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La rivoluzione agricola dell’anno Mille
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FORTE RIPRESA ECONOMICA
Dopo l’anno Mille ci fu in Europa una forte ripresa economica, dovuta a numerosi fattori: la fine delle invasioni, la rinnovata fiducia nel futuro (dato che con l’anno Mille non si era verificata la temuta fine del mondo), i favorevoli mutamenti climatici, l’introduzione di nuove tecniche agricole e le grandi opere di dissodamento dei terreni organizzate dai feudatari.
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CRESCITA DEMOGRAFICA La maggiore quantità di cibo a disposizione e la conclusione delle distruttive invasioni barbariche determinarono una sensibile crescita demografica, che si tradusse in una maggiore disponibilità di braccia per coltivare le enormi estensioni di terreno lasciate incolte dopo la caduta dell’Impero romano.
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Osserva il grafico sopra: all’inizio del Medioevo (anno 600) la popolazione europea era drasticamente diminuita. Nell’anno Mille è quasi raddoppiata e continua a crescere fino al picco del 1300.
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L’aumento della produzione agricola, dovuto all’ampliamento delle aree coltivabili, fu favorito anche dalla diffusione di alcune importanti innovazioni tecnologiche. L’aratro in legno venne sostituito dall’aratro in ferro munito di un vomere ricurvo (una grande lama) in grado di incidere in profondità le zolle e di ribaltarle. Il collare a spalla, che risolse il problema della strozzatura dei cavalli durante il lavoro.
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ARATRO PESANTE
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L’erpice è formato da tante lame che sminuzzano le zolle dopo il passaggio dell’aratro
Gli zoccoli dei cavalli sono ferrati per sfruttare meglio la forza dell’animale
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I MULINI Con l’introduzione dei mulini l’energia prodotta dal vento e dall’acqua venne utilizzata per il funzionamento delle macchine agricole al posto della forza animale.
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LA ROTAZIONE TRIENNALE
Solo con la tecnica della rotazione triennale dei campi, però, si realizzò una completa rivoluzione agraria che fece aumentare in modo considerevole la produzione e la popolazione. In precedenza i campi erano divisi in due metà, una veniva seminata e l’altra veniva lasciata a riposo, per non fare impoverire troppo il terreno; l’anno successivo si faceva l’inverso.
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Con la rotazione triennale i terreni vennero divisi in tre parti: nella prima si seminavano in primavera orzo, avena o legumi, nella seconda venivano seminati in autunno frumento e segale, mentre la terza veniva lasciata a riposo per la crescita di erba spontanea (maggese). Ogni anno la coltivazione si spostava nella parte adiacente.
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MIGLIORI CONDIZIONI DI VITA
La possibilità di avere due raccolti all’anno allontanò il timore della carestia; la diversificazione delle colture, inoltre, portò a una dieta alimentare più ricca e molto più equilibrata, grazie alla quale migliorarono notevolmente le condizioni di vita della popolazione.
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La produzione smette di essere di sussistenza: ripresa dei COMMERCI
Rinascono i mercati e le fiere e le città diventano nuovi centri della vita economica, sociale e politica.
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NUOVI ORIZZONTI I mercanti girano di città in città, vendono stoffe, arnesi, spezie; fiere e mercati operano una profonda rivoluzione economica di cui, però, non sono protagonisti e beneficiari solo i mercanti. Questi, oltre alle loro mercanzie, portano con sé notizie di altri abitanti, di altri paesi, cittadine, borghi: è un’altra rivoluzione, l’apertura del pensiero verso l’esterno. La curiosità porta nuova gente a viaggiare, ad allargare i propri orizzonti.
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Riprendono i vecchi lavori
I MERCANTI
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ARTIGIANI
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Nascono nuovi lavori LETTERA DI CAMBIO IL CAMBIAVALUTE
La più antica cambiale che si conosca risale al lontano 1207 e in essa così si legge: «Nell’anno 1207 Simone Rubens banchiere dichiara di aver ricevuto L.34 in danari di Genova, con 32 danari di quali, Simone Rubens, fratello di lui, deve dare in Palermo 8 marchi di buon argento a colui che presenterà questa carta».
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I LIBERI COMUNI Il rifiorire delle città e la debolezza del potere imperiale favoriscono, fra l’XI e il XIV secolo, la nascita dei liberi comuni: in tutta Europa – e particolarmente in Italia – alcune città cominciano a governarsi in modo autonomo, con leggi e magistrati propri. I comuni italiani sono vere città-stato che estendono il loro potere anche sul contado circostante. Nelle città comunali le attività artigianali si moltiplicano, si sviluppano commerci e mercati, si aprono scuole e università e la popolazione è in continuo aumento
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