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VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE. ESPOSIZIONE UMANA ESPOSIZIONE PROFESSIONALE INALAZIONE CONTATTO INGESTIONE L’esposizione per inalazione viene espressa.

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1 VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE

2 ESPOSIZIONE UMANA

3 ESPOSIZIONE PROFESSIONALE INALAZIONE CONTATTO INGESTIONE L’esposizione per inalazione viene espressa dalla concentrazione della sostanza nella porzione respirabile dell’atmosfera ed è generalmente espressa da una concentrazione media per un determinato periodo di riferimento. Le sostanze possono avere effetti locali sulla pelle o possono penetrare la pelle ed essere assorbite all’interno dell’organismo. L’esposizione per ingestione può avvenire in parecchie situazioni in caso di esposizione ad aerosol e quando la pelle o gli indumenti contaminati vengono in contatto con la bocca.

4 ESPOSIZIONE INALATORIA Ai fini di una comparazione con i dati relativi agli effetti per esposizione ripetuta viene utilizzato un periodo di riferimento di 8 ore (“full shift” – turno completo lavoratori). Se la sostanza in esame può avere effetti acuti o se l’esposizione è intermittente e di breve durata, può essere considerato un periodo di esposizione inferiore.

5 L’esposizione cutanea potenziale consiste in una stima della quantità di sostanza depositata all’esterno dell’indumento di lavoro e sulla superficie cutanea. E’ la somma delle stime di esposizione per varie parti del corpo comprese mani e piedi indicatore utilizzato più di frequente L’esposizione cutanea reale consiste in una stima della reale quantità di sostanza che raggiunge la superficie cutanea. Tale quantità è regolata dall’efficienza e dall’efficacia degli indumenti indossati e le procedure adottate per minimizzare il possibile trasferimento dagli indumenti alla pelle. ESPOSIZIONE CUTANEA

6 L’assorbimento attraverso la pelle può avvenire a causa di una contaminazione localizzata come contatto di pelle o indumenti o in alcuni casi elevate concentrazioni in aria. L’esposizione per via cutanea può essere influenzata dalla quantità e dalla concentrazione della sostanza, dalla superficie cutanea interessata, dalla durata e dalla frequenza dell’esposizione. Esistono tre principali possibilità di contaminazione cutanea: deposizione, contatto diretto con il contaminante, e contatto con superfici contaminate. La sostanza può essere trasferita in modo sostanziale dalle mani ad altre parti del corpo. Anche la contaminazione degli indumenti può costituire fonte di esposizione cutanea, in particolare per le mani quando si tolgono gli indumenti. L’esposizione cutanea viene generalmente espressa come massa di contaminante per unità di superficie corporea esposta.

7 Viene solitamente controllata mediante l’utilizzo di semplici pratiche igieniche quali la separazione delle zone adibite al consumo di cibo ed un adeguata pulizia prima di mangiare. Ciò è in genere regolato dalla normativa nazionale in materia di salute e sicurezza. ESPOSIZIONE ORALE

8 dove viene utilizzata la sostanza (descrizione dei processi, attività e prodotti) composizione di miscele, formulati e prodotti (percentuali approssimative) come viene utilizzata la sostanza (descrizione delle attività lavorative che comportano esposizione, quantità utilizzate) percentuali approssimative nei materiali di processo e nei prodotti finiti forma nella quale la sostanza viene manipolata (ovvero polvere, pellets, liquido) natura dell’esposizione, ovvero Condizioni Operative (descrizione delle funzioni, frequenza e durata delle funzioni, durata e frequenza dell’esposizione) quali “Risk Management Measures” (tecniche/personali) devono essere adottate quando vengono svolte attività ad alto potenziale di esposizione Informazioni che dimostrano che ogni dispositivo di protezione individuale (DPI) raccomandato è adatto, viene utilizzato come ultima risorsa (altre opzioni sono state considerate) e raccomandazioni che riguardano un appropriato sistema gestionale per assicurare il corretto utilizzo dei PPE. L’esposizione dei lavoratori dipende dalle caratteristiche delle sostanze, prodotti, processi, attività, condizioni e RMM utilizzate.

9 Informazioni essenziali richieste Stato fisico della sostanza Stato fisico del prodotto manipolato Tensione di vapore (per i liquidi) “Polverosità” (per i solidi) Livello di contenimento Presenza o assenza di un sistema di ventilazione locale “Local Exhaust Ventilation” (LEV) Durata dell’attività Che cosa viene fatto con la sostanza: energia esercitata sulla sostanza o sul prodotto, area della superficie a contatto con l’aria. I DPI non vengono generalmente considerati per la stima dell’esposizione potenziale. L’efficacia della riduzione dell’esposizione legata all’utilizzo dei DPI viene considerata in una fase successiva.

