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Giuseppe Ungaretti il poeta soldato
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Il contesto storico L’ITALIA DOPO ESSERE DIVENTATO
UNO STATO UNITARIO, INTRAPRENDE UNA POLITICA COLONIALE CON L’INTENTO DI CONQUISTARE UN RUOLO PIU ADEGUATO NEL MONDO. ALL’INIZIO DEL 900 L’IMPULSO ECONOMICO SI RAFFORZA ANCHE IN ITALIA E LO STATO SI RITROVA A VIVERE LA “RIVOLUZIONE INDUSTRIALE” IL CHE PROVOCÒ LO SVILUPPO DELLE FERROVIE, LA CARENZA DELLE INFRASTRUTTURE E UNO SVANTAGGIO ECONOMICO CHE DETERMINÒ FLUSSI MIGRATORI. IL CAMBIAMENTO FU ANCHE DI TIPO POLITICO POICHÉ I CETI POPOLARI INZIARONO AD ASSUMERE UN RUOLO MENO MARGINALE.
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La prima guerra mondiale
CAUSE MILITARI ECONOMICHE POLITICHE CULTURALI Corsa al riarmo Gara tra le potenze industriali Contrasti tra gli Stati Si diffonde un giudizio positivo sulla guerra Europa divisa in due TRIPLICE INTESA TRIPLICE ALLEANZA
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La prima guerra mondiale
INIZIO Il 28 giugno 1914 a Sarajevo, uno studente serbo uccise a colpi di pistola l’Arciduca Francesco Ferdinando erede al trono dell’impero Austro – Ungarico. Il 23 Luglio 1914 l’Austria invia un ultimatum alla Serbia. NON ACCETTA Il 28 Luglio 1914 l’Austria dichiara guerra alla Serbia. La Russia si affianca alla Serbia la quale fu attaccata poi dalla Germania Il 3 Agosto 1914 le truppe tedesche invadono Belgio e dichiararono guerra alla Francia. Successivamente l’Inghilterra si schiera con la Francia , Russia e Serbia e dichiara guerra alla Germania. FRANCESCO FERDINANDO
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La prima guerra mondiale
Il 2 Agosto l Austria attaccò la Serbia. l’Italia nel Marzo 1915 decise per la neutralità e chiese all’Austria compensi territoriali , ma la potenza non cedette alle richieste e di conseguenza l’Italia avviò delle trattative con l’Intesa che si conclusero con il patto di Londra il 26 aprile1915 che impegnava l’Italia di scendere in guerra entro un mese a fianco di Inghilterra, Francia e Russia TRA LA CRISI A SARAJEVO E IL PATTO DI LONDRA L’ITALIA SI DIVISE IN: INTERVENTISTI NEUTRALISTI democratici rivoluzionari Liberali giolittiani repubblicani I cattolici Radicali socialisti Socialisti riformisti
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La prima guerra mondiale
Maggio 1915 L’Italia restava contraria alla guerra,ma di fronte alle manifestazioni di piazza degli interventisti, i deputati giolittiani e neutralisti ratificarono il patto di Londra 24 maggio 1915 L’Italia dichiara guerra all’Austria- Ungheria GUERRA TOTALE
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biografia di Ungaretti
La biografia di Ungaretti si può considerare suddivisa in tre fasi fondamentali, corrispondenti a tre periodi della sua vita strettamente legati alla sua attività poetica. Prima fase: Nasce nel 1888 ad Alessandria d'Egitto da genitori toscani, e lì, alla periferia della città e ai margini del deserto, trascorre la sua giovinezza e frequenta la scuola superiore. Nel 1912 parte per l'Italia, la terra dei suoi avi, e poi va a Parigi, segue i corsi della Sorbona e del Collège de France e frequenta pittori (Picasso, Modigliani, De Chirico) e scrittori (Apollinaire, Soffici, Palazzeschi) che rappresentano l'avanguardia letteraria e artistica italiana e francese. Due anni dopo rientra in Italia e, come volontario, prende parte alla prima guerra mondiale che gli ispira i «temi» della sua prima raccolta di poesie, L'Allegria, pubblicata nel 1925 (in essa confluì, poi, anche la raccolta Il porto sepolto, 1917). Sono composizioni talvolta brevissime che fissano frammenti della realtà e della sua dolorosa esperienza di guerra. Ungaretti soldato della prima guerra mondiale
