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Predisporsi al cambiamento: la metafora del gruppo

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Presentazione sul tema: "Predisporsi al cambiamento: la metafora del gruppo"— Transcript della presentazione:

1 Predisporsi al cambiamento: la metafora del gruppo
Giuseppe iorio Counselor, coach

2 Counseling coaching nel team work attraverso tecniche di gioco
Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme un successo. Successo - da PensieriParole.it < Counseling coaching nel team work attraverso tecniche di gioco Giuseppe Iorio

3 Mettersi insieme è un inizio rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme un successo. Hanry Ford

4 gRUPPO Il gruppo è molto di più della somma delle individualità.
1+1= 11 La visione del singolo è sempre condizionata dalle sue emozioni e dalle sue intenzioni inconsapevoli (mi proteggo, mi confronto, competo, evito, ricordo, applico il copione che conosco etc)

5 GRUPPO Per ogni singolo membro lavorare in gruppo risulta allora essere sia una prova di abilità ma anche la possibilità di darsi un'identità come soggetto, di garantire la soddisfazione dei suoi membri, che è legata al piacere di appartenere e di realizzare qualcosa di più grande di quello che ciascuno può produrre individualmente.

6 Il processo che vede l'evoluzione Lavorare sempre al team building
di un gruppo in un gruppo di lavoro non avviene spontaneamente o naturalmente, salvo rarissime eccezioni: è un processo di team building, che presiede al cambiamento e che dovremmo sempre tenere presente poiché non è stabile. Lavorare sempre al team building

7 Il team building è attività concreta e modalità di intervento, che il gruppo stesso adotta per costruirsi e per porsi come soggetto sociale tra gli altri soggetti organizzativi."

8 Una pluralità in interazione
Quaglino descrive il gruppo come una pluralità (un insieme numericamente limitato di individui) in interazione, con un valore di legame che ne determina la configurazione relazionale ed affettiva…

9 ma sostiene anche che il gruppo di lavoro è qualcosa di diverso dal gruppo puro e semplice, in quanto in esso prevale l’aspetto di integrazione su quello di interazione

10 che in esso si manifestano, in vista di un obiettivo comune.
Ciò significa che i suoi membri devono progressivamente tendere ad integrare i legami psicologici, le competenze ed i ruoli, e ad armonizzare le uguaglianze e le differenze che in esso si manifestano, in vista di un obiettivo comune.

11 Coesione La coesione e la membership,
primi collanti necessari alla formazione di un gruppo, non sono più sufficienti a garantire la sopravvivenza del gruppo di lavoro:

12 INTERDIPENDENZA sviluppare anche l’interdipendenza, cioè la consapevolezza, all’interno del gruppo, della reciproca dipendenza e della propria differenziazione rispetto all’esterno;

13 gRUPPO Lavorare in team è una delle condizioni indispensabili per il successo di una azienda, di un team sportivo , scolastico e organizzativo in genere. Peter Senge, guru mondiale del management , sostiene che vi sono esempi sorprendenti di come “l’intelligenza del gruppo superi l’intelligenza dei singoli membri e di come i gruppi sviluppino capacità straordinarie” (Peter Senge, La quinta disciplina, 1992).

14 Obiettivi e valori condivisi
coesione Interazione interdipendenza nasce dalla condivisione dei valori, delle regole, del sentimento di piacere che deriva dall’essere insieme con gli altri processo di crescita interno al gruppo l’acquisizione della consapevolezza di dipendere gli uni dagli altri, con il relativo sviluppo della rappresentazione mentale della rete di relazioni con gli altri e di una unità basata sulla differenza

15 In ciascuno degli elementi del gruppo deve svilupparsi la consapevolezza della membership, cioè l' essere membro, avere una rappresentazione mentale che permetta di identificare il gruppo come opportunità per la soddisfazione dei bisogni individuali. Questa consapevolezza genera l’appartenenza, alimenta la vita interna di un team, attuando quella coesione che si manifesta in un continuo “ essere per”, che fa sì che le persone si riconoscano, e quindi un non sentirsi soli nell' affrontare qualsiasi compito. Ciascun individuo avverte la necessità di riconoscersi come individualità unica, irripetibile, originale, ma allo stesso tempo necessita dell'interazione con gli altri per manifestarsi e completarsi, riconoscere gli altri come risorsa per la propria espressione. La membership ha la possibilità di negoziare la sua presenza nel gruppo , la sua dimensione di parte di un qualcosa che è pur sempre diverso da sé e che non contiene completamente.

