempi di pubblicazione e stile della scrittura: un enigma; Le soluzioni di Sraffa: Rendimenti costanti (e implicito ritorno alla teoria classica); Rendimenti crescenti più concorrenza monopolistica.

6 Critica alla teoria del valore di Marshall (3)

7 Critica alla teoria del valore di Marshall (4)
Rendimenti decrescenti (fattore fisso). All’aumentare della produzione di un bene, aumenta il prezzo del fattore fisso. Questo fa aumentare i costi di produzione e i prezzi di tutti i beni che utilizzano quel fattore fisso come input portando a una violazione della clausola del ceteris paribus (base del metodo degli equilibri parziali). Solo se il fattore fisso è utilizzato esclusivamente nella produzione del bene in questione ciò non accade. Rendimenti crescenti. Le economie esterne all’impresa ma interne all’industria sono un caso molto speciale. Nel caso delle economie di scala, un aumento delle dimensioni delle imprese crea una contraddizione con le condizioni della concorrenza (come in Cournot). L'ipotesi della LFH è stata ignorata.

8 Critica alla teoria del valore di Marshall (5)
Con queste conclusioni, e volendo rimanere all’interno della concezione moderna non sembrano restare aperte che tre strade teoriche: 1) l’impostazione marshalliana di equilibrio economico parziale, ma drasticamente ridotta all’ipotesi di rendimenti e costi costanti; 2) l’impostazione walras-paretiana di equilibrio economico generale; 3) abbandonare del tutto l’ipotesi di concorrenza perfetta. Tuttavia l’ana­li­si di Sraffa è distruttiva anche di queste tre possibili vie d’uscita.» [Ingrao e Ranchetti 1996, p. 540]. Necessità di «Rifondare» la basi della teoria economica

9 Edizione critica delle opere di Ricardo (1)
Nel 1925, la Royal Economic Society decide di pubblicare una nuova edizione completa delle opere di Ricardo e ne affida la curatela a T.E. Gregory che cinque anni dopo abbandona; Sraffa se ne occuperà dal 1930 al 1955 anche se l’indice sarà pubblicato nel 1973; Secondo Kaldor (1983, p. 340) «Un monumento esemplare di erudizione. Certamente nessun autore inglese, in campo scientifico o letterario, aveva ricevuto un riconoscimento paragonabile, più di 125 anni dopo la morte»; Abilità investigative, attenzione maniacale alla ricostruzione delle cause e degli effetti, all’identificazione dei «personaggi» menzionati nelle lettere, alle circostanze e ovviamente profonda cultura economica e non solo;

10 Edizione critica delle opere di Ricardo (2)
Standard assoluto come edizione critica delle opere di un economista Estremo scrupolo filologico; Accuratezza nella ricostruzione delle fonti e dei «personaggi»; Neutralità del curatore che non appare in prima persona se non molto raramente, preferendo lasciar parlare l’autore. Interpretazioni analitica Riportare Ricardo tra i classici, allontanandolo dai marginalisti; Centralità della teoria del valore (lavoro) e della distribuzione; Il problema della determinazione del saggio di profitto come tema chiave e problema analitico centrale nell’opera di Ricardo.

11 Produzione di merci a mezzo di merci (1960)
La visione classica dell’economia presenta alcuni problemi (a cominciare dalla teoria del valore lavoro contenuto che non funziona se i beni si producono con quantità relative diverse di lavoro e capitale) Problema 1: in un’economia concorrenziale in cui si producono N merci non è possibile determinare un sistema di prezzi che garantiscano contemporaneamente Che le merci si scambino secondo il lavoro incorporato; Che il saggio di profitto sia lo stesso in tutte le industrie; Problema 2: circolarità del ragionamento, spiegare i prezzi rimandando ad altri prezzi. Questi problemi non si pongono in un’economia in cui si produce 1 solo bene che è al tempo stesso input e output (grano). In questo caso infatti tutte le grandezze: output, input, surplus, salari consumi etc. sono misurati in termini di grano. I problemi sorgono quando i beni sono N e ognuno è prodotto con quantità variabili di lavoro e capitale;