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Tra innovazione e tradizione
Ungaretti vive in un periodo in cui le idee e gli obiettivi che gli uomini avevano avuto sino ad allora vengono sconvolti e trasformati. Per esempio l’ideale dell’amor di patria viene esasperato con il nazionalismo, che porta ai conflitti tra le nazioni. C’è una grande voglia di cambiare, una rivolta contro la tradizione e il passato. I futuristi si fanno portavoce di questi sentimenti, esaltano la velocità, la forza, la violenza e la guerra. Anche nel campo della letteratura i futuristi rompono con la tradizione. Ungaretti si stacca dal futurismo, perché le poesie dei futuristi non hanno significato se non nello sconvolgimento della forma tradizionale. Invece per Ungaretti lo sconvolgimento della forma non esprime una completa ribellione alla tradizione, ma rappresenta la confusione e lo stato d’animo di tutti gli uomini di quel periodo. Infatti Ungaretti si pone delle domande nelle sue poesie, non è indifferente a questo disordine. Queste domande sono quelle che nascono dal cuore di ogni uomo che non evita, ma incontra la realtà.
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Le raccolte poetiche Ne Il porto sepolto Ungaretti lascia intendere che poesia significa possibilità di contemplare la purezza in un mondo caotico e assurdo, ma la poesia dev'essere espressione di un'esperienza particolare, intensamente vissuta: la ricerca del vocabolo giusto è faticosa, perché l'uomo deve liberarsi del male che è in lui e fuori di lui. Ne L'allegria il poeta non accetta le illusioni e preferisce star solo con la sua sofferenza, con la sua anima. Ungaretti tuttavia non è ateo: si limita semplicemente a chiedersi che senso ha Dio in un mondo di orrori e perché gli uomini continuano a desiderarlo quando ciò non serve loro ad evitare gli orrori. Il contrasto è fra una religiosità tradizionale, superficiale, e una religiosità più intima e sofferta.
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È l'esperienza della guerra che rivela al poeta la povertà dell'uomo, la sua fragilità e solitudine, ma anche la sua spontaneità e semplicità (primitivismo) che viene ritrovata nel dolore. L'esistenza è un bene precario ma anche prezioso. In guerra egli si è sottratto ad ogni vanità e orgoglio; nella distruzione e nella morte ha però riscoperto il bisogno di una vita pura, innocente, spontanea, primitiva. Ha acquisito compassione per ogni soldato coinvolto nell'assurda logica della guerra: ha maturato, per questo, un profondo senso di fraterna solidarietà. La sua visione esistenziale è dolorosa perché egli pensa che l'uomo non abbia la possibilità di concretizzare le sue aspirazioni conoscitive e morali. Ungaretti non crede nelle filosofie razionali e cerca di cogliere la realtà attraverso una poetica che s'incentri sull'analogia, cioè sul rapido congiungimento di ordini fenomenici diversi, di immagini fra loro molto lontane che la coscienza comune non metterebbe insieme. Questa esperienza lo porta a rifiutare - soprattutto nell‘ Allegria - ogni forma metrica tradizionale: rifiuta il lessico letterario, le convenzioni grammaticali, sintattiche e retoriche (ad es. elimina la punteggiatura, il "come" nelle analogie, ecc..., diventano importanti gli accenti e le pause). Crea un ritmo totalmente libero, con versi scomposti, brevissimi, scarni, fulminei, dove la singola parola acquista un valore assoluto, dove il titolo è parte integrante del testo. La poetica qui è frammentaria, allusiva, scabra, anche perché il poeta non ha una realtà ben chiara da offrire.
