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un poeta un pazzo un cortigiano errabondo
TORQUATO TASSO Sorrento 1544 – 1595 Roma un poeta un pazzo un cortigiano errabondo 09/04/2017
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09/04/2017 1554: Raggiunge il padre a Roma
1544-’54: Trascorre l’infanzia fra Salerno e Napoli 1544: Nasce a Sorrento dal poeta e cortigiano Bernardo 09/04/2017
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09/04/2017 1557: Breve soggiorno a Bergamo presso la famiglia paterna
Da Roma 09/04/2017
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Da Bergamo : Risiede con il padre a Pesaro e alla corte di Guidobaldo II della Rovere, duca di Urbino 09/04/2017
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Primi amori: prime rime
1560-’61: a Padova inizia gli studi di diritto; frequenta le lezioni di Sperone Speroni e di Piccolomini; scrive le sue prime rime d’amore per Lucrezia Bendidio e Laura Peperara 1559: a Venezia con il padre, inizia a quindici anni l’abbozzo della Gerusalemme. 1565: entra al servizio del Cardinale Luigi d’Este, presso la corte di Alfonso II: inizia a 21 anni la sua carriera di cortigiano 1563: Università di Bologna Da Urbino 09/04/2017
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1572-5: gli anni migliori : al seguito del cardinale Luigi d’Este è a Parigi 1572: a Ferrara passa al servizio del duca Alfonso II: inizia una felice stagione di poesia, fra cui le rime per Eleonora d’Este, sorella del duca 1573: l’Aminta Inizia il Galealto, che diventerà il postumo Re Torrismondo 09/04/2017
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1575 - ’77: inizia il declino 09/04/2017
1575-’77: terminata la Gerusalemme , deluso per le critiche al suo poema, iniziano i suoi dubbi artistici e religiosi, con i primi segni di squilibrio e di mania di persecuzione: una sera credendosi spiato durante un colloquio con la principessa Lucrezia, lancia un coltello ad un servo. per due volte si sottopone all’inquisizione e viene assolto; Segregato per la sua pazzia pericolosa, evade in circostanze romanzesche ed inizia un doloroso peregrinare. 09/04/2017
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Le fughe dal 1577 al 1579 09/04/2017 Padova Vercelli Pesaro
Urbino: compone la “Canzone al Metauro” Roma Sorrento 09/04/2017
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1579: l’anno disgraziato 09/04/2017
1579: torna a Ferrara mentre a corte tutti sono occupati nei preparativi per le terze nozze del duca Alfonso con Margherita Gonzaga: trascurato e deluso, inveisce violentemente contro l’antico protettore Rinchiuso nell’ospedale di S.Anna e incatenato come frenetico, vi trascorrerà sette terribili anni, trattato, secondo la consuetudine dell’epoca, più come un carcerato che come un malato. Nelle lunghe parentesi di lucidità riprendeva il suo lavoro di poeta, mentre cercava di difendersi dall’accusa di follia e di riacquistare la libertà con lettere umane e toccanti. Nel 1580, a sua insaputa, viene pubblicato il Goffredo, scorretto e incompleto, che sarà una ulteriore causa di sofferenze per il poeta. 09/04/2017
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1586-’95: gli ultimi anni in fuga
1586: il duca Alfonso concede finalmente a Vincenzo Gonzaga di condurre con sé il Tasso a Mantova, dove il poeta pensa a rifacimento della Gerusalemme. Poi improvvisamente fugge. 1592: scrive in onore del duca Vincenzo, la Genealogia di casa Gonzaga Roma 1593: dedica la Gerusalemme Conquistata al suo generoso ospite, il cardinale Cinzio Aldobrandini Napoli 1594: per l’ultima volta a Napoli, intraprende la Vita di San Benedetto 09/04/2017
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1595: Il primo anno di quiete
1595: viene accolto in gravi condizioni nel monastero di Sant’Onofrio sul Gianicolo, dove muore il 25 aprile. La corona poetica fu posta sulla sua bara. 09/04/2017
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La sua ultima lettera: Ad Antonio Costantini:
“…Non è più tempo ch’io parli de la mia ostinata fortuna, per non dire de l’ingratitudine del mondo, la quale ha pur voluto avere la vittoria di condurmi a la sepoltura mendìco … Mi son fatto condurre in questo munisterio di sant’Onofrio; non solo perché l’aria è lodata da’ medici, più che d’alcun’altra parte di Roma, , ma quasi per cominciare da questo luogo eminente, e con la conversazione di questi divoti padri, la mia conversazione in cielo. Pregate Iddio per me: e siate sicuro che, sì come vi ho amato e onorato sempre ne la presente vita, così farò per voi ne l’altra più vera, ciò ch’e a la non finta ma verace carità s’appartiene Ed a la Divina grazia raccomando voi e me stesso”. 09/04/2017
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