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LA CRITICA DELLA RAGION PURA
Ai tempi di Kant (1750), il sapere si articolava in SCIENZA e METAFISICA dominava il principio di causalità (pari ad una credenza dovuta all’ «abitudine»=Hume) e ci si era arenati alla seguente posizione: Una conoscenza, se certa, non accresce il sapere (I corpi sono estesi gapr)[razionalismo deduttiv] viceversa, se accresce le conoscenze, non è certa (questo corpo è pesante gsp)[empirismo induttivo] Kant intende dimostrare che esiste anche la conoscenza NECESSARIA, UNIVERSALE E FECONDA (x es. Tutto ciò che accade ha una causa - Tutti i fenomeni avvengono nel tempo e sempre sarà così Gspr) [CRITICISMO KANTIANO]. Le scienze che poggiano prevalentemente su giudizi sint. a priori, sono matematica e geometria, queste consistono in ragionamenti e calcoli non immediati (ad es. Due parallele non chiudono uno spazio- il raggio è minore del diametro …). La teoria della conoscenza di Kant consta di: materia (che viene a posteriori, dall’oggetto), e forma, ossia l’ ordine conferito (che viene a priori dal soggetto). Non è sbagliato, in un certo senso parlare di innatismo Kantiano, ma non della conoscenza ma dello strumento conoscitivo) (esempio: programmi del computer/cassettiera…no file e maglioni)
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Le forme a priori (o intuizioni pure o concetti puri) che incapsulano l’esperienza
(ma non derivano da questa !!!) sono spazio-tempo e le 12 categorie Fenomeno=la cosa così come appare, filtrata dagli strumenti conoscitivi dell’uomo Noumeno= è la cosa in se’, la realtà considerata indipendentemente dal soggetto (un’incognita che non puo’ esser oggetto di esperienza umana, ma puo’ esser pensata). *richiami al dualismo platonico. La metafisica è una «disposizione naturale dell’uomo» L’uomo possiede 3 facoltà conoscitive: -Sensibilità che coglie i dati sensibili -Intelletto che organizza i dati sensibili tramite le forme a priori e produce giudizi -Ragione che procede oltre l’esperienza e cerca di spiegare la realtà mediante le 3 idee di anima, mondo, Dio. Trascendentale: nella terminologia medioevale il termine indica proprietà comuni a tutte le cose In Kant t. non è qualcosa che oltrepassa l’esperienza, ma qualcosa che la precede (a priori). CRITICA DELLA RAGION PURA (= tratta della Facoltà conoscitiva che contiene i principi per conoscere a priori) Si noti che il termine ragione puo’ essere inteso come soggetto o oggetto della critica. SPAZIO=Forma del senso Esterno (i dati esterni si dispongono uno accanto all’altro) TEMPO=Forma del senso Interno (i nostri stati d’animo che sono interni si dispongono l’uno dopo l’altro) l’aritmetica si basa sul tempo e sulla successione, la geometria sullo spazio. Non ogni cosa è nello spazio, ad es. i sentimenti, ogni cosa è pero’ nel tempo
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*Estetica da aisthesis=sensazione
*Logica=scienza del pensiero che procede per concetti *Dialettica=solitamente intesa come l’arte propria dei Sofisti consistente nel dare l’aspetto di verità a ciò che verità non è.
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Un Concetto è empirico se costruito con materiale ricavato dall’esperienza,
è puro se è contenuto a priori nell’intelletto. Deduzione trascendentale= con tale espressione si intende il problema del giustificare la validità e l’uso della 12 categorie. Kant dimostra come l’intelletto, con le sue categorie, condiziona la comprensione della realtà fenomenica. LA NOSTRA ESPERIENZA INTERNA DERIVA DAL MONDO ESTERNO KANT, INVECE DI CERCARE IN DIO O NEGLI OGGETTI LA GARANZIA DELLA CONOSCENZA, LA SCOPRE NELLA MENTE STESSA DELL’UOMO. IL NOUMENO è UN CONCETTO LIMITE CHE ARGINA LE NOSTRE PRETESE CONOSCITIVE L’uomo mai pago del mondo fenomenico, è irresistibilmente attratto dal mondo metafisico, non si accontenta della sicurezza offertagli dalla terra ferma e vuole spingersi verso l’inesplorato Oceano. Schemi trascendentali: regole che compiono una pre-sintesi (ossia prima delle categorie) sui dati sensibili, in riferimento al tempo (in pratica sono le categorie «calate» nel tempo, tradotte nel linguaggio temporale) [permanenza, successione, simultaneità, presenza/assenza costante, in un tempo specifico, aggiunta progressiva nel tempo, intensità di un fen. Nel tempo…]. Gli s.t. servono per concettualizzare le intuizioni.
