La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Coordinatore Delivery Unit

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Coordinatore Delivery Unit"— Transcript della presentazione:

1 Coordinatore Delivery Unit
CTS A cura di Angela Orabona Coordinatore Delivery Unit USR per la Campania

2 L'istruzione non sparge semi dentro di noi,
ma fa sì che i nostri semi germoglino. Jibran Khalil Jibran

3

4 I ragazzi la vivono così, vero?

5 Ma noi li vogliamo cosi!

6

7 Il Quadro di riferimento europeo (EQARF) è uno strumento per migliorare i sistemi dell’IT e dell’IFP che si basa su: Un ciclo per la garanzia ed il miglioramento continuo della qualità Criteri e descrittori per attuare ciascuna fase del ciclo L’adozione di sistemi di monitoraggio e valutazione interni e esterni Uno strumento per misurare l’efficienza/efficacia dei sistemi, costituito da un set di 10 indicatori Il quadro di riferimento si applica sia a livello di sistema che di struttura formativa

8 Il processo continuo di miglioramento della qualità
si basa sui seguenti elementi: la determinazione degli obiettivi da raggiungere e la loro pianificazione; la definizione dei mezzi e delle attività per ottenere i risultati previsti; il monitoraggio e la valutazione dei programmi, in termini di efficienza e di efficacia; La revisione degli obiettivi e delle attività alla luce dei risultati della valutazione, interna e esterna.

9 Il modello europeo Pianificazione Attuazione Revisione Valutazione

10 Le condizioni di successo
Praticare una effettiva revisione degli obiettivi e delle attività sulla base del monitoraggio e della valutazione dei risultati raggiunti Coinvolgere nelle decisioni strategiche tutti i soggetti interessati ai diversi livelli. Promuovere un approccio sistemico alla qualità, considerando tutte le variabili in gioco

11 I criteri ed i descrittori
Per ogni fase del ciclo sono stati definiti dei criteri e descrittori per aiutare gli Stati Membri, attraverso esempi concreti, ad implementare il Quadro di riferimento a livello di sistema e di struttura formativa: La pianificazione riflette una visione strategica condivisa dai soggetti interessati e comprende scopi/obiettivi, azioni e indicatori espliciti I piani attuativi sono elaborati in consultazione con i soggetti interessati e includono regole esplicite La valutazione dei risultati e dei processi è effettuata regolarmente con l'aiuto di misurazioni Esiste una procedura per effettuare la revisione degli obiettivi e delle attività sulla base dei risultati conseguiti

12 La Raccomandazione propone un set di 10 indicatori che riguardano i principali aspetti dell’IFP
Applicazione dei sistemi di qualità nelle strutture formative Spesa per la formazione di formatori e docenti Partecipazione ai programmi di IFP Successo formativo (e abbandono) Tasso di occupazione al termine dell’attività formativa Utilizzazione sul posto di lavoro delle competenze acquisite Tasso di disoccupazione (generale) Presenza di allievi svantaggiati Modalità e utilizzazione di analisi dei fabbisogni Iniziative per promuovere l’accesso all’IFP

13 Molti strumenti differenti
Per la formazione iniziale e quella continua Per le strutture pubbliche e private A livello di sistema e di struttura formativa Alcuni esempi Autovalutazione (obbligatoria o volontaria) Valutazione esterna (per il controllo od il sostegno) Indicatori (per il confronto o per la premialità) Accreditamento, Marchio di qualità, Certificazione (Iso, EFQM, Balance Score Card)

14 I 7 fattori che fanno più differenza, secondo l’OCSE, sono i seguenti:
Educational standards School autonomy Institutional differentiation Learning time Discipline Student support Students-teachers relations I 7 fattori che fanno più differenza, secondo l’OCSE, sono i seguenti: 14

