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Psicologia dello Sport e Calcio

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Presentazione sul tema: "Psicologia dello Sport e Calcio"— Transcript della presentazione:

1 Psicologia dello Sport e Calcio

2 ASPETTI DELLA COMUNICAZIONE UMANA

3 medaglia a due facce comunicazione con gli altri

4 l’altra faccia della medaglia
comunicazione con se stessi

5 VERBALE NON VERBALE COMUNICAZIONE

6 COMUNICAZIONE VERBALE
LINGUAGGIO

7 nella comunicazione umana, gli aspetti verbali incidono mediamente per l’8%

8 gli aspetti non verbali incidono mediamente per il restante 92%

9 COMUNICAZIONE NON VERBALE
movimenti del corpo espressioni facciali caratteristiche fisiche comportamenti oculari cenni del capo comportamenti di contatto diretto prossemica fattori ambientali gesti tono di voce ritmo e velocità dell’eloquio

10 ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE
non si può non comunicare ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione la natura di una relazione dipende dalla “punteggiatura” delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti

11 comunicazione con sé stessi

12 Non riesco! Non posso! Non mi viene!

13 self talk

14 linguaggio del corpo

15 convincere il giocatore che se lui stesso dice a se stesso che non può, non esiste allenatore tanto bravo che può far fare a lui ciò che lui stesso dice di non poter fare

16 cercare di trasformare la comunicazione da negativa a positiva

17 comunicazione allenatore-giocatore

18 rinforzi positivi: bravo, va bene...

19 programma di rinforzi intermittenti e non continui

20 correttivi non rivolti a sottolineare l’errore

21 non rinforzare o correggere mentre il giocatore sta mettendo in atto il compito

22 comunicazione individualizzata

23 insegnare facendo (limitare la spiegazione verbale o la dimostrazione)

24 “CONTRADDIZIONE CHE DERIVA DALLA DEDUZIONE CORRETTA DA PREMESSE COERENTI” WATZLAWICK
“AFFERMAZIONE, OPINIONE, TESI CHE, NONOSTANTE SIA IN CONTRASTO CON L’ESPERIENZA COMUNE, SI DIMOSTRA DI FATTO FONDATA” GARZANTI PARADOSSO

25 regola rinforzo e punizione (allenatore, società)
apprendimento sociale (allenatore, società, giocatori)

26 paradosso comunicativo
la figura che impone la regola non deve cadere nel paradosso comunicativo

27 paradosso comunicativo
Imposizione regola rumore di fondo

28 la norma deve avere la possibilità di poter essere rispettata dal ragazzo

29 la punizione è una eventuale sanzione nel caso la norma venga violata

30 quindi la punizione deve avere delle caratteristiche di applicabilità e funzionalità. Se troppo grande non è utilizzabile e se troppo piccola non influisce sull’obiettivo e cioè il futuro rispetto della norma

31 se la punizione promessa non rispetta i caratteri di applicabilità e funzionalità……………… meglio non prometterla.

32 Il “sanzionatore” e cioè in questo caso l’allenatore perde l’autorevolezza che gli permetterà di concedere valore alla prossima norma e alla prossima sanzione

33 la norma e la punizione non sono altro che dei “paletti” che il ragazzo/a trova nel suo percorso di crescita. I “paletti” tracciano la strada e servono per appoggiarsi nei momenti di difficoltà

34 quando è possibile è buona cosa se norma e punizione vengono concordate con il bambino.
se ciò non è possibile è buona cosa spiegare le motivazioni che danno senso a norma e punizione.

35 quando la spiegazione e la condivisione della norma risulterebbero poco pratiche e poco applicabili al contesto, imporre la regola e basta non è sbagliato. I ragazzi sentono sicurezza nell’allenatore che ostenta una certa autorevolezza

36 ……….a volte sono comunque utili dei NO e niente altro
quando stabilite una norma o una punizione cercate di trasformare la comunicazione in positivo: ……fai questa cosa……… ……….a volte sono comunque utili dei NO e niente altro

37 lo stop deve essere uno solo e decisivo

38 Allenatori e Dirigenti si devono sostenere e non contraddire nei momenti in cui le norme devono essere rispettate. Se ciò non accade, tutti e due le categorie perdono autorevolezza e verranno ricattati dai giocatori

39 i giocatori devono sapere che dirigenti e allenatore vigilano ugualmente affinché le regole vengano rispettate

40 possibilità per genitori e dirigenti di contestare l’allenatore per i suoi atteggiamenti. Questo va fatto fuori dalla presenza dei giocatori

41 Altri esempi di paradossi

42 il ripetere o il gridare possono diventare “rumore di fondo”

43 l’allenatore chiede al giocatore di rispettare gli orari e lui per primo arriva sistematicamente tardi

44 L’allenatore dice bravo al bambino mentre il suo linguaggio del corpo comunica esattamente il contrario!!!

45 L’allenatore interviene e organizza quando i bambini si sono già organizzati da soli

46 Il momento dell’inizio dell’allenamento dove i ragazzi arrivano al campo e si organizzano da soli per una partitella, sono le situazioni più prolifiche per quanto riguarda l’apprendimento, la socializzazione, l’autoregolazione…….

