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RESPONSABILITÀ SOCIALE DIMPRESA NELLATTUALE CRISI ECONOMICA. Monza, 16 aprile 2009.

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Presentazione sul tema: "RESPONSABILITÀ SOCIALE DIMPRESA NELLATTUALE CRISI ECONOMICA. Monza, 16 aprile 2009."— Transcript della presentazione:

1 RESPONSABILITÀ SOCIALE DIMPRESA NELLATTUALE CRISI ECONOMICA. Monza, 16 aprile 2009

2 La R.S.I. nel sistema produttivo - il Consiglio europeo di Lisbona del marzo 2000 pone come obiettivo europeo quello di diventare leconomia della conoscenza più competitiva e più dinamica del mondo, capace di una crescita economica sostenibile accompagnata da un miglioramento quantitativo e qualitativo delloccupazione e da una maggiore coesione sociale. Il Consiglio individua perciò nellintegrazione tra crescita economica sostenibile e coesione sociale la strada per il successo del sistema Europa - Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha costituito nel 2002 un gruppo di lavoro dedicato allo sviluppo e alla promozione della responsabilità sociale delle imprese per lo sviluppo del Progetto CSR-SC. Il Progetto ha come quadro di riferimento il Libro Verde della Commissione Europea e in particolare "l'integrazione su base volontaria, da parte delle imprese, delle preoccupazioni sociali ed ecologiche nelle loro operazioni commerciali e nei rapporti con le parti interessate". Per le imprese significa andare oltre, su base volontaria, il semplice rispetto della normativa vigente, investendo di più nel capitale umano, nell'ambiente e nei rapporti con gli stakeholder. Significa anche considerare la CSR come un comportamento legato alla normale gestione d'impresa. - Regione Lombardia all art. 2 dello Statuto Regionale, quali elementi qualificativi viene indicato la responsabilità sociale di impresa

3 La R.S.I. nel sistema produttivo - Il Sistema Camerale lombardo dal 2004 in accordo con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha attivato un servizio specifico per fornire assistenza nel percorso della RSI. Le CCIAA si sono quindi attrezzate per accompagnare limpresa in questo percorso attivando sportelli dedicati. Camera di Commercio di Bergamo – www.bg.camcom.it Camera di Commercio di Brescia - www.bs.camcom.it Camera di Commercio di Como - www.co.camcom.it Camera di Commercio di Cremona - www.cr.camcom.it Camera di Commercio di Lecco - www.lc.camcom.it Camere di Commercio di Lodi - www.lo.camcom.it Camera di Commercio di Monza e Brianza - www.mb.camcom.it Camera di Commercio di Milano - www.mi.camcom.it Camera di Commercio di Mantova – www.mn.camcom.it Camera di Commercio di Pavia - www.pv.camcom.it Camera di Commercio di Sondrio - www.so.camcom.it Camera di Commercio di Varese - www.va.camcom.it

4 La R.S.I. nel sistema sociale La RSI non può sostituire l'azione dei poteri pubblici, ma può contribuire alla realizzazione di un certo numero di obiettivi di politica pubblica, in particolare: - l'inclusione dei gruppi meno favoriti nel mercato del lavoro; - la formazione permanente che aumenta l'occupabilità nell'economia della conoscenza mondializzata e permette di affrontare l'invecchiamento della popolazione attiva; - il miglioramento della sanità pubblica, ad esempio mediante l'etichettatura volontaria; - l'innovazione che risponde a problemi di società e di ambiente in interazione con i partner esterni; - la riduzione dell'inquinamento e l'utilizzazione più razionale delle risorse naturali (adozione di sistemi di gestione ambientale, ottenimento del marchio comunitario di qualità ecologica e investimenti nell'ecoinnovazione); - la creazione di un atteggiamento più favorevole allo spirito imprenditoriale; - il rispetto dei valori europei e delle norme in materia di diritti dell'uomo, dell'ambiente e del lavoro nei paesi in via di sviluppo e nel mondo; - la diminuzione della povertà e la realizzazione degli obiettivi del Millennio per lo sviluppo

5 La RSI e il lavoro penitenziario Azioni di sensibilizzazione della collettività sulle tematiche della legalità,della mediazione dei conflitti,della sicurezza sociale,tese a sviluppare una cultura dellinclusione,della comprensione e dellaccoglienza,con particolare riferimento alle misure alternative alla detenzione. Eproprio nel territorio che dobbiamo provare a fare stime di esperienze di successi e fallimenti, di pensare un rimodellamento di orientamento che non riproduca lo schema repressione – punizione- cura, ridando un senso allapproccio locale attraverso unassunzione di responsabilità di tutti gli attori del processo agendo sullesclusione sociale in unottica culturale prima ancora che penale;nelle dinamiche locali dobbiamo favorire la rappresentazione sociale della norma, del crimine,dellautore di reato,attraverso processi di conoscenza che mettano insieme le agenzie formative ed educative dei territori:dalla scuola alla famiglia,a tutti i luoghi di aggregazione sociale. ( Linee guida Ministero Giustizia)

