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Et il modo di studiare geographia
1- F. de Dainville: la geografia dei gesuiti 2- Nota bibliografica 3- Quo universalius eo divinius 4- Ratio studiorum
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Un classico della Geografia: F. de Dainville
Francois de Dainville, La géographie des humanistes, Parigi 1940 riferisce le norme prescritte ai gesuiti da Ignazio da Loyola[1]. Per essere informato distinctius et exactius sulle condizioni geografiche alle quali operavano i suoi uomini, ha infatti stabilito tra centro e periferia regolari scambi epistolari, ha prescritto persino un preciso ordine espositivo[2]. Da queste norme derivano con successivi aggiustamenti le migliaia di inchieste che illustrano, spesso con straordinaria precisione, la natura dei luoghi, il clima, i costumi e i modi di vita delle Indie. La geografia , in quanto «strumento di contatto apostolico»[3], configurandosi quale ancella della teologia, converte nella pratica missionaria saperi profani come filosofia e matematica, astronomia e geodesia, cartografia e scienze naturali. Nei refettori delle scuole gesuitiche, spesso affrescate con scene di martirio, la lettura di relazioni apre ogni giorno ai novizi gli orizzonti del mondo nuovo e celebra l’azione eroica di missionari per i quali scienza e fede si identificano[4]. [1] Cfr. in proposito F. de Dainville, La géographie cit., pp [2] Cfr. p.e. P. Broggio, Evangelizzare il mondo. Le missioni della compagnia di Gesù tra Europa e America, Roma 2004, p.58 [3] Cfr. ibidem , pp.58, 75 nota 21; F. de Dainville, La géographie cit, p.109. [4] Ibidem, p. 122.
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Nota bibliografica 1- Antonio Possevino, Apparato all’historia di tutte le nazioni et il modo di studiare la geografia, Venezia 1598 2- Martino Martini, Novus atlas chinensis, Amsterdam 1658 3- Francois de Dainville, La géographie des humanistes, Parigi 1940 4- . E. Khino, Cronaca della Pimeria Alta. Favori celesti, Trento 1991 5- P. Broggio, Evangelizzare il mondo. Le missioni della compagnia di Gesù tra Europa e America, Roma 2004 Peter Sloterdijk, L’ultima sfera. Breve storia della globalizzazione, Roma 2005 Franco Farinelli, La crisi della ragion cartografica, Torino 2009, soprattutto pp
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Quo universalius eo divinius
Il tentativo di trasformare in vantaggio del cattolicesimo le novità introdotte dalle scoperte e dalla scienza è riassunto da Ignazio da Loyola ( ) nella formula, quo universalius eo divinius, intuizione che guida le truppe scelte della controriforma. L’antiporta del Novus Atlas Chinensis di Martino Martini (1658) : un gigantesco portinaio esclama: “Clausa recludo”. Al di sopra di mura possenti, che dividono dentro e fuori, siede il papa, investito dalla luce divina che riflette su giovanissimi angeli in parte sugli spalti e in parte ai piedi delle mura. Il gruppo di angeli-putti è impegnato alla costruzione del mappamondo e alla sua traduzione in planisfero. Una sfera armillare, un compasso, un bastone di Giacobbe indicano le funzioni della scienza Sloterdijk registra “l’offensiva permanente delle scoperte, delle conquiste, delle annessioni e delle attribuzioni di nomi con cui gli europei, nella loro avanzata per terra e per mare, si fanno una solida posizione nell’Esterno universale”(p.57) .
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Ratio studiorum Nel Collegio romano i gesuiti mettono a punto la loro ratio studiorum Antonio Possevino* segnala “necessità e splendore” della geografia”: Dopo l’Astronomia segue il modo di insegnare la Cosmografia, la quale descrivendo il mondo composto di quattro elementi e del cielo , primieramente contempla i circoli , da quali si comprende la composizione della Sfera sopra celeste … la ragione dei climi…i circoli meridiani (Possevino.235) Il luoco è composto di due nature , uno immenso, infinito distinto da ogni compagnia e occupazione corporale comprendente se stesso , pieno di se stesso, penetrante colle sue virtù ed efficacia, cioè il Signore IDDIO, il quale per questo tra gli altri nomi è detto in lingua Hebrea MAKON cioè LUOCO. L’altro luoco poi , il quale è il mondo; della cui creazione, poi figura (Possevino 236). La geografia diventa “non solo interprete, ma eziandio ministra della Filosofia morale” Dainville (1940) : 1- Ruolo di Possevino in una struttura educativa rigida 2- il compito della geo. è, secondo tradizione, quello di porre il globo terrestre sotto i nostri occhi mediante carta e relazione(p.49) 3- Tolomeo e Strabone, cartografia e cosmografia, sono i modelli. Il primo versato nelle discipline matematiche e nei metodi storici il secondo (in historicis quae geographiae praecipua lux) (p.53) Gesuita ( ), campione della Controriforma, tra le opere la relazione sulla Moscovia.
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La ragion cartografica
Eusebio Francesco Chini ( ) ,gesuita, missionario, geografo, nel momento in cui viaggia tra i Sobaipuri del nord,nel settembre del 1692, ricorda nella Cronaca della Pimeria Alta spiega la parola di Dio agli Indios: «Mostrai loro il mappamondo, facendo veder loro i fiumi e i mari attraverso i quali noi padri venivamo … Mostrai loro sulla mappa come gli spagnoli e la fede erano venuti attraverso il mare a Santa Cruz e poi erano passati a Puebla, Messico, Guadalajara, Sinaloa; Sonora; si erano estesi fino alle terre dei Pimas»[1]. [1] Cfr. . E. Khino, Cronaca della Pimeria Alta. Favori celesti, Trento 1991, p.28.
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