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I Bisogni Educativi Speciali
Massimo Sisinno Montesano 17/03/2016
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Dalla segregazione all’inclusione: 1960-2013
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Le politiche dell’inclusione nel mondo
: dalla segregazione all’integrazione All handicappated children (USA, 1975); Rapporto Warnock (UK, 1978). : dall’integrazione all’inclusione 1981 Education Act (UK); 1988 Education Reform Act (UK); Convenzione dei diritti dei fanciulli (ONU). : l’inclusione come politica globale 1994 Salamanca Statement (UNESCO); 1996 Children Act (UK); 1997/2004 Individuals with Disabilities Education Act (USA); 2000 Dakar Framework for Action (EFA); 2003 Every Child Matters (UK).
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Dichiarazione di Salamanca
Riconosce: “la necessità e urgenza di dare insegnamento a tutti i bambini, giovani o adulti con esigenze educative speciali”, integrandoli “dentro il sistema comune di educazione”, che costituisce “il modo più efficace per combattere i comportamenti discriminatori e per raggiungere l’obiettivo di un’educazione per tutti”.
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Le politiche dell’inclusione in Italia
: dalla segregazione all’integrazione Legge 118/71; Legge 517/77 ; : l’inclusione come politica globale 1992 Legge 104; 1994 DPR (Atto di indirizzo); 2000 Legge 328; 2003 Legge 53; 2010 Legge 170; 2012 D. M. sui BES; 2013 C. M. n.° 8 sui BES.
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Bisogni educativi speciali
Un po’ di storia. Il concetto “ educational special needs” viene introdotto in Inghilterra nel 1978 dal Warnock report.
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Bisogno Educativo Speciale
“E’ qualsiasi difficoltà evolutiva, in ambito educativo e/o apprenditivo, che consiste in un funzionamento (frutto dell’interrelazione reciproca tra i sette ambiti della salute secondo il modello ICF dell’OMS) problematico anche per il soggetto, in termini di danno,ostacolo o stigma sociale, indipendentemente dall’eziologia, e che necessita di educazione speciale individualizzata (Ianes).”
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Bisogni Educativi Speciali
Il concetto di Bisogni Educativi Speciali si fonda su di una visione globale della persona che fa riferimento al modello della classificazione internazionale del funzionamento, disabilità e salute (ICF) come definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2002).
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Bisogni educativi speciali
Nei BES è centrale il concetto di funzionamento educativo- apprenditivo. Apprendimento è il frutto di un intreccio tra le spinte evolutive endogene e le mediazioni educative dei vari contesti. Educazione è un processo di mediazioni tra questo intreccio che fornisce stimoli, significati, obiettivi, modelli.
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I bes come macrocategoria
I BES sono una macrocategoria all’interno della quale vanno distinti tre gruppi: Gruppo A: alunni con disabilità; Gruppo B: alunni con difficoltà di apprendimento; Gruppo C: alunni in situazione di svantaggio socio- culturale, economico o con difficoltà psicologiche.
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L’alunno con BES Difficoltà di apprendimento, nello sviluppo e nel comportamento in uno o più ambiti e competenze. Le problematicità possono essere globali e pervasive (autismo), specifiche (DSA) o settoriali (ADHD). Le problematicità possono essere più o meno gravi, permanenti o transitorie. I fattori causali possono essere: organici, psicologici, familiari, sociali, culturali, ….
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Bisogni educativi Ogni alunno ha dei bisogni educativi che sono:
Sviluppare competenze. Identità. Appartenenza. Accettazione. Valorizzazione …………. Tali bisogni, nel caso di alunni problematici, si arricchiscono di qualcosa di “speciale”, per cui l’alunno necessita di un approccio individualizzato.
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ICF e BES Condizioni fisiche Strutture corporee Funzioni corporee
Attività personale Partecipazione sociale Contesto ambientale Contesto personale
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Condizioni Fisiche Ospedalizzazioni. Malattie acute e croniche.
Lesioni. Fragilità. Malattie cromosomiche. Ecc.
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Contesto ambientale Famiglia problematica. Pregiudizi culturali.
Difficoltà socio-economica. Ambiente deprivato/deviante. Scarsità di servizi. Scarsa preparazione disponibilità dei docenti. Ecc.
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Contesto personale Problemi emotivi. Problemi comportamentali.
Scarsa autostima. Scarsa motivazione. Scarsa autoefficacia. Stili attributivi distorti. Focus of control esterno. Difficoltà nell’identità e nel progetto di sé. Ecc.
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Strutture corporee Mancanza di parti anatomiche.
Altre anomalie strutturali.
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Funzioni corporee Difficoltà cognitive. Difficoltà sensoriali.
Difficoltà motorie. Ecc.
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Attività personali Apprendimento. Applicazione della conoscenza.
Pianificazione delle azioni. Autoregolazione. Comunicazione/linguaggi. Relazione/interazione. Autonomia personale e sociale. Ecc.
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Partecipazione sociale
Difficoltà nel rivestire i vari ruoli nel contesto dell’istruzione (integrazione nelle attività scolastiche). Difficoltà nel rivestire i vari ruoli nei contesti della vita extrascolastica e di comunità.
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Art 34: la scuola è aperta a tutti
INCLUSIONE Non soltanto fare posto a tutti E alle loro differenze Ma Affermarle e metterle al centro Dell’azione educativa
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La scuola inclusiva L’inclusione è il modello prevalente nei documenti internazionali, in base al quale la persona portatrice di diversità entra nella comunità a pieno titolo alla pari di tutti gli altri. I principi di funzionamento, le regole e le routines del contesto devono essere riformulati avendo presenti tutti i componenti, ciascuno con la propria specificità: l’alterità di tutti e di ciascuno diviene la condizione normale di scuola e di aula.
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Considerazione finale
“Non c’è maggior ingiustizia che far parti eguali tra diseguali”. Lettera a una professoressa. Don Lorenzo Milani e la scuola di Barbiana
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