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AvanguardiaVisionaria

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Presentazione sul tema: "AvanguardiaVisionaria"— Transcript della presentazione:

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Corso di Fotografia Digitale 2014 – 2015 ESPOSIMETRO – TEMPI E DIAFRAMMA

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Uno dei concetti chiave che deve apprendere chi si accinge ad imparare a fotografare è quello del tempo di esposizione perché, insieme al diaframma, è il parametro che ha maggiore influenza sulla fotografia che otterremo. Il tempo di esposizione è il tempo durante il quale l’otturatore rimane aperto per permettere alla luce di raggiungere il sensore (o la pellicola, ovviamente). La scala dei tempi disponibile sulle attuali fotocamere reflex è la seguente: 1/8000 di secondo – 1/4000 – 1/2000 – 1/1000 – 1/500 – 1/250 – 1/125 – 1/60 – 1/30 – 1/15 – 1/8 – 1/4 – 1/2 – 1′′ – 2′′ – 4′′ – 8′′ – 16′′ – 30′′ – B (bulb).

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Per ogni scatto di questa scala, come avviene per la scala dei diaframmi, si parla di uno “stop” in più o in meno (si veda il tutorial Il concetto di “stop” in fotografia). Ad esempio, se passiamo da 1/1000 a 1/500 abbiamo aumentato il tempo di esposizione di uno “stop”. Se passiamo da 16′′ a 4′′ abbiamo diminuito il tempo di esposizione di due “stop”. Va osservato che molti modelli entry level hanno come tempo più rapido disponibile 1/4000 di secondo. Inoltre, le fotocamere permettono di impostare anche i valori intermedi, a passi di 1/2 e di 1/3 di “stop”.

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Non c’è dubbio che una delle prime difficoltà che deve affrontare il principiante è quella di familiarizzare con il linguaggio specifico del mondo fotografico. “Stop”. Non vi è conversazione tra fotografi in cui questa parola non sia pronunciata diverse volte. Coloro che non conoscono il gergo fotografico restano piuttosto perplessi nel sentire espressioni quali “avresti dovuto aprire di uno stop”, “potevi diminuire la sensibilità anche di due stop”

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Cosa significa “stop” in fotografia? Molto semplicemente un aumento o una diminuzione della luce che raggiunge il sensore (o la pellicola) di un fattore due. In pratica “aumentare di uno stop” significa raddoppiare la quantità luce che raggiunge il sensore, “diminuire di uno stop” significa dimezzare la quantità della luce che raggiunge il sensore. Aumentare di due stop significa quadruplicare la luce che raggiunge il sensore, diminuire di due stop significa ridurre ad un quarto la luce che raggiunge il sensore.

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E’ evidente che, per ottenere la corretta esposizione, possiamo intervenire su qualsiasi dei tre fattori (apertura di diaframma, tempo di esposizione, sensibilità) menzionati. L’unico limite è dato dalle conseguenze che variare l’uno o l’altro parametro ha sulla fotografia. Ad esempio, se variamo il diaframma cambieremo la profondità di campo, cioè la percezione di nitidezza davanti e dietro il punto di messa a fuoco (si veda il tutorial L’uso del diaframma e il controllo della profondità di campo). Se variamo il tempo dobbiamo stare attenti a che il movimento della mano o quello del soggetto non rendano la foto “mossa” (a meno che, ovviamente, non si tratti di un effetto voluto e controllato). Se variamo la sensibilità dovremo stare attenti all’insorgenza del cosiddetto rumore e all’abbassamento generale della qualità dell’immagine.

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Insomma, nello scegliere il valore di diaframma, tempo di esposizione e sensibilità dobbiamo lasciarci guidare dall’esperienza per ottenere la fotografia che abbiamo in mente ...quindi dobbiamo fare foto! Moooooolte foto!