6 Il protocollo tra Ministero di Giustizia e Unioncamere Si impegnano a sviluppare congiuntamente azioni finalizzate alla creazione di una rete stabile di comunicazione tra i rispettivi referenti sul territorio nazionale e quindi le Camere di Commercio e Provveditorati Regionali dell'Amministrazione penitenziaria, con gli obiettivi di: - diffondere la conoscenza presso imprese e cooperative delle problematiche del mondo penitenziario in tema di lavoro; - mettere in relazione la domanda di lavoro dell'utenza detenuta con l'offerta di posti di lavoro proveniente da imprese e cooperative al fine di incrementare le opportunità lavorative esterne rivolte ai detenuti – sia fruendo dell' art. 21 O.P. che della semilibertà – e, in generale, gli investimenti per il post-penitenziario ai fini del reinserimento nel tessuto sociale; - diffondere corrette ed esaustive informazioni sugli sgravi contributivi e fiscali previsti dalle vigenti leggi nazionali e regionali; - valorizzare le lavorazioni penitenziarie interne agli istituti diffondendo la conoscenza della loro esistenza presso imprese e cooperative, al fine di favorire la richiesta di commesse all'Amministrazione penitenziaria, ovvero di incentivare le ipotesi previste dalla normativa vigente di gestione da parte di soggetti terzi – tramite convenzioni - delle lavorazioni penitenziarie

7 Accordo di Programma per lo sviluppo economico e la competitività del sistema lombardo Sottoscritto nel giugno 2006 tra Regione Lombardia e Sistema Camerale lombardo, vede i seguenti obiettivi: - dare una strategia più ampia alla collaborazione istituzionale fra le Camere e la Regione Lombardia, in favore dello sviluppo competitivo del sistema lombardo - qualificare ulteriormente il livello della collaborazione ed estenderla ad ambiti prioritari di intervento ancora non adeguatamente presidiati - accrescere le sinergie fra i rispettivi interventi, con vantaggi derivanti da: il coordinamento delle azioni leliminazione di duplicazioni laddizionalità delle risorse investite

8 Accordo di Programma per lo sviluppo economico e la competitività del sistema lombardo In relazione agli ambiti identificati come prioritari per il sostegno alla competitività lombarda, lAccordo definisce 7 Assi di intervento: 1. Innovazione 2. Internazionalizzazione 3. Promozione del Territorio e Ambiente 4. Modernizzazione ed efficienza dellazione amministrativa 5. Artigianato e Micro-Imprese (in cui converge la Convenzione Artigianato e il progetto regionale RSI nellaccesso al lavoro delle persone in esecuzione penale) 6. Marketing territoriale (introdotto nel 2007) 7. Infrastrutture e Mobilità

9 Il Progetto Regionale: RSI nellaccesso al lavoro delle persone in esecuzione penale Il progetto vede la partecipazione attiva nel gruppo di lavoro di: - Regione Lombardia – DC Programmazione Integrata - Unioncamere Lombardia - Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria - Confindustria Lombardia - Confcooperative Lombardia Unioncamere Lombardia ha attivato delle partnership con: - Bergamo Formazione/CCIAA Bergamo - Altis- Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano - Crea Res Università Insubria Varese - Agenzia di comunicazione

10 Il Progetto Regionale: RSI nellaccesso al lavoro delle persone in esecuzione penale Finalità: favorire linserimento lavorativo dei detenuti nelle imprese profit e non profit Obiettivi : - diffondere presso le imprese e il territorio la conoscenza delle opportunità che la normativa vigente offre in termini di benefici contributivi e fiscali alle imprese profit e non profit che offrono lavoro ai detenuti in coerenza con il principio di CSR che il lavoro è lo strumento privilegiato per attivare azioni concrete per il recupero sociale dei detenuti; - individuare un bilancio sociale che miri a valorizzare la positiva valenza sociale di azioni che agevolino linserimento dei detenuti nel mondo del lavoro e lo sviluppo delle attività lavorative allinterno degli istituti penitenziari

11 Fasi di realizzazione Fase 1: informazione/formazione alle imprese e al territorio: - Convegno apertura: Milano, 23 marzo2009 Responsabilità sociale di impresa: impresa, società e sicurezza - n° 5 seminari formativi presso le sedi delle CCIAA - Cremona 6 maggio 2009 - Pavia 20 maggio 2009 - Mantova 10 giugno 2009 - Monza 30 settembre 2009 - altra sede da definire - Convegno chiusura: fine novembre 2009 Tempistica: aprile – novembre 2009 Soggetto incaricato: Bergamo Formazione/CCIAA Bergamo

12 Fase 2: individuazione linee guida modello di Bilancio Sociale e relativa sperimentazione: - definizione e validazione linee guida - entro fine maggio 2009 - sperimentazione linee guida bilancio sociale su un gruppo di imprese profit e non profit - giugno – ottobre 2009 Soggetto incaricato: Altis- Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano Crea Res Università Insubria Varese

13 Fase 3: presentazione dei risultati e azioni di comunicazione: - realizzazione di un educational per i giornalisti regionali e locali presso due istituti penitenziari impegnati in esperienze formative e lavorative sia dentro sia fuori dal carcere; - redazione di un catalogo delle imprese sensibili al mondo carcerario con descrizione delle buone prassi realizzate allo scopo di dare visibilità alle stesse e stimolare la creazione di rete; - convegno per la presentazione dei risultati complessivi del progetto ottobre -dicembre 2009 Soggetto incaricato: agenzia di comunicazione

14 Il progetto regionale e lo sviluppo locale - CREAZIONE DI CULTURA: iniziative di comunicazione e sensibilizzazione (informazione formazione, scambio buone prassi) - CREAZIONE E PUBBLICIZZAZIONE per le realtà imprenditoriali che già operano - INTRODUZIONE DI CRITERI PREMIANTI: Incentivi fiscali, punteggio negli appalti pubblici,incentivi creditizi


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