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PubblicatoValeria Gasparini Modificato 5 anni fa
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Saperi e competenze professionali nell’ottica della riforma: uno sguardo internazionale sul sistema formativo italiano Incontro organizzato dall’Unione degli industriali della provincia di Pordenone, Pordenone, 25 ottobre 2002 Norberto Bottani Direttore del servizio di ricerca sull’istruzione (SRED) Dipartimento della Pubblica Istruzione Cantone di Ginevra 02/07/2019 Pordenone
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Punti fermi: l’artificio scolastico e la bolla di sapone
Una proporzione importante di giovani non sopporta una scolarizzazione prolungata Una proporzione variabile di giovani termina la scuola dell’obbligo senza una padronanza sufficiente degli strumenti conoscitivi Una proporzione variabile di giovani perde qualsiasi motivazione allo studio scolastico: non impara più a scuola perché stare a scuola non ha senso La sfida di « non uno di meno »: non perdere nessuno per strada La sfida dell’istruzione di massa: tutte le strade portano a Roma 02/07/2019 Pordenone
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Alcune prove: dati su cui riflettere
Nel 2000, il 40 % dei quindicenni di 32 paesi, dopo otto o nove anni di scuola, non sa leggere in maniera scorrevole un testo e reperire in una pagina scritta un’informazione esplicita (indagine PISA-OCSE) Un quarto degli studenti quindicenni nel 2000 non ha più nessuna voglia d’andare a scuola e non desidera altro che smettere di frequentarla. Questa proporzioneè del 38 per cento in Italia ( indagine PISA-OCSE) 02/07/2019 Pordenone
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Intoppi italiani La rigidità dell’istruzione secondaria superiore
La separazione istituzionale tra formazione professionale di competenza regionale e istruzione tecnica e professionale di competenza statale La mistificazione dei due canali: quello professionale e quello di cultura generale Il mito del sistema integrato: quando la maturità professionale potrà essere conseguita in un istituto tecnico/professionale, oppure combinata con l’apprendistato, oppure nella formazione professionale? Un paesaggio desolante: Mancano scuole universitarie professionali : il palliativo dell’ IFTS Mancano istituti tecnici superiori non universitari 02/07/2019 Pordenone
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Diagnosi Obnubilazione accademica-universitaria
Obsolescenza dell’assetto di base Precarietà delle soluzioni ( il Fondo sociale europeo) Sprechi, conflitti istituzionali, disordine legislativo Costi elevati e uso improprio delle risorse Assenza di indirizzi strategici chiari Mancanza di un sistema nazionale di qualifiche Scarsa varietà dei percorsi formativi 02/07/2019 Pordenone
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Cifre italiane che contano: il livello d’istruzione degli adulti
Il livello della popolazione adulta (25 –64 anni) è tra i più bassi dell’Unione Europea Un quarto della popolazione adulta italiana ha abbandonato la scuola con la sola licenza elementare (questo è successo tra quelli che sono andati a scuola nell’immediato dopoguerra, tra il 1945 e il 1985 circa) Appena il 42 per cento della popolazione adulta ha conseguito un diploma d’istruzione secondaria superiore (la media europea è del 59 per cento) Il 45 per cento della popolazione adulta nella fascia giovane d’età (25-34 anni) ha lasciato la scuola senza un diploma di istruzione secondaria superiore (i nati tra il 1967 e il 1978) 02/07/2019 Pordenone
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Cifre a confronto che contano
Popolazione adulta nella fascia giovane d’étà (25-34 anni) che ha lasciato la scuola senza un diploma d’istruzione secondaria superiore: Regno Unito 34% Francia 24% Germania 15% L’Italia è all’ultimo posto in Europa per la percentuale di chi ha conseguito un titolo universitario: solo il 9 per cento della popolazione adulta (25-64 anni) è laureato 02/07/2019 Pordenone
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Cifre italiane che contano: abbandoni e indirizzi di studio
