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Politiche Locali (nazionali e internazionali) per la sicurezza urbana Lezione 07 Corso di Formazione in Sicurezza Urbana Milano, 8 aprile 2008.

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Presentazione sul tema: "Politiche Locali (nazionali e internazionali) per la sicurezza urbana Lezione 07 Corso di Formazione in Sicurezza Urbana Milano, 8 aprile 2008."— Transcript della presentazione:

1 Politiche Locali (nazionali e internazionali) per la sicurezza urbana Lezione 07 Corso di Formazione in Sicurezza Urbana Milano, 8 aprile 2008

2 Alle radici della prossimità  Progetto di legge di sir Robert Peel (1828): polizia civile come istituto di welfare al servizio del cittadino, in sintonia con le esigenze della comunità (prime lotte operaie)  Dalla metà degli anni ’60 negli USA: svariate esperienze di community policing (movimenti diritti civili minoranze)  Rapporto Peyrefitte (1977): esigenza di rafforzamento dell’îlotage (nuova urbanizzazione e insicurezza nelle banlieue)

3 Approccio di prossimità: possibili cause generali  Necessità di ri-legittimazione dell’operato delle polizie (crisi dello stato-nazione; tensioni con minoranze)  Emersione di un nuovo modello di cittadinanza (individualismo nel rapporto con le istituzioni)  Inadeguatezza ed inefficienza dell’organizzazione polizia (decentramento del comando)  Difficoltà di conoscenza del territorio urbano (complessità dell’era postmoderna; migrazioni)

4 Community Policing: caratteristiche * Decentramento organizzativo e decisionale * Dimensione territoriale limitata * Mission: problem solving (attraverso intelligence) * Atteggiamento dell’agente preventivo-proattivo * Coinvolgimento dei cittadini * Ricerca di una partnership locale * Formazione specifica * Accountability

5 Community Policing: valutazioni  Dubbia efficacia nella prevenzione del crimine  Difficoltà di applicazione nei quartieri a rischio  Rischi di fratture interne al corpo  Alti costi di gestione  Abbassamento della percezione di insicurezza  Miglioramento dell’immagine della polizia  Responsabilizzazione delle comunità locali

6 Polizia di Prossimità (PS): caratteristiche * Decentramento limitato; comando rigidamente centralizzato * Territorio limitato (quartiere?), ma fortemente selezionato * Mission: intelligence (attraverso problem solving) * Atteggiamento dell’agente polivalente (ma prev. preventivo) * Approccio conviviale con i cittadini e sviluppo confidenzialità * Ricerca di una partnership locale limitata * Formazione-persuasione di durata limitata * Accountability inesistente

7 Polizia di Prossimità (PS): prime valutazioni  Istituzione rigidamente gerarchica e centralizzata  Prossimità relazionale, ma riservata a determinati territori e categorie di cittadini  Operazione di marketing, ma non fine a se stessa  Confidenzialità in cambio di intelligence e rassicurazione  Complementarietà con gli altri servizi di polizia, ma emersione di subculture confliggenti  Miglioramento dei rapporti con i cittadini

8 Approccio di prossimità PL: possibili cause  Emersione di un nuovo modello di cittadinanza (individualismo nel rapporto con le istituzioni)  Indebolimento del controllo sociale endogeno e necessità di surrogarlo attraverso la presenza qualificata delle agenzie istituzionali del controllo  Inadeguatezza dell’organizzazione di PL rispetto alle nuove esigenze di sicurezza del contesto locale

9 Polizia di Prossimità PL: caratteristiche * Decentramento decisionale accentuato, ma non sempre (importanza degli ordini di servizio) * Territorio di limitate dimensioni, con buona copertura del territorio comunale * Mission: problem solving + controllo, attraverso intelligence * Atteggiamento dell’agente polivalente e dipendente dal singolo modello adottato * Approccio ambivalente con il cittadino * Ricerca di partnership locale estesa, attraverso comune * Formazione specifica (mediazione conflitti; redazione analisi di area; ecc.) * Accountability limitata ad alcune esperienze

10 Polizia di Prossimità (PL): qualche valutazione  Estrema differenziazione fra le varie esperienze (a volte anche all’interno dello stessa struttura)  Finalità di intelligence, rassicurazione e problem-solving complementari alla salvaguardia del rapporto fiduciario istituzione locale - cittadino  Complementarietà con gli altri servizi di polizia, ma emersione di subculture confliggenti  Doppio modello di riferimento: polizia di intervento/controllo vs. approccio relazionale  Prossimità relazionale, ma sgradita a determinate categorie di cittadini

11 Per ogni ulteriore domanda o suggerimento relativamente alla lezione: fabrizio_cristalli@regione.lombardia.it cristian.poletti@unimib.it (U7 – stanza 2012c – tel. 02/6448.7441)


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