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La nostra ragione, mai paga del regno fenomenico, è attratta dal regno dell’Assoluto, elabora,
pertanto, idee trascendentali rig. Anima, Mondo e Dio, queste danno luogo a 3 pseudo scienze che costituiscono l’ossatura della metafisica: la psicologia, la cosmologia e la teologia Critiche alle prove sull’esistenza di Dio: Confutazioni kantiana della prova ONTOLOGICA: Non si puo’ passare dal piano logico (dal credere in Dio) a quello ontologico (alla certezza sulla Sua esistenza) Confutazione della prova COSMOLOGICA : Non si possono connettere i fenomeni a qualcosa di trans-fenomenico, e inoltre, perché un Dio Infinito dovrebbe creare un mondo finito? Confutazione della prova TEOLOGICA (detta anche teleologica): L’odine potrebbe essere stato impresso dalla natura stessa Kant non nega Dio, ma piuttosto la dimostrabilità razionale della sua esistenza, non è ateo, ma agnostico, ossia non si pronunzia né a favore né a sfavore della sua esistenza.
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LA CRITICA DELLA RAGION PRATICA
Il mondo della morale non obbedisce alle stesse restrizioni e non ha gli stessi limiti del mondo della conoscenza. La morale è ab-soluta, cioè sciolta da condizionamenti. L’azione morale comporta sempre una lotta tra ragione ed impulso egoistico, il più delle volte richiede di sacrificare le proprie inclinazioni sensibili, dunque non c’è una adesione spontanea all’etica. Morale è cio’ che è degno di esser voluto (a prescindere dalla sua realizzabilità). La libertà è il primo presupposto dell’azione morale, a seguire il postulato sull’esistenza di Dio (che commisura premi ai meriti) e l’immortalità dell’anima (condizione per aspirare alla santità) Il «devo perché devo» innalza l’uomo al di sopra del mondo sensibile e lo rende partecipe del mondo noumenico in cui vige la libertà. Sono le intenzioni e l’intensità con cui si vuole qualcosa a far si’ che un’azione sia considerata morale. DAL DOVERE ALLA LIBERTà Il devi perché devi, diventa devi dunque PUOI, sei libero di farlo o meno. LA MORALE IN KANT SI FONDA SULLA RAGIONE Il rigorismo Kantiano emerge nella Critica della Ragion Pratica con particolare enfasi, l’azione morale esclude, infatti, qualunque sentimento ed emozione capace di sviare la volontà dal retto comportamento. Per Kant tutti i sentimenti sono «patologici». Differenza tra legge fisica e morale: la prima è ineluttabile, la seconda non è detto che venga rispettata.
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PERCHè ESISTE IL MALE? (TEODICEA)
LA MORALE KANTIANA La vera fede, per Kant, non poggia sulla dottrina, bensi’ sui valori morali. L’azione morale è fondata sulla ragione umana (e soprattutto sulle intenzioni che si celano dietro questa), infatti, Il devo perché devo, ha la stessa forza di un comandamento divino che pero’ trae origine dalla ragione. Va ricordato che anche chi non è religioso puo’ avere principi morali. L’etica kantiana è stata spesso accusata di soggettivismo e astoricità poichè resta chiusa nella sfera delle intenzioni, senza un confronto con la molteplicità delle situazioni reali. Nel diritto legislativo accade il contrario di quanto avviene nella sfera morale, ossia cio’ che conta è l’azione, non l’intenzione. Bisogna distinguere tra religione rivelata e religione razionale, la prima include la seconda perché si rivolge all’uomo «intero», cioè non solo alla componente razionale, ma anche alla sua sensibilità e riesce a risolvere e far accettare situazioni di difficile comprensione per la ragione. PERCHè ESISTE IL MALE? (TEODICEA) perchè l’uomo, pur conoscendo le norme morali, è libero di anteporvi bassi istinti.
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LA CRITICA DEL GIUDIZIO
Il giudizio estetico è immediato ed extra logico , non ha termini di paragone. La bellezza non è una proprietà dell’oggetto, ma è prodotta dall’incontro del nostro spirito con essa. Non a tutti piacciono le stesse cose, ma tutti abbiamo la «struttura del bello», ossia siamo in grado di percepire la bellezza. La natura è bella quando ha l’apparenza di arte, e l’arte è bella quando ha la parvenza di natura. Il sublime risveglia in noi l’idea di infinito e la consapevolezza della nostra grandezza spirituale, in grado di contemplare il mondo circostante con le sue meraviglie. Sublime è anche la legge morale poiché l’uomo, piegandosi al DOVERE, riesce a superare i condizionamenti naturali e l’angoscia si trasforma in entusiasmo.
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LA PACE PERPETUA Gli individui son dotati di «insocievole socievolezza», ossia, da un lato tendono ad unirsi in comunità, dall’altro sono sempre in lotta e competizione tra loro, tuttavia, se non vi fossero antagonismi, gli uomini sarebbero in una condizione di perfetta armonia, ma la loro natura razionale resterebbe immobile e improduttiva. Invece sono proprio lo scontro, l’emulazione, l’invidia e la cupidigia che fanno progredire l’umanità. Lo stato di pace non è un naturstand, ossia, non è ovviamente incluso in natura, ma dipende dalla razionalità umana, non ci sono dunque certezze sulla sua realizzazione.
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