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Il poema di Roma PAG
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Chi era Virgilio? Virgilio (Mantova, 70 a.C – Brindisi, 19 a.C) può tranquillamente vantare il titolo di massimo poeta di Roma. Autore di tre delle più famose opere della letteratura Latina: le “Bucoliche“ le "Georgiche" “l’Eneide" Dante Alighieri, lo rende guida dell’Inferno e del Purgatorio nella sua Divina Commedia.
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L’età augustea Nel 44 a.C Cesare era stato ucciso da Bruto e Cassio, che intendevano restaurare la Repubblica: il loro intento si rivelò irrealizzabile. Caio Giulio Cesare Ottaviano, nipote del dittatore Cesare, sconfisse e uccise i due traditori nella Battaglia dei Filippi nel 42 a.C. Sconfitti i cesaricidi, Ottaviano (pax romana) dichiara guerra a Marco Antonio, che gli contendeva il potere ma che si trovava in Egitto con Cleopatra. Ottaviano ottiene il potere assoluto nel 31 a.C a seguito della battaglia di Azio.
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Formalmente princeps, ottiene consensi con la sua politica di promozione della cultura molto intensa, grazie all’aiuto di Mecenate e del suo circolo di artisti, tra cui emerge Virgilio. Nel 27 a.C assume il titolo di Augusto Regnò indisturbato fino alla morte nel 14 a.C
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Le Bucoliche La vita di Virgilio venne segnata da vari eventi del suo tempo: A seguito della battaglia dei Filippi (42 a.C), i suoi possedimenti mantovani vennero confiscati per distribuirli ai veterani di guerra. Il dramma della confisca delle sue proprietà viene affrontato nelle Bucoliche (42-39 a.C) una raccolta di 10 componimenti sulla vita pastorale. Virgilio profetizza il ritorno delle sue terre grazie ad un’età dell’oro e all’intervento di un misterioso Puer in tempi moderni l’avvento del Puer si identifica con la nascita di Gesù Cristo.
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Le Georgiche Il circolo di Mecenate: grazie alle Bucoliche, Virgilio entra nelle grazie del protettore di poeti ed artisti Mecenate, consigliere di Ottaviano Augusto e promotore della politica culturale a Roma. Stimolato dall’ambiente del protettore, Virgilio lavora alle Georgiche ( a.C) un poema didascalico sulla vita degli agricoltori. Celebre il IV libro in cui narra la storia dell’apicoltore Aristeo, del poeta Orfeo e della ninfa Euridice
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L’Eneide È un poema epico suddiviso in 12 libri
A causa della morte improvvisa di Virgilio, a seguito di un viaggio in Grecia, l’opera rimase incompiuta ma venne comunque pubblicata dagli amici Vario e Tucca per volere di Ottaviano Augusto. Enea, da cui prende il titolo l’opera, è l’eroe troiano già apparso nell’Iliade: egli è figlio del troiano Anchise e della dea Venere/Afrodite, scampato alla distruzione di Troia insieme al figlio Ascanio, al padre e ad un gruppo di superstiti. Viaggia per sette anni nel Mediterraneo, ostacolato da Giunone/Era per poi sbarcare sulle coste del Lazio, dove combatte Vs i Latini per compiere la missione fatale: fondare una nuova città che sarà poi Roma e unire i Latini e i Troiani per dar vita al popolo romano.
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Perché l’Eneide è stata scritta
Perché l’Eneide è stata scritta? Motivo encomiastico: il principato di Augusto + Il mito dell’origine troiana del popolo romano
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Modelli di riferimento
Il viaggio di Enea e dei profughi da Cartagine al Lazio L’odio di una divinità (Giunone) Il lungo flashback Rievocazione di peripezie La guerra nel Lazio tra Troiani e Latini Nucleo Iliadico Gli ultimi 6 libri Nucleo Odissiaco I primi 6 libri
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Virgilio recupera molti episodi e caratteristiche di entrambi i poemi Omerici
Gli interventi divini La descrizione delle armature L’aristìa dei guerrieri (le gesta) Il dialogo con i morti e la discesa agli inferi (catabasi) + Elementi NUOVI della cultura romana ed augustea
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Enea: eroe della pietas
Eroe rispettoso e moderato – l’eroe della virtù Viaggia per raggiungere una nuova terra obbedendo al volere divino Forte senso del dovere Pronto a combattere per difendere i propri valori Si sacrifica in nome del bene comune non senza turbamenti Incarna in cittadino ideale secondo il mos maiorum Accetta il compito difficile per volere del fato
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Le tappe del viaggio del fato
Il racconto inizia con Enea e i suoi compagni troiani che naufragano a Cartagine a seguito di una tempesta scatenata da Giunone. Qui incontrano la regina Didone, la quale chiede ad Enea di raccontargli le peripezie vissute dopo la caduta di Troia inizio del flashback - Libri II-III Isola di Delo Isola di Creta – terribile pestilenza Le Arpie I Ciclopi La Sicilia – la morte di Anchise Cartagine - Didone (Libro IV) La Sicilia – i giochi funebri in onore di Anchise (Libro V- VI) Cuma – la Sibilla e la catabasi di Enea La foce del fiume Tevere – l’arrivo nel Lazio (Libri VII-VIII) Nucleo Odissiaco
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L’arrivo nel Lazio: la guerra tra Latini VS Troiani
Enea propone un’alleanza con il re Latino che promette in sposa la figlia Lavinia Giunone interviene: la madre di Lavinia, la regine Amata, è contraria all’unione con uno straniero; il re Turno (re dei Rutuli) promesso sposo di Lavinia si oppone Scoppia la guerra fra Troiani e Latini Enea va a chiedere un’alleanza con Evandro, re degli Arcadi. Mentre è via, gli uomini di Turno attaccano l’accampamento troiano – il valore di Eurialo e Niso per andare ad avvisare Enea. Nucleo Iliadico
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Enea torna con gli alleati: scoppia un violento scontro nel quale il giovane Pallante, figlio di Evandro, viene sconfitto da Turno e spogliato della cintura (bàlteo) – tra le fila dello schieramento latino, cade Camilla. Enea e Turno stabiliscono di battersi in duello per decidere delle sorti della guerra. Il fato non si cambia: Enea è destinato a vincere. Enea uccide Turno solo dopo aver visto la cintura di Pallante, vendicandone così la morte
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