12 Produzione di merci a mezzo di merci (1960)
Il problema del capitale. Se il capitale è costituito da beni eterogenei il cui prezzo dipende dal costo di produzione che dipende, a sua volta, del tasso d’interesse, diventa impossibile determinare quest’ultimo sulla base di uno schema marginalista di domanda e offerta (problema del ragionamento circolare). Non è possibile determinare l’offerta di capitale indipendentemente dal tasso d’interesse ma – soprattutto – non è possibile determinare una domanda di capitale funzione inversa del tasso d’interesse né stabilire univocamente che all’aumentare (diminuire) del tasso d’interesse le imprese trovino conveniente adottare processi produttivi a minore (maggiore) intensità di capitale (problema del ritorno delle tecniche) Coefficienti fissi di produzione e rendimenti di scala costanti

13 Produzione di merci a mezzo di merci (1960)
La soluzione di Sraffa: Parte 1: trovare un modo per trasformare univocamente un sistema economico normale in un sistema a 1 solo bene in cui input e output siano direttamente confrontabili e il loro valore sia invariante rispetto al livello dei salari e profitti e rispetto alla tecnologia (merce tipo); Parte 2: determinare l’unico insieme di prezzi dei beni e il salario che garantiscono lo stesso saggio di profitto in tutte le industrie; Questo sistema si può determinare per un livello dato del saggio di profitto (o altra esogena); Parte 3: la teoria del valore lavoro come caso limite: Negazione della teoria che salari e profitto si determinano nei mercati corrispondenti del lavoro e dei beni capitale, fine della simmetria fra lavoro e capitale e ripresa dei conflitti distributivi.

14 Produzione di merci a mezzo di merci (1960)

15 L’eredità di Sraffa secondo A. Roncaglia
Il lavoro di Sraffa appare come la somma di tre elementi: la ricostruzione dell’approccio classico con la sua edizione delle opere di Ricardo; la critica della teoria marginalista, sia nella versione marshalliana (con gli articoli del 1925, 1926, 1930), sia nella versione macroeconomica di von Hayek (con l’articolo del 1932), sia per la teoria del capitale come fattore di produzione (con Produzione di merci a mezzo di merci); lo sviluppo di un’analisi del valore e della distribuzione analiticamente coerente e radicata nella concezione classica del funzionamento del sistema economico. Con le sue ricerche, dunque, Sraffa ha fornito tutti i tasselli fondamentali al perseguimento dell’obiettivo di un abbandono della tradizione marginalista a favore di un ritorno alla tradizione classica Fonte:

16 L’eredità di Sraffa secondo A. Roncaglia
Ha riproposto la concezione classica liberandola dei fraintendimenti delle letture marginaliste; ha risolto in modo logicamente coerente il problema dei rapporti di scambio per il quale gli economisti classici avevano fornito una soluzione insufficiente che era stata fra le cause dell’abbandono dell’impostazione classica e dell’affermarsi dell’approccio marginalista; ha mostrato che a quel problema l’approccio marginalista offriva una soluzione solo apparentemente più ‘scientifica’, ma in realtà viziata alle fondamenta per quanto riguarda la teoria del capitale. La ‘rivoluzione culturale’ proposta da Sraffa costituisce quindi l’indicazione di un sentiero di ricerca forse (almeno finora) non così ricco di risultati come si sarebbe potuto sperare, ma sicuramente meritevole di essere approfondito. Fonte:

17 Le scuole sraffiane in Italia (senza dimenticare Marshall)
Con la ripresa dell’economia classica da parte di Sraffa, nascono in Italia nuovi percorsi di ricerca e nuove scuole rilevanti sul piano nazionale e internazionale (v. Roncaglia 1999, Sraffa, Laterza) P. Garegnani (Marx) L. Pasinetti (Ricardo) P. Sylos Labini (Smith) Ma anche Marshall non è stato dimenticato … G. Becattini, T. Raffaelli, M. Dardi (la scuola di Firenze)


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