47 Cercare di dare un contenuto al
Stai calmo! Gioca tranquillo! Concentrati! Che tanto spesso gli allenatori e…… purtroppo anche genitori e dirigenti pronunciano!!

48 allenamento della concentrazione
focus attentivi

49 allenamento della concentrazione
spostamento dell’attenzione

50 allenamento della concentrazione
elasticità mentale

51 La concentrazione

52 Abilità mentale di dirigere l’attenzione su di un compito fin che serve, senza essere disturbati o condizionati da stimoli esterni od interni non significativi

53 Quindi capacità di spostare e dirigere l’attenzione

54 Centro di attenzione Esterno Ampio Interno Ristretto

55 Focus esterno ristretto (palla, pallone)
Focus interno ristretto (piedi, respiro) Focus esterno ampio (il campo in toto e altri stimoli dell’ambiente circostante) Focus interno ampio (tutto il corpo)

56 L’allenamento avviene facendo azioni tecniche tenendo l’attenzione su un focus per volta.

57 Flessibilità mentale totale
Il giocatore si allena mescolando tutti i vari centri di attenzione sui quali prima si è allenato

58 Flessibilità mentale totale

59 Concentrazione Abilità mentale complessa che richiede delle capacità mentali che con l’allenamento specifico possono diventare abilità mentali

60 Capacità mentali Capacità di selezionare: scelta di stimoli importanti per la situazione Spostare l’attenzione su ciò che serve Mantenere l’attenzione per il tempo che serve su ciò che serve. Endurance della concentrazione

61 Esercizi contenuti nel tempo perché il carico psichico è elevato e l’energia psichica che si consuma è elevata

62 Con l’allenamento specifico queste abilità diventano automatiche e fatica e carico mentale diminuiranno gradualmente ed enormemente

63 L’allenamento alla concentrazione è applicabile non solo nel lavoro con fondamentali tecnici, ma anche nella preparazione fisica, e nell’allenamento tattico

64 arousal attivazione

65 flow

66 E’ uno stato psicofisico che permette all’atleta di essere completamente immerso nella prestazione, caratterizzato da un’intensa concentrazione, completo coinvolgimento, e ottimo successo nell’azione.

67 Riscaldamento con focus attentivi
Condizionamento fisico o tecnico lavorando con lo spostamento dell’attenzione

68 Riscaldamento con focus attentivi
Migliora la disposizione psicofisica dell’atleta sul “qui ed ora” Allontana distrazioni dannose alla prestazione Miglioramento delle capacità di autocorrezione dell’atleta Consapevolezza del gesto

69 allenamento invisibile per i settori giovanili

70 adeguato programma di preparazione psicologica
Settore giovanile metodologie di allenamento costantemente dirette al miglioramento delle capacità coordinative adeguato programma di preparazione psicologica

71 tecnica

72 Le emozioni

73 Che cosa sono le emozioni?
Le emozioni fanno parte delle nostre reazioni agli eventi della vita (inevitabilità delle emozioni) Sono “vissuti” in risposta ad “eventi esterni o interni” Hanno carattere improvviso, intenso e temporaneo

74 Le emozioni sono complicate collezioni di risposte chimiche e neurali, che formano una configurazione; tutte le emozioni hanno un qualche ruolo regolatore da svolgere, che porta in un modo o nell’altro alla creazione di circostanze vantaggiose per l’organismo in cui si manifesta il fenomeno……. Il loro ruolo è di assistere l’organismo nella conservazione della vita Damasio

75 Se le emozioni si presentassero a noi prive della capacità di provocare condizionamenti organici, di loro rimarrebbe ben poca traccia. In sostanza se il battito cardiaco non fosse alterato, o se non si modificasse la temperatura del nostro corpo, o se non iniziassimo a lacrimare o via di seguito, potremmo trovarci di fronte alla difficoltà di ricordare le percezioni. James

76 Le emozioni non si possono evitare, si possono vivere e si possono controllare

77 forma tecnica contenuto

78 forma movimento effettivamente eseguito
posizioni, stazioni e spostamenti dei segmenti corporei configurazione esterna del gesto modello apparente di prestazione