16 Per ogni singolo membro lavorare in gruppo risulta allora essere sia una prova di abilità ma anche la possibilità di darsi un'identità come soggetto, di garantire la soddisfazione dei suoi membri, che è legata al piacere di appartenere e di realizzare qualcosa di più grande di quello che ciascuno può produrre individualmente. PERCHE’

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18 … perché il gioco è una cosa seria!!!
Il gioco per il bambino non è mero passatempo spensierato, ma il lavoro fondamentale attraverso cui crescere ed alimentare pensiero simbolico e spazio mentale. Attraverso il gioco non solo il bambino impara a dominare e padroneggiare il mondo esterno, ma domina e media l'angoscia del mondo interno, elaborando conflitti e fantasie.

19 Il gioco è lo strumento che si può utilizzare nei gruppi di formazione o nei colloqui individuali affinché i clienti facilmente rimuovano i blocchi emotivi e possano entrare in contatto con il proprio vero sé.

20 Il gioco: genesi del Sé Il processo dal quale viene sorgendo il sé è un processo sociale in quanto prevede l’interazione dell’individuo all’interno del gruppo e implica la preesistenza del gruppo stesso. Tale è il processo dal quale si origina la personalità. L’individuo possiede un sé solo in relazione al sé degli altri membri del gruppo sociale cui appartiene.

21 Il gioco non serve solo ai piccoli.
Infatti l’attività ludica ha diverse forme: il gioco all’aperto, il gioco immaginativo, l’arte, il movimento … Gli adulti possono e devono praticarlo per il proprio benessere psicofisico, perché in ogni persona c’è un bambino, a volte trascurato, dimenticato, ma che rappresenta la nostra parte creativa, quella che vive le emozioni

22 Il gioco come mezzo di comunicazione e relazione
Soltanto nel gioco è possibile per l’uomo essere veramente libero. Il gioco costringe alla parità perché a tutti i giocatori sono state impartite le stesse istruzioni, e inoltre mette in pratica la certezza del diritto, perché un gioco può esistere soltanto nel rispetto delle regole. Juli Zeh, Gioco da ragazzi

23 il contatto con gli altri giocatori crea relazioni
tutta la persona è coinvolta si realizzano apprendimenti cognitivi e del vivere sociale promuove il bambino “interiore” giocare insieme significa vivere insieme; condividere le "regole del gioco" può produrre positive linee di vita il gioco come seconda verità “pensata”

24 IL METODO IN BREVE Giochi B-M-A (fasi) GRADI DI INTENSITA’
L7 - FIDUCIA RECIPROCA Intersoggettività L6 - ESSERE SQUADRA Interdipendenza L5 - PERDONARE Inclusione L3 - ASCOLTARE E COMUNICARE Accompagnare il conflitto L4 - GENERARE SOLUZIONI Empatia L2 - PROMUOVERE L’INCONTRO Conoscenza dell’altro L1 - CONOSCERSI Sviluppo autoconsapevolezza Giochi GRADI DI INTENSITA’ B-M-A (fasi) Tecniche Strategia Obiettivi

25 Leadership e gruppo : binomio possibile?
I leader: esprimono e suscitano entusiasmo per un ideale comune e una missione condivisa Indipendentemente dalla loro posizione, quando occorre , assumono la guida del gruppo Pur ritenendo gli altri responsabili , guidano la loro prestazione Esercitano la leadership dando l’esempio D. Goleman, Lavorare con intelligenza emotiva


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