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e poi torna alla luce con i suoi canti e li disperde Di questa poesia
IL PORTO SEPOLTO Mariano il 29 giugno 1916 Vi arriva il poeta e poi torna alla luce con i suoi canti e li disperde Di questa poesia mi resta quel nulla d’inesauribile segreto «Si vuole sapere perché la mia prima raccoltina s’intitolasse Il porto sepolto. Verso i sedici, diciassette anni, forse più tardi, ho conosciuto due giovani ingegneri francesi […] Mi parlavano d’un porto, un porto sommerso che doveva precedere l’epoca tolemaica […] Non se ne sa nulla. Quella mia città si consuma e s’annienta d’attimo in attimo. Come faremo a sapere delle sue origini se non persiste più nulla nemmeno di quanto è successo un attimo fa? Non se ne sa nulla, non ne rimane altro segno che quel porto custodito in fondo al mare, unico documento tramandatoci d’ogni era di Alessandria. Il titolo del mio primo libro deriva da quel porto».
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di un delirante fermento
Commiato Gentile Ettore Serra poesia è il mondo l'umanità la propria vita fioriti dalla parola la limpida meraviglia di un delirante fermento Quando trovo in questo mio silenzio una parola scavata è nella mia vita come un abisso
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VEGLIA Cima Quattro il 23 dicembre 1915
Un'intera nottata buttato vicino a un compagno massacrato con la sua bocca digrignata volta al plenilunio con la congestione delle sue mani penetrata nel mio silenzio ho scritto lettere piene d'amore Non sono mai stato tanto attaccato alla vita
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FRATELLI Mariano il 15 luglio 1916
Di che reggimento siete fratelli? Parola tremante nella notte Foglia appena nata Nell'aria spasimante involontaria rivolta dell'uomo presente alla sua fragilità
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San Martino del Carso Valloncello dell'Albero Isolato il 27 agosto 1916
Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro Di tanti che mi corrispondevano non è rimasto neppure tanto Ma nel cuore nessuna croce manca E' il mio cuore il paese più straziato
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ALLEGRIA DI NAUFRAGI Versa il 14 febbraio 1917
E subito riprende il viaggio come dopo il naufragio un superstite lupo di mare **La vita è tutta una serie di naufragi, ma tutti provvisori, da ognuno bisogna risollevarsi e ricominciare da capo. Richiama Leopardi col suo "naufragar". “Naufragio" è ogni delusione, ogni mancato approdo nella nostra vita. È anche una crisi di valori di una civiltà che viene meno. Non c'è soggetto nella poesia: è il poeta stesso o un uomo qualsiasi che assume valore emblematico. L’incipit è ex abrupto
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il 26 gennaio 1917 M'illumino d'immenso.
MATTINA Santa Maria La Longa il 26 gennaio M'illumino d'immenso. SOLDATI Bosco di Courton luglio 1918 Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie.
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NATALE Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di strade
Ho tanta stanchezza sulle spalle Lasciatemi cosi come una cosa posata in un angolo e dimenticata Qui non si sente altro che il caldo buono Sto con le quattro capriole di fumo del focolare
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Seconda fase: Nel 1928, in seguito a una crisi religiosa, si avvicina alla fede cristiana. Nel 1933 esce Sentimento del tempo, una nuova raccolta di poesie. Nella prima parte canta l'amore per il paesaggio laziale; nella seconda ritornano i temi riguardanti il «destino» dell'uomo e la «civiltà» che si spegne. Sono liriche spesso complesse in cui il poeta cerca, come egli dice, «il canto della lingua italiana nella sua costanza attraverso il tempo... il battito del mio cuore che dovevo sentire in armonia col battito dei maggiori (Dante, Petrarca, Tasso...) di una terra disperatamente amata». C'è una ripresa, infatti, dei metri della tradizione lirica italiana (settenari, novenari, endecasillabi), e a questo mutamento formale corrispondono contenuti molteplici e complessi, spesso difficili.