10 Inalazione. Come approccio iniziale si assume che tutta la sostanza venga rilasciata come gas, vapore o particolato in un ambiente indoor standard. Questo può avvenire per rilascio diretto o mediante evaporazione da una matrice solida o liquida. Cutanea. A. La sostanza è contenuta in un preparato (es: quando le mani vengono immerse in una soluzione che contiene la sostanza in esame). B. La sostanza migra da un articolo (es: quando dei residui sono presenti sugli indumenti a contatto con la pelle e migrano da essi). Orale. A. La sostanza in un prodotto viene involontariamente ingerita durante l’uso normale (es: dentifricio). B. La sostanza migra da un articolo (es: quando la sostanza migra dal contenitore al cibo o alla bevanda). ESPOSIZIONE DEI CONSUMATORI

11 Sviluppo dello scenario di esposizione Caratterizzare l’uso della sostanza Compilare informazioni sull’uso dei prodotti da parte dei consumatori comprese le eventuali RMM Scelta della categoria di prodotti più adatta per una stima iniziale Stima iniziale Documentare le varie assunzioni nell’ES iniziale Chiedere riscontri ai DU. Decidere su eventuali informazioni aggiuntive Decidere su ulteriori iterazioni Ulteriori stime dell’esposizione Se necessario, utilizzare dati misurati se disponibili Concludere con una stima finale dell’esposizione

12 ESPOSIZIONE AMBIENTALE

13 L’ambiente è esposto alle sostanze chimiche in tutte le fasi del loro ciclo di vita. La valutazione dell’esposizione ha come obiettivo la determinazione delle Concentrazioni Ambientali Previste (PEC) della sostanza per tutti i comparti esposti. I PEC sono il risultato dei rilasci della sostanza e dei processi che ne regolano il destino ambientale (trasporto, partizione, degradazione …) e che determinano la distribuzione e i livelli di concentrazione nei comparti (aria, suolo, acqua, biosfera); essi possono essere determinate per mezzo di dati di monitoraggio o per mezzo di modelli previsionali

14 Ai fini della valutazione di rischio l’ambiente viene schematizzato nei seguenti comparti : acquatico (compresi sedimenti) terrestre atmosferico predatori al vertice della catena alimentare (avvelenamento secondario) micro-organismi nei sistemi trattamento acque reflue

15 Distribuzione ambientale Le concentrazioni ambientali (PEC) sono il risultato di una serie di processi che la sostanza può subire dopo il rilascio: trasporto nei comparti per convezione (acqua, aria, suolo) partizione (tendenza della sostanza a raggiungere concentrazioni di equilibrio nei vari comparti in funzione delle proprietà chimico-fisiche) processi di degradazione (biotici e abiotici) assunzione e bioaccumulo da parte di organismi

16 Partizione Degradazione I fenomeni di partizione tra i comparti possono ricondursi fondamentalmente ai seguenti: partizione gas-aerosol: frazione della sostanza in aria associata con aerosoli partizione aria-acqua: volatilizzazione partizione solidi-acqua: partizione tra solidi e acqua nel suolo,sedimenti, materiali sospesi (adsorbimento/ desorbimento) La degradazione di una sostanza nell’ambiente è il risultato dei seguenti processi: idrolisi fotolisi biodegradazione nei comparti ambientali (acque superficiali, suolo, sedimenti) biodegradazione nel depuratore (STP) Il risultato delle valutazioni sono tassi di degradazione (o tempi di dimezzamento) che saranno poi utilizzati nelle valutazioni modellistiche dell’esposizione.

17 Bioaccumulo Bioconcentrazione e bioaccumulo riguardano le sostanze organiche lipofile e alcuni composti metallici, che in seguito ad esposizione prolungata possono provocare effetti tossici diretti e indiretti: bioconcentrazione è il risultato netto di assunzione, distribuzione ed eliminazione di una sostanza in un organismo acquatico bioaccumulo è l’accumulo attraverso tutte le vie di assunzione (aria, acqua, suolo, cibo) biomagnificazione è l’accumulo di una sostanza dovuto alla catena alimentare, risultante in un aumento della concentrazione negli organismi ai livelli trofici più elevati avvelenamento secondario riguarda gli effetti tossici negli organismi al vertice della catena alimentare, risultante dall’ingestione di organismi, posti ai livelli più bassi, che hanno accumulato sostanze chimiche

18 CARATTERIZZAZIONE DEL RISCHIO La caratterizzazione del rischio consiste nel confrontare i livelli di esposizione (PEC) con gli opportuni livelli di non effetto (PNEC). Per ogni scenario di esposizione è necessario acquisire: i valori dell’esposizione (PEC), misurata o stimata, per le scale spaziali e temporali rilevanti e per i diversi comparti ambientali i livelli di non effetto (PNEC) per le scale temporali rilevanti, per gli ecosistemi, gli end-points adeguati e le vie di esposizione

19 Rapporto di caratterizzazione del rischio RCR = PEC / PNEC I rischi sono adeguatamente controllati se : RCR < 1 PEC < PNEC


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