79 contenuto funzioni SNC funzioni SNP
tensione e rilassamento dei muscoli lavoro di propriocezione utilizzazione di forze esterne (gravità, energia centrifuga, accelerazioni) Il gesto in relazione al risultato (il punto) emozioni

80 Quando alleniamo un gesto tecnico dobbiamo fare in modo che in maniera elastica l’attenzione dell’allievo sia direzionata in due direzioni principalmente: 1) sulle sue sensazioni 2) sull’efficacia del gesto e cioè sulla possibilità di effettuare un azione che lo porta al successo. Il successo non inteso soltanto nei termini di “vittoria”, ma di obiettivo raggiunto ….. (ho messo la palla lì)

81 Contenuto Forma

82 per tale motivo è importante creare una buona quantità di esercitazioni dove il tema principale è l’azione di gioco.

83 memoria emozione gesto Come funziona l’apprendimento

84 Il gesto viene “catalogato” nella memoria collegato ad un emozione e quindi ad un vissuto oltre che psichico anche corporeo. L’emozione e il vissuto che si lega al gesto viene chiamato marcatore somatico

85 l’allievo riconoscerà quel gesto nella sua memoria perché legato al marcatore somatico

86 il marcatore somatico può essere positivo o negativo e cioè costituito da emozioni e sensazioni spiacevoli oppure piacevoli.

87 quando l’allievo dovrà mettere in atto quella precisa azione tecnica collegata ad un marcatore somatico negativo, questa combinazione funzionerà come un campanello d’allarme

88 quando invece interverrà un marcatore somatico positivo, esso diviene un segnalatore di incentivi

89 il tentativo di catalogare azioni tecniche in maniera neutra risulta essere una perdita di tempo in quanto l’allievo faticherà quando dovrà ricercarlo nella memoria perché privo di riconoscimento (marcatore). Questo è quello che succede quando si allena la tecnica mettendo l’attenzione sulla forma e non sul contenuto.

90 può succedere che le azioni tecniche si colleghino a marcatori somatici negativi perché troppo spesso collegati al fallimento oppure perché non ha raggiunto l’obiettivo in momenti importanti (momenti fondamentali in partita) o perché legato alla noia della ripetizione

91 in questo caso l’allievo ritroverà subito il suo gesto in memoria e il marcatore somatico funzionerà come campanello d’allarme paura

92 il marcatore somatico non è una condizione definitiva e può trasformarsi da negativo a positivo
allenamento mentale

93 Cinestesia sensazione globale dei movimenti del proprio corpo e capacità di controllarli
Propriocettori elementi di fibre nervose, posti in muscoli e tendini, preposte all’informazione sulle posizioni degli arti e sulla posizione del corpo. Fusi neuromuscolari, Fusi neurotendinei

94 SENSAZIONE E PRESA DI COSCIENZA DEL CORPO
propriocettori Recettori del movimento esterocettori Superficie della pelle SENSAZIONE E PRESA DI COSCIENZA DEL CORPO Telerecettori Olfatto udito vista Enterocettori Posizionati negli organi interni

95 Sensazione e presa di coscienza del movimento
propriocezione Apparato vestibolare (equilibrio) vista Sensazione e presa di coscienza del movimento udito Esterocezione (pelle)

96 Incremento carico allenamento
Prestazione Incremento carico allenamento Performance supply

97 Performance supply Utilizzo integrato dei canali di informazione sensoriale per il miglioramento della tecnica sportiva Conoscenza e sviluppo delle informazioni cinestetiche nel gesto motorio Presa di coscienza della “sensazione del corpo” e della “sensazione del movimento” Corretto sviluppo ed economico utilizzo delle proprie abilità mentali

98 C’era una volta uno stolto così insensato che era chiamato il Golem
C’era una volta uno stolto così insensato che era chiamato il Golem. Quando si alzava al mattino gli riusciva così difficile ritrovare gli abiti che alla sera, al solo pensiero, spesso aveva paura di andare a dormire. Finalmente una sera si fece coraggio, prese una matita ed un foglietto e, spogliandosi, annotò dove posava ogni capo del vestiario. Il mattino, si alzò tutto contento prese la sua lista: “il berretto là”, e se lo mise in testa; “i pantaloni, lì” e se li infilò; e così via fino a che ebbe indossato tutto. “Si, ma io dove sono?” si chiese all’improvviso in preda all’ansia, “dove sono rimasto?” invano si cercò e ricercò: ma non riusciva a trovarsi.

99 Parola chiave sentire

100 Grazie per l’attenzione dott.Marcantognini Sammy 3357362857


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