15 Curricolo e organizzazione didattica Ambiente educativo di
Il che significa puntare su: Educational standards School autonomy Institutional differentiation Learning time Discipline Student support Students-teachers relations Curricolo e organizzazione didattica Ambiente educativo di apprendimento 15

16 C.T.S.

17 FINALITÀ Favorire la conoscenza della reale spendibilità del diploma sul territorio, per promuovere le opportune correzioni didattico-formativo-orientative. Favorire metodologie che mobilitano negli studenti competenze di cooperative working, utili in un territorio che ha bisogno di imprese consorziate, in rete, … e di atteggiamenti lavorativi cooperativi. Favorire l’orientamento in entrata degli studenti e delle famiglie, promuovere la Riforma come opportunità.

18 Si configura come ambiente e come stile di pensiero
Laboratorio Si configura come ambiente e come stile di pensiero Approfondisce le conoscenze,  per rafforzare le capacità e le competenze personali di apprendimento autonomo Ha come suo fondamento un protocollo di osservazione dei processi di apprendimento dell'allievo.

19 Didattica laboratoriale
Privilegia: un apprendimento partecipativo per  il miglioramento delle capacità di elaborare processi finalizzati alla responsabile assunzione di decisioni, all’ascolto e al rispetto per gli altri; un apprendimento esperienziale, con il potenziamento della curiosità e della voglia di sperimentare.

20 Nella didattica laboratoriale sono entrate in gioco
in tutti i laboratori attivati le seguenti otto dimensioni : dimensione scientifica. Il riferimento è a un’epistemologia che privilegia il trinomio prassi/teoria/prassi; dimensione sperimentale. Si supera lo schema rigido della comunicazione “depositaria” (P. Freire), meramente trasmissiva, in favore di una pluralità di metodologie “attive”, capaci di coinvolgere direttamente le persone (dinamica di gruppo, giochi di ruolo ecc.); dimensione investigativa. L’aspetto della ricerca, come elaborazione di percorsi e strategie per un corretto approccio al problema e alla possibile soluzione; 20

21 dimensione cognitiva. L’attitudine intellettiva è sollecitata a procedere oltre il modello della pura “riproduzione” delle conoscenze, a vantaggio di una “ri-costruzione” e, per così dire, “re-invenzione” delle medesime; dimensione motivazionale. Vengono valorizzati bisogni e interessi di chi apprende e se ne generano di nuovi, favorendo, quindi, il desiderio di andare al di là di ciò che è noto e praticato; dimensione esperienziale. Il bagaglio di conoscenze, competenze e vissuti personali costituisce sempre punto di riferimento da valorizzare e, presumibilmente, integrare; 21

22 dimensione relazionale
dimensione relazionale. Occorre sapersi mettere in gioco, condividendo con gli altri i propri cammini umano-spirituali, i propri convincimenti profondi e le idee circa l’educazione; dimensione valutativa. L’attitudine al lavoro laboratoriale abilita anche a saper valutare l’attività formativa svolta, le “simulazioni” sperimentate, i percorsi e le metodologie di approfondimento tematico impiegate, le soluzioni ai problemi prospettate, per far tesoro degli errori e migliorarsi sempre. 22

23 LA FINALITA’ CHIAVE La finalità chiave di una “testa ben fatta” è far emergere e consolidare la capacità di LEGARE E CONNETTERE LE CONOSCENZE: L’ARTE DI ORGANIZZARE IL PROPRIO PENSIERO, DI COLLEGARE E DISTINGUERE AL TEMPO STESSO. Si tratta di favorire l’attitudine a interrogare, di legare il sapere al dubbio, di sviluppare la capacità d’integrare il sapere particolare non soltanto in un contesto globale, ma anche nella propria vita, di stimolare l’attitudine a porsi i problemi fondamentali della propria condizione e del proprio tempo. 23 23

24 Il CTS

25

26 Il CTS costituisce un elemento che può favorire l’innovazione dell’organizzazione;
è un organismo con funzioni consultive e propositive per l’organizzazione delle aree di indirizzo e l’utilizzazione degli spazi di autonomia e flessibilità; è lo strumento per consolidare i rapporti della scuola con il mondo del lavoro e delle professioni e sviluppare le alleanze formative.

