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Le teorie cosmogoniche
Fabio Bianco Alfonso Veropalumbo Angela Vitale
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Punti del discorso: Le prime teorie e i loro limiti Le moderne teorie:
Teoria di Kant-Laplace Teoria di Buffon-Moulton Le moderne teorie: Contrazione della nube primordiale Formazione planetaria Il problema del momento angolare Ipotesi delle T-Tauri e del vento solare Riscontri sperimentali
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La cosmogonia è il ramo dell’astronomia che studia l’origine del sistema solare
TEORIE NEBULARI TEORIE MAREALI
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La teoria di Kant-Laplace Esempio di ipotesi nebulare
nebulosa avente un moto rotatorio, da cui si formano sia il Sole che i pianeti inizio della contrazione espulsione in più fasi di anelli di materia dal protosole condensazione degli anelli in planetesimi
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La teoria di Buffon-Moulton Esempio di ipotesi catastrofista
formazione del Sole dalla nube passaggio ravvicinato di un’altra stella fuoriuscita del materiale solare condensazione e formazione dei pianeti
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Una buona teoria deve essere in grado di spiegare:
la complanarietà e circolarità delle orbite planetarie; il verso antiorario di rivoluzione dei pianeti, coincidente col verso della rotazione solare e la rotazione antioraria dei pianeti (esclusi Venere e Urano); la cessione del momento angolare del Sole; le differenze strutturali tra pianeti terrestri e gioviani; la somiglianza tra sistema solare e sistemi di satelliti attorno ai pianeti gioviani; la legge di Titius-Bode; le caratteristiche degli altri sistemi planetari.
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Principali limiti della Kant-Laplace
Un anello di materiale gassoso si condensa in un gran numero di piccole particelle e non in planetesimi (Maxwell) Non spiega completamente il problema del trasferimento del momento angolare dal Sole ai pianeti
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Principali limiti della Buffon-Moulton
Bassissima probabilità di passaggio ravvicinato di una stella Cattura del materiale estratto dal Sole da parte della stella di passaggio
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Verso una nuova teoria…
I modelli successivi sviluppano la teoria nebulare di Kant-Laplace e possono essere raggruppati in due classi : I modelli della nebulosa di grande massa di Cameron: il disco protoplanetario ha massa pari a circa 1 M, di cui l’85% viene spazzato via dal vento solare ed il restante 15% interagisce gravitazionalmente col protosole per poi formare i pianeti. I modelli della nebulosa di piccola massa di Safronov ed Hayashi: il disco protoplanetario ha massa di 0.01 M, la quale contribuisce interamente alla formazione planetaria.
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Vincoli alla costruzione di un modello di formazione planetaria
Nell’ambito della teoria nebulare si ammette che: la nascita del Sistema solare risale a 4,55 miliardi di anni fa (dallo studio di meteoriti e rocce lunari) il processo di formazione è stato “breve” ed è durato circa 100 milioni di anni la formazione del protosole è contemporanea a quella dei pianeti
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Contrazione della nube
La nube primordiale inizia a risentire del collasso gravitazionale. Diminuendo r, diminuisce I. Poiché L=costante, si ha un aumento della velocità angolare e della forza centrifuga, che porta alla formazione di un disco protoplanetario. Il campo magnetico rallenta il processo Febbario 2001 Le disomogeneità nel disco iniziano a collassare formando strutture sempre più dense
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Si sta formando il protosole
Inizia l’azione di vento stellare da parte del protosole Febbario 2001 Il vento protosolare ripulisce le zone più interne (pianeti terrestri) del disco protoplanetario e confina il gas nelle regioni più esterne (pianeti giganti)
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I pianeti si collocano nelle loro orbite attuali
Si formano i planetesimi che si differenziano nei pianeti esterni ed interni I pianeti si collocano nelle loro orbite attuali Febbario 2001
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Andamento di densità nel disco
Distanza dal proto-sole Densità materiale nel disco gas Roccia e ghiaccio Roccia Febbario 2001 3U.A. (Linea del ghiaccio) T(r)=631K x r-0.77AU per r=3AU T=273K
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La formazione dei planetesimi
Febbario 2001 Interazione fra gli embrioni (il più grande cattura gli altri) 10000 km Condensazione e coagulazione micron Collisioni ed attrazione gravitazionale 10 km
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La formazione dei pianeti, crescita dagli embrioni, runaway accretion
Una volta che i grani sono abbastanza grandi da avere un campo gravitazionale sufficientemente intenso, il ritmo di accrescimento cresce ancora di più (quando la sezione di urto effettiva S > R2, ove R è il raggio di un frammento ) I modelli numerici suggeriscono che i primi oggetti di grande taglia che si possono formare hanno le dimensioni di alcuni km Febbario 2001 Planetesimi Embrioni Crescita per collisioni Crescita dinamica
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Dagli embrioni ai pianeti
Planetesimi Protopianeti Pianeti La fase finale nella crescita da planetesimi a pianeti di tipo terrestre è violenta e drammatica Grandi pianeti embrionali delle dimensioni di Mercurio produrranno oggetti come Venere, Marte e la Terra Questo tipo di dinamica richiede impatti di corpi di grandi dimensioni Febbario 2001
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Il problema del momento angolare
Nonostante il Sole contenga il 99.85% della massa del Sistema Solare, quello che si osserva è che il momento angolare totale è così distribuito: l'85.7%, risiede nel moto orbitale di Giove e Saturno; il 13.4% nel moto orbitale degli altri pianeti; lo 0.5% nel moto di rotazione del Sole; meno dello 0.5% del momento angolare totale è associato al moto orbitale del Sole attorno al centro di massa del Sistema Solare.
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Ipotesi sul trasferimento del momento angolare: fase T-Tauri
Nelle stelle giovani come il protosole si osserva una forte perdita di massa associata ad un'intensa attività magnetica e quindi un forte decremento del periodo di rotazione, come nelle stelle del tipo T-Tauri.
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Ipotesi sul trasferimento del momento angolare: vento solare
Una stella rotante, dotata di vento stellare e di un forte campo magnetico iniziale, tende a diminuire la sua rotazione per un effetto di "frenamento" dovuto al flusso delle particelle del vento solare che lasciano il sistema lungo le linee di forza del campo magnetico.
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Confronto con i sistemi extrasolari
Sistema planetario in formazione nella Nebulosa di Orione Misurando la velocità di rotazione è stato osservato che nelle stelle degli ultimi tipi spettrali (da F a M) essa è dell’ordine di 1 km/s; nei primi tipi spettrali è di 100 km/s: questa differenza indica una cessione del momento angolare da parte delle stelle F-M, probabilmente al sistema planetario.
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Riscontri sperimentali:
I sistemi planetari extrasolari sono stati scoperti attorno a stelle di piccola massa e classe spettrale avanzata
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Sommando al momento angolare di queste stelle il contributo dei loro pianeti, la posizione dell’intero sistema nel grafico log10(L/M)- log10(M/M) rispetta la stessa legge di potenza delle stelle di massa maggiore, come è dimostrato nel caso del Sistema Solare.
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