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Giochi e divertimenti nella Roma imperiale
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Gli antichi romani dedicavano molto tempo al gioco
Gli antichi romani dedicavano molto tempo al gioco. Essi copiarono e migliorarono alcuni giochi dei greci e degli egizi e diventarono abilissimi nel costruire giocattoli per i loro bambini.
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Le bambine giocavano con le pupae: bambole fatte di stracci
Le bambine giocavano con le pupae: bambole fatte di stracci. Le più benestanti avevano bambole con braccia e gambe snodate fatte di legno e dotate di un loro corredino. La sera prima del matrimonio le ragazze lasciavano le loro pupae nel tempio di Venere.
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I bambini si divertivano molto a tenere in bilico un grande cerchio di legno Andavano avanti spingendolo con una bacchetta e cercavano di non farlo cadere.
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Alcuni costruivano dei carretti e si facevano tirare dai cani , dalle capre o da un asinello; si lasciavano trasportare da questi animali e organizzavano anche gare di corsa fra carretti.
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C’era poi il tiro delle noci che venivano lanciate da lontano
C’era poi il tiro delle noci che venivano lanciate da lontano. Se il bambino ne colpiva una, questa diventava sua. Se non colpiva niente, perdeva la sua noce.
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Usavano trottole e yoyo.
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Uno degli svaghi più diffusi era il gioco con i dadi o con gli astragali: ossicini del tarso di capre e montoni. Gli astragali erano usati come dadi per la loro forma abbastanza regolare e la diversa dimensione dei lati che permetteva di attribuire a ciascuna faccia un preciso valore numerico.
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Per strada si giocava a palla: era una palla fatta di stracci, a volte piena di segatura e prenderla non era molto facile. Le palle erano anche di dimensioni diverse a seconda del tipo di gioco.
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Un altro passatempo dei bambini e anche dei grandi era il gioco del tris o filetto: piccoli segni, cerchietti o croci, venivano tracciati in un quadrato diviso in caselle come una scacchiera
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Spesso, quando giocavano, i bambini imitavano le imprese degli adulti durante la guerra. Ognuno interpretava un personaggio: dal grande imperatore al soldato semplice.
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Il gioco appassionava anche gli adulti: i romani erano sportivi agilissimi e grandi appassionati degli spettacoli che si tenevano negli anfiteatri. “Panem et circenses”, scrive Giovenale nel I secolo dopo Cristo, sono le cose che più interessano ai romani: distribuzione gratuita di cibo e spettacoli pubblici.
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Il più famoso e il più grande di tutti fu l’anfiteatro Flavio (il Colosseo) i cui lavori di edificazione iniziarono sotto l’Imperatore Vespasiano nel 72 d.C. e furono terminati dal figlio Tito nell’80 d.C Per inaugurarlo i giochi durarono 100 giorni.
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Nell’anfiteatro i giochi cominciavano di mattina e potevano prevedere lotte tra gladiatori, tra uomini e animali o tra animali.
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I gladiatori (da gladio=spada) erano per lo più prigionieri di guerra, schiavi, liberti, criminali condannati a morte ma anche uomini liberi che, attratti dalla possibilità di enormi guadagni, decidevano di diventare gladiatori.
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Tra le categorie dei gladiatori più noti c’erano i traci, i reziari e i mirmilloni.
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