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PubblicatoTommasa Forti Modificato 9 anni fa
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Il lavoro di Giuseppe Campos Venuti
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Da “Amministrare l’urbanistica” di Campos Venuti, 1967 Problemi legati alla mancata riforma urbanistica e all’incompiuta riforma della L. 1150/1942 Alla riforma teorica non corrisponde la riforma della prassi corrente: si continua a passare dai piani generali di zonizzazione direttamente al progetto edilizio esecutivo.
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Problemi legati alla mancata riforma urbanistica e all’incompiuta riforma della L. 1150/1942 Il sistema dei controlli, che nasce in teoria dalla necessità di verificare costantemente la validità degli interventi, nella pratica è stato utilizzato nello Stato italiano come strumento di condizionamento politico. …La politica settoriale e non globale è favorita, nell’ambito dell’intervento spaziale nei comuni, dal fatto che la legge urbanistica consente il vincolo globale del territorio, ma non fornisce agli enti locali la possibilità di coordinare globalmente l’attuazione.
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Così i piani ritornano in sostanza ad essere strumenti di coordinamento edilizio e non di assetto territoriale. Peggio ancora, i piani si realizzano soltanto per quelle parti che più interessano la rendita o il profitto – abitazioni, uffici, magazzini, industrie – ma non per quelle parti di interesse generale e cioè i servizi, la conservazione di patrimoni storici o panoramici, e così via… (problema legato al fatto che l’attuazione dei piani particolareggiati sia finanziariamente responsabilità del comune)
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Mancanza di strumenti di programmazione urbanistica Problema legato all’impossibilità di programmare nel tempo l’attuazione dei piani, con la conseguenza di un piano urbanistico atemporale, che sarà inevitabilmente solo un piano di vincoli, affidato alla realizzazione spontanea della proprietà fondiaria, a meno dei servizi pubblici che di regola inseguono affannosamente le iniziative private. anniApprova- zione piano
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Non solo questione di forma…. Problema legato alla forma radiocentrica della città. Gli organismi monocentrici si espandono marginalmente in tutte le direzioni, determinando nella stessa città contraddizioni tra le zone centrali e quelle periferiche.
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Criteri metodologici per la pianificazione urbanistica comunale Primo obiettivo la scelta dell’elaborazione di piani “aperti”, che rompano lo schema radiocentrico di tutte le città italiane e innestino realmente le città nel loro territorio. E’ lo schema radiocentrico che costituisce la matrice dell’espansione “a macchia d’olio” e si traduce nella frattura tra città e campagna, considerando in fondo quest’ultima non una specifica destinazione dei suoli, ma un vuoto di destinazione sempre in attesa di essere riempito dalla città.
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Un efficace sistema di comunicazioni viarie si realizza oggi differenziando le infrastrutture viarie, determinando precise gerarchie di traffico e sfruttando senza timori le maggiori possibilità offerte dal trasporto collettivo. Criteri metodologici per la pianificazione urbanistica comunale secondo obiettivo: scelta di piani che decongestionino le città in via di soffocamento e nello stesso tempo precisino le moderne funzioni urbane e le rispettive aree.
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Criteri metodologici per la pianificazione urbanistica comunale Occorre ricordare che lo standard non è statico e assoluto, dovendo al contrario variare tra paese e paese, ma specialmente fra periodo e periodo di tempo. Esigenza di una pianificazione urbanistica programmatica e quindi scorrevole, facilmente aggiustabile nel tempo e non di una pianificazione dettagliata e rigida. Strumenti dell’equilibrio: rete viaria che colleghi le zone residenziali con quelle direzionali e produttive; attrezzature e servizi comuni in ogni quartiere residenziale
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Zone centrali nelle quali le funzioni e gli standard urbanistici, ma anche la morfologia, determinano un “effetto città” di gran lunga superiore a quello delle zone periferiche -- concetto di libertà urbane
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La mancanza di programmazione non tiene conto che in una città la formazione di ogni nuova zona edificata, la costruzione di ogni grande infrastruttura o attrezzatura, determina delle reazioni sui valori immobiliari, ma anche sulle possibilità funzionali degli altri suoli.
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