Nel 1999, il 30 per cento della popolazione di anni ha abbandonato la scuola, la più alta percentuale tra i paesi dell’UE Tra il 1980 ed il 2000 la percentuale di studenti iscritti al primo anno delle scuole secondarie superiori è diminuita del 7 per cento negli istituti tecnici ed è rimasta stazionaria negli istituti professionali 02/07/2019 Pordenone
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Il calo dell’istruzione tecnica in Italia
1980 2000 Istituti professionali 24,2 25,2 Istituti tecnici 41,6 35,7 Licei 20,6 27,9 Istr.artistica (licei art. e istit.d’arte) 2,6 4.1 Istit. e scuole magistrali 11 7,1 Totale 100 02/07/2019 Pordenone
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Ostracismo scolastico nei confronti delle aziende in Italia
02/07/2019 Pordenone
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Cifre italiane che contano: diplomi e qualifiche
Un quarto dei giovani lascia la scuola senza un titolo secondario superiore, una percentuale ben superiore alla media europea ( 20 per cento). Solo Spagna e Grecia fanno peggio (dati del 1999) A Ginevra, nello stesso anno, 9 studenti su 10 hanno terminato la scuola secondaria superiore con un titolo. Il sistema scolastico riesce ad agganciare gli studenti Nel 1999, l’Italia era il paese dell’UE che aveva la percentuale più elevata della popolazione tra i 20 e i 24 anni assente sia dall’istruzione che dal mercato del lavoro: quasi il 30 per cento rispetto al 16 per cento della media dell’UE. Una più breve permanenza nel sistema scolastico non coincide con un inserimento efficace ed immediato nel mondo del lavoro 02/07/2019 Pordenone
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Dieci tesi a mo’ di conclusione
Il settore dell’istruzione e formazione secondaria superiore in Italia è obsoleto e rudimentale La rigida distinzione tra curricoli generali e professionalizzanti va superata Il conflitto fra responsabilità dello stato e delle regioni non ha ragione d’essere La tendenza dominante va nel senso della creazione di una varietà di forme flessibili di formazione ( nel 1999 a Ginevra per i 350 diplomati degli istituti professionali ad indirizzo sociale-sanitario si sono riscontrati 61 percorsi di formazione diversi) 02/07/2019 Pordenone
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Dieci tesi a mo’ di conclusione
La creazione di formazioni in alternanza tra scuola e lavoro è urgente Questi tipi di formazione funzionano sia sul piano dell’integrazione professionale, sia su quello della soddifazione degli studenti ed infine dal punto di vista del perfezionamento professionale ulteriore Le formazioni in alternanza non precludono il conseguimento di una maturità professionale e quindi studi superiori o di specializzazione E’ indispensabile colmare la grave lacuna della mancanza di scuole universitarie professionali e di istituti professionali avanzati ( scuole tecniche o professionali specializzate) per qualificare l’insieme degli indirizzi di studio professionalizzanti 02/07/2019 Pordenone
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Dieci tesi a mo’ di conclusione
La realizzazione di una riforma del settore secondario superiore non è fattibile senza la cooperazione fra tutti i partners sociali, ossia le aziende, le associazioni professionali padronali , i sindacati, i docenti e le autorità scolastiche. Né la scuola, né le aziende possono pretendere di dettare ed imporre le loro soluzioni Proprio perché gli interessi dei vari attori possono essere molto divergenti è indispensabile approntare strumenti di valutazione, di sorveglianza e di verifica efficaci. E' utile sapere che questi strumenti non abbondano, anche nei paesi come la Svizzera, la Germania o la Danimarca dove vige una forte tradizione nel campo dell’istruzione e formazione professionale: il settore scolastico e quello aziendale non cooperano volentieri; i docenti dei corsi professionalizzanti fanno fatica ad inventare e costruire una pedagogia propria e a non avere come punto di mira la formazione liceale 02/07/2019 Pordenone
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