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Ungaretti e l'Ermetismo
Ungaretti è uno dei maestri dell'Ermetismo. Il termine "ermetico" significa "chiuso", "oscuro". La definizione venne adottata per la prima volta dal critico Francesco Flora nel '36, in riferimento soprattutto alla sua poesia. Successivamente si inclusero tra gli ermetici anche Quasimodo, Luzi, Sereni, Sinisgalli. L'Ermetismo si oppone soprattutto al Decadentismo di D'Annunzio, cioè agli atteggiamenti estetizzanti e superomistici; ma anche a quello del Pascoli, giudicato troppo bozzettistico e malinconico, troppo soggettivo e poco universale. L'Ermetismo si oppone anche ai crepuscolari e ai futuristi perché non si accontenta di una riforma stilistica e non sopporta la retorica.
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Il superamento dell'autobiografismo e l’adesione allo stile ermetico avvengono nel Sentimento del tempo. Qui il poeta ha consapevolezza che il tempo è cosa effimera rispetto all'eterno (la riflessione è molto vicina ai temi della religione). La poesia aspira a dar voce ai conflitti eterni, a interrogativi drammatici: solitudine e ansia di una comunicazione con gli altri, rimpianto di un'innocenza perduta e ricerca di un'armonia col mondo, ecc. In questa raccolta Ungaretti ritrova i metri e i moduli della tradizione poetica italiana (ad es. riscopre il valore dell'endecasillabo, del sistema strofico, della struttura sintattica). L'ultima importante raccolta, Il dolore, contiene 17 liriche dedicate al figlio e altre poesie di contenuto storico (sulla 2^ guerra mondiale). Qui il discorso diventa più composto, quasi rasserenato. Toni e parole paiono affiorare da un'alta saggezza raggiunta al prezzo di una drammatica sofferenza. Il poeta esprime una inappagata ma inesauribile tensione alla pace e all'amore universali.
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Terza fase: Nel 1936 Ungaretti è invitato a insegnare letteratura italiana all'Università di San Paolo in Brasile, dove tre anni dopo, a causa di un attacco di appendicite mai curato, gli muore il figlio di nove anni, Antonietto. È un grande dolore per il poeta che ne rimarrà segnato per tutta la vita, manifestandolo in pagine di profonda poesia. Nel 1942 ritorna in Italia, martoriata dai bombardamenti aerei, e di nuovo, anche se più indirettamente, fa esperienza della guerra. Terminata la seconda guerra mondiale, dà alle stampe una nuova raccolta di poesie Il Dolore, da cui affiora l'angoscia della sua anima per la morte del figlio e per le sofferenze causate dall'immane tragedia bellica. Sono liriche più aperte e semplici e quindi di più facile interpretazione. Nel 1950 esce una nuova raccolta di poesie La terra promessa e, nel 1960, un'altra ancora, Il taccuino del vecchio. Scrisse anche volumi di prose e curò traduzioni dal francese, dallo spagnolo e dall'inglese. Morì a Milano nel 1970 a 82 anni.
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NON GRIDATE PIÙ Cessate d’uccidere i morti, non gridate più, non gridate se li volete ancora udire, se sperate di non perire. Hanno l’impercettibile sussurro, non fanno più rumore del crescere dell’erba, lieta dove non passa l’uomo. (Il dolore)
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La poetica Dalle dichiarazioni di Ungaretti intorno alla poesia e alla condizione umana, possiamo ricavare alcuni punti fondamentali : 1. La poesia deve essere espressione di verità e di umanità piena. Per questo c'è il rifiuto del dannunzianesimo e del futurismo. 2. Il poeta ha familiarità con il segreto che è annidato nel suo e nel nostro essere ed è responsabile della comunicazione di questo segreto agli uomini. 3. L'atto poetico, siccome ridà all'uomo la sua verità, la sua umanità, è atto di liberazione, di libertà, di ricongiungimento con la purezza originaria. Perciò è un atto che fa incontrare Dio. 4. La parola poetica è intuita più che capita, perché voce di un segreto. Dal punto di vista dei riferimenti letterari, si risente in questa poetica l'eco del simbolismo francese (la poesia che scava nel mistero, l'importanza della parola poetica).
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