27 Pur non essendovi una specifica regolamentazione in materia, la costituzione del CTS non può che essere formalizzata con apposite delibere degli organi collegiali della scuola nel rispetto dei ruoli istituzionali di ciascun organo. Per esigenze di trasparenza e correttezza istituzionale, costituiscono parti integranti di tali delibere l’ atto costitutivo e il regolamento di funzionamento che ne definiscono la composizione anche in ordine alle competenze dei propri membri (coerenti con le caratteristiche dell’istituto e le finalità del CTS), le funzioni, le modalità organizzative e forme di comunicazione e di cooperazione con gli organi collegiali dell’istituto, nel rispetto delle loro specifiche competenze.

28 Sono necessari uno statuto-regolamento
e un atto costitutivo

29 Esempio di regolamento
del CTS

30 Il CTS esercita una funzione consultiva generale in ordine all’attività di programmazione e all’ innovazione dell’ Offerta Formativa dell’Istituto. Tutti i provvedimenti del Consiglio di Istituto che attengono all’esercizio della predetta attività sono emanati sentito il Comitato.

31 Il Comitato può esprimere parere su ogni altra questione che gli venga sottoposta dal proprio presidente e dai suoi componenti in particolare dai membri rappresentativi.

32 Il CTS propone, nello specifico, programmi anche pluriennali di ricerca e sviluppo didattico/formativo in rapporto al sapere, al mondo del lavoro e all’impresa, sia per gli studenti e sia per i docenti dell’Istituto e ne propone l’attuazione al Consiglio di Istituto e al Collegio Docenti

33 Formula proposte e pareri al Consiglio di Istituto e al Collegio Docenti in ordine ai programmi e alle attività con riferimento alla flessibilità e alle innovazioni

34 Il CTS è composto da membri di diritto e da membri rappresentativi
Sono membri di diritto : Il Dirigente Scolastico o un suo delegato I docenti coordinatori di area 

35 Sono membri rappresentativi :
I rappresentanti di Confindustria Regione Campania USR per la Campania I titolari d'azienda Il rappresentante dei Periti Industriali (altri Ordini o Collegi) Etc…

36 possono essere in numero pari ai membri rappresentativi.
I membri di diritto possono essere in numero pari ai membri rappresentativi. Il CTS è presieduto dal Dirigente Scolastico in qualità di Presidente o da un suo delegato. La nomina dei componenti di diritto del CTS è di competenza del D.S. sentito il Collegio Docenti. Per quanto riguarda i rappresentanti esterni, essi vengono designati dall’ente/associazione di appartenenza e nominati dal D.S.

37 Possono essere chiamati a partecipare alle riunioni del CTS, a titolo consultivo tutti gli esperti di cui si dovesse ravvisare l’opportunità

38 Sono previsti i seguenti indicatori di qualità e funzionamento :
numero di riunioni durante l’anno percentuale di presenze per ogni incontro  numero di pareri e suggerimenti proposti all’ istituzione scolastica ( Collegio, Consiglio di Istituto ) percentuali di suggerimenti accolti rispetto a quelli forniti)  numero di contatti esterni procurati alla scuola (occasioni di formazione, intese con aziende, con studi professionali, con enti , ecc.) ;

39 ...senza nuovi e maggiori oneri per la finanza pubblica...

40 tutte le cose di cui siamo capaci, ci saremmo sorpresi di noi stessi."
"Se avessimo fatto tutte le cose di cui siamo capaci, ci saremmo sorpresi di noi stessi."  Thomas Edison


Scaricare ppt "Coordinatore Delivery Unit"

Presentazioni simili


Annunci Google