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Se intendiamo sovraesporre la fotografia di 1 stop e 1/3, non dobbiamo fare altro che allineare (operando su diaframma, tempo di esposizione o sensibilità) l’indice mobile con il valore desiderato

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Similmente se vogliamo sottoesporre di 2 stop dobbiamo far coincidere l’indice mobile con il valore -2:

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La posa B (bulb) permette di mantenere aperto l’otturatore per tutto il tempo desiderato. Per utilizzare tale funzione è necessario dotarsi di un telecomando, o di un filocomando, esterno. Tenere fisicamente premuto il pulsante di scatto per molti secondi, infatti, introdurrebbe delle inevitabili vibrazioni anche se la macchina fosse posta su un robusto treppiede, a scapito della nitidezza della foto.

15 La risoluzione inutile
Nel selezionare il tempo di esposizione bisogna tener conto di un fattore determinante. Il tempo di esposizione è fondamentale per ottenere una foto “ferma”, oppure “mossa”. Questo vale sia per l’inevitabile tremolio delle mani che impugnano la fotocamera, sia per il movimento del soggetto stesso.

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L’esposimetro è un dispositivo, presente in tutte le fotocamere, che legge la quantità di luce presente nella scena e che ci aiuta, quindi, ad ottenere la corretta esposizione. Esistono in commercio anche esposimetri “esterni”, ma essi sono utilizzati oggigiorno solamente dai professionisti e dai fotoamatori più raffinati.

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Gli esposimetri possono essere di due tipi: a luce incidente o a luce riflessa. Quelli a luce incidente leggono, attraverso un sensore, direttamente la luce che cade sul soggetto. Gli esposimetri a luce riflessa, invece, leggono la luce che viene riflessa dal soggetto. Gli esposimetri interni delle fotocamere sono esclusivamente del tipo a luce riflessa. Leggono attraverso l’obiettivo (di qui la denominazione TTL, che significa “through the lens”) la luce che viene riflessa dal soggetto. Questo tipo di lettura ha il vantaggio di tener conto di eventuali filtri, che assorbono parte della luce, montati sull’obiettivo. Di contro ha lo svantaggio, essendo questi esposimetri tarati sul cosiddetto “grigio medio”, di falsare almeno in parte la lettura su soggetti neri o bianchi (si veda, a tal proposito, il tutorial: La compensazione dell’esposizione).

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Tra tutti gli accessori tecnologici e sofisticatissimi che servono ad un fotografo ce n’è uno che proprio non ti aspetti: la grey card, ovvero un cartoncino totalmente grigio o diviso in tre fasce, bianca, nera e grigia. Per misurare l’esposizione, le fotocamere digitali valutano la luce riflessa dagli oggetti inquadrati. Come riferimento, gli algoritmi di valutazione usano una luminosità media che corrisponde ad un grigio 18%, ovvero un grigio che riflette il 18% della luce nello spettro della luce visibile. Perché il 18% e non il 50%, visto che bisogna considerare una luminosità media? Perché la scala di percezione della luce è logaritmica, da cui anche il fatto che ogni stop sulla scala dell’apertura corrisponde al doppio o alla metà della luce rispetto al valore precedente o successivo.

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21 Date le sue caratteristiche, la grey card funge da riferimento per valutare la luce nella scena inquadrata. Misurando la luce riflessa dalla grey card, la fotocamera può impostare l’esposizione ed il bilanciamento del bianco in modo che essi siano corretti per qualsiasi soggetto colpito da quella stessa luce. 1. posizionare la grey card in maniera che sia colpita dalla stessa luce che colpirà il soggetto per cui vogliamo esporre (il modo più veloce è metterla vicino o in mano al soggetto), 2. riempire l’inquadratura con la grey card 3. regolare l’esposizione fino a centrare l’esposimetro, 4. scattare una foto 5. attivare la misurazione manuale del bilanciamento del bianco 6. scegliere la foto scattata al punto 4 per impostare il bilanciamento del bianco.

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Gli esposimetri del tipo “a luce incidente”, invece (quelli “esterni”), non hanno questo problema in quanto misurano la luce che cade sul soggetto, non quella riflessa dallo stesso. Però bisogna ricordarsi, se si usano filtri montati sull’obiettivo, di tenere conto del loro fattore di assorbimento.

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Gli esposimetri delle moderne reflex possono misurare la luce in tre modi Spot Ponderata al centro Matrix

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Fine Ci vediamo giovedì prossimo!


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