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La preparazione alla Pasqua, è piuttosto lunga. Il tempo attuale ha una specie di carattere di mestizia. Mestizia per due ragioni:
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Primo, perché dobbiamo fare l'esame di coscienza: vedere quanto è mancato, da parte nostra, alla glorificazione di Dio, al bene che dovevamo contribuire a portare al mondo intero;
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quello che è mancato alla Congregazione; quello che è mancato ad ognuno di noi. Perciò le confessioni ben fatte. Riparazione.
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Secondo motivo di questa mestizia è la compassione che dobbiamo avere, nutrire nel nostro cuore per i dolori del Salvatore Gesù, poiché se noi abbiam mancato, egli è Redentore.
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Vi sono dei tempi in cui dovevamo amare di più il Signore, certamente. Allora noi patiamo con Gesù, che vuol dire “compassione”, “patire-con” lui
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e, nello stesso tempo, eccitarci all'amore perché egli si è preso i nostri peccati per portarli al calvario e là scancellarli,
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dando piena soddisfazione al Padre, pagando di sua persona i debiti nostri, col Signore, col Padre celeste. Compassione.
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Quale è il pensiero, quindi, dominante nella Quaresima? Il pensiero dominante è come una santa mestizia, ma non quella mestizia che si può dire tristezza, abbattimento, scoraggiamento, no.
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Quella mestizia che ci porta a sorgere dalle nostre miserie, dalla nostra freddezza, dalla nostra indifferenza, che ci porta, quindi, ad un'unione più intima con Gesù
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Una letizia sarà il frutto. Questa santa mestizia ha per frutto la santa letizia; letizia del giorno pasquale, quando la Chiesa riprenderà l'Alleluia, il Sabato Santo.
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Ecco, allora, prendere bene questo tempo. Riparare, in questi giorni, anche per gli altri.
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Don Giacomo Alberione Alle Pie Discepole del Divin Maestro, 1960, pag. 26, num. 16 meditazione del 26